Fiore

San Giovanni in Fiore: Legambiente su un disastro ambientale a Trepidò

lunedì 5 marzo 2007.
 

Intervento congiunto dei circoli territoriali Legambiente di San Giovanni in Fiore, Longobucco e Petilia Policastro per complimentarsi con il Corpo Forestale dello Stato a seguito del lavoro oculato e minuzioso che ha “costretto” le Istituzioni preposte ad intervenire sulla vicenda del disastro ambientale in località Trepidò, presso il villaggio Palumbo Sila. Quelli che pensavano di contrapporre alla nascita del Parco Nazionale della Sila idee di sviluppo alternative, oggi ci mostrano il vero volto del turismo all’insegna dello scempio più bieco del territorio e della natura. Avevamo detto chiaramente, senza mezzi termini, che gli interessi a tenere Trepidò fuori dal Parco erano dettati esclusivamente da operazioni speculative. Si voleva dare ad intendere che le misure di salvaguardia, previste peraltro in tutti i parchi del mondo avrebbero bloccato ogni forma di economia. E così alcuni comuni hanno pensato di rimanere ai margini del Parco per garantire “dall’esterno” infrastrutture, servizi, che non sarebbero stati possibili all’interno del perimetro del Parco. Volevano costruirsi un alibi ed oggi vengono smascherati in modo inappellabile. Sono state calpestate (fuori dal perimetro del Parco) le più elementari normative vigenti, facendo diventare ogni oltraggio perpetrato al territorio, un atto normale: “una montagna ferita, graf fiata, resa calva, spennata dei suoi alberi”; “distruzione e deturpamento di bellezze naturali”; “due aree di risalita senza autorizzazione”; “violazione dei vincoli paesaggistici”. Il comune di Cotronei aveva autorizzato lavori per la messa in sicurezza delle piste esistenti attraverso un taglio previsto di 146 piante, poi sono diventate 720. Le spiegazioni del Comandante provinciale ad interim Salvatore Spanò (che riportiamo da il Crotonese: “ci rendiamo conto che quella del villaggio Palumbo è una delle strutture più importanti per l’economia turistica della zona, ma il miglioramento non può essere fatto in spregio alla natura e delle normative che regolano il settore”) sono emblematiche... grazie davvero comandante! Con queste poche cose, ben dette, noi sosteniamo che è possibile dimostrare quanto spesso si utilizzino argomenti deleteri nei confronti degli ambientalisti, accusandoli di voler ostacolare lo sviluppo economico dei territori. Un fatto meramente preoccupante è palese in questa vicenda: nonostante il Corpo Forestale negli ultimi due anni abbia raccolto dettagliatamente e prodotto segnalazioni e quant’altro possibile, denunciando il tutto all’autorità giudiziaria, si arrivi solo oggi all’ordinanza di sequestro. Cosa dicono i Sindaci? Quanti non hanno visto? Quanti non hanno sentito? Quanti altri ancora non hanno parlato? I Circoli territoriali Legambiente di San Giovanni in Fiore, Longobucco e Petilia Policastro chiedono al Presidente della Giunta Regionale Agazio Loiero, al Vicepresidente, nonché Assessore al Turismo, Nicola Adamo e all’Assessore all’Ambiente Diego Tommasi, come si possa spiegare la gravità di quanto accaduto dal momento che le denunce dettagliate del Corpo Forestale dello Stato, svolte in maniera egregia, vengano per anni sottovalutate e disattese. La colpevolezza di tali ritardi ha ormai causato danni irreversibili al territorio silano. Pensavamo di non dover riscrivere l’ennesima pagina di scempio perpetrata al territorio calabrese e quindi ci chiediamo quando diventerà possibile garantire un impegno serio e concreto per la salvaguardia delle nostre bellezza naturali?

San Giovanni in Fiore 5/3/2007

Legambiente


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