Battaglia

Papa Benedetto XVI intende rafforzare l’azione di «contrasto» al relativismo che i cattolici italiani già stanno conducendo

La campagna d’Italia
martedì 7 giugno 2005.
 

Quarto intervento di Papa Ratzinger in otto giorni su vita e famiglia, ma soprattutto seconda chiamata dei cattolici italiani a «contrastare» il «relativismo» che domina la società moderna: un’insistenza che ha motivazioni strategiche, da programma del Pontificato, ma che mira anche alla scadenza referendaria di domenica prossima. Le parole pronunciate ieri da Benedetto XVI ad apertura di un convegno romano hanno un obiettivo principale esplicito, che è quello di motivare le «famiglie cristiane» a un «impegno pubblico» per la battaglia contro il «relativismo».

Relativismo inteso come «anima» della cultura contemporanea, che sostiene il papa tende a fare dell’«io» l’unica misura dei valori e delle scelte. Ma in subordine le sue parole hanno anche una finalità immediata e non detta di incoraggiare quelle famiglie a farsi sentire, nel loro ambiente, sui quesiti referendari. Il papa ieri il referendum non l’ha nominato, ma ne aveva parlato lunedì della scorsa settimana ai vescovi italiani e in quell’occasione si era detto «vicino con la parola e con la preghiera» al loro impegno teso a «illuminare le scelte dei cattolici e di tutti i cittadini». Ieri quella vicinanza è tornata a esprimersi «con la parola». Del resto, tra le affermazioni più decise che ha pronunciato ce n’è una sull’«intangibilità della vita umana dal concepimento fino al suo termine naturale» che bene si iscrive nella disputa di questi giorni. Sicuramente il suo vibrato discorso sulla vita «intangibile» e sul «relativismo» da combattere il papa tedesco l’avrebbe fatto anche se non fossimo stati alla vigilia del referendum. Possiamo anche immaginare che la circostanza non gli sia dispiaciuta ed essa comunque non ha trattenuto la sua parola, ma egli guarda più lontano. Per cogliere la gittata del suo sguardo occorre riandare a una parte del discorso ai vescovi, che assegnava all’Italia un ruolo guida nella lotta contro il «relativismo» , che egli eredita dal predecessore e sulla quale a quanto si intuisce concentrerà i suoi sforzi.

Aveva parlato lunedì 30 maggio di un «grande ruolo» che l’Italia può avere «in Europa e nel mondo», in forza del «vero umanesimo» di cui è portatrice, che si ispira al sentimento cristiano che in questo Paese più che altrove è «profondo e vivo». Qui da noi aveva detto con l’ammirazione di chi viene da una nazione dove la «secolarizzazione» è più avanzata l’egemonia della cultura del «relativismo» , che «tende a escludere il cristianesimo» , non è «affatto totale e tanto meno incontrastata». Papa Benedetto XVI intende rafforzare l’azione di «contrasto» che i cattolici italiani già stanno conducendo. Non sappiamo ancora se abbia dei progetti concreti in materia, ma da quanto aveva detto ai vescovi sappiamo che egli guarda alla battaglia per far fallire il referendum come a un momento di quel contrasto.

Luigi Accattoli

Sul Corriere della Sera del 7 giugno 2005

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