Il nucleare fa ancora danni. Questa volta succede in Francia, a quaranta chilometri da Avignone. L’incidente risale a martedì sera, quando l’Agenzia per la sicurezza nucleare francese (Asn) ha comunicato che trenta metri cubi di una soluzione contenente 12 grammi d’uranio per litro si sono riversati in due fiumi dal sito nucleare di Tricastin a Bollene (Vaucluse).
La fuoriuscita si è verificata durante le operazioni di pulitura di una cisterna della centrale: i trentamila litri di liquido zeppo di uranio, sono finiti al suolo e si sono riversati in un canale adiacente, che li ha poi riversati nei fiumi La Gaffière e L’Auzon.
Sono state mantenute per tutta la notte di martedì le misure di sicurezza precauzionali nei comuni intorno alla centrale: divieto di attività nautiche, bagno e pesca lungo i due fiumi, blocco della distribuzione di acqua potabile e dei prelievi privati dai due fiumi, oltre che dell’irrigazione dei campi nelle aree interessate dalla fuoriuscita.
Intanto arrivano critiche alla gestione della vicenda. La Commissione di ricerca e d’informazione indipendente sulla radioattività (Criirad) ha denunciato la «mancanza di affidabilità» della centrale di Tricastin, spiegando che «il rischio sanitario è effettivamente lieve, ma questo incidente, non trascurabile, giunge in seguito a un numero crescente di altri incidenti, che mostrano un degrado della gestione delle scorie su un sito destinato invece a svilupparsi».
Criticato anche il modo di dare informazioni sull’accaduto: «l’utilizzo dell’unità di misura della massa (il grammo) - ha aggiunto il Criirad - invece di quella della radioattività (il becquerel) non rende conto dell’ampiezza della fuga». La perdita, conclude la commissione, avrebbe riversato nei fiumi «uno scarico più di 100 volte superiore al limite annuale».
Si è fatta sentire anche l’organizzazione "Uscire dal nucleare", secondo la quale «è impossibile che una tale fuga, contenente uranio, non abbia conseguenze importanti sull’ambiente e sulla salute delle persone».
* l’Unità, Pubblicato il: 09.07.08 Modificato il: 09.07.08 alle ore 15.21
LA CENTRALE NUCLEARE DI TRICASTIN - MAPPA (la Repubblica)
COME FUNZIONA UNA CENTRALE NUCLEARE (Infografica -La Stampa).
Incidente in una centrale nucleare francese
A Fessenheim, nell’Est del Paese: feriti Ministero: Nessun problema per la sicurezza *
Due persone sono rimaste ferite in modo leggero nell’incidente di natura chimica avvenuto oggi pomeriggio nella centrale nucleare più vecchia del parco francese, quella di Fessenheim, nella regione di Strasburgo (est della Francia).
Secondo EDF, che gestisce gli impianti nucleari francesi, l’incidente è stato risolto. "Due persone sono rimaste leggermente ustionate nonostante l’uso di guanti", ha detto un portavoce del gruppo energetico francese, secondo il quale si è trattato di un inconveniente durante la manipolazione di un prodotto chimico, il perossido di idrogeno, noto come acqua ossigenata. "Non è stato un incendio", ha confermato la prefettura locale, secondo la quale "c’é stata una fuga di vapore di acqua ossigenata prodotta dopo che in un serbatoio è stato iniettato perossido che ha reagito con l’acqua". Una cinquantina di pompieri sono tuttora sul posto.
La centrale si trova nel dipartimento dell’Alto Reno nella regione dell’Alsazia, a sud di Strasburgo. E’ a pochissimi km dal Reno che segna il confine tra la Francia e la Germania e a una sessantina di km a nord dal confine svizzero.
L’incidente della centrale di Fessenheim, nell’est della Francia, non ha interessato la "sicurezza nucleare" dell’impianto. Lo ha detto il ministero dell’Ecologia.
ALLARME Esplosione in sito nucleare Un morto e 4 feriti in Francia
L’incidente è avvenuto per un incendio all’interno di un sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi. La zona si trova a 242 chilometri in linea d’aria da Ventimiglia, 257 da Torino, 342 da Genova. Per il governo, la commissione energia atomica e l’Asn: "Non c’è fuga radioattiva o chimica all’esterno dell’impianto" *
PARIGI - Alle 11:45 locali, c’è stata un’esplosione nel forno di un sito nucleare a Marcoule (FOTO 1 - VIDEO 2), nella regione del Gard a sud della Francia (MAPPA 3). L’incidente è avvenuto a causa di un incendio all’interno di un sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi. L’esplosione ha causato un morto e quattro feriti, di cui uno "molto grave" trasferito in elicottero all’ospedale di Montpellier. Il corpo della vittima è stato trovato carbonizzato. Le altre persone sono state invece ricoverate all’ospedale di Bagnols-sur-Ceze. Il bilancio è stato confermato dall’ente nazionale per l’energia elettrica, Edf, mentre i vigili del fuoco hanno eretto un perimetro di sicurezza intorno alla zona. Secondo un portavoce di Edf: "Si tratta di un incidente industriale, non un incidente nucleare". L’Aiea, agenzia internazionale per l’energia atomica, ha comunque attivato il proprio centro per le emergenze.
Quelle centrali che fanno paura all’Europa 4
La mappa dei siti 5
L’esplosione è avvenuta nel sito Centraco della società Socodei, controllata del gruppo Edf, a Codolet, un comune francese di 558 abitanti che si trova nel dipartimento del Gard nella regione della Linguadoca-Rossiglione. "In questo momento - ha affermato il funzionario - non vi è rilascio verso l’esterno". Fonti del commissariato per l’agenzia atomica hanno confermato: "Al momento non c’è stato un travaso all’esterno di materiale radioattivo" e la stessa cosa ha comunicato ufficialmente il governo francese. "Secondo le prime informazioni, si tratta di un’esplosione di una fornace per la fusione di scorie radioattive metalliche di attività debole e molto debole", ha scritto in una nota l’Asn, l’autorità per la sicurezza nucleare francese, confermando che l’incidente non ha causato alcuna fuga radioattiva o chimica all’esterno dell’impianto. "L’incendio scoppiato dopo l’esplosione è sotto controllo", ha aggiunto Edf e il ministero dell’Interno ha confermato: non è prevista nessuna evacuazione né isolamento di lavoratori della centrale dove è avvenuto l’incidente.
Il forno esploso oggi - non distante da Avignone e Nimes -, si trova a 242 chilometri in linea d’aria da Ventimiglia, 257 da Torino 6, 342 da Genova, dove è stata allertata la Protezione civile su tutto il territorio della regione Liguria. Il dipartimento della Protezione civile nazionale è in contatto con l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) per monitorare e verificare gli eventuali rischi per l’Italia. I vigili del fuoco hanno una rete di rilevamento della radioattività pronta a segnalare anomalie.
L’impianto in cui è avvenuta l’esplosione è utilizzato per il trattamento di scorie ma non sono presenti reattori. Nella centrale, filiale della società Socodei e Edf, viene prodotto il Mox, un combustibile nucleare che contiene uranio miscelato a plutonio proveniente dalle armi atomiche. Ma l’eslosione non è avvenuta nella centrale, il sito fa infatti parte del più ampio centro nucleare Marcoule, un’istallazione industriale gestita da Areva e dal Cea, e prima centrale nucleare francese. Nella zona di Marcoule furono costruiti i reattori nucleari a uso militare per le ricerche destinate alla costruzione della bomba atomica francese. Il titolo di Edf, quotato alla borsa 7 di Parigi, è arrivato a perdere il 6% dopo la diffusione delle prime notizie sullo scoppio.
L’incidente avvenuto nel sito nucleare di Marcoule "non riguarda sicuramente la centrale nucleare", ha detto l’esperto Emilio Santoro, dell’Enea. "L’esplosione - ha aggiunto - è avvenuta in un impianto per il ritrattamento del combustibile". Non è chiaro, al momento, se si tratti di un forno per estrarre l’umidità dal combustibile oppure di un impianto nel quale vengono fusi o vetrificati i metalli a bassa attività. "La causa dell’incidente al momento non è nota", ha osservato Santoro. "Probabilmente si è trattato di un effetto prodotto da una cattiva gestione o dall’anomalia all’interno di un forno".
* Per maggiori dettagli, cfr. la Repubblica, 12 settembre 2011
Tremonti: «Il nucleare è già in Finanziaria»
Il nucleare? È già in Finanziaria. Il governo accelera sul fronte dell’energia nucleare: già nella prossima manovra economica si stanzieranno i fondi per partire con le centrali. L’annuncio lo dà il ministro Tremonti in tv, a Ballarò: «In Finanziaria - dice - c’è una norma che prevede l’avvio del finanziamento dei progetti per il nucleare». In sostanza, ha voluto chiarire il ministro, «partono le centrali».
Buono a sapersi, verrebbe da dire, visto che una scelta del genere forse meriterebbe un pizzico di discussione in più che un annuncio alla telecamere. Ma tant’è, il governo Berlusconi è parecchio sensibile alle pressioni che arrivano a Confindustria, Che, guarda caso, proprio martedì, poche ore prima che Tremonti riferisse da Floris, aveva annunciato l’avvio di un «tavolo di studio» sull’esperienza finlandese. La presidente Emma Marcegaglia spiegava che «stiamo cercando di capire se possiamo utilizzare questo modello, in cui produttori di energia e grandi consumatori hanno realizzato insieme una centrale nucleare». Un modello, insomma, dove le grandi imprese, quelle che consumano, parteciperebbero alla costruzione delle centrali stesse. D’altronde la Marcegaglia lo va ripetendo da mesi: «La questione dell’energia - aveva detto subito dopo al sua nomina alla presidenza - è molto sentita dalle imprese. Un passo verso il nucleare - sosteneva -sarebbe una spinta per la produttività». Tanto più se lo fate fare a noi.
Coincidenza vuole, infine, che proprio lunedì in Francia, patria del nucleare in Europa, si sia verificato l’ennesimo incidente. Il quarto in tre mesi, alla faccia del «nucleare sicuro». La fuoriuscita è successa di nuovo nella centrale di Tricastin: durante alcuni lavori di manutenzione in uno dei reattori, sono rimaste lesionate due unità di contenimento del combustibile, che alcuni operai stavano tentando di rimuovere. Le operazioni sono state immediatamente interrotte e la struttura evacuata: secondo l’Autorità statale per la Sicurezza Nucleare nessuno dei presenti ha riportato danni e non si sono verificate fughe di radioattività all’esterno. A Tricastin sono stati registrati numerosi incidenti quest’estate: una diffusione eccessiva di carbonio 14 gassoso a inizio agosto, una perdita di acque contenenti uranio radioattivo (che ha determinato la dispersione di 74 chilogrammi della sostanza in due fiumi) nella notte tra il 7 e l’8 luglio, mentre 15 giorni dopo, un centinaio di dipendenti della centrale sono stati «contaminati in modo leggero» in seguito alla dispersione di polveri radioattive.
* l’Unità, Pubblicato il: 10.09.08, Modificato il: 10.09.08 alle ore 19.10
Nucleare, Tricastin: altri 45 operai in osservazione
Prima una perdita d’acqua nei fiumi, poi i cento addetti contaminati e ora il terzo incidente nel giro di un mese. La centrale nucleare di Tricastin, distante una quarantina di chilometri da Avignone, in Provenza, è la seconda per importanza degli oltre cinquanta impianti attivi in Francia.
Questa volta l’allarme è scattato per una nube di polvere, uno sbuffo di polvere radiattiva. Erano le 9,30 di martedì e la notizia è iniziata a trapelare, da fonti incrociate, mediche e interne alla centrale, nel primo pomeriggio dopo che un centinaio di impiegati sono stati sgomberati dall’impianto a causa dell’allarme lanciato dopo una nuova fuoruscita di polvere radioattiva dal reattore N°4.
Sulle 127 persone sgomberate, 45 sono state condotte nell’infermeria. Due operai , hanno detto le autorità sanitarie, presentano «tracce estremamente deboli» di radioattività definite «non significative». «Siamo al di sotto della soglia», ha rassicurato Jean Girardi, un ingegnere della centrale che ha parlato con la televisione privata Lci.E alla fine è stato concluso che si è trattato di un falso allarme. «Il medico - ha aggiunto il portavoce della centrale- ha concluso che non c’è alcuna contaminazione». Un’inchiesta verrà comunque aperta - ha aggiunto - ma per verificare la causa che ha fatto scattare l’allarme.
Non appena trapelata la notivia dell’evacuazione la compagnia elettrica Edf, la cui bandiera sventola sulla centrale, si è subito attivata per minimizzare e assicurare che la fuoruscita di polveri non ha alcuna incidenza sulla salute del personale interessato.
Anche la prima perdita era stata giudicata inizialmente senza impatto sull’ambiente ma gli abitanti cominciano ad avere davvero paura per lo stato di conservazione dell’ormai famigerato reattore N°4.
È da lì infatti che provengono tutti i guasti. Il 23 luglio scorso cento dipendenti sono stati «leggermente contaminati» con radioelementi fuorusciti da un condotto sempre dal reattore N°4. Il 7 luglio scorso per errore sono stati riversati 74 chili di uranio in due fiumi. dalla filiale di smaltimento di rifiuti della Socatri nelle acque del Gaffiere e del Lauzon, affluiente del Rodano.
Ora sono in corso indagini per individuare le cause dell’incidente che si è prodotto verso 9.30 di martedì sempre nell’edificio del reattore N°4, attualmente fermo per manutenzione.
Intanto i prezzi delle case intorno hanno subito un netto crollo, chi può ha già traslocato altrove e i produttori di vino della zona pretendono di cambiare nome all’area vinicola dando per scontato un deprezzamento del marchio. Tricastin ora è diventato sinonimo di rischio nucleare. Solo il simbolo, l’esempio più eclatante, di un problema che sembra però molto più vasto.
Altri due incidenti, avvenuti nei giorni scorsi nelle centrali nucleari francesi, hanno coinvolto gli impianti di Romans sur Isere e Saint Alban, dove 15 operai sono rimasti contaminati. È tutto il nucleare francese a sembrare oggi veramente poco sicuro.
* l’Unità, Pubblicato il: 29.07.08, Modificato il: 29.07.08 alle ore 19.05
Polveri radioattive, nuovo incidente nella centrale di Tricastin nel Sud della Francia *
Nuovo incidente alla centrale nucleare di Tricastin a 40 chilometri da Avignone, nel sud della Francia. Un centinaio di impiegati sono stati sgomberati dall’impianto a causa dell’allarme lanciato dopo una nuova fuoruscita di polvere radioattiva dal reattore No4. Lo hanno riferito fonti concordanti.
Sulle 127 persone sgomberate, 45 sono state condotte nell’infermeria. Due operai presentano «tracce estremamente deboli» di radioattività definite «non significative». «Siamo al di sotto della soglia», ha rassicurato Jean Girardi, un ingegnere della centrale che ha parlato con la televisione privata Lci.
Secondo la compagnia elettrica Edf, questa fuoruscita di polveri non ha alcuna incidenza sulla salute del personale interessato. Sono in corso indagini per individuare le cause dell’incidente che si è prodotto verso 9.30 di oggi nell’edificio del reattore No4, attualmente fermo per manutenzione.
Negli ultimi giorni la centrale di Tricastin ha destato allarme: il 23 luglio scorso cento dipendenti sono stati «leggermente contaminati» con radioelementi fuorusciti da un condotto sempre dal reattore No4. Il 7 luglio scorso per errore sono stati riversati 74 chili di uranio in due fiumi.
* l’Unità, Pubblicato il: 29.07.08, Modificato il: 29.07.08 alle ore 16.27
Nucleare colabrodo in Francia
Altro incidente: 100 contaminati
Seconda fuga a Tricastin in 16 giorni
Cento operai della centrale nucleare del Tricastin, dove alcuni giorni fa c’era stata una fuga di materiale radioattivo, sono stati contaminati «leggermente» da elementi fuorusciti da una tubatura nella reattore numero 4, fermo per manutenzione. Lo ha reso noto la direzione di EDF.
È il secondo incidente nella stessa centrale. Il 7 luglio nella centrale nucleare di Tricastin, regione di Vaucluse, una perdita di acqua radioattiva contaminò anche i fiumi vicini.
Gli operai irradiati nella centrale di Tricastin, che si trova a oltre 200 chilometri dall’Italia, sono stati contaminati dal cobalto 58.
L’incidente, secondo EDF, è avvenuto questa mattina e avrebbe provocato contaminazioni «leggere, 40 volte inferiori al limite regolamentare».
I 97 dipendenti sono stati evacuati d’urgenza dalla centrale quando l’allarme della contaminazione si è messo a suonare per una fuga nel reattore numero 4. Fra i 97, sarebbero 91 ad aver presentato segni di contaminazione al cobalto 58, un «metallo bianco» che entra nella composizione di leghe speciali, pneumatici e coloranti ma che, attivato a livello radio, è presente nei reattori e, da solo, possiede il 39% di tutta l’attività irradiante.
Gli impiegati contaminati sono stati visitati e rimandati a casa, per loro non esisterebbero pericoli immediati. Si tratta del terzo incidente nucleare nella regione in meno di 16 giorni.
L’incidente è stato classificato provvisoriamente, in attesa di ulteriori accertamenti, al livello «zero» della scala Ines (International Nuclear Event Scale, che va da 0 a 7), come annuncia un portavoce dell’Agenzia per la sicurezza nucleare francese (Asn).
L’Istituto vigilanza sui rischi nucleari francese però pubblicherà un avviso sull’incidente, una procedura insolita perchè normalmente l’Asn pubblica l’avviso a partire dal livello uno. Ma secondo la portavoce, la decisione è stata presa per via del contesto (tre incidenti nucleari in quindici giorni) e dell’esposizione di un centinaio di persone. La dose radioattiva rilasciata, tuttavia, è stata definita «poco importante».
Solo lunedì scorso si è avuta notizia della contaminazione di altri quindici operai dell’impianto nucleare di Saint Alban, nella regione dell’Isere (sud della Francia) per la fuoriuscita di liquido radioattivo. Lo rendeva noto sempre l’Edf, l’azienda elettrica francese. «Gli operai sono stati leggermente contaminati nel corso di un intervento di manutenzione su un cantiere dell’unità produttiva numero due», ha indicato un responsabile della direzione.
Molte polemiche sulla possibilità che l’Italia possa riabbracciare il nucleare, come vuole il governo Berlusconi. «Sul gravissimo incidente alla centrale nucleare di Tricastin nel Sud Est della Francia, che vede coinvolti cento operai, le autorità italiane vigilino attentamente», dichiara il senatore Roberto Della Seta del Pd. «Un fatto di una gravità inaudita che mette a rischio la vita di migliaia di persone e i cui effetti non siamo ancora in grado di determinare. Più che ad una centrale sembra di essere di fronte ad un colabrodo».
Per Ermete Realacci «uno dei problemi che il nucleare porta con se è la mancanza di trasparenza. È sconcertante che solo oggi venga resa nota la notizia che 100 operai siano rimasti contaminati dopo l’incidente della centrale di Tricastin», afferma Realacci, ministro dell’Ambiente del Governo Ombra del Pd. «Non è neanche chiaro - aggiunge - se ci sia stato o meno un nuovo incidente. Chiediamo al Ministro dell’Ambiente e al Governo italiano di chiedere urgentemente all’Aiea di riferire senza omissioni quanto accaduto in Francia».
Per Angelo Bonelli dei Verdi «la catena d’incidenti alle centrali nucleari francesi dimostra quanto il ritorno all’atomo sia altamente pericoloso. Il nucleare radioattivo è, infatti, è insicuro e costoso e non è una soluzione nè alla questione climatica che a quella energetica». Angelo Bonelli dei Verdi ha commentato la notizia dell’avvenuta contaminazione di circa 100 lavoratori della centrale atomica francese di Tricastin a 160 chilometri dal confine con l’Italia. «Il Governo Berlusconi abbandoni la follia del ritorno a nucleare - ha concluso Bonelli - se così non fosse si compierebbe una vera e propria truffa nei confronti dei cittadini sulle cui spalle ricadrebbero gli enormi costi economici, sociali ed ambientali. Siamo pronti a mobilitarci per contrastare questo imbroglio ai danni degli italiani».
Per l’ex ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio«Si tratta di un vero e proprio allarme nucleare: quattro incidenti a centrali atomiche nel Paese più attrezzato dal punto di vista tecnico dimostrano quanto sia rischioso il ritorno all’atomo - afferma -. Se il governo non rinuncerà a questa vera e propria follia di tornare al nucleare - conclude - lavoreremo per promuovere un nuovo referendum».
* l’Unità, Pubblicato il: 23.07.08, Modificato il: 23.07.08 alle ore 21.41
Nucleare, in Francia contaminati
100 operai della centrale di Tricastin *
PARIGI - Cento operai della centrale nucleare francese del Tricastin, dove alcuni giorni fa c’era stata una fuga di materiale radioattivo, sono stati contaminati "leggermente" oggi da elementi fuorusciti da una tubatura nella reattore numero 4, fermo per manutenzione. Lo ha reso noto la direzione di EDF.
Nucleare, nuovo incidente in Francia: 15 operai contaminati
Continuano i problemi nelle centrali nucleari francesi: è avvenuto un terzo incidente in due settimane. Venerdì scorso 15 operai sono stati leggermente contaminati da elementi radioattivi, secondo i tecnici in modo non pericoloso per la loro salute, nell’impianto gestito da Electricitè de France (Edf) a Saint-Alban/Saint Maurice (Francia sudorientale). L’incidente, svelato solo ora dal quotidiano regionale Le Dauphinè Liberè, non è stato classificato dall’Agenzia di sicurezza nucleare. «Questi lavoratori - ha precisato un responsabile di Edf - provenienti da imprese esterne, sono stati contaminati molto leggermente durante un intervento in un cantiere di manutenzione all’unità di produzione 2, attualmente chiuso per le verifiche decennali».
Gli operai sono stati subito inviati al servizio medico dell’impianto, dove sono stati sottoposti a controlli medici che hanno rivelato l’assenza di residui radioattivi nel loro organismo. Edf ha comunque avviato «una serie di controlli per comprendere le circostanze dell’avvenimento».
In seguito all’incidente, sono state ritrovate «tracce di elementi radioattivi» nel corso dei monitoraggi e dei controlli di routine dei dipendenti dell’impianto. I lavoratori sono stati sottoposti a un controllo medico ma l’azienda esclude che vi siano conseguenze di alcun tipo per la loro salute. Le cause dell’incidente non sono ancora state chiarite. «I livelli di contaminazione sono inferiori al limite regolamentare e dei nuovi controlli medici, effettuati questa mattina (lunedì), hanno rivelato che non vi è più alcuna traccia di contaminazione», sottolinea la stessa fonte Edf.
Questo incidente nell’Isere avviene dopo quello del 7 luglio nella centrale nucleare di Tricastin, regione di Vaucluse, e quello del 18 luglio della centrale di Romans-sur-Isere, nella Drome.
* l’Unità, Pubblicato il: 21.07.08, Modificato il: 21.07.08 alle ore 19.36
L’Autorità francese per la sicurezza nucleare: la fuoruscita
delle acque contaminate causata da una rottura nel sistema di canalizzazione
Francia, nuova fuga radioattiva "Nessun impatto sull’ambiente"
L’impianto a Romans-sur-Isere, nel sud-est della Francia
Secondo episodio nel giro di pochi giorni
PARIGI - Fuoriuscite di acque contaminate da elementi radioattivi, "senza impatto sull’ambiente", sono state registrate in un impianto della Areva a Romans-sur-Isere, nel dipartimento della Drome, nel sud-est della Francia. Lo ha reso noto stamane l’Autorità francese per la sicurezza nucleare spiegando che la fuoruscita delle acque contaminate è stata causata da una rottura nel sistema di canalizzazione.
Si tratta della seconda fuga di liquidi registrata in due settimane dopo quella avvenuta nella notte tra il 7 e l’8 luglio nella centrale di Tricastin (Vaucluse), sempre nella Francia meridionale, che ha spinto il governo a richiedere ieri la verifica delle falde freatiche situate vicino a tutte le centrali nucleari francesi.
Nella notte tra il 7 e l’8 luglio durante alcune operazioni di pulitura trenta metri cubi di una soluzione contenente 12 grammi d’uranio per litro si sono riversati in due fiumi dal sito nucleare di Tricastin, gestita da due società filiali del gruppo Areva. Dopo un’inchiesta interna, Areva ha ammesso che all’origine dell’incidente c’è stata "mancanza di coordinamento" tra chi gestiva i lavori di sistemazione in corso nell’impianto e i responsabili delle attività di sfruttamento.
* la Repubblica, 18 luglio 2008 - per eventuali aggiornamenti, clicca sul rosso)
L’incidente avvenuto lunedì nel sud-est, vicino ad Avignone
L’autorità per la sicurezza ha chiesto oggi lo stop per l’impianto
Francia, perdita di acqua con uranio
sospesa attività in centrale nucleare
Problemi anche in Svezia, incendio allo stabilimento
nucleare di Ringhals. "Situazione sotto controllo"
MARSIGLIA - Verrà sospesa l’attività in una parte del sito nucleare francese di Tricastin (Vaucluse) dopo il riversamento accidentale di acque contenenti uranio nei fiumi circostanti avvenuto nei giorni scorsi.
E’ stata l’Autorità per la sicurezza nucleare francese a chiedere in mattinata a Socatri, società satellite del colosso energetico Areva, di sospendere l’attività del suo sito di trattamento nella centrale nucleare di Tricastin, nel sud-est della Francia, e di prendere "misure immediate di messa in sicurezza", dopo la perdita di acqua contenente uranio.
La fuoriuscita si è verificata lunedì e le autorità hanno chiesto agli abitanti della regione di non bere acqua e di non mangiare pesce, vietando anche di bagnarsi nelle acque contaminate. Un’ispezione al sito condotta giovedì dall’Autorità per la sicurezza nucleare non ha dato i risultati sperati: "La messa in sicurezza destinata ad impedire ogni ulteriore inquinamento non è completamente soddisfacente" fa sapere l’Autorità secondo quanto riferisce Le Figaro.
"Prenderemo queste contromisure - ha assicurato il portavoce della Socatri - in modo di assicurare che questi incidenti non si ripetano". L’impianto di Tricastin è uno dei 58 impianti nucleari sul territorio francese ed è collocato a circa cinque chilometri da Avignone.
Intanto sempre oggi un incendio ha distrutto il tetto di una turbina dell’impianto nucleare di Ringhals, in Svezia. Intervento immediato dei servizi di sicurezza che hanno assicurato che la situazione è sotto controllo. L’impianto di Ringhals, nel sudovest della Svezia, è di proprietà della Vattenfall con una partecipazione della tedesca E.On.
* la Repubblica, 11 luglio 2008
IL CASO
Tricastin, sotto accusa
la centrale dei misteri
Allarme per il rapporto choc dell’Istituto di radioprotezione
Incidenti nascosti e plutonio: il governo fa controllare tutti i siti
di FRANCESCO SPINI (La Stampa, 18/7/2008)
BOLLÈNE Tirando le somme, quei settantaquattro chili di uranio che una decina di giorni fa sono sfuggiti dalla centrale nucleare di Tricastin, cuore nero della Provenza di Cézanne e a due passi dal confine con l’Italia, sono solo l’ultimo dei misteri che aleggiano dietro il più grande sito di Francia, del mondo pure. Misteri fatti di materiali radioattivi sfuggiti di mano, scorie dimenticate, perfino di bombe atomiche.
I silenzi, le mezze verità che hanno contrassegnato da subito l’incidente segnalato la mattina dell’8 luglio e in realtà successo la sera prima, da subito hanno instillato il dubbio: cosa c’è dietro Tricastin? Il quadro uscito negli ultimi giorni è sorprendente: incidenti finora poco o per nulla noti e contaminazioni oltre le attese. L’ultima scoperta è di due giorni fa: a un paio di chilometri di distanza dalla centrale sono state trovate falde freatiche e pozzi privati dove il tasso di uranio rilevato dall’Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare, l’Irsn, arriva a punte di 64 microgrammi per litro, ben oltre i 15 ammessi dall’Oms per dichiarare potabile l’acqua.
Gli abitanti dei quattro Comuni - Bollène, Lapalud, Lamotte-du-Rhone, Mondragon - che vivono all’ombra di queste due grandi ciminiere che interrompono bruscamente lo skyline della pianura a cavallo tra la Vaucluse e la Drome, vivono senz’acqua (proibito berla, nuotarci, mangiarne il pesce, irrigare i campi...) e nel panico. E ora guardano con sospetto quest’ambiente contaminato da uranio e bugie: difficile infatti che l’ultimo incidente sia alla base di contaminazioni così lontane dal sito. Non è un caso, quindi, che anche la politica ora si muova. Il ministro dell’Ambiente Jean-Louis Borloo ha chiesto controlli a tappeto attorno a tutte le 58 centrali francesi: «Non voglio che la gente sia sfiorata dal dubbio che venga nascosta o sottaciuta alcuna situazione. Voglio trasparenza, trasparenza, trasparenza».
Il sito nucleare non è solo «la centrale» che batte la bandiera di Edf. È fatta da una serie di laboratori - dalla Comurhex a Eurodif, fino a Socatri, tutti del gruppo Areva - che lavorano l’uranio grezzo, ne ottengono un gas, lo arricchiscono affinché sia utile alla fissione con cui si produce energia. Quindi decontaminano gli strumenti serviti per l’arricchimento: lì è successo l’ultimo incidente. È sotto questi capannoni che vanno cercate le risposte alle tante domande che restano a mezz’aria. A cominciare da quelle falde sotterranee contaminate. Secondo la Criirad, commissione di ricerca indipendente sulla radioattività, la contaminazione sarebbe collegata alle 700 tonnellate di scorie nucleari «sepolte» sotto un cumulo di quattro metri di terra proprio nel sito nucleare. È il prodotto della ventennale opera della Cogema (sempre del gruppo Areva) che dal ‘70 al ‘96 ha supportato la grandeur nucleare francese al fianco della Cea, la commissione atomica: lì arricchivano l’uranio (al 90% contro il 3% dell’uranio «civile») per costruire ordigni nucleari. E sarebbero i rifiuti di quei processi ad aver «arricchito» pure le acque di Bollène. «È falso, quei rifiuti ci sono, ma sono assolutamente in sicurezza», ribattono da Areva.
La Criirad però non finisce qui nell’elenco dei piccoli incidenti che già nel 2002 l’avevano portata a rilevare tutt’intorno a Tricastin livelli di «radiazioni abnormi - spiega l’ingegnere nucleare Bruno Chareyron, a capo del laboratorio di Criirad -. Non si può parlare di pericolo immediato, ma di rischi nel lungo periodo per la popolazione di contrarre tumori, quello sì». Si può andare ancora più indietro, al 1986 - l’epoca funesta di Chernobyl -, più precisamente al 23 giugno quando una fuga di esafluoruro d’uranio portò il livello di radioattività dell’aria a 130 bequerel per metro cubo, «quando il dato normale è di 0.00001». Non basta? Esiste una ricerca dell’Alto Commissariato per l’energia atomica (il rapporto Guillemont), che riporta quest’ultimo incidente, così come altri occorsi nel ‘91 (sgocciolamento di nitrato d’uranio sulla ferrovia della Sogema) e nel ‘97, con una fuga nel terreno di uranio arricchito. Chareyron ricorda i valori abnormi di tritio e carbonio 14 rilevati solo un anno fa. Alla Areva minimizzano: «La situazione è sempre stata sotto controllo, noi abbiamo sempre fornito la massima trasparenza. Il ministro vuole chiarezza? È solo una questione politica». Ma si ricordano solo l’incidente «del 1977, quando ci fu una fuga di esafluoruro d’uranio dalla Comurhex». La gente però vuole chiarezza mentre il moloch dei misteri continua a sbuffare vapore in questa pianura condannata, senz’acqua, ad appassire.
Giuseppe Onufrio, Greenpeace: «Gli incidenti nucleari? Tagliano i costi, aumentano i rischi»
di Toni Fontana *
Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace, è preoccupato: «Il taglio dei costi è all’origine degli incidenti. È profondamente scorretto dire “tanto siamo circondati”. Un conto è gestire il passaggio di una nube, un conto evacuare popolazioni, noi importiamo energia nucleare dalla Francia, ed esportiamo rischi».
Perché si susseguono gli incidenti in Francia?
«Il susseguirsi di incidenti di piccola e media entità, in Francia come in Spagna, è anche un segno di invecchiamento dei reattori e degli impianti nucleari. Come tutte le macchine, più i reattori invecchiano e più è alta la probabilità di guasti e rotture. Nel penultimo incidente a Tricastin, l’origine era stata individuata in una tubatura da tempo in cattive condizioni. Il taglio dei costi è all’origine di altri incidenti, da quello di Tokai-Mura, con 3 operai morti anche perché non sufficientemente addestrati, all’incidente che, nel 2005, ha portato alla chiusura dell’impianto di riprocessamento di Sellafield nel Regno Unito. Anche in quel caso per la rottura di una tubatura».
Si tagliano le spese e si accrescono i rischi..
«L’energia nucleare è un’opzione rischiosa e molto costosa: e tagliare i costi produce un aumento ulteriore dei rischi. Noi importiamo energia nucleare dalla Francia, ed esportiamo rischi. È profondamente scorretto sostenere che siamo circondati dai reattori e quindi... C’è un principio della “radio-protezione”: più il pericolo è lontano e meno dosi si hanno. L’Italia ha un sistema di allerta abbastanza moderno, ma un conto è gestire il passaggio di una nube, un conto evacuare una parte della popolazione. Il problema è: quali sono i rischi e non se ci sono rischi».
* l’Unità, Pubblicato il: 24.07.08, Modificato il: 24.07.08 alle ore 10.26