Politica

Intervista di Salvatore Viglia a Marco Pannella, europarlamentare italiano

Moratoria sulla pena di morte, globalizzazione e Partito Democratico
mercoledì 2 maggio 2007.
 

Strasburgo ha detto sì, il 26 aprile, alla moratoria sulla pena di morte. Pannella non ha mollato neanche un attimo. Ora, cosa si aspetta?

Io non aspetto. Stiamo cercando solo di ottenere quello che sosteniamo.

E’ un successo politico che lei ha voluto ad ogni costo riuscendo ad ottenere, sulla proposta, l’appoggio di quasi tutto l’Europarlamento.

Il testo votato a Strasburgo, una cinquantina di righe, è, in ogni caso, una buona notizia. Abbiamo portato a casa un atto che resterà scritto mi pare, negli annali e nella storia, non nella cronaca della comunità internazionale.

Ma non finisce qui, lei fa pressioni al governo italiano affinché la battaglia venga continuata fino alle Nazioni Unite.

L’Italia non deve fermarsi su questa generica dichiarazione di nessun valore e sul questionario che la presidenza tedesca sta per inviare alle rappresentanze diplomatiche di tutti i paesi membri dell’ONU che è, in fin dei conti, una vera e propria impostura, le domande sono insensate perché sembrano chiedere, ai paesi membri, se sono davvero sicuri di voler sostenere la propria moratoria.

Quali sono le difficoltà?

Mi aspetto di farcela, malgrado l’incapacità dell’oligarchia italiana e non solo italiana, questo in primo luogo; in secondo luogo, quella che assicura l’incardinamento della risposta laica alla offensiva di stampo terroristico del Pontefice nei confronti della laicità moderna, dell’illuminismo, non parliamo di briciole. Soprattutto c’è da comprendere che il principale problema della nostra società, ormai, non sono appunto questi del Vaticano. Abbiamo resistito il tempo necessario affinché, al loro interno, non fossero più soffocati e scoraggiati i cattolici liberali, i cristiano riformisti ecc. Il 12 noi faremo questo, nell’anniversario dell’ultima battaglia sul divorzio, giornata dell’orgoglio laico. Il problema vero dell’Italia è il diritto alla giustizia.

Si parla di una nuova etica del XXI secolo basata sull’economia di mercato, sulla globalizzazione.

Se posso parlare francamente, dirò volgarmente che questa è una stronzata demagogica. Einaudi è ancora da venire. Vorrei dire che Einaudi, che non si considerava un pensatore, è uno che sicurissimamente può essere eletto come forza necessaria per una alternativa a questo mondo classista, razzista, di merda, di sinistra, di destra che sia.

Ci può dare un parere spassionato su questa nuova formazione chiamata Partito Democratico?

Spassinato. Solo perché come potrebbe appassionare. Dico semplicemente che questo è un ulteriore portato della decomposizione del tradizionale assetto dirigente. Non c’è nulla di nuovo. Consumano, continuano a consumare il possibile di ieri.

La politica è costruire il nuovo possibile. Certo, il nuovo possibile non è il nuovo Partito Democratico.

Salvatore Viglia


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