Convegno a San Giovanni in Fiore

Caso Abbazia: parlano la Napoli e De Magistris

martedì 12 maggio 2009.
 

SAN GIOVANNI IN FIORE - La salvaguardia dei luoghi di Gioacchino da Fiore e l’attualizzazione del suo messaggio sono stati il tema del dibattito pubblico “Giustizia, memoria, utopia”, organizzato dal giornale on-line “la Voce di Fiore”, e svolto a San Giovanni in Fiore lo scorso 3 maggio 2009 presso la sala convegni dell’Hotel Dino’s. Forte la partecipazione della società civile, stimolata dalla presenza dei relatori: l’ex pm Luigi De Magistris, Angela Napoli e Franco Laratta, deputati antimafia, Gianni Vattimo, filosofo, Antonio Nicoletti, sindaco di San Giovanni in Fiore, Antonio Barile, consigliere comunale, Fabio Madia, militante politico. Il dibattito, moderato dal direttore della Voce, Emiliano Morrone, prende origine dal caso abbazia entrato nella cronaca anche nazionale per via delle inchieste giornalistiche sul bisettimanale il Crotonese.

Il monumento storico-religioso è prigioniero di un’impalcatura ormai pericolosa, col rischio concreto che a breve si perda il finanziamento europeo ottenuto dal Comune di San Giovanni in Fiore tramite la Regione Calabria. Il 7 settembre 2007 la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Cosenza ha ordinato la sospensione dei lavori e da allora la situazione non sembra trovare una soluzione, tra posizioni contrastanti del Comune e delle soprintendenze.

Il sindaco Nicoletti intervenuto per primo (dopo il suo intervento è andato via), ha escluso che a San Giovanni in Fiore possa esserci traccia di mafia e ha difeso l’amministrazione comunale. Il primo cittadino ha sostenuto che sono le soprintendenze a non avere le idee chiare e a contraddirsi tra di loro. Nessuno delle soprintendenze, non presenti al dibattito, ha potuto spiegare i motivi delle loro richieste e prescrizioni. La Napoli, tuttavia, ha affermato che il progetto realizzato dai tecnici incaricati dal Comune non fosse a regola d’arte, in quanto ad esempio era stato previsto il riscaldamento del pavimento. Anche i tecnici incaricati, i quali avrebbero potuto dare delle risposte, però erano assenti.

E mentre Morrone ha sollevato la problematica dell’incarico dei progettisti, non avvenuta tramite alcuna procedura di evidenza pubblica, la Napoli ha raccomandato al sindaco di guardare ai fatti, al di là delle appartenenze, chiedendo che tutta la politica cambi metodo. Il restauro della chiesa di Gioacchino da Fiore è tipico del sistema calabrese, secondo la parlamentare, per il quale nella regione si presentano progetti per avere soldi, senza valutarne la fattibilità.

Il deputato Laratta ha rilevato come la politica sia anch’essa vittima del consumismo contemporaneo: le norme vengono prodotte e distrutte in continuazione, prodotte prevalentemente per le emergenze. Ha parlato, anche, di responsabilità nella vicenda sostenendo che la politica non sa programmare in Calabria.

De Magistris, che in premessa ha ritenuto non convincenti le affermazioni del sindaco, ha puntato invece sull’onestà, prerequisito della politica, e sulla competenza professionale, per concludere poi sull’importanza della memoria, affinché la giustizia non sia utopia.

Antonio Barile, consigliere d’opposizione, ha sottolineato come non ci sia spazio e lavoro nel settore dell’urbanistica e dell’edilizia per chi, a San Giovanni in Fiore, non abbia una tessera di un certo partito. Inoltre, ha denunciato la cattiva gestione dei rifiuti da parte dell’Ente comunale e la costruzione di una grande discarica, nel territorio di San Giovanni in Fiore, per la raccolta della spazzatura dei comuni cosentini. Barile ritiene responsabili, a riguardo, Mario Oliverio, il sindaco Nicoletti e il governatore regionale Agazio Loiero, firmatari dell’accordo sulla nuova discarica.

Fabio Madia ha ricordato come Azione giovani si sia schierata anche in difesa dell’abbazia e ha offerto l’esempio di un impegno politico in un’epoca e terra in cui le giovani generazioni sono sempre più distratte e passive.

Sulla centralità di Gioacchino per la Calabria si è soffermato il filosofo Gianni Vattimo, in collegamento telefonico da Torino. Il filosofo ha abbracciato in pieno il pensiero gioachimita, contrassegnato dalla pace, dalla concordia e dalla giustizia sociale.

A seguire gli interventi dal pubblico: Attilio Mascaro, assessore all’urbanistica del Comune di San Giovanni in Fiore, ha insistito sulle ingerenze delle soprintendenze nel restauro dell’abbazia, diretto dagli autori del progetto tecnico. L’on. Napoli gli ha ricordato che la direzione dei lavori allo stesso progettista ha causato lo scioglimento per mafia del Comune di Taurianova. Il pediatra Vincenzo Mauro ha lamentato il sistema della gestione politico-amministrativa basato sulle clientele e non sulle capacità individuali. L’ex del Msi Peppino Gentile ha denunciato alcuni fatti gravissimi consumati in passato a danno dell’Abbazia florense: il trafugamento di tele di Mattia Preti e di alcune statue lignee di scultori di un certo spessore.

Come hanno detto il sindaco e l’assessore all’urbanistica, se ci sono responsabilità saranno accertate dalla Procura della Repubblica che ha in mano la vicenda. Ma i cittadini si chiedono perché mai si debba arrivare ad una situazione per cui deve intervenire la magistratura. Se è vero come è vero che la questione era delicata, in quanto coinvolgeva interessi qualificati ed enti diversi, non era il caso di convocare dall’inizio una conferenza di servizi, per far convergere tali interessi e individuare decisioni condivise e ferme? In definitiva, nessuno nega che la questione sia complessa, ma non sarà forse vero che le cose diventano complesse quando non si sono fatte sin dall’inizio con criterio?

Vincenzo Tiano

Già su “Il Crotonese” dell’8 maggio 2009


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