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Calabria, Abbazia florense, la verità sul provvedimento della Procura, che non è accoglimento dell’opposizione del sindaco di San Giovanni in Fiore

L’intero dossier sul restauro del celebre monumento religioso, finanziato con fondi europei, sospesi, e in parte sequestrato dalla magistratura
martedì 13 ottobre 2009.
 

Il 19 settembre la Procura della Repubblica di Cosenza ha autorizzato dei lavori per l’Abbazia florense, indicati dal docente universitario Luigi Ascione, consulente tecnico d’ufficio.

Si tratta di un permesso per urgenti opere di sicurezza e non di un dissequestro definitivo, come annunciato nei giorni del congresso internazionale su Gioacchino da Fiore (24-26 settembre). La decisione della Procura non è un accoglimento dell’opposizione di Antonio Nicoletti (Sdi), sindaco di San Giovanni in Fiore, successiva al sequestro del monumento in luglio.

Allora, contestualmente e per danni al patrimonio, furono iscritti nel registro degli indagati i direttori tecnici, secondo l’appaltatore nominati attraverso “l’attivazione di un sistema di furberie” presso il municipio, e il responsabile unico del procedimento (Rup).

Questa dichiarazione, formalizzata pure a carabinieri e Autorità di vigilanza sui lavori pubblici, è passata in sordina. Anche in consiglio comunale.

L’Abbazia florense è in restauro, finanziato per 1.490.000 euro dall’Unione europea; sospesi i trasferimenti dalla Regione Calabria a causa di problemi tra Comune e impresa esecutrice. La Procura ordinò il sequestro dell’ala est del monumento, avviate le indagini per denuncia dell’appaltatore. La Sbap di Cosenza rilevò in un sopralluogo “un nuovo quadro fessurativo”, una situazione di stabilità ancora peggiore di quella rappresentata alla direzione dei lavori dall’appaltatore Ati Lufraco con una perizia di Francesco Bencardino, docente dell’Università della Calabria.

Che la Procura non abbia accolto la richiesta del sindaco lo si intende leggendo l’ultimo provvedimento adottato.

Nel testo, l’eliminazione definitiva dei sigilli è subordinata alla corretta esecuzione degli interventi straordinari, secondo le indicazioni di Ascione. Ma i lavori potranno partire “solo previo parere delle soprintendenze Bap e Psae”, precisano alla Soprintendenza per i Beni architettonici di Cosenza (Sbap).

Alla Sbap dicono che il municipio ha chiesto alla Direzione regionale per i Beni culturali di approntare la parte burocratica, abbreviando i tempi in una gravità complicata dalla vertenza fra Comune e appaltatore. In proposito, non è valsa la mediazione tentata dal deputato Franco Laratta (Pd).

La giunta comunale sostiene di essere immune da errori e di avere osservato la legge, addebitando ritardi e responsabilità alle soprintendenze, che per il sindaco si sarebbero messe di traverso. Anche questo passaggio non ha avuto implicazioni politiche e istituzionali.

Il caso dell’Abbazia florense non è affatto chiuso.

In questo periodo, Nicoletti ha accusato il deputato Angela Napoli (Risveglio Ideale), peraltro autore di un’interrogazione parlamentare al ministro dei Beni culturali, di non sapere del riconoscimento delle sue ragioni da parte della Procura; in realtà non avvenuto.

Oggi alla Soprintendenza Bap di Cosenza dicono che le condizioni dell’edificio religioso sono peggiorate a causa delle recenti piogge, particolarmente abbondanti. Aggiungono, poi, che gli allagamenti all’interno “sono cosa deleteria e preoccupano moltissimo”. Il Comune ha provveduto con mezzi propri.

Chi dovrà eseguire i lavori individuati da Ascione? Secondo il Comune di San Giovanni in Fiore, è compito dell’impresa, Ati Lufraco. In una nota del 24 settembre scorso, Direzione dei lavori e Rup, richiamando l’articolo 108 del capitolato d’appalto, la ritengono responsabile del cantiere e intimano una serie di opere, tra cui l’“eliminazione delle acque piovane riversatesi negli scavi archeologici”. Mentre il sindaco ha la custodia dei luoghi, in base al decreto di sequestro. L’appaltatore risponde con una lettera del suo legale, che sottolinea la cessazione del rapporto per inadempienza del Comune, invitato per l’ultima volta a disporre lo smontaggio dei ponteggi e i pagamenti dovuti.

Le traversie dell’Abbazia florense danno un’immagine del contesto culturale e politico.

La scelta dei progettisti del restauro avvenne quando il municipio recepì un progetto affidato dall’allora parroco don Franco Spadafora agli attuali tecnici, Giovanni Belcastro, Salvatore Marazita e Domenico Marra, poi assegnatari della direzione tecnica; fatti contestati dall’appaltatore anche per eventuali profili penali.

Ci fu quindi un’intesa fra Comune e Diocesi di Cosenza; ma il vescovo, Salvatore Nunnari, ha detto di sapere nulla. Ai tempi non era in carica. Invece, rispetto alla presunta cessione, della Diocesi, della casa di riposo ubicata nell’Abbazia florense agli imprenditori Atteritano e Ferrarelli, Nunnari - ha riferito il presidente di Heritage Calabria François Nicoletti che gli ha posto la questione - non sa che cosa sia avvenuto. Il Comune di San Giovanni in Fiore è in causa con la Diocesi: dava in comodato gratuito i locali controversi, impiegati, prima del passaggio di gestione, per un’opera di carità della Chiesa. Questa sosterrebbe invece la sua proprietà e il mero affidamento del ricovero ai privati, che avrebbero spontaneamente concorso a sanare i debiti pregressi.

Secondo Salvatore Lammirato (Pd), assessore comunale al Bilancio, il Comune non percepisce un canone di locazione dalla società di Atteritano e Ferrarelli, la quale condurrebbe un’attività di lucro utilizzando una struttura comunale, destinata ad altro scopo nel progetto originario recepito dal municipio. Lo stesso, oltre al restauro, prevedeva una “rifunzionalizzazione” dell’intero complesso badiale. Ragioni di cassa e scelte politiche sbagliate impedirono al sindaco Nicoletti, a parere del predecessore Riccardo Succurro (Pd), nuovo presidente del Centro studi gioachimiti, di realizzarlo per come previsto inizialmente.

Il congresso internazionale sulle figure di Gioacchino da Fiore si è concluso il 26 settembre scorso, in ombra i problemi strutturali, burocratici e politici dell’Abbazia. Dall’Autorità di vigilanza sui Lavori pubblici non ci sono notizie in merito alla segnalazione di Ati Lufraco, della passata primavera, riguardante irregolarità sull’assegnazione degli incarichi professionali.

Mario Oliverio, governatore della Provincia di Cosenza, al congresso su Gioacchino ha ricordato un recente richiamo di Obama ad una nuova era. Bene.

Si sa che il presidente statunitense non ha mai citato l’abate florense nel celebre discorso di Denver. Lo prova YouTube.

Il profeta calabrese è strattonato dalla politica, che comunque non sa o forse non vuole rimuovere l’assurda ingabbiatura, non solo fisica, dell’Abbazia florense.

Ci vorranno le elezioni di marzo o la “Terza Età” di Gioacchino?

Emiliano Morrone

già sul bisettimanale il Crotonese del 2 ottobre 2009, a pag. 31

Materiali utili per capire bene la vicenda

-  Dormono sulla collina;

-  Gli intellettuali in difesa dell’Abbazia florense;

-  L’interrogazione parlamentare dell’on.le Angela Napoli (Risveglio Ideale) ;

-  L’interrogazione parlamentare dell’on.le Franco Laratta (Pd);

-  La verità sull’affidamento dell’incarico di progettazione e direzione lavori;

-  Il grande silenzio sul caso;

-  La sintesi del convegno del 3 maggio 2009, con Vattimo, De Magistris, Laratta, Napoli e il sindaco di San Giovanni in Fiore;

-  Il sequestro del monumento, la richiesta di sospensione del finanziamento e l’invito turistico a Barack Obama;

-  Il decreto di sequestro della Procura della Repubblica di Cosenza;

-  L’appello di "la Voce di Fiore" ai movimenti italiani della rete antimafia, a difesa dell’Abbazia florense;

-  L’intervento dell’onorevole Sonia Alfano sul caso dell’Abbazia Florense


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