Politica

Vattimo: "Da Tremonti si poteva aspettare ma Miccichè conferma la subordinazione dei politici meridionali. Il Sud viene sempre più illuso dal governo"

venerdì 29 aprile 2005.
 
Gianni Vattimo, consigliere comunale a San Giovanni in Fiore (Cosenza), è profondamente indignato per come il governo nazionale sta trattando il Mezzogiorno e per alcune affermazioni di ministri meridionali su politiche di rilancio economico dell’area. Il suo disappunto parte da San Giovanni in Fiore, giovedì 28, nel corso di un incontro coi sostenitori del suo movimento, "Vattimo per la città". «Prima Tremonti, col rimedio di vendere le spiagge; ora, Miccichè, che è meridionale, con la favola dei barconi, sul Corriere della sera, e del turismo vizioso di qualità, i casinò e chissà quale altra allettante scommessa. Non c’è tregua alle fantasie sul Mezzogiorno dei “nuovi” ministri del “nuovo” governo Berlusconi. L’importante è stupire, abbagliare, proporre situazioni di grana a un popolo che, mentre sogna ville a Crotone come ad Arcore, deve affrontare spesso problemi di sopravvivenza quotidiana, diritti, servizi assenti e sfruttamento diffuso. Che certe dichiarazioni arrivino da Tremonti non c’è da stupirsi. Quando, però, è un uomo del Sud a cadere nella trappola del padrone, ci sembra di poter accreditare tutte le voci, lì, sulla scomparsa di peso politico del Mezzogiorno, prodotta da un comodo atteggiamento passivo dei suoi rappresentanti istituzionali. Ancora oggi, l’illusione continua: si gioca sul miraggio che il Sud possa diventare un luogo organizzato per il lusso e che possano esistere, magari, coste a palazzoni e circuiti come a Estoril. Così, poi, si cambia attività ai lavoratori di Melfi, ai forestali calabresi, ai dipendenti della Polti e via; oppure, si indirizzano verso il turismo prestigioso i tanti destinatari meridionali dei redditi minimi, che, comunque, aspettano risposte concrete. Il Sud può vivere di turismo e cultura. Ovviamente, nessuno dei ministri meridionali di Berlusconi dice che in Calabria, ad esempio, ci sono scavi fermi da tempo, che non si riesce a riprendere il passato greco e bizantino per causa d’una burocrazia ai limiti della legalità, che non si fa impresa culturale e turistica per carenza di trasporti e servizi interni. Se, poi, si tocca il capitolo dell’agricoltura, si deve chiedere ad Alemanno, meridionale, quanto è competitiva la produzione del Mezzogiorno e perché le sue condizioni non garantiscono sviluppi economici. Ho davvero l’impressione che ci si impasti la bocca, col Sud, senza mai prendere sul serio i suoi problemi. Riflettiamo e agiamo, noi meridionali».

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