Paradossi

Calabria, Abbazia florense: la Regione avvia la sospensione del finanziamento europeo e il sindaco di San Giovanni in Fiore invita Obama

Il monumento è stato sequestrato dalla Procura della Repubblica di Cosenza. I deputati Angela Napoli e Laratta: "Ora paghino i responsabili"
lunedì 13 luglio 2009.
 

C’è differenza fra pasta e pasticci. Lo sa bene Barack Obama, che ama la carbonara. Il presidente americano ha pranzato all’italiana coi “grandi” della Terra, all’inizio del G8 a L’Aquila. Nel mentre, dalla Calabria è partito un comunicato del sindaco di San Giovanni in Fiore, con preghiera a Obama di ricordare al papa la beatificazione di Gioacchino, per ora ferma. Un tono quasi confidenziale, quello del sindaco Antonio Nicoletti (Sdi), tipo amicizia Facebook. Il virtuale avvicina, ricorda spesso il massmediologo Derrick de Kerckhove, teorico di Second Life. Nella sua nota alle agenzie stampa, Nicoletti ha invitato Obama a visitare anche l’Abbazia florense.

Tuttavia, il monumento è sotto sequestro per ordine della Procura della Repubblica di Cosenza: nemmeno i capi di Stato possono accedere al Centro studi gioachimiti e al museo demologico, ubicati nella parte interessata dal provvedimento, ala est e sud. “Gli uffici del Centro sono stati trasferiti presso la sede della biblioteca comunale, grazie alla disponibilità del dirigente Pietro Marra e dello stesso sindaco”, dice il presidente Riccardo Succurro, che si dichiara mortificato per quanto capitato. Succurro afferma che “le responsabilità sono di tutti”, e include anche se stesso.

Il progetto di restauro dell’Abbazia florense - poi finanziato dall’Unione Europea con 1.490.000 euro - iniziò quando era sindaco. Iter anomalo, denunce sull’assegnazione della progettazione e direzione dei lavori, documenti inequivocabili delle Soprintendenze, perizie sulla struttura, interrogazioni parlamentari, richiesta di risoluzione del contratto da parte dell’appaltatore, un consiglio comunale negato all’opposizione, un convegno con Gianni Vattimo in collegamento da Torino, un comitato per la salvaguardia del monumento. Per ultimo, la decisione della Procura, inevitabile a parere dei carabinieri del Nucleo (di Cosenza) di tutela e conservazione del patrimonio artistico e culturale.

“La priorità è il consolidamento dell’edificio, centro della spiritualità e dell’utopia gioachimita, lo abbiamo rappresentato alla magistratura”, chiarisce il comandante del Nucleo di tutela, Raffaele Giovinazzo. Quattro denunciati per danneggiamento: il responsabile unico del procedimento e i tre direttori dei lavori. Con un atto del 28 maggio scorso, la Regione Calabria ha chiesto all’Autorità di gestione del Por Calabria la sospensione del finanziamento europeo per il restauro dell’Abbazia florense. Lo conferma Domenicantonio Schiava, dirigente regionale dei Beni culturali. Al Dipartimento regionale per la programmazione europea spiegano che, se la faccenda non si risolve, il finanziamento sarà definitivamente perduto. Per adesso, l’Europa non erogherà fondi al Comune di San Giovanni in Fiore.

Intanto, il sindaco Nicoletti ha incaricato il legale Franz Caruso, del Foro di Cosenza, per ottenere il dissequestro del monumento e, riferisce il portavoce Barbara Marrella, ha commissionato uno studio tecnico al dipartimento Strutture dell’Università della Calabria. La Procura ha nominato un suo perito.

Franco Laratta, deputato del Pd, sostiene che “i responsabili devono pagare”, che “la vicenda è complessa” e che “la giunta in carica ha comunque tentato delle mediazioni”.

Antonio Acri, consigliere regionale del Pd, ricorda che “nel 1982”, allora era sindaco, “nacque il Centro studi gioachimiti, con l’obiettivo di portare Gioacchino da Fiore all’estero, raggiunto anche grazie al lavoro dell’ex presidente, Salvatore Oliverio”. Per Acri, che dell’opera di Gioacchino da Fiore ha colto il senso più profondo, “è tempo che la politica programmi con una visione più alta delle risorse culturali”.

Il deputato Angela Napoli (Pdl) scrive: “Sono sotto gli occhi di tutti l’incuria e le responsabilità che hanno portato al palese danneggiamento dell’Abbazia florense, patrimonio artistico di San Giovanni in Fiore e dell’intera Calabria. Il recente sequestro preventivo dell’ala est e sud dell’Abbazia non è altro che la conseguenza del lungo silenzio e dei mancati interventi che hanno preceduto la verifica dei lavori, iniziati nell’agosto 2007, sospesi nel settembre dello stesso anno”. Napoli precisa: “I vari contenziosi apertisi sul caso e gli atteggiamenti pilateschi dei responsabili, ad iniziare da quello del Comune di San Giovanni in Fiore, committente dei lavori di restauro, nonché le varie bugie elargite anche televisivamente, hanno portato solo al mantenimento dell’ingabbiatura dell’Abbazia florense e al depauperamento della stessa”. Per ultimo, la parlamentare della commissione Antimafia sottolinea: “Ritengo che non sia più derogabile la necessità di individuare le vere responsabilità di coloro che hanno portato a tale situazione di degrado un bene culturale di così notevole importanza per la nostra Calabria e vengano conseguentemente assunti gli adeguati interventi nei confronti di chi ha contribuito a segnare questa ulteriore pagina negativa per la Regione”.

Mario Oliverio, presidente della Provincia di Cosenza, ha recentemente dichiarato alla stampa di non sapere nulla del caso.

In un documento pubblico, Italia dei Valori, il Comitato pro Abbazia, il laboratorio culturale “la Voce di Fiore” e i consiglieri di opposizione Marco Militerno, Antonio Barile, Angelo Gentile, Luigi Astorino e Franco Spina Iaconis si rivolgono al sindaco e alla giunta comunale perché rimettano il loro mandato. Nel testo, si legge: “Gioacchino da Fiore e l’Abbazia florense sono la nostra storia. Di utopie, di spiritualità, di memoria viva. Sono le risorse essenziali per lo sviluppo culturale, economico e sociale; della città e della Calabria. Non si cancellano, né si rinviano alle lune d’una politica irresponsabile”.

Sonia Alfano, parlamentare europeo di Italia dei Valori, assicura che vigilerà sul finanziamento europeo, che dovrà essere revocato in presenza di violazioni, irregolarità e reati, nel pieno rispetto della normativa.

Lunedì 13 luglio ci sarà un consiglio comunale in cui si discuterà anche della vicenda del restauro. In un manifesto murale, l’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore ha anticipato che si costituirà parte civile in processi che dovessero aprirsi. L’Abbazia florense è lì, inerme e ferita. Niente sarà come prima.

Emiliano Morrone

già pubblicato su "il Crotonese" del 10 luglio 2009, a pag. 24

Materiali utili per capire bene la vicenda

-  Dormono sulla collina;

-  Gli intellettuali in difesa dell’Abbazia florense;

-  L’interrogazione parlamentare dell’on.le Angela Napoli;

-  La verità sull’affidamento dell’incarico di progettazione e direzione lavori;

-  Il grande silenzio;

-  La sintesi del convegno del 3 maggio 2009.


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