G-8: un brutto film che si ripete

Una riflessione sulla riunione di Rostock
mercoledì 6 giugno 2007.
 

Ogni volta le stesse scene. Ogni volta protagonisti assoluti i politici e la gente comune. I politici da una parte, divisi, isolati, a discutere e prendere decisioni che riguardano questa gente comune. Dall’altra parte delle barricate persone sempre più stanche di vivere in agglomerati urbani già soffocati da problemi di traffico veicolare, inquinamento, polveri sottili e piccole e grandi noie quotidiane.

Si dovrebbe discutere di ambiente nel G-8 che si sta tenendo in questi giorni a Heiligendamm, località costiera nei pressi di Rostock, in Germania: invece si sta trattando di tutti altri temi. Da una parte l’America che, per tutelare i suoi interessi economici, non vuole ridurre le emissioni inquinanti; dall’altre parte l’Europa che, invece, sta facendo (almeno all’apparenza) di tutto per diminuirle; dall’altra parte ancora i paesi in via di sviluppo che, dal canto loro, in nome di una crescita economica auspicata, debbono inquinare per raggiungere determinati standard. Invece, cosa si finisce per fare? La solita scena di un film girata mille volte in mille città diverse. Cambiano le angolazioni, le coordinate, ma la scena è sempre quella.

Città blindate, black-block, vandali, che distruggono e saccheggiano ogni catena di negozi ritenuta "global", cittadini sempre più incavolati per via del traffico che si paralizza, feriti e morti anche tra le forze dell’ordine. Ma le cose non vanno meglio anche "dall’altra parte della barricata": da tematiche ambientali globali si finisce col parlare ancora di guerre fredde, scudi spaziali, missili balistici. Insomma, roba da delirio. D’altronde con Bush i discorsi non credo possano vertere su altro argomento diverso dal belligerare.

Risultato? Alla fine ci saranno i soliti danni: auto distrutte, cassonetti incendiati, negozi devastati, tanti feriti e tantissima paura. Ma anche dall’altra parte le conclusioni saranno le stesse: nessun accordo, ci si rivede al prossimo G-8. Intanto si continuerà ad inquinare, a spendere soldi per ricevimenti di gala necessari in questi grandi incontri, a disturbare ed affaticare tutti quei cittadini metropolitani che, volente o nolente, hanno avuto (o dovranno), la (s)fortuna d’ospitare gli otto più grandi della Terra. Ed alla prossima riunione il risultato, putroppo, sarà lo stesso: sconsiderati che devasteranno tutto e politici che non risolveranno un bel niente.

Allora mi chiedo: non sarebbe meglio se i prossimi appuntamenti si potessero tenere in qualche isola sperduta del Pacifico? Almeno così i politici potrebbero stare in pace, godersi anche il caldo sole equatoriale, i vandali di turno avrebbero difficoltà a raggiungere un punto qualsiasi nel mare ed i cittadini la possibilità di girare per la loro metropoli liberamente. Sarebbe meglio per tutti noi, gente comune.

Mauro Diana.


Rispondere all'articolo

Forum