Esclusiva

Mario Oliverio: dalla legge sul Giorno della Costituzione al "sì" alla riforma

L’attuale governatore della Calabria fu cofirmatario di una proposta legge a difesa della Costituzione
sabato 29 ottobre 2016.
 

Il 6 maggio 2003 veniva presentata alla Camera la proposta di legge numero 3946, per istituire il Giorno della Costituzione , "da celebrare il 22 dicembre di ogni anno".

A Roma faceva un caldo bestiale, si sudava e beveva tanto. Lo ricorderà bene l’allora deputato della Repubblica Mario Oliverio, ai tempi iscritto al gruppo parlamentare Democratici di sinistra-L’Ulivo e oggi governatore della Regione Calabria.

Oliverio è uno che ha memoria, fissa le date, i dettagli, i volti, i documenti. Ed è uno che all’occorrenza tira fuori i particolari più utili.

Quel 6 maggio 2003 era un martedì. Da lì, tra le pause al Bar Giolitti e le passeggiate spedite verso il Pantheon, coi turisti a flotte e suonatori di chitarra amplificata, sono trascorsi 13 anni e 180 giorni tondi. Un tempo di maturazione, diremmo, per quel parlamentare calabrese, comunista di nascita e poi adattato al clima cangiante della politica, ai cambiamenti e alle esigenze del partito.

Oggi Oliverio, che non rinnega il suo passato politico ma l’accompagna a un modernismo di annunci che pretende di cancellare la storia, è in Calabria uno dei principali sostenitori del "sì" alla riforma costituzionale in fieri, per la quale il 4 dicembre si terrà il referendum consultivo.

Tra l’altro, il governatore della Calabria ha dichiarato: "Dobbiamo votare ’sì’ perché siamo l’unico paese europeo che ha una costituzione ferma al dopoguerra. Il nostro paese ha la necessità e l’urgenza di fare i conti con la velocità della globalizzazione e non può restare ingessato ad una posizione conservatrice". E poi: "Ci sono state in questi anni diverse discussioni ed iniziative nate e poi fallite. Ora, finalmente, siamo arrivati ad un punto fermo. Un Paese che vuole adeguare la propria risposta alla velocità della domanda che proviene da un mondo globalizzato non può più perdere altro tempo intorno a questa questione. In gioco c’ è la prospettiva del Paese".

Tuttavia, tra i firmatari di quella proposta di legge presentata il 6 maggio del 2003 c’era pure lui. Proprio lui, che da deputato e legislatore propose il Giorno della Costituzione, da celebrare il 22 dicembre di ogni anno", "assunto a simbolo della riconquistata libertà, della costruzione della democrazia, della affermata inviolabilità dei diritti della persona". Propose il Giorno della Costituzione perché fosse "celebrato nelle scuole di ogni ordine e grado".

Nella citata proposta legislativa si legge che "le autorità scolastiche, di intesa con le regioni, le province e i comuni, promuovono ogni opportuna iniziativa al fine di rievocare le vicende storiche che hanno portato all’approvazione della Costituzione e di riaffermare i valori delle libertà politiche e dei diritti sociali che la stessa garantisce".

Particolarmente significativo è che la stessa proposta prevedesse che "il testo della Costituzione, unitamente allo statuto della regione di ubicazione della scuola o dell’istituto scolastico, e alla Carta dei diritti dell’Unione europea", fossero "illustrati e diffusi fra gli studenti".

Forse da allora Oliverio, poi presidente per dieci anni della Provincia di Cosenza e da due anni governatore della Calabria, qualche colpo l’ha perso.

Magari, da renziano per professione, avrà dimenticato pure d’aver firmato quella proposta di legge.

Può essere che ricordi soltanto il gran caldo di quel 2003 e che il freddo di oggi non lo impressioni più di tanto. Anche perché, comunque vada, lui un vitalizio da circa 8 mila euro mensili ce l’ha assicurato, più i 13.800 euro d’indennità da presidente della Regione Calabria, carica che il nostro punta a conservare il più a lungo possibile.

Emiliano Morrone

emilianomorrone(at)gmail.com

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