Sono durate tre anni le indagini che hanno portato all’operazione contro il traffico internazionale di droga gestito da esponenti della ’ndrangheta e della camorra napoletana. L’inizio delle ricerche risale al 2005, nel periodo della guerra di Secondigliano tra gli esponenti della famiglia Di Lauro e gli Scissionisti.
Gli inquirenti hanno scoperto e seguito il filone che coinvolgeva le otto persone destinatarie del provvedimento di carcerazione eseguito oggi (uno è irreperibile) lungo un canale diretto tra la Spagna e l’Italia tramite uno dei personaggi arrestati oggi che aveva facoltà e disponibilità finanziarie per poter trattare direttamente e in modo autonomo con un trafficante che operava in Spagna (si tratta della persona che ancora non è stata trovata) che a sua volta aveva contatti con i cartelli colombiani.
La droga (per lo più cocaina) entrava in Italia grazie allo stratagemma di autovetture modificate, nelle quali si ricavavano spazi dove poter nascondere la sostanza stupefacente. Poi venivano smerciate non solo in Calabria e Campania ma anche in Liguria ed Emilia Romagna. Le misure di carcerazione sono state eseguite infatti tra Palmi, Villa San Giovanni, Serra San Bruno, Sanremo, Imperia e Bologna.
Aldo Pecora