A quanto pare, quella che appariva come la battaglia principale da combattere e cioè quella dell’antimafia, ha lasciato ampio spazio alla costruzione di una prospettiva politica nuova che però ruota su visioni storiche della emancipazione e cioè: redistribuzione delle ricchezze, liberazione dell’oppressione del lavoro e dal lavoro, giustizia sociale e giusti consumi, liberazione dell’economia dalle speculazioni finanziarie e dal capitale, visione internazionale dello sfruttamento protratti dalle classi dominanti...
Non che il contributo dato nell’antimafia non sia importante anzi....in questo periodo della storia italiana dominata dal berlusconismo che impera da destra a sinistra, nei sindacati, nelle università, nella sanità...resta fondamentale mantenere alta l’attenzione sulla questione morale. Il bisogno della costruzione di una nuova prospettiva politica basata sui punti toccati da Emiliano è però la vera scommessa "rivoluzionaria" del nuovo millennio. Ancora una volta un nuovo "che fare" che riporta al centro della questione lo storico conflitto delle classi dominanti sugli sfruttati: ancora nuovi patrizi e plebei, nuovi feudatari e servi della gleba, nuovi capitalisti e proletari ma immersi dentro un mondo globale che complica ulteriormente la visione delle cose. Nazionalismi, lechismi, etnicismi, anacronistici e reazionari nel mondo del miscuglio delle culture edella identità...guerre planetarie e scontri urbani tra deboli. La mancanza di un progetto politico realmente alternativo a medio e lungo periodo sembra aver gettato l’umanità in un vicolo senza una prospettiva egalitaria, socialmente ed ecologicamente sostenibile.
Chi vestirà le vesti di Gioacchino da Fiore, di Karl Marx per convincere ancora una volta colti ed incolti che un altro mondo è possibile?