Camorra, retata nel salernitano
colpito il clan Fezza di Pagani
SALERNO - Ventitre persone sono finite in manette questa mattina in seguito a un’operazione anticamorra dei carabinieri di Salerno. Le accuse contestate dalla procura distrettuale Antimafia sono di omicidio, tentato omicidio, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, estorsione aggravata dal metodo mafioso ed altri reati.
L’indagine risale al dicembre 2005, a seguito della scarcerazione di Tommaso Fezza, capo dell’omonimo clan di Pagani (nel salernitano), considerato vicino alla "Nuova Famiglia" di Carmine Alfieri. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il ritorno in libertà del boss ha aperto una fase di riassetto degli equilibri criminali della zona. In questo contesto ha cercato di inserirsi Fezza, riorganizzando l’azione criminale del suo clan.
Lo stesso capo clan si era riservato direttamente la commissione di estorsioni ad alcuni operatori economici, nonché lo sfruttamento della prostituzione di giovani extracomunitarie - provenienti in prevalenza dai Paesi dell’Europa dell’est - all’interno di due locali notturni. Uno di questi locali, fra l’altro, era stato acquisito con l’estorsione, attraverso violenze e minacce nei confronti del proprietario, costretto a cedere il suo night club ad un prestanome del boss ad un prezzo inferiore a quello di mercato. La gestione dello spaccio di cocaina ed hashish a Pagani, ma anche in alcuni comuni della costa cilentana, era stata invece affidata ai fratelli di Fezza, Luigi e Francesco, nipoti del capo clan, cui faceva riferimento un gruppo di giovani pregiudicati.
Tutto questo attivismo dei Fezza ha portato però a un’inevitabile scontro con i gruppi rivali e in particolare con quello riconducibile a Fabrizio Ceruso. Rivalità dalla quale è sfociata una guerra di camorra culminata in diversi conflitti a fuoco: dal ferimento di Francesco Vanacore, avvenuto il 27 febbraio dello scorso anno, al tentato omicidio dello stesso Ceruso, all’omicidio di Antonio Venditti del 6 aprile dello scorso anno.
Le indagini hanno consentito di appurare che corresponsabile dell’omicidio fu Luigi Fezza. Nel complesso, l’indagine ha offerto un significativo spaccato degli equilibri criminali della camorra nell’agro nocerino-sarnese, che aveva visto il ridimensionarsi della capacità operative soprattutto per la prolungata detenzione degli esponenti più autorevoli. Il blitz fatto scattare questa mattina dai carabinieri ha portato anche a numerose perquisizioni e alla notifica di 26 avvisi di garanzia.
* la Repubblica, 5 febbraio 2008
Ansa» 2008-03-26 09:15
CAMORRA: OPERAZIONE NEL SALERNITANO, 28 ARRESTI
SALERNO - Ventotto ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite all’alba di stamani dai carabinieri del comando provinciale di Salerno. Gli arresti sono stati disposti dal Gip del tribunale di Salerno su richiesta della locale Procura distrettuale Antimafia. L’ operazione, che ha visto l’impiego di oltre 400 militari, unità cinofile e elicotteri dell’elinucleo di Pontecagnano, ha colpito gli affiliati ad un potente clan camorristico attivo nel capoluogo e nei comuni limitrofi. Gli arrestati a vario titolo dovranno rispondere di associazione per delinquere mafiosa, finalizzata alla commissione di estorsioni, incendi ai danni di imprese aggiudicatarie di appalti pubblici, traffico di sostanze stupefacenti, truffe ai danni di assicurazioni, incendi di boschi e al condizionamento del libero esercizio del voto in occasione delle consultazioni elettorali del 2005 per il rinnovo del Consiglio Regionale della Campania e delle elezioni politiche del 2006.
Ansa» 2008-02-09 10:07
CAMORRA, PIZZO SULLE POMPE FUNEBRI: TRE ARRESTI
NAPOLI - Imponevano il pizzo ad alcuni imprenditori operativi nel settore delle pompe funebri: con questa accusa sono stati arrestati tre esponenti del clan Foria. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip di Napoli su richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia sono state eseguite dai carabinieri della compagnia Castello di Cisterna. I militari dell’Arma hanno anche sottoposto a sequestro preventivo una impresa funebre e capitali, mobili ed immobili, ad essa riconducibili. Si tratta di beni che, seppure intestati a prestanome, appartengono agli affiliati al clan.
Intimidazioni e minacce, sostenute dalla forza del nome del clan, per imporre a ditte concorrenti nei servizi funebri, per tutti i funerali celebrati nei comuni di Pomigliano d’Arco e Casalnuovo di Napoli, di utilizzare i veicoli e le bare della ’Pomilia srl’, ditta amministrata dal gruppo criminale. I tre arrestati dovranno rispondere di estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Si tratta di Giovanni Foria, 52 anni, di Pomigliano d’Arco, già noto alle forze dell’ordine, Vincenzo Foria, di 74 anni, e Rocco Piccolo, di 47, presidente del consiglio d’amministrazione dell’impresa. Tutti e tre sono originari di Pomigliano D’Arco.I carabinieri hanno anche sottoposto a sequestro preventivo l’impresa di servizi funebri ’Pomilia’.
L’attività investigativa, supportata da intercettazioni di conversazioni telefoniche ed ambientali, è iniziata nello scorso mese di settembre. Si e accertato così che il clan riusciva ad imporre i servizi della ’Pomilia’ in tutti i funerali celebrati nei comuni di Pomigliano d’Arco e Casalnuovo di Napoli. Fra i beni sequestrati: le quote della società di servizi funebri ’Pomilia srl’; la somma di 566.000 euro; tre agenzie di onoranze funebri, operative a Pomigliano d’Arco e a Casalnuovo;quattro cavalli; tre furgoni; due carri trainanti; 140 bare;ed altri beni mobili ed immobili riconducibili alla società del clan, per un valore commerciale stimato in circa quattro milioni di euro.