I Cavalieri dell’Ideale
di MICHELE SERRA
SI CAPISCE, uno ha tutto il diritto di coltivare i suoi ideali integerrimi. E di sentirsi eletto dal popolo lavoratore anche se è stato spedito in Senato da una segreteria di partito. Uno ha tutto il diritto di rivendicare purezza e coerenza, così non si sporca la giacchetta in quel merdaio di compromessi e patteggiamenti che è la politica. Però, allora, deve avere l’onestà morale di non fare parte di alcuna coalizione di governo. E deve dirlo prima, non dopo. Deve farci la gentilezza di avvertirci prima, a noi pirla che abbiamo votato per una coalizione ben sapendo che dentro c’erano anche i baciapile, anche i moderatissimi, anche gli inciucisti. A noi coglioni che di basi americane non ne vorremmo mezza, ma sappiamo che se governano gli altri di basi americane ne avremo il triplo.
Invece no: questi duri e puri se ne strafottono della nostra confusione e della nostra fatica. Prima salgono sulla barca della maggioranza, poi tirano fuori dal taschino il loro cavaturaccioli tutto d’oro e fanno un bel buco nello scafo, per meglio onorare la loro suprema coerenza e la nostra suprema imbecillità. Un bell’applauso ai Cavalieri dell’Ideale: tanto, se tornano Berlusconi e Calderoli, per loro cosa cambia? Rimarranno sul loro cavallo bianco con la chioma al vento.
www.repubblica.it
L’AMACA
di Michele Serra (la Repubblica, 15 maggio 2011, p. 30)
“Se i figli delle vittime difendono i carnefici: Tobagi Alessandrini e Rossa stanno con Pisapia amico dei terroristi che uccisero i loro genitori”.
Vi prego di annotarvi questo titolo (prima pagina del “Giornale” di ieri) che è riuscito, dopo una vita che leggo i giornali, a farmi venire le lacrime agli occhi dal dolore. Avrei preferito scrivere: dall’ira, o dal disgusto. Ma era proprio dolore, dolore per la morte profanata, per gli affetti sconciati, per la verità brutalizzata, per quei tre padri e quei tre figli.
Tre padri di sinistra (il socialista Tobagi, il comunista Rossa, il magistrato progressista Alessandrini) ammazzati dal terrorismo rosso che odiava la sinistra democratica quasi quanto la odiano, oggi, quelli del “Giornale”. Tre figli rimasti di sinistra anche in memoria di quella lotta per difendere lo Stato e la democrazia, anche per onorare i loro padri. Che oggi si sentono rinfacciare di “difendere i carnefici dei loro genitori” - non so se riuscite a cogliere la leggerezza dell’accusa, ad apprezzare lo stile raffinato - perché votano a sinistra e non a destra, come farà mezza Milano, mezza Milano dunque “amica dei terroristi”. Perché comunisti, sinistra, terroristi, brigatisti, per questi avvelenatori della memoria, della storia, della politica, del giornalismo, sono la stessa cosa, lo stesso infame branco da spazzare via, come ripete del resto da vent’anni il loro capo.
Mi chiedo quanto irrisarcibile, incolmabile odio possa partorire un titolo così.