Politica

Da Creta l’intervento del Professore sul suo sito Prodi a sorpresa: «Discutiamo di leadership»

Messaggio agli alleati, dopo le frizioni con la Margherita: «Va aperto confronto collettivo». E rilancia le primarie e la sua lista
venerdì 3 giugno 2005.
 

MILANO - «Sì, discutiamo di leadership». La bomba esplode nel pomeriggio della giornata dedicata alla festa della Repubblica. A lanciarla è Romano Prodi che spiazza tutti e avvisa, dal suo sito ufficiale, che «dobbiamo considerare anche l’eventualità di riaprire un confronto aperto e collettivo sulla guida dell’Unione». Una scossa per mettere in riga gli alleati riottosi che da giorni discutono e si dividono sulla decisione della Margherita di presentarsi alle politiche con un proprio simbolo al proporzionale. Un tentativo di sparigliare le carte, come testimonia anche quel riferimento alle primarie, abbandonate dopo la vittoria alle Regionali e che ora, sottolinea Prodi nel messaggio pubblicato su Internet, sono «tornate d’attualità».

PRIMARIE - L’intervento del Professore, che è a Creta dove sta trascorrendo le vacanze con la famiglia e il suo staff, è un lungo ragionamento sullo stato dell’economia in cui versa l’Italia. «Provo vergogna e rabbia per la situazione del Paese», scrive tra l’altro Prodi. Il passaggio centrale si trova però in fondo ed è quello che riguarda la leadership. «All’indomani delle elezioni regionali - dice il leader del centrosinistra - avevamo tutti convenuto di leggere nel voto un invito ad andare avanti con l’assetto e le linee che ci avevano portato alla vittoria. Su mia proposta avevamo quindi, di nuovo tutti insieme deciso di accantonare le primarie come strumento per la scelta definiva della leadership. Sembrò allora a tutti che non fosse saggio riaprire un problema che tutti ritenevamo ormai risolto». «Negli ultimi giorni - aggiunge - ho potuto, invece, constatare che il problema sembra essere tornato di attualità e che quella che era parsa, solo poche settimane fa, una scelta dettata dalla saggezza viene riconsiderata e presentata come il frutto della fretta o dell’interesse personale».

GRUPPO PARLAMENTARE - Poi torna a parlare del progetto della federazione dell’Ulivo. «Quello che ho in mente e che ho sempre avuto in mente non è un gruppetto di fedelissimi che si aggiunga ad altri gruppi nella gara a chi è meno piccolo. Penso, invece, a una grande forza politica e a un grande gruppo parlamentare che, con la qualità delle proprie proposte e con la propria forza numerica, siano al servizio dell’unità e della stabilità dell’intera coalizione». «Questo è ciò di cui il paese ha bisogno adesso - continua il leader dell’Unione - per questo motivo, pur nel rispetto assoluto delle decisioni prese e pur consapevole di una diversità di posizioni tra i partiti e dentro i partiti, voglio fare sentire ancora una volta il mio appello ad un’unità dell’Ulivo che è indispensabile per la salvezza e la rinascita dell’Italia».

PARTITO UNICO - Prodi ricorda di non aver mai parlato di un partito unico «ma di una federazione di partiti che valorizzi le storie, le culture, il radicamento nella società e nel territorio delle forze che la compongono». «Ho parlato di un soggetto visibile nel paese e nelle istituzioni - spiega - capace di prendere impegni con gli elettori e darne conto. Un soggetto, quindi, necessariamente presente prima nella scheda elettorale e poi finalmente capace di parlare in parlamento con una voce sola» 03 giugno 2005

Su Corriere della Sera (www.corriere.it)


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