Approfondimento

Calabria, Abbazia florense: le reazioni della politica alla deliberazione dell’Autorità di vigilanza

Per l’organo di controllo sui Lavori pubblici, gravissime irregolarità presso il Comune di San Giovanni in Fiore. Dopo atti di soprintendenze, Regione e Procura, un altro provvedimento che tocca l’amministrazione locale
domenica 10 gennaio 2010.
 

Dopo la deliberazione dell’Autorità di vigilanza sui Lavori pubblici riguardante il restauro dell’Abbazia florense, pervenuta al Comune per fax lo scorso 15 dicembre, la maggioranza di centro-sinistra s’è spaccata ulteriormente. Nel documento sono rilevate gravissime irregolarità circa la procedura amministrativa dei lavori, finanziati con fondi europei poi sospesi dalla Regione Calabria. Oltretutto, parte dell’edificio religioso, che per il Ctu della Procura di Cosenza necessita di urgenti opere di sicurezza, è sempre sotto sequestro; in tribunale l’appaltatore ha chiesto un risarcimento milionario al municipio, i tre direttori tecnici e il responsabile unico del procedimento (rup) sono indagati per danni.

Sabato scorso, il deputato Franco Laratta (Pd) ha affermato, circa i rilievi dell’Autorità di vigilanza: “Non ne so molto ma domani parlerò col sindaco e cercherò di capire come intenda muoversi la giunta. Li convincerò a spiegare pubblicamente”. Laratta ha aggiunto: “Potrei partecipare alla manifestazione del prossimo 5 gennaio in difesa dell’Abbazia florense”.

L’iniziativa è nata da organizzazioni civiche in rete: “la Voce di Fiore”, “Legambiente Sila”, “Comitato cittadino Primarie aperte”, “Assopec” e "Pro loco" di San Giovanni in Fiore, “Grilli del Pigneto” (Roma), “19luglio1992.com”, “Ammazzateci tutti”, “Amici di Pino Masciari”, “Verso Sud”, “Associazione nazionale familiari vittime di mafia”, “Comitato Natale De Grazia” (Amantea), “Movimento del Sole” (Bisignano). Si tratta, per gli organizzatori, “di un’iniziativa apartitica, con l’obiettivo di salvaguardare il monumento e sensibilizzare le coscienze, affinché un’azione unitaria porti alla definizione amministrativa, tecnica e giuridica del caso, dimostrando una civile capacità reattiva”.

Sempre lo scorso sabato, Tonino Candalise (Pd), assessore comunale alla Salute, ha dichiarato: “Non ho nemmeno letto la deliberazione dell’Autorità, ma bisogna rinnovarci; dobbiamo prevedere l’assegnazione degli incarichi professionali secondo la legge e non con atti politici. Ma ne so poco”. Peccato, allora, che Candalise abbia firmato a occhi chiusi la recente delibera con cui la giunta ha affidato al rup la rescissione in danno verso l’impresa esecutrice, Ati Lufraco di Rende (Cosenza).

Secondo Pierino Lopez (Partito socialista), assessore comunale ai Lavori pubblici, “si sta innescando un meccanismo pericoloso, qui non c’è mafia né camorra né ’ndrangheta”. Per Lopez, “è molto strano che tre volte gli organi dello Stato abbiano dato ragione all’appaltatore”. Sempre sabato scorso, Lopez ci ha precisato: “Non v’è responsabilità della giunta, tutto a posto. Resto amareggiato per le cose che stanno uscendo in giro e non ci sono affatto novità che giustifichino un consiglio comunale sull’argomento”. Ma è proprio l’Autorità di vigilanza, e non altri, ad aver scritto che la direzione dei lavori, peraltro plurima, contrariamente alle norme, è stata affidata in violazione.

Ha smentito Lopez una nota del 20 dicembre scorso, apparsa sul sito dell’emittente Sila tv, in cui si legge: “Per rispondere a tutte le strumentalizzazioni e mistificazioni sollevate sull’Abbazia florense, il sindaco della città, Antonio Nicoletti, annuncia la richiesta dell’imminente convocazione di un consiglio comunale dedicato interamente all’argomento, nel quale sarà chiarito ai cittadini il reale stato delle cose”.

Messa così, non s’intende bene: non si capisce se mistifichi e strumentalizzi l’Autorità di vigilanza o se altri ne distorcano le conclusioni, scritte in italiano.

Fra l’altro, presentata da Antonio Barile, capogruppo del Pdl, giace in municipio una richiesta di consiglio comunale per discutere dell’atto dell’Autorità; circa il contenuto del quale si sono espressi criticamente, rappresentando una questione di legalità in Comune, il deputato Angela Napoli (Risveglio ideale), i parlamentari europei Gianni Vattimo e Sonia Alfano (entrambi di Idv), i dirigenti politici locali Battista Benincasa (Pdl) e Gerardo Tangaro (Idv). Benincasa ci ha detto che “s’era capito sin dall’inizio che coi soliti imbrogli erano stati affidati gl’incarichi”. Quindi, ha aggiunto: “Mi auguro che venga smascherata l’amministrazione comunale; lo Stato ha già certificato che è stata operazione sporca; serve un consiglio comunale subito e, soprattutto, si dimetta la giunta, insalvabile”.

Giovanni Iaquinta, del Pd, ha commentato: “Totalmente negativo il mio giudizio sulla giunta Nicoletti, la città deve uscire della cerchia di amici di fiducia; le opere importanti si debbono dare a tecnici esperti, noti oltre le mura domestiche”.

L’intera vicenda è caratterizzata da contraddizioni nell’amministrazione comunale.

Sequestrato il monumento, su un manifesto murale la giunta scrisse, nel luglio scorso: “È arrivato il momento di fare chiarezza, senza mistificazioni e polemiche”. Più avanti, precisò: “Il sindaco e l’amministrazione comunale hanno deciso di costituirsi parte civile, per ricercare le responsabilità e tutelare la storia, la cultura, la memoria”. Contestualmente, in un secondo manifesto, il Pd e il Partito socialista evidenziarono: “Il tentativo che fanno alcune forze politiche locali di sfruttare a fini politico-elettorali la vicenda è davvero sconcertante. Vorremmo dire a coloro che urlano ad ogni occasione senza sapere di cosa si sta parlando, di smetterla di speculare sulla vicenda”.

Su Facebook, Napoli ha chiosato: “L’Abbazia è un bene dell’intera Calabria ed il sindaco ha bluffato fino ad oggi. Altro che strumentalizzazioni!”. I giovani del Partito comunista dei lavoratori hanno puntualizzato in un comunicato: “Ci ferisce profondamente l’idea di una realtà ’malata’. L’Abbazia florense è ingabbiata da più di tre anni. È innegabile che l’iter burocratico, tecnico e amministrativo siano stati ’infettati’ da errori di una gestione condotta in maniera ’volutamente o accidentalmente’ sbagliata. La classe politica che ci amministra risulta disinteressata all’emersione della nostra San Giovanni in Fiore dall’arretratezza socio-culturale che ne sta logorando l’immagine inesorabilmente”.

Più avanti, il Pcdl ha sottolineato: “Gli amministratori nostrani seguono con diligenza i diktat e l’orientamento dei loro partiti, ignoranti delle reali esigenze del territorio. Con la vicenda ’Abbazia’ hanno confermato la loro lontananza da ogni prospettiva di sviluppo”. Quindi, il Pcdl ha concluso: “Vogliamo luce su una vicenda talmente oscura da causare la sospensione di un finanziamento comunitario ed un sequestro di un bene pubblico che è anche patrimonio storico-artistico. Reputiamo giusta la richiesta dell’on. Vattimo di dimissioni della giunta”.

Mario Oliverio (Pd), presidente della Provincia di Cosenza, sembra non volerne sapere del caso.

Su Facebook, un utente ha lasciato un messaggio ironico: “Al posto dell’Abbazia ci farei un bel centro commerciale, con un sexy shop e un bordello”.

Serve altro per darsi una mossa?

Emiliano Morrone

già sul bisettimanale il Crotonese


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