Tanto tempo fa, in una città che oggi non esiste più, viveva un giovane ragazzo dagli occhi verdi. Grande era la sua passione per le stelle, per il mondo e le persone. Così, all’età di 17 anni, decise che la sua città era troppo piccola per lui. Riempì uno zaino con lo stretto indispensabile e prese il primo treno, per una meta sconosciuta. Passò degli anni a girare il mondo, ad osservare come le stelle cambiassero nei diversi paesi, ma come, sotto cieli diversi, vivessero sempre uomini e donne con gli stessi sentimenti. Uomini e donne che sorridevano al poco cibo che la vita gli concedeva, uomini e donne che vivevano con un costante spirito di ringraziamento verso qualcosa che ignoravano, uomini e donne. Ora ci siamo noi, di fronte al mondo. Vediamo uomini e donne, che non sorridono, che non ringraziano: non sono più uomini e donne. Se apro gli occhi, non vedo altro che odio e invidia. Se apro gli occhi, mi è impossibile non rammaricarmi, non piangere. Ma io gli occhi li apro lo stesso e anche se osservo sempre le stesse situazioni, nonostante sia a 800 Km di distanza da casa, non demordo. Non demordo dalla mia speranza di vedere uomini e donne che sono felici solo per il gusto di esserlo e perché vivono di ciò di cui vogliono vivere. Dopotutto è solo un problema di alienazione. Marx, la sapeva lunga. Ciò che mi ha insegnato Marx, più di tutto, è stato che l’alienazione è il problema dei mali del mondo. Immaginate, in questo momento, di poter fare esattamente ciò che volete fare (non nel senso anarchico della situazione). Volete scrivere? Scrivete. Volete piangere? Piangete. Ma vi prego, fate ciò che sentite. Odio le prigioni mentali che gli uomini si costruiscono, in cui dicono di vivere felici, e in cui ogni azione è uno sforzo. Quando due corpi sono troppo vicini e cercano di muoversi, non si può fare a meno di creare attrito. E allora, due persone che fanno esattamente ciò che non vogliono fare e si incontrano non potranno fare altro che crearsi barriere. Barriere che impediscono di amare ciò che abbiamo di fronte, uomini e donne come noi. Al di fuori dei tratti cattolici che può avere questo discorso(seppure partito da una base marxista), non c’è bisogno di essere credenti per volere un mondo migliore. I grandi uomini credevano, prima di tutto, nella forza degli uomini e poi in quella di Dio(qualunque egli fosse, non importa). Cancellate la bella espressione “un altro mondo è possibile”: io voglio questo mondo, il mio mondo e non un altro. Voglio vivere con la speranza che non ci sia gente in qualche parte del mondo, che vive, ancora, con la paura delle bombe che gli cadono addosso. Vivere con la speranza che non siano singole persone ad intaccare il mio libero arbitrio. Vivere con la speranza che se chiamo il mio Dio, Signore, Allah, Buddha e quanti altri ne esistono con il nome che più preferisco, nessuno verrà a dirmi che sbaglio, non nel 2006. Mazzini era convinto che il primo dovere dell’uomo fosse la fratellanza. Ma perché le idee vere sono nate prima di noi ma sono morte con noi? Se a metà dell’800 si poteva osare dare una tale interpretazione del destino dell’uomo, perché oggi ci chiudiamo nelle nostre prigioni per dimenticare ciò che ci circonda? Chi ci ha fatto tutto questo? Chi ci ha fatto tutto questo se non noi stessi? Liberatevi, unitevi, vivete, viviamo. “Per quanto l’uomo si possa ritenere egoista, vi sono evidentemente alcuni principi, nella sua natura, che lo inducono a interessarsi della sorte altrui, sebbene egli non ne ricavi alcunché, eccetto il piacere di constatarla”. Sono parole di Adam Smith ne “La teoria dei sentimenti morali”.
Francesco Parise
Il piacere di arrivare, di porsi una meta e di raggiungerla con le proprie forze a costo di sacrifici e fatiche, il piacere di vedere crescere dentro di sé qualcosa che si è intravisto come necessario alla propria pienezza umana, è il piacere del vivere, il piacere dell’essere libero e del sentirsi realmente costruttori di se stessi. Ma non si arriva se non per ripartire. Si pianta la tenda, si cerca il luogo più adatto per riposare, ci si ambienta e quasi si familiarizza con il paesaggio, e a sera si dialoga con le stelle: ma poi, quando fa giorno, si riparte. La tenda viene ripiegata, si cancella ogni traccia, e si va, portando nel cuore quella ricchezza di cose e di persone che si è vissuta. Poi, un’altra tappa, un altro incontro con altre persone e altre cose: ma le stelle saranno ancora quelle, ancora quelle nuvole, l’acqua, il fuoco, ancora quella gioia dell’arrivare. Non si sta fermi: siamo fatti per camminare, per crescere, per divenire. Questa è la legge della vita e in particolare della vita umana.
Buona strada
Mi sento un deficiente a rispondere... In primo luogo ringrazio mio padre per la benevola risposta e per il sostegno immane che mi ha dimostrato...Grazie di cuore papà... In secondo luogo ringrazio Federico La Sala, per la calda risposta di consenso... è di grande soddisfazione, dopo solo due articoli scritti, avere tali approvazioni... In fine, vorrei dire a Biasi(ignoro il nome e la sua età), che le sue parole sono molto forti,ma intrise di un pessimismo che non possiedo...Siamo uomini e come tale possiamo/dobbiamo SEMPRE scegliere...Viva la speranza che è fonte di vita, viva i sogni che abbattono le difficoltà, viva le difficoltà che danno senso al nostro "transitare" su questa terra...
A presto e grazie a tutti...
Per primo vorrei dire che con il "mio mondo" non intendevo solo il mio e non lo intendevo in maniera possessiva.Per il resto, io ho scritto un articolo scrivendo ciò che sentivo, non volevo fare un testo politico narrando tutte le possibili soluzioni.Se dovessi elencare le soluzioni al mio "grido di dolore" sarebbero: l’autocoscienza, la cultura, la coerenza,la volontà e l’umiltà. Capisco che anche queste soluzioni non sono concrete ma qualcuno mi ha detto: "Se vuoi cambiare il mondo,cambia la tua nazione. Se vuoi cambiare la tua nazione,cambia la tua regione. Se vuoi cambiare la tua regione, cambia la tua città. Se vuoi cambiare la tua città,cambia la tua famiglia. Se vuoi cambiare la tua famiglia, cambia te stesso".....
Grazie del contributo...è un grande segno...
Ma abbiamo ancora la possibilità di scelta ? I tempi non sono sempre uguali, come hai affermati tu. Ogni tempo probabilmente è segnato da un suo destino. E il male di oggi non è il male di ieri, e così il bene. La vita non si ripete mai e gli uomini e le donne di ieri, appunto, non sono gli stessi di oggi; quest’ultimi, così straordinariamente scontenti, impauriti fino alla nevrosi, e indifferenti fino al cinismo.
A cosa ci servono il progresso e il benessere quando non si nota nessuna crescita in umanità ? Progresso non è sbarcare sulla luna, o su marte, costruire stazioni spaziali per spiare l’universo, e non solo. Benessere non è questo nostro "grande Occidente" e i "suoi bianchi ladroni", questo miliardo di benestanti che vivono e godono a scapito dei miliardi di sottonutriti, dei milioni che muoiono di fame ogni anno.
Allora la domanda da porci è se possiamo tornare indietro. Cioè: saremo così saggi da capire ? Forse basta guardare in faccia chi governa il mondo per ottenere la risposta che ci attendiamo...
Einstein ci aveva già ammonito che sarebbe stato molto difficile tornare indietro se avessimo percorso queste strade. Strade senza uscita, strade che portano al Nulla. Forse alla Grande Distruzione! E allora, per "aggiustare" la situazione, gli scienziati, i politici, gli economisti hanno già affermato che bisognerebbe "provvedere" a quattro-cinque megamorti (1 megamorto=100 milioni di morti!) per equilibrare l’esistenza mondiale ai beni disponibili.
Non possiamo permetterci di far saltare tutti gli equilibri politici del nostro pianeta !! E poi cosa vuoi che siano quattro o cinque megamorti ? Si possono contare sulle dita di una mano...
Francesco ... il tuo "grido di dolore" è proprio un grande segno o, se vuoi, un "urlo" fortissimo che, partito dal profondo di te stesso (e del "tuo" mondo), ha attraversato barriere e pareti ... e raggiunto qualcuno, gli altri !!! Come vedi, e come dici, l’importante è cambiare se stesso ... e osare passi nuovi nel mondo - non per perdersi (alienazione, di cui parli) in esso, ma per andare incontro agli altri e cominciare a dialogare, a mettere in comune ... le parole e a rendere possibile la Parola stessa, il Logos che illumina i mondi !!!
Grazie a te!!!
M. saluti, Federico La Sala