Editoriale

Soldi, prostituzione e avidità in Vallettopoli: parla Simona Ventura e Aida Yespica si difende dalle domande di Woodcock

giovedì 15 marzo 2007.
 

ROMA - Una persecuzione, «una iettatura». Così Simona Ventura definisce il suo rapporto con Fabrizio Corona. E nell’interrogatorio del 27 ottobre scorso rivela che fu proprio questo uno dei motivi che la convinse a lasciare l’agenzia di Lele Mora. «Lui - aggiunge - non mi ha protetta». Ben diverso appare invece l’atteggiamento di Aida Yespica. Il pubblico ministero la incalza su eventuali incontri combinati con politici, in qualche momento sembra quasi suggerirle le risposte da dare. Ma lei nega categoricamente di aver mai accettato appuntamenti combinati e soprattutto di aver percepito compensi. Collaborativo è l’atteggiamento di Adriano Galliani che ammette di aver pagato nel 2002 per ritirare alcune immagini del calciatore Francesco Coco, all’epoca al Milan, ritratto a Ibiza con altri uomini. «Non gli dissi niente, ma poi gli ho trattenuto i soldi dallo stipendio e gli ho consegnato una busta chiusa con le foto», chiarisce.

Ventura: Lele Mora è stato per dodici anni il mio agente ma da gennaio 2006 non lo è più. Woodcock: E quindi Corona aveva occasione di vederlo?

V: In ufficio, insomma io non è che avessi molti rapporti, perché trovavo il fatto che avesse aperto un’agenzia di paparazzi una iettatura per noi, credo.

W: Ha mai ricevuto proposte estorsive?

V: No. Perché io su tutto quello che è stato fatto in un determinato periodo è andato tutto ai giornali, quindi non ho nemmeno ricevuto, devo dire la verità, una diretta proposta da parte sua di questa cosa.

W: Cioè lei è stata fotografata da Corona?

V: Sì, io penso di sì, perché a un certo punto ha cominciato veramente a essere una cosa peraltro concomitante al periodo mio della separazione. C’è stato direi quasi lavoro investigativo dei fotografi, che ci seguivano dappertutto. Era un momento molto particolare e devo dire che mi sono trovata... ma su questo c’è anche un’inchiesta in atto... una volta mi hanno fatto delle foto con una persona che mi era venuta a portare delle chiavi e poi su un giornale tipo Novella 2000 erano uscite delle notizie totalmente infondate, cioè che questa persona era venuta a casa mia, non a darmi... che era entrata e uscita dal portone, non era venuta... ma era andata via alle cinque della mattina, cioè delle cose assolutamente false e prive di fondamento... Io quest’estate, peraltro essendo abbastanza furba, ho anche registrato una telefonata, un colloquio con lui, così en passant.

W: Con Corona?

V: Perché è venuto a casa mia cercando un accordo, nel senso dicendo: «Io voglio cambiare tipo di rapporto con i personaggi». Ho detto: «Guarda, mi dispiace, ma è troppo tardi. Nel senso che tutto quella carne di porco che potevi fare della mia vita, della mia famiglia, delle persone che mi stavano vicino l’hai fatto... quindi...».

W: Cioè lui è venuto a dire: «Non ti tormento più».

V: No. Sì, praticamente... Mi sembra un po’ tardi, nel senso che dal periodo della separazione fino a gennaio 2006 che avevo alla calcagna, ma ancora oggi ho un suo fotografo 24 ore al giorno alle calcagna... Le devo dire che è successo nel 2005, che io ho visto una persona a casa mia e so che loro hanno fatto delle foto ma sapevo che Lele Mora aveva ritirato queste foto, da Corona... Io poi ho deciso di intraprendere la mia strada, perché l’ambiente non era più quello di una volta. Abbiamo iniziato, eravamo io, Alberto Castagna, Sabrina Ferilli, Nancy Brilli e aveva un senso. Con l’andar del tempo, sinceramente, anche dopo l’entrata di questa cosa di Corona, perché lei capisce che, comunque sia, per noi è stata una vessazione continua... Io ho parlato molto chiaro con Lele Mora e la verità vera che io imputo a Lele Mora è il fatto di non avermi protetto in determinati momenti... sotto casa mia era diventato un set fotografico.

W: E uno sfogo, per esempio, della signora Ferilli in merito a questo stesso trattamento?

V: No, perché io con Sabrina non ho rapporti così stretti. Io e Sabrina siamo andati in mezzo in una guerra più di agenti che fotograficamente parlando, come strumento. Ma questo è un modo di fare televisione di oggi che non mi appartiene e mi fa veramente schifo... Però mi ricordo, quando pubblicarono gli sms, lei mi chiamò e quando è successa la cosa quest’estate l’ho chiamata.

LA STANZA DI AIDA

Woodcock: Senta, le è mai capitato che Fabrizio Corona o qualcun altro... le ha mai proposto, oltre ai servizi fotografici e alle cose di cui si occupa, di passare una o più serate con imprenditori, banchieri, politici, giornalisti?

Yespica: No, non me lo ha chiesto mai.

W: Però lei aveva una stanza all’hotel «De Russie».

Y: Sì.

W: Da chi era stata prenotata?

Y: E che ne so io, scusi. Io non lo so. Allora, io della mia vita privata, nel senso io se vado a letto con qualcuno non lo devo dire, sono fatti miei, scusi, no? Io non le vado a dire con chi sono andata a letto o con chi non vado. Non è che nessuno mi obbliga ad andare a letto con qualcuno o di fare...

W: Né Corona?

Y: Figurati se io vado a lavorare con Corona, già litigo perché mi fa pubblicare due copertine di «Playboy» senza la mia autorizzazione. Sa, sto mettendo un avvocato.

Fiorenza Sarzanini

da www.corriere.it


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