’’Desertificazione problema per la Sicilia e anche per Pianura Padana’’
Clima, ’’l’Italia pagherà il prezzo più alto’’
L’allarme del ministro dell’Ambiente all’apertura della Conferenza nazionale sul clima: ’’Nel nostro Paese la temperatura cresce 4 volte più che nel resto del mondo’’. Napolitano: ’’Problema grave, Europa parli a una sola voce’’
Roma, 12 set. - (Adnkronos/Ign) - L’Italia è tra i paesi che pagheranno il maggior prezzo in termini di danni ambientali, perdita di vite umane e salute nonché costi economici. A sottolinearlo è il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio intervenendo alla conferenza nazionale sui cambiamenti climatici che si tiene oggi al Palazzo della Fao, a Roma. "I primi a pagare saranno agricoltori ed operatori turistici -ha continuato- la produttività agricola a causa dell’eccesso di caldo e della minore disponibilità d’acqua potrebbe diminuire del 22%: i danni sarebbero pari a 2-3 milioni di euro l’anno".
Quanto alle perdite in termini di turismo Pecoraro ha sottolineato come "le regioni mediterranee diventerebbero piuttosto inospitali per il turismo estivo marino, sia per la mancanza d’acqua che per l’eccessivo calore e, il turismo invernale, specie quello alpino, subirebbe una considerevole riduzione. Nel nord Europa, viceversa, le opportunità di sviluppo turistico sarebbero notevoli. I danni potrebbero variare nel nostro paese da 200 a 800 milioni di euro all’anno".
"Agire subito è necessario anche dal punto di vista economico -ha proseguito il ministro- nell’ipotesi ormai ampiamente superata che la temperatura globale cresca solo di 1,5 gradi (in base alle stime del rapporto Stern), nel nostro paese i costi per far fronte ai danni prodotti dai cambiamenti climatici sarebbero di 50 miliardi all’anno. Nella situazione più catastrofica prevista a livello globale dal rapporto (crescita di 6 gradi di temperatura) i costi arriverebbero a 200 miliardi di euro l’anno". Inoltre, secondo Pecoraro Scanio, "per mettere in campo azioni che taglino le nostre emissioni di gas serra, servono da 3 a 5 miliardi l’anno e predisporre le misure di adattamento, che deve essere sostenibile, costerebbe da 1,5 a 2 miliardi di euro l’anno".
Il ministro dei Verdi denuncia poi come ’’la temperatura in Italia è aumentata 4 volte di più che nel resto del mondo e cioè 1,4 gradi negli ultimi 50 anni mentre la media mondiale e di 0,7 gradi nell’intero secolo". "Già ora le piogge diminuiscono (il 5% nell’ultimo secolo con 14 giorni di pioggia in meno al Sud). Gli episodi di siccità si moltiplicano e la desertificazione sta diventando un problema non solo per la Sicilia ma anche per la Pianura Padana", spiega.
Secondo quanto sottolinea ancora il ministro, "i nostri ghiacciai alpini hanno perso metà del loro volume e il 30/% della loro superfice in meno di un secolo. Il Po, come tutti i fiumi italiani, sta subendo riduzioni progressive delle portate medie mentre aumenta la variabilità tra piene e secche".
Ma non solo. "Un chilometro su tre delle nostre coste basse - denuncia il titolare dle dicastero della Cristoforo Colombo - è in arretramento e 33 aree costiere rischiano di essere sommerse dal mare nei prossimi decenni". "La biodiversità marina, così come quella terrestre - ha inoltre sottolineato Pecoraro - cambia e nuove specie aliene si stanno insediando nel Mediterraneo".
Quanto alla lotta al cambiamento climatico Pecoraro ha detto che consta di 2 fasi: la strategia di mitigazione dei cambiamenti climatici che agisce sulle cause di questi e ha l’obiettivo di ridurre l’emissione di gas serra e ha bisogno di grandi accordi internazionali. L’altra fase, complementare e da integrare alla prima, è la strategia di adattamento sostenibile che agisce sugli effetti dei cambiamenti del clima e ha l’obiettivo di minimizzare le conseguenze negative e prevenire i danni riducendo al vulnerabilità territoriale e quella socio-economica ai cambiamenti del clima. Questa strategia, quando è possibile, frutta nuove opportunità di sviluppo socio-economico che dovessero sorgere con i cambiamenti climatici.
Alla conferenza anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Sono venuto qui perché sono ovviamente convinto che quello del cambiamento climatico e del futuro dell’ambiente sia uno dei più gravi e complessi problemi globali del nostro tempo", afferma all’uscita il capo dello Stato. ’’Anche l’avvio della discussione di questa conferenza - aggiunge - conferma che per influenzare intese e sforzi coordinati che devono realizzarsi a livello mondiali innanzitutto è essenziale che l’Europa parli con una sola voce".
Quindi, aggiunge Napolitano, "che si porti davvero avanti quella politica europea integrata dell’ambiente e dell’energia che è stata annunciata nel Consiglio europeo di questa primavera. L’Italia deve fare la sua parte".
Clima, l’Oms: «Per ogni grado la mortalità sale del 3%»*
«Per ogni grado in più, sopra una soglia limite, si assiste a un aumento della mortalità del 3% nelle singole città». Mortalità legata alle ondate di calore. È il direttore del programma speciale ambiente e salute dell’Oms Europa, Roberto Bertollini, a lanciare l’allarme, nel corso del suo intervento alla conferenza sui cambiamenti climatici di Roma, allarme che sottolinea lo stretto legame che gli effetti dei cambiamenti climatici hanno sulla salute.
Secondo Bertollini, il problema riguarda soprattutto «le aree metropolitane» ed è legato alle «ondate di calore, che sono uno dei problemi dei cambiamenti climatici». Proprio per i cambiamenti, «tutte le ondate di calore aumenteranno» colpendo per primi «i soggetti a rischio: anziani e bambini». Le grandi città sono le aree che risentono di più del fenomeno e dove le ondate di calore aumentano del 3% il grado di mortalità. in queste aree metropolitane, infatti, ci sono molti «cofattori, come l’inquinamento atmosferico, che possono aumentare i danni».
Per questo, osserva Bertollini, «le politiche di adattamento devono andare di pari passo con l’adeguamento del sistema sanitario». Un esempio di come i cambiamenti influiscano sulle variabili sanitarie è l’arrivo «dagli anni 90, importata dall’Albania, della zanzara tigre» che poi «si è insediata e diffusa velocemente grazie al clima che ha trovato». La diffusione, aggiunge Bertollini, di vettori come zecche e zanzare è «aiutata e favorita dai cambiamenti climatici». Inoltre, prosegue il direttore dell’Oms, «serve una sorveglianza sanitaria per le cure e la prevenzione». Occorre poi, conclude, «uno strumento che dia nuovo respiro, un nuovo regolamento di un piano sanitario di sorveglianza epidemiologica per far emergere i legami tra patologie e cambiamenti climatici».
* l’Unità, Pubblicato il: 13.09.07, Modificato il: 13.09.07 alle ore 16.39
ANSA» 2007-09-13 21:51
PRODI, SERVE NUOVA ALLEANZA CON LA NATURA
ROMA - Italia in ritardo sulle energie rinnovabili, "abbiamo sprecato decenni". Al nostro Paese "serve una nuova alleanza con la natura perché il rispetto dell’ambiente è un fattore di sviluppo". Spetta a Romano Prodi concludere la due giorni della 1/a Conferenza nazionale sul clima promossa dal ministero dell’Ambiente e organizzata dall’Agenzia per la protezione dell’Ambiente, (Apat). Conclusioni che arrivano dopo la presentazione allo stesso Prodi, da parte del ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, di una "strategia nazionale entro il 2008", una sorta di new deal per la sicurezza ambientale, e di 13 azioni concrete per la lotta ai cambiamenti climatici. Il premier ha quindi affermato che la finanziaria "conterrà misure specifiche per l’attuazione e il completamento del piano energetico" e impegni "per l’innovazione".
"Il rispetto dell’ambiente è un fattore di sviluppo" ha aggiunto Prodi sottolineando che "quando si parla di ambiente non si deve discutere solo dei costi". Prodi, ha quindi ribadito un impegno del governo "a favore di un risparmio energetico e a favore della mobilità sostenibile. L’obiettivo è arrivare ad una nuova politica sulle energie rinnovabili". Sulle prospettive Prodi ha affermato che "ci sono da fare degli investimenti il cui tornaconto non sarà a breve termine, ma occorre uno sforzo e il coraggio per decisioni che sono anche dolorose", come nel caso dei tagli alle emissioni di CO2. E propone un "osservatorio" che funzioni da struttura di coordinamento fra mondo della scienza e dell’industria. Per Prodi la Conferenza sul clima va anche resa periodica "magari ogni cinque anni, per vedere i risultati di questa macro-politica". Soddisfazione da parte di Pecoraro Scanio per "l’impegno del premier sulle rinnovabili e sull’estensione degli incentivi a tutti gli elettrodomestici eco-efficienti".
In particolare Pecoraro ha parlato di "grande successo" della Conferenza con 2.500 accreditati, 400 giornalisti, 90 relatori e 100.000 persone collegate via internet. "Il documento finale - ha detto Pecoraro - pone con chiarezza l’obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica in Italia ma soprattutto un adattamento che garantisca la sicurezza ambientale". Due i piani di lavoro sui quali ci si dovrà concentrare nel dopo-Conferenza: uno il new deal, l’altro le prime 13 azioni per l’adattamento sostenibile. Tra queste, si va dall’etichettatura idrica di beni e prodotti ad un sistema di preallarme per frane e alluvioni, passando per incentivi destinati al risparmio energetico e riduzione del consumo di acqua da parte degli agricoltori. Azioni necessarie visti i numeri dell’emergenza clima in Italia.
Dai dati degli esperti è emerso infatti che il nostro Paese si scalda a un ritmo 4 volte più veloce rispetto alla media del resto del Pianeta mentre è anche allarme salute: in Italia, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità la mortalità aumenta del 3% per ogni grado di temperatura in più. Alla giornata conclusiva della Conferenza sul clima è intervenuto anche il presidente del Senato, Franco Marini, per il quale l’impegno per il clima deve diventare "una priorità nell’azione del governo". Il ministro dell’Università, Fabio Mussi, ha richiamato a "una scelta decisa in direzione della ricerca" mentre il ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, si è detto pronto a mettere il tema ambientale come tema clou nella politica industriale". Per le imprese ha parlato il vice presidente di Confindustria Emma Marcegaglia secondo la quale serve "un piano nazionale di efficienza energetica". Dall’opposizione il presidente dei senatori di An, Altero Matteoli, ha proposto un tavolo di confronto "bipartisan".