Politica

Tutto tace: i partiti stanno confezionando l’ennesima fregatura

Nessun programma, per le comunali. Ci sono solo posti e soldi da spartire
martedì 8 giugno 2010.
 

Continuano a partire i giovani. E non tornano, soprattutto i ragazzi. Il mio amico Antonio Curia scrive, dalla Svizzera, che non dovrei lasciare la direzione della Voce. Quando può, Antonio fa visita a casa. Perché si è formato in un contesto di valori forti. E giusti. In sostanza, in lui prevalgono gli affetti familiari e i rapporti amicali. E hanno la meglio su tutto, anche sul fatto che San Giovanni in Fiore è sempre più povera e abbandonata. Caro Antonio, nella nostra città, mancano quasi del tutto quei servizi che distinguono un qualsiasi posto civile. Nei giorni scorsi, è morto, solo, un signore anziano. In Comune, c’è gente pagata bene, per gestire l’assistenza sociale. Ovviamente, la vita di un anziano non vale, agli occhi d’una società sempre più distratta e presa da richiami individualistici e vuoti. Nessuno ha detto o scritto qualcosa, nel merito. Salvo Antonio Mancina, giornalista del Quotidiano della Calabria e nostro concittadino. In un clima di comodo silenzio, in cui non c’è posto per la solidarietà, la socialità e la crescita civile, culturale e morale, i partiti dimostrano di non essere interessati alle sorti pubbliche. E lo fanno in modo terribile, mettendo da parte i programmi e le necessità, per trattare sui posti (di potere) da occupare. Il dato impressionante è che, da noi, la disoccupazione è arrivata al 51%. L’alternativa è soltanto la fuga, la partenza. Come hanno fatto i nostri nonni e i nostri amici più grandi. Quali prospettive, per gli adolescenti? In questa situazione, sembra quasi proibito sognare. C’è una bellissima frase dell’amico Giampaolo Spinato, che conclude Amici e nemici, il suo libro più recente. «Come può esserci futuro, senza un sogno?». Per questo motivo, sto insistendo sui giovani e, in particolare, sui ragazzi. Perché si responsabilizzino, perché agiscano, perché capiscano che la via è quella dell’impegno, del sacrificio, della rettitudine. E perché non si lascino influenzare da chi, fino ad ora, ha retto le istituzioni. Purtroppo, sono stati veicolati messaggi sbagliati: su tutti, la dipendenza dalla politica attraverso la raccomandazione. Mi sembra, però, che nonostante tutto, una reazione di sdegno si possa cogliere fra la gente. Che capisce quello che accade quotidianamente. Che sa leggere che cosa significa, per la comunità, che le parti politiche non pensino affatto ai programmi e badino ai loro affari privati. Mi piacerebbe tanto che i nostri emigrati, come Antonio, si pronunciassero apertamente, a riguardo, sulle pagine di questo sito.

Emiliano Morrone e Andrea Succi


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