TOCCATI 46 GRADI, BRUCIA IL SUD *
ROMA - Dobbiamo resistere fino a mercoledì - assicurano gli esperti -: il caldo diminuirà perché al Nord stanno arrivando le piogge. Temperature super, anche 46 gradi, che hanno fatto bollire la penisola, oltre a provocare disagi e malesseri alle persone, guai all’agricoltura e aiutato lo sviluppo di roghi e incendi.
Un morto di 60 anni, Nicola Adragna, malato cardiopatico di Trapani. Numerosissimi i malori e le segnalazioni al 118. Bimbi e anziani i più a rischio e i più colpiti. Tra le tante raccomandazioni mediche, vi è quella di evitare l’esposizione all’aria aperta tra le 12 e le 18, nelle aree verdi, e di bere almeno due litri d’acqua al giorno, moderando il consumo di bibite gassate o con caffeina. Chi è iperteso o cardiopatico, deve evitare il brusco passaggio dalla posizione orizzontale a quella verticale, alzarsi dal letto gradualmente, e controllare più frequentemente la pressione arteriosa. A Roma 35,6 gradi, a Bari 45, a Catania 45, a Siracusa 46, tra i 33 e i 36 gradi nelle città umbre, 34 nelle Marche, 32 in Veneto.
L’Italia più fresca ha registrato comunque i 32 gradi. In Sicilia, nel Petrolchimico di Priolo e a Gela sono stati mandati a casa centinaia di lavoratori delle ditte dell’indotto, soprattutto addetti a lavori di saldatura e metallurgia in aree all’aperto. Inoltre buona parte degli operai della Fiat di Termini Imerese del secondo turno hanno rinunciato a 70 euro, la paga netta di un giorno, pur di non rimanere otto ore nei reparti di verniciatura e lastratura, alle prese con forni e saldatrici. Sempre in Sicilia, il caldo ha surriscaldato i cavi elettrici mandando in tilt le linee elettriche che alimentano gli impianti di antenne trasmittenti su Monte Pellegrino e quindi sono interrotte le trasmissioni delle tv locali.
Anche per quanto riguarda il fronte incendi, prima in graduatoria la Sicilia. Le fiamme in serata sono ancora alte sull’autostrada Palermo-Trapani, nei pressi di Cinisi, vicino alla sala banchetti Villa Paradiso e alcune abitazioni vicine. Continua a distruggere la vegetazione anche l’altro rogo scoppiato a Termini Imerese (Palermo) sul monte San Calogero. Nel Palermitano stanno divampando altri tre incendi a Giuliana, a Santa Cristina Gela a Gratteri e a Cefalù. Seguono per fiamme Puglia e Calabria anche se i Vigili del Fuoco sono stati impegnati in tutto il Centro-Sud.
Da qualche giorno si registra un boom delle vendite di ventilatori, climatizzatori, e condizionatori d’aria mentre in controtendenza i consumi elettrici che rimangono in linea con le previsioni, grazie alle piogge che si stanno riversando sul versante alpino e che aiutano a mantenere l’equilibrio del sistema elettrico nazionale. Il picco odierno di consumi si è infatti fermato a 53.700 MW, al di sotto quindi del record estivo di 54.000 MW fatto segnare nella scorsa settimana a picchi di temperature inferiori. Il settore agricolo è quello che teme di più il caldo ma, per contro, anche le piogge e purtroppo le grandinate che seguiranno. Il 118 è dovuto intervenire in molte campagne per contadini e manovali colti da malore durante le loro attività all’aperto e non solo tra gli anziani.
Il grande caldo - denuncia la Coldiretti - sta letteralmente cuocendo i prestigiosi limoni verdelli della Sicilia orientale e gli agricoltori per salvarli sono costretti a un superlavoro di raccolta. Stessa situazione per altre importanti coltivazioni di frutta e verdura che rischiano di bruciare nei campi. Dalle angurie ai peperoni, dalle zucchine ai meloni e molti altri frutti e ortaggi - sottolinea la Coldiretti - sono in pericolo e finita l’emergenza caldo si temono le grandinate. L’Alto Adige denuncia già un’emergenza per uva e mele rovinate.
* ANSA » 2007-06-25 21:07
09:18 Duemila evacuati a San Giovanni Rotondo Sono circa 2 mila i turisti evacuati da Peschici e Vieste che sono stati ospitati questa notte negli alberghi di San Giovanni Rotondo. Il paese, meta dei numerosi pellegrinaggi per Padre Pio, ha un elevato numero di strutture ricettive. Intorno alle 10 e 30 il sindaco, Salvatore Mangiacotti, si recherà nelle strutture per verificare le condizioni dei turisti.
09:11 Due Canadair a Messina Ancora incendi nel Sud. Numerosi i roghi in Abruzzo, Lazio, Calabria, Sicilia e Sardegna. La situazione più critica viene segnalata a Messina dove due Canadair stanno intervenendo per domare un esteso incendio in una zona in prossimità di alcune abitazioni.
ANSA » 2007-07-25 13:12
IN PUGLIA ANCORA FOCOLAI, MA SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO
PESCHICI (FOGGIA) - Sul Gargano tra Peschici e Vieste resistono ancora alcuni focolai che però non preoccupano Protezione civile e Corpo forestale dello Stato, che controllano la situazione anche con mezzi aerei. Il rogo di ieri sarebbe quasi un ricordo se non fosse che lungo i 25 chilometri che separano i due comuni lo scenario è di cenere e distruzione. Sulle cause dell’incendio la procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucera ha aperto un’inchiesta diretta dal procuratore, Massimo Lucianetti. Al momento gli investigatori non sono in grado di indicare con certezza da dove sia partito l’incendio e se sia stato un atto doloso. Intanto le cifre dei turisti fatti evacuare, fornite dalla prefettura di Foggia, danno l’idea del disastro.
A Peschici sono 3.500 le persone evacuate e ospitate in cinque comuni limitrofi in alberghi, scuole, abitazioni private, campeggi e parcheggi. Altre 700 persone sono rimaste a Peschici ma cambiando alloggio, mentre stamani circa 200 sfollati che avevano deciso di trascorrere la notte nella scuola media sono stati riportati nelle strutture turistiche che li ospitavano e che non hanno subito danni gravi.
Dei 4.200 sfollati complessivi, 1.600 sono stati trasferiti a Vieste, 1.339 a San Giovanni Rotondo, 190 a Mattinata, 158 a Monte Sant’Angelo e 151 a Manfredonia. Negli ultimi tre casi si tratta per lo più di famiglie munite di mezzi di trasporto. La richiesta pressante degli sfollati è di poter tornare al più presto nelle strutture turistiche in cui stavano trascorrendo le vacanze per poter recuperare ciò che è rimasto dei loro effetti personali. Completata anche dai Comuni di Peschici e Vieste la stima dei danni. A Peschici due strutture, Baia San Nicola e l’omonimo centro turistico, sono andate distrutte mentre le altre 26 strutture, alcune delle quali solo sfiorate dal fuoco, dovrebbero tornare in funzione in pochi giorni. A Vieste gli impianti hanno subito solo danni lievi senza inficiarne la funzionalità. Gravissimi invece in tutta l’area del Parco del Gargano i danni ambientali. Il vicepresidente del Parlamento europeo, Mario Mauro (Forza Italia) ha fatto sapere di aver sollecitato il governo e la Regione Puglia perché vengano erogati ai Comuni colpiti dalla calamità gli aiuti finanziari previsti dal ’Fondo di solidarieta’ Ué, così come già accaduto in passato per Portogallo, Spagna e Francia.
BERTOLASO, ANCHE OGGI DIFFICILE, GIA’ 50 RICHIESTE - "Anche oggi è una giornata molto difficile sul fronte incendi: ci sono già arrivate oltre 50 richieste di intervento aereo: più della metà sono state esaudite". Lo ha detto il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. La situazione, comunque, ha aggiunto "la stiamo fronteggiando molto meglio di ieri che è stata la giornata peggiore: stiamo intervenendo soprattutto su Sardegna, Sicilia e Calabria. Tutti i nostri mezzi stanno volando".
CALDO: ENEL, BLACK OUT SICILIA PER IMPENNATA RICHIESTE E GUASTI
ascolta la notizia Palermo, 26 giu. - (Adnkronos) - L’eccezionale ondata di caldo che ha investito la Sicilia ha provocato numerosi guasti alle cabine di trasformazione. Tutto il personale Enel disponibile e’ stato mobilitato da tutta l’Isola e ha raggiunto le citta’ di Palermo, Catania, Siracusa e Trapani. ’’Permanendo una situazione critica, in particolare nella citta’ di Palermo - si legge in una nota dell’Enel - invitiamo i nostri clienti a ridurre il piu’ possibile il consumo di energia elettrica, in particolare nelle ore di punta, tra le 11 e le 19, rinviando alla sera l’uso degli elettrodomestici non indispensabili’’.
Molti roghi divampano ancora nel Meridione, il Sud soffocato dall’afa
I meteorologi annunciano un lieve miglioramento nelle prossime 24 ore
Sicilia, black out a rotazione
Consumi elettrici ai massimi 2007
Case minacciate dalle fiamme nel capoluogo siciliano
PALERMO - Continua a bruciare l’Italia del Sud. E visti gli altissimi consumi elettrici Terna ha dato disposizioni ad Enel di procedere a interruzioni di elettricità a rotazione in Sicilia a partire dalle 15:30.
Il sud brucia. Molti incendi divampano nelle regioni meridionali. In Sicilia, alle spalle di Palermo, le fiamme minacciano alcune case a Piano dell’Occhio: la gente è fuggita spaventata. Arrestati due cugini, operai stagionali della Forestale, sorpresi mentre appiccavano il fuoco in un terreno agricolo a Capaci. "Bruciano gli alberi per poi ripiantarli", dice il procuratore di Palermo. "Aprirò un’inchiesta". Incendi anche in Calabria e Molise. A Vernole, in provincia di Lecce, 30 ettari dell’oasi naturale Le Cesine sono andati distrutti dagli incendi. Mobilitati i Canadair e gli elicotteri della Protezione civile. Ieri la Forestale ha ricevuto quasi 1.500 richieste di soccorso per incendi: e non sono state contate le telefonate provenienti dalla Sardegna e dalla Sicilia.
Black out a Palermo, ferma la Fiat di Termini Imerese. Il massiccio uso di condizioni d’aria provoca black out in città. L’erogazione dell’energia elettrica in varie zone di Palermo resta ancora a singhiozzo. Fuori uso dodici trasformatori in città; guasti numerosi cavi elettrici. Colpite cinquemila utenze. Traffico in tilt per i semafori spenti. A rischio tonnellate di alimenti custoditi in frigoriferi fermati dai black out. Per precauzione, nel pomeriggio di ieri, la direzione sanitaria dell’ospedale di Villa Sofia ha sospeso gli interventi chirurgici. L’Enel ha lanciato un appello agli utenti affinché limitino i consumi di energia. Per il troppo caldo e il fumo degli incendi, ancora fermi gli operai della Fiat di Termini Imerese. La direzione dell’azienda ha deciso di sospendere la produzione fino alle 22, e mettere in cassa integrazione i lavoratori. Nel petrolchimico di Priolo e di Gela, le aziende hanno messo in libertà i lavoratori garantendo la cassa integrazione per calamità naturale. Le fiamme minacciano anche la linea ferroviaria nei pressi di Termini Imerese. Lambita dall’incendio, la centrale elettrica San Calogero, una delle più grandi dell’isola, è stata spenta per alcune ore. Il prefetto Giosuè Marino ha istituito un’unità di crisi per l’emergenza incendi. Nella notte, black out di cinque ore anche in diversi rioni di Agrigento.
Il meteo: "Da domani meno caldo". Il caldo non accenna a diminuire. Ieri pomeriggio gli osservatori meteorologici dell’Aeronautica Militare hanno misurato 45 gradi a Bari, 46 a Catania, 43 a Lecce, valori prossimi ai massimi storici assoluti registrati in oltre 50 anni in queste località. Stamane a Palermo la colonnina di mercurio ha raggiunto punte di 42-43 gradi. Cauto ottimismo viene espresso dai meteorologi che annunciano: "Da domani andrà un po’ meglio. Farà ancora caldo, ma la temperatura dovrebbe scendere di qualche grado". La causa di tanta calura è l’alta pressione che indirizza aria arroventata dal Nord Africa verso l’Italia, la Grecia e la Turchia. Si sta decisamente meglio al Nord-Ovest, dove le correnti atlantiche trasportano aria più fresca: ieri i termometri di Torino misuravano "solo" 30 gradi.
A Roma massima allerta. Oggi, invece, il termometro non accennerà a scendere. Ieri a Roma le temperature hanno sfiorato livelli record, tra i più alti degli ultimi 220 anni: 35,6 gradi la massima e 25,2 la minima. Oggi la colonnina di mercurio potrebbe salire ancora. Comune e Ausl prevedono per tutta la giornata il livello tre, ovvero quello di massima allerta per anziani, bambini e altre categorie arischio, cardiopatici e asmatici.
Il governo: "Studiare i mutamenti climatici". "Simili ondate di calore provocano fino a due morti in più al giorno", sostiene Roberto Bertolini, direttore del programma speciale salute e ambiente Oms Europa. "Il rischio è serio e ignorarlo sarebbe irresponsabile", afferma il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. "Per questo abbiamo organizzato, il 12 e 13 settembre a Roma, una conferenza nazionale che produrrà un piano sull’adattamento ai mutamenti climatici. Oggi le misure preventive sono indietro rispetto alla necessità", ammette il ministro. "Ho proposto alla collega Livia Turco un tavolo tecnico su ambiente e salute per studiare i pericoli evidenziati dal rapporto Oms-Apat".
Consumi elettrici alle stelle. Volano i consumi elettrici, spinti dall’afa di questi giorni e dal massiccio uso dei condizionatori e dei refrigeratori. E ritoccano oggi il valore massimo del 2007, sfiorando intorno a mezzogiorno i 55.000 MW di richiesta e incalzando così il massimo storico di tutti i tempi, toccato proprio un anno fa (esattamente il 27 giugno 2006) con una domanda di 55.600 MW.
* la Repubblica, 26 giugno 2007
Penisola tropicale
di MARIO TOZZI (La Stampa, 26.07.2007)
Al di là di ogni ragionevole dubbio, il caldo micidiale di questi giorni ci pone di fronte scenari a tinte forti che rischiano di trasformare perfino la nostra indole mediterranea. Altre volte le estati sono state afose e spesso il tempo è stato bizzarro, ma oggi sono i dati a darci l’esatto conto del cambiamento climatico in atto, al di là delle nostre singole percezioni del caldo. L’Italia è già praticamente spaccata in due: le regioni meridionali stanno subendo una perdita irreversibile di terreni utili alle colture, progressivamente distrutti dagli sprechi agricoli e dalla siccità. Siccome per formare un solo centimetro di suolo ci vogliono 200 anni - e ne occorrono almeno 15 per coltivare - l’unica soluzione sarà quella di abbandonare le campagne del Sud alla desertificazione. Al Nord (se si eccettua l’isola per ora felice di Torino) almeno piove, ma l’acqua che in passato cadeva in una settimana, si rovescia adesso in un paio d’ore.
Si rovescia su città di asfalto e cemento e finisce direttamente nei fiumi senza riuscire ad alimentare le falde profonde. Acquazzoni tropicali li avremmo chiamati, se non ci trovassimo ben lontani dai tropici.
Ai litorali, lungo i quali un tempo si cercava riparo dal solleone, bisogna accedere ormai con attenzione: la temperatura dell’acqua superficiale del Mediterraneo centrale è infatti salita in modo anomalo rispetto alle consolidate medie ventennali che pure riportavano un incremento di 0,6°C ogni dieci anni (contro gli 0,3°C degli altri oceani). Nella scorsa primavera un picco di 3°C in più rispetto agli anni precedenti ha conferito al Mare Nostrum temperature da Golfo del Messico. Vista la massa d’acqua più limitata non si scatenano cicloni tropicali, ma le trombe d’aria e quelle marine raggiungono una frequenza settimanale e i danni rischiano di essere molto più gravi di quelli descritti da Machiavelli nel 1456 (un «turbine spaventoso» che spazzò l’intera catena appenninica da Ancona fino in Toscana).
L’accoppiata piogge tropicali e trombe d’aria spinge a ritirarsi nelle proprie abitazioni, magari per un recupero della siesta, al riparo dell’aria condizionata sparata a temperature bassissime, con il non trascurabile effetto di surriscaldare l’aria già rovente delle metropoli e costringere, dunque, tutti a installare climatizzatori più potenti in un circolo vizioso di cui non si vede la fine. Se per caso, invece, osiamo sfidare gli oltre 40°C delle ore meridiane e mettiamo il naso sott’acqua, non è infrequente la vista di barracuda di oltre un metro - una volta esclusivamente tunisini - che si aggirano per le coste tirreniche attratti dai bagliori degli oggetti metallici dei bagnanti; e poi pesci serra, pesci balestra, pesci pappagallo, per non dimenticare alghe come la Caulerpa, che tende a erodere il regno della benefica Posidonia. «Ospiti caldi» si sono sempre susseguiti nel Mare Nostrum, ma oggi tutto questo avviene molto più rapidamente, grazie all’apertura di canali artificiali come quello di Suez (migrazioni lessepsiane). Siccome le specie del Golfo Persico sono molto più abituate alla competizione rispetto a quelle che risiedono nel Mediterraneo (1500 specie contro 550), non c’è da meravigliarsi che prevalgano, quando la temperatura sale a sufficienza.
Anche la dieta subirà contraccolpi, così come lo sci e il golf destinati a scomparire e a essere sostituiti dal trekking d’altura e da sport che possano essere praticati di notte. Quello che era il regno candido della neve diventerà il regno delle frane e dei torrenti, come già fanno presagire i numerosi crolli di cime anche famose nelle Alpi meridionali. Sarà vietato (come già avviene in molte città degli Stati Uniti) lavare la macchina e annaffiare il giardino (se non con acqua riciclata) e si consiglierà di non esporsi alle radiazioni ultraviolette, ormai malamente filtrate, nelle ore centrali della giornata.
Il riscaldamento anomalo dell’acqua del mare fa già gonfiare gli oceani e la fusione dei ghiacciai (quelli dolomitici spariranno nei prossimi quarant’anni, tutti quelli alpini in poco più), indotta dalle temperature roventi, contribuisce a un cospicuo innalzamento del livello dei mari. Di conseguenza circa 4.500 kmq di coste italiane saranno invasi dalle acque e si riformeranno paludi dove oggi ci sono terreni agricoli. Le alluvioni saranno più frequenti e avranno carattere improvviso (come il recente caso di Torino), ma i fiumi resteranno comunque secchi per mesi, salvo trasformarsi in micidiali muri d’acqua per qualche ora. Forse avremmo dovuto diminuire le emissioni di gas-serra e cambiare qualcosa del nostro stile di vita, ma non è meglio una bella vacanza ai tropici senza spostarsi da casa?