Laboratorio di giornalismo

di Mauro Diana - PLURALISMO NELL’INFORMAZIONE: IL CASO TG5

Via la vecchia guardia: dopo Mentana, è il turno di Sposini che lascia anche Mediaset
giovedì 27 aprile 2006.
 

PLURALISMO NELL’INFORMAZIONE: IL CASO TG5

Via la vecchia guardia: dopo Mentana, è il turno di Sposini che lascia anche Mediaset

Ci siamo. Dopo le elezioni ci saranno rimpasti anche nelle dirigenze dei telegiornali. Cambierà il Cdr della RAI, ed è cambiato, e sta cambiando, l’assetto dirigenziale del Tg5. Spazzato via Enrico Mentana nel novembre 2004 da un personaggio come Carlo Rossella, ora è il turno di un altro fondatore del telegiornale della rete ammiraglia Mediaset, Lamberto Sposini. Però, mentre Mentana è rimasto a Mediaset dove è direttore editoriale e dove conduce anche il programma Matrix, Sposini ha deciso di voltare le spalle all’intera azienda. Veniamo ai fatti: 30 marzo, in chiusura del Tg5 delle 20:00. Lamberto Sposini, pur non essendo in onda quel giorno, ricevuta una agenzia cui faceva riferimento di una replica di Fassino ad una affermazione del Presidente del Consiglio Berlusconi, chiedeva all’anchorman di turno di leggerla, nonostante il parere contrario del direttore Rossella. La notizia, che parlava di “delinquenza politica” da parte della Cdl, alla fine è stata letta, perché arrivata entro l’orario di termine dell’edizione, ma ha causato la rottura di ogni tipologia di rapporto di fiducia tra Rossella ed il suo vicario Sposini. Il giornalista umbro, dopo una vacanza “forzata”, ha deciso di rescindere il contratto e di lasciare l’azienda che lo ha visto protagonista di molte serate davanti al televisore di milioni di italiani. Perché accade tutto ciò? Non è facile da spiegare, ma in gergo questo si chiama “effetto panino”. Brevemente chiariamo di cosa si tratta: prima viene data una notizia riguardante una certa parte politica, poi, nel servizio successivo, si dà spazio alle repliche della controparte. Infine, nel terzo servizio, nuovamente si fa parlare la prima parte, lasciando così in sospeso le repliche del secondo servizio. Risultato? Il servizio che si trova nel mezzo, è mangiato dal primo e terzo servizio, dalle due fette di pane che coprono il ripieno. Dunque, via Mentana e via Sposini. Via la vecchia guardia, insomma. Via quella parte di giornalismo che, seppur non apertamente schierato, garantiva una certa dose di pluralismo nel Tg5. Infatti, osservando l’attuale dirigenza del telegiornale di Canale 5, possiamo scorgere sì nomi di primo piano e bravissimi giornalisti, ma tutti questi sono apertamente schierati con Berlusconi: a parte il già noto Carlo Rossella da sempre amico di Bonaiuti, i vicedirettori attuali sono tutta gente che con la Cdl và molto d’accordo: Toni Capuozzo, da comunista a berlusconiano; Andrea Pamparana, che già ha scritto svariati libri sulle tangenti rosse e sull’impunità del Pci durante tangentopoli; Pietro Vigorelli, che conduceva il programma “Superpartes” di cui sopra le parti era solo il titolo del programma, non la realtà; e poi la Cesarona Buonamici nazionale, volto storico del Telegiornale. Non solo, tra i giornalisti “non conduttori”, troviamo nomi degni del più puro nepotismo nazionale: Lella Confalonieri, Chiara Geronzi, Donata Scalfari, Fabio Tricoli. Ricordano qualcosa questi cognomi? Nonostante il Cdr del Tg5 continui a dire che la pluralità nell’informazione sarà comunque garantita, perché è il punto di forza dello stesso telegiornale di Mediaset, visti i vertici della Testata si nutrono forti dubbi. Quantomeno dal sottoscritto, che segue il Tg5 da sempre, e da sempre lo apprezza per la sua semplicità ma completezza dell’informazione. Ma che, da qualche mese a questa parte, ha potuto notare la differenza tra la gestione di Mentana e quella di Rossella. È forse solo una mia impressione? Devo cambiare telegiornale?

Mauro Diana


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