Sono del tutto pretestuosi alcuni commenti che sto leggendo di recente. Mi riferisco a certi richiami sulla politica a San Giovanni in Fiore (Cosenza).
Mi si scrive che sponsorizzo candidati berlusconiani; solo in quanto (ancora) direttore responsabile di "la Voce di Fiore", o più probabilmente perché ne rappresento l’immagine, se non altro per la chioma (ancora) sbarazzina.
Vincenzo Tiano, vicedirettore, è l’autore dei contestati articoli pro Antonio Barile (Pdl), già sindaco di San Giovanni in Fiore e prossimo a ricandidarsi.
A riguardo, qui ognuno ha una posizione sua. E dal 2004. La mia è altra, stavolta, da quella del "mio" vice.
Ancora, su queste pagine ha trovato spazio chiunque: il web non può essere limitato. Ma qualcuno, tra chi ci segue, tenta di confondere le acque, fingendo d’ignorare che il sottoscritto ha una storia, e non recente. Prima di tutto d’impegno nella denuncia, nell’azione civile.
Se la dialettica interna alla Voce infastidisce osservatori speciali, s’attacchino pure al tram. Fortunatamente, io non cambio idea per dimostrare quanto non devo. Parlano i fatti, e non le chiacchiere e i trasformismi delle cariatidi a palazzo.
Ho visto troppi sbarbatelli apparire dal nulla e dimenarsi nelle sale del potere; senza fegato e giudizio critico. Mentre io stavo sotto la segreteria politica di "san" Franco La Rupa a cantargliele, nominando ’ndranghetisti di peso, oppure in tribunale a difendermi dall’accusa di diffamazione via stampa, con assoluzione dal gip. Non accetto lezioni, quindi, da chi sta comodamente davanti al pc. Opportuno, a volere, un confronto di persona, e pubblico.
Se vogliamo discutere di politica locale, possiamo, senza perderci, dire che:
1) a San Giovanni in Fiore manca un progetto autonomo, che non dipenda da umori e biechi calcoli dei governatori di turno, di destra (?) e sinistra (?);
2) alcuni giovani della città non ne hanno voluto sapere, in vista delle prossime comunali, di portare avanti un’iniziativa dal basso, e terza, come da me proposto;
3) la politica del luogo non si può separare da quella nazionale, pesantemente condizionata da Berlusconi e dal berlusconismo di amici di D’Alema;
4) preferisco restarmene da parte, visto che non c’è una base di discussione;
5) per quanto mi riguarda, ritengo d’aver già dato tanto alla mia città d’origine, spesso condizionata, nell’analisi dei fatti e delle prospettive, da personaggi che badano agli affari propri, privi d’un senso vero della cosa pubblica.
Emiliano Morrone
San Giovanni in Fiore, l’ex sindaco incontra i cittadini. Il sindaco sfiduciato dopo soli 9 mesi di amministrazione, spiega in un dibattito il perchè si debba ricorrere di nuovo alle urne
Sono io a ringraziarla, cara Anna. Non mancherò di confrontare e commentare i programmi e gli obiettivi delle parti a San Giovanni in Fiore. Un’ultima cosa: di Papi s’è detto tanto. Quasi nulla, invece, del Berlusconi all’epoca delle stragi e della nascita di Forza Italia. E se di Papi, come lei lo chiama, si ricordassero solo le Ruby, sarebbe un fallimento per il fronte antimafia. Ovviamente, Barile e Oliverio non c’entrano.
Cordialmente,
em
LA VOCE DI FIORE, SAN GIOVANNI IN FIORE, L’ITALIA E LA DIFFERENZA SCOMPARSA. IL ’CARNEVALE’ DELLA FOLLIA ISTITUZIONALE (1994-2011): NON UNO, MA "DUE PRESIDENTI" DELLA REPUBBLICA GRIDANO: FORZA ITALIA!!! VIVA IL POPOLO DELLA LIBERTA’!!! VIVA L’ITALIA!!! ... E SI CONTINUA A RIDERE!!!
Caro Emiliano
Apprezzatissimo e stimatissimo, non far finta di non capire. La gentile Anna ha posto e pone con chiarezza alla tua lucidità e alla tua responsabilità un altro problema:
"Gentile dott. Morrone,non deve certamente ricordare a me cosa si è detto "di Berlusconi all’epoca delle stragi e della nascita di Forza Italia"...come scrive lei. Ma dovrebbe ricordarlo al suo vice-direttore di questa testata,Tiano Vincenzo.Saluti e stima.Anna"
La tua risposta mi sembra alquanto ... dirottante e silenziante: "Ho già scritto che Barile ed Oliverio non c’entrano, gentile Anna. La prego, dunque".
A mio parere, invece, ciò a cui sollecita l’acuta e pertinente nota della signora Anna è ripensare proprio e ancora e meglio su quanto si è detto "di Berlusconi all’epoca delle stragi e della nascita di Forza Italia".
Che - in Italia - si sia fatto e si continui a fare silenzio totale sulla nascita e sulla presenza del Partito dell’ "italia" (1994-2011: "Forza Italia", "Popolo della Liberta’", "Italia") e del nuovo "Presidente della Repubblica", a cominciare dai legittimi e veri Presidenti della Repubblica, dalla Corte Costituzionale e dai suoi Presidenti, dal Parlamento, dalle Università, dalle Scuole ... fino a San Giovanni in Fiore e al nostro stimato Vincenzo, significa che siamo andati ben al di là di ogni limite - a tutti i livelli e in ogni direzione!!!
In Italia, oggi, siamo ben oltre l’emergenza mafia e l’emergenza politico-costituzionale e culturale, siamo nel pieno e dentro una emergenza pisco-logica nazionale!!! Come consolazione, all’avanguardia mondiale ....
M. saluti,
Federico La Sala
Egr. Sig.ra Anna,
i suoi interventi dimostrano la superficialità di chi non vive o approfondisce la realtà e - mi voglio augurare - non sia la mala fede di chi conosce la realtà e tuttavia fa finta di ignorarla. Nel contesto di San Giovanni in Fiore non centrano nulla le stragi, la nascita di Forza Italia e Ruby. E Berlusconi è lontano mille miglia. Quello che è capitato, qui, è una vera e propria rivoluzione, segnata da battaglie di popolo, le battaglie che si fanno per strada e tra la gente, e non nei salotti della televisione o sulle pagine dei giornali. La stessa rivoluzione che aveva tentato di fare il direttore Emiliano Morrone, con la lista “Vattimo per la Città”, per contrastare e vincere un sistema politico consolidato e negativo, rappresentato dal centro-sinistra tradizionale. Voglio ricordarle che al ballottaggio tra Barile e Nicoletti, lo stesso Vattimo ebbe a sostenere, con una dichiarazione riportata anche sul Corriere della Sera del 14/04/2005, “Voto Forza Italia. Sinistra clientelare e arrogante: la destra è la novità”. Barile allora perse, ma la tornata successiva, sostenuto al primo turno da una sola lista di ragazzi volenterosi e coraggiosi, i quali solo per caso si trovarono sotto il simbolo del Pdl, non essendo riusciti a fare una lista civica per mancanza di numeri. Al ballottaggio si aggiunsero Udc e Rinnovamento democratico (una lista di sinistra alternativa), e di fatto, anche se non sulla carta, Italia dei Valori con il suo responsabile locale Pasquale Gallo. Le dirò di più, qui a San Giovanni in Fiore è stata una battaglia che possiamo definire tra progressisti e conservatori, tra coloro che volevano il cambiamento e coloro che rappresentavano l’immobilismo e il malaffare. Alla fine, Barile ha vinto con il 65 per cento dei consensi. Questa sinteticamente la storia. Che lei mi ricordi le stragi e Ruby in un contesto del genere è assolutamente fuorviante. Se vuole approfondire la vicenda, si faccia un giro dalle nostre parti. Infine, vorrei precisare, in relazione a quanto scritto dal direttore Emiliano Morrone, che quanto pubblicato sopra non è un articolo, ma un comunicato stampa di un comitato civico che ha una sua autonomia.
Distinti saluti
Vincenzo Tiano
Carissimi( Carissimi ? ). prima di tutto voglio sffermare che sottoscrivo in pieno l’analisi politica-filosofica di Franco Spina. Persona che stimo e con il quale ho condiviso passione politica e momenti di lotta per l’emacipazione dei deboli in tempi in cui gli attuali politici nostri coetanei pensavano ai loro affari personali o votavano in modo qualunquistico solo per interessi di famiglia o di bottega. So di non fare cosa gradita al mia amico e compagno Franco ( perchè lui non ama i complimenti fatti in pubblico ) se affermo anche che secondo me è uno dei sangiovannesi più preparato culturalmente e politicamente e tutte le sue iniziative sono state fatte in onestà intellettuale e in buona fede.
In quanto alla questione Vattimo, caro Vincenzo, la cosa potrà pure darti fastidio, ma il nostro filosofo negli ultimi anni si è contraddistinto per essere uno dei più acerrimi nemici di Berlusconi e del Berlusconismo. La sua critica alla sinistra italiana è se mai propio quella legata all’appiattimento di quest’ultima su posizioni troppo moderate e che troppo spesso la stessa sinistra utilizza metodi e modi priopri del berlusconismo.
Sulle posizioni di Vattimo a San Giovanni in Fiore mi corre precisare ( io c’ero in tutti i momenti cruciali ): Vattimo non ha mai detto Voto forza Italia...o qualcosa di simile. Andiamo per gradi: dopo il ballottagiuo e lo scarso risultato elettorale della lista Vattimo per la città ( e non del suo candidato sindaco ) , i membri di quel movimento ci trovammo difronte al quesito di come dovevamo comportarci al ballottagio. il movimento era diviso: alcuni erano per dare pubblica indicazione per votare a Barile, altri componenti erano per dare indicazioni di voto per Nicoletti, altri ( i più numerosi ) erano per dare libertà di voto o comunque di lasciare liberi gli elettori.
I condizionamenti su vattimo ci furono ( e chiaro che non furono condizionamenti forzati ): la stampa nazionale di sinistra, in particolare l’Unità, non disdegno colpi bassi verso il nostro filosofo, mentre le posizioni che Emiliano Morrone aveva verso alcuni dirigenti della sinistra locale certamente condizionarono l’attegiamneto di vattimo che comunque arrivò alla fine di quella esperienza con l’umore ben descritto da Franco.
Vattimo disse: " Io non voto a San Giovanni in Fiore, se votassi qui al ballottaggio voterei per quello sciagurato Barile. " Specificò poi lo stesso Vattimo che in quel modo si poteva votare per il meno peggio. Vattimo con questo discorso fu profetico perchè molti sangiovannesi di sinistra alle ultime elezioni comunali al ballottagio votarono per Barile proprio con quello stesso spirito: votare per il meno peggio; non votare "per Barile" ma contro il centro sinistra sangiovannese colpevole di aver tradito i pripncipi propri della sinistra.
occorre specificare che:
Vattimo queste dichiarazioni sul ballottaggio non le disse al Dino’s ma al Polifunzionale.
La compagine di Barile di quei giorni non conteneva l’attuale gruppo di professionisti della politica e portaborse e sopratutto non era caratterizzati dall’attuale legame ai capi Berlusconiani calabresi.
In quanto alle attuali posizioni di Emiliano Morrone sul suo non entrare in competizioni elettorali per il comune credo ( e lui lo sa ) che sia la scelta giusta. Il contributo che lui potrà dare al mezzogiorno ed ai deboli sarà prezioso, ma fare politica non vuol dire candidarsi sempre e per forza. Per questo ci sono i politicanti e gli assessori "martiri" pronti a cambiare casacca ed a gustarsi un piatto di lenticchie.
Auguri
Inviai queste mie considerazioni abbastanza subito le accuse al sottoscritto, ma per cause “forse” relative al web, non le ho mai viste pubblicate; vi prego di farlo e mi fa piacere che “i pensieri sinistri” che facevano parte di quel gruppo incominciano a fare luce sulla questione. Questo in sostanza era il mio intervento inviato e mai arrivato:
Mi tocca confrontarmi con questi argomenti proprio nel momento in cui ho minore tempo. Comunque è solo per non scoraggiare i lettori vattimiani, se ancora ce ne sono in questo sputo di paese, che risponderò sinteticamente e abbastanza sillogisticamente. Intanto con una premessa: Caro Vincenzo, lascia stare la filosofia, maestra da sempre sulla speculazione profonda sui fondamenti inerenti tutte le discipline possibili, comprese la giurisprudenza ed il diritto e questo anche un debolista può riconoscerlo. Non è presunzione è semplicemente un fatto: la natura epistemologia è caratteristica peculiare del pensiero filosofico, tanto che anche quando si vuole contraddire questa natura lo si può fare esclusivamente attraverso la filosofia che scacciata dalla porta rientra dalla finestra. Dunque, cercherò di rispondere sinteticamente a quegli argomenti: 1) Un paese che non ha votato uno dei più grandi e prestigiosi filosofi viventi che si confrontava con figure che non possiamo certamente considerare alla pari per non dire distanti mille miglia è un paese culturalmente arretrato. Se non lo fosse stato avrebbe appunto capito quello che Vattimo “veramente rappresentava”. 2) Alcune famiglie hanno votato Vattimo compresa la mia e probabilmente soprattutto per le idee iperprogressiste connaturate al suo pensiero debole. 3) Conoscendo abbastanza la filosofia debolista nichilista di Vattimo, sarebbe davvero un’offesa a quel pensiero pensare che Vattimo potesse veramente appoggiare un esponente dell’allora forza italia, ed anche nonostante lo smarrimento e l’inconsistenza presente in quell’altra parte. 4) Le mie antenne captavano bene che la strategia politica, per me poco dignitosa, potesse essere quella di aiutare a far vincere il candidato del centrodestra il quale essendo molto debole nei numeri si potesse riandare subito a votare ed avere il tempo per riorganizzarsi e ritentare. 5) Io ho definito semplicemente la destra con i caratteri che il pensiero storico-filosofico gli riconosce. 6) Purtroppo che la filosofia è una cosa e la politica e i fatti possono essere altro lo dimostrano molte vicende e non solo quella relativa alla non elezione di Vattimo. Certo anche l’incoerenza potrebbe essere un fatto, ma non penso che Vattimo lo sia stato. 7) Riguardo al pensiero anarchico andiamoci molto cauti. Gli anarchici hanno sempre rappresentato un’avanguardia nella lotta, spesso traditi da chi doveva essergli più amico perché ne condivideva i fini, ma allo stesso tempo li calpestava perchè la codardia nell’affrontare il nemico e l’interesse viscido per i posti di potere prendeva il sopravvento sull’utopia. 8) in ultimo si faccia pure presente a Vattimo, e nel modo corretto, di queste pur superficiali riflessioni e se ne ha il tempo ci chiarisca bene quei “fatti”. Il saluto al primo posto. Franco Spina.
Caro Domenico,
quel percorso "vattimiano", al di là di scazzi e rinunce varie nel gruppo, è andato avanti, e a lungo.Non concordo con te con la riduzione della portata del pezzo di Ida. Forse perché vedo un po’ più da vicino la politica, negli ultimi tempi. T’assicuro che i temi delle nostre riunioni scherzose, le trovate, lo spirito e il disinteresse sono elementi molto rari. Anche quando non ci sono elezioni in vista.
Abbraccione, e.
Carissimo Federico,
mi pare che la questione si sposti dal piano nazionale a quello locale. Che ha storie e dinamiche diverse. Ho scritto io di Berlusconi, che preferisco non chiamare "Papi". Il mio richiamo all’epoca delle stragi non c’entra con la contrapposizione fra Mario Oliverio e Antonio Barile, rispetto a cui rimango fuori. In proposito, ho il sentore che da varie parti qualcuno mi voglia usare. Quando Oliverio e Barile presenteranno i rispettivi progetti politici, potrò pronunciarmi. Resta il fatto che su Oliverio pesa oltremodo il suo silenzio riguardo al caso di Luigi Garofalo, cosa che ritengo molto grave. In quanto a Barile, lo invito caldamente a rinunciare al simbolo di Berlusconi. A mollarlo.
Ti abbraccio, emiliano
Caro Emiliano,
la tua proposta per quanto ci riguarda è stata già attuata da un pezzo. Il mio locale di via Panoramica è stato trasformato nella sede di una lista civica aperta a tutti quanti vorranno contribuire alla vittoria del dott. Barile, persona che hai potuto conoscere e che merita sostegno e fiducia. Abbiamo già registrato l’adesione di persone che anche tu conosci e che provengono dal mondo delle associazioni, dalla sinistra e da Italia dei Valori. Una tua scesa in campo certamente sarebbe gradita. Sai benissimo che la questione locale poco ha a che fare con la politica nazionale.
Con la stima di sempre
Pasquale Tiano