Una manifestazione organizzata dalla società civile, apartitica, che ha avuto nello scrittore Emiliano Morrone il deus ex machina.
Tante le adesioni ricevute da associazioni di tutta la Calabria ed anche oltre ma non da San Giovanni in Fiore dove tre associazioni, dopo aver dato in un primo tempo l’adesione, si sono ritirate.
Tra gli altri erano presenti gli onorevoli Angela Napoli e Luigi De Magistris mentre i due onorevoli sangiovannesi: Franco Laratta e Gerardo Mario Oliverio, benchè invitati, non si sono visti.
I manifestanti si sono radunati nei pressi dell’Abbazia dove Emiliano Morrone ha spiegato i motivi di questa manifestazione leggendo anche una lettera del fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, nella quale veniva anche contestato quanto successo alcuni giorni fa in consiglio comunale dove la maggioranza aveva affermato che: “San Giovanni in Fiore non è la città di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e i gruppi antimafia devono andare altrove”. La frase si commenta da sola e testimonia l’ignoranza di alcuni politici calabresi.
Dopo l’introduzione di Emiliano i presenti si sono dati la mano ed hanno abbracciato simbolicamente l’Abbazia fino a raggiungere la parte dello storico complesso imbracata da circa 3 anni dove ci sono stati alcuni interventi coordinati da Serenetta Monti la cui collaborazione è stata preziosa.
Sono intervenuti: Angela Napoli, Luigi De Magistris, il responsabile del Comitato Civico “Natale De Grazia” di Amantea, Giusy Gallo del Partito Comunista dei Lavoratori, Lilia Infelise, candidata per Italia dei Valori alle prossime elezioni regionali.
I presenti si sono quindi recati in corteo per le vie di San Giovanni in Fiore fino a raggiungere la statua dell’Angelo dove ci sono stati altri interventi tra i quali quello di Chicco Alfano figlio del giornalista Beppe Alfano, ucciso dalla mafia, e che sarà ricordato venerdì 8 gennaio a Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina.
Le conclusioni sono state tratte da Emiliano Morrone che ha chiuso gli interventi di una manifestazione che ha cercato di aprire gli occhi alla popolazione di San Giovanni in Fiore che però in gran parte ha disertato l’appuntamento confermando quanto forti siano le pressioni esercitate da alcuni politici.
Il caso fuori delle ristrette mura domestiche
Nostro dossier sull’intera vicenda
La lettera del giornalista antimafia Biagio Simonetta (su Facebook a questo link)
Cari amici,
domani pomeriggio non sarò dei vostri. Non ci sarò materialmente, frenato da impegni redazionali inderogabili. Ma col cuore e con lo stomaco vivrò ogni attimo di questo momento storico al vostro fianco. Fiato nel fiato. L’Abbazia florense, oggi, è quanto di più reale possa offrire San Giovanni in Fiore, 20.000 anime, arroccate sui monti. La patria di Gioacchino da Fiore, la capitale dell’emigrazione, il posto dei sussidi e delle merende, è il centro più violentato dalla politica in Calabria, terra dei Mammasantissima. Dipendente da uno stesso destino elettorale, si subisce in silenzio sottomettendosi alla logica del ricatto. Il potere è di pochi. Di uno soltanto, probabilmente. Appalti e concessioni vengono amministrati come cosa privata, con soldi pubblici. Voti e favori sono faccia della stessa medaglia. Chi sta dall’altra parte è fuori. Per questo mi chiedo e vi chiedo: cos’è la mafia? Cos’è la legalità?
L’Abbazia florense non è più come l’aveva pensata Gioacchino da Fiore, sognatore della terza età. Il Monastero in alcuni angoli ospita business privati, senza che nessuno batta ciglio. In altri è vittima di lavori attenzionati dalla Procura della Repubblica di Cosenza. Gli interessi politici lo stanno inghiottendo. Da luogo di culto e di pace lo hanno trasformato in una macchina da soldi. Per pochi.
La vostra presenza a San Giovanni in Fiore, in questo giorno di gennaio, ha il sapore bello della giustizia. Perché poter stare dalla propria parte, oggi, è un’emozione che non ha prezzo. E perché come diceva Paolo Borsellino, “la lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale, che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà, che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.
Biagio Simonetta
Una catena umana schierata a difesa dell’Abbazia --- contro lo stato del silenzio e la religione del "latinorum" delle gerarchie atee e devote:
CHIESA: MAGISTERO SENZA GRAZIA
ITALIA: PASQUA 2009.IL "GRANDE RACCONTO" EDIPICO DELLA CHIESA CATTOLICO-ROMANA E’ FINITO.
Federico La Sala