Paura di vivere, paura di morire....

E’ cosi’ che alleviamo i nostri figli... Senso di colpa - di Claudio Baldi, a cura di pfls

martedì 1 aprile 2008.
 

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-  E sì...
-  Perché in realtà
-  è tutta Pubblicità, è tutta Propaganda Progressista
-  Viviamo in una Prigione
-  Sempre più Piccola
-  che ci impedisce di crescere, di maturare e di uscire
-  E Porte e finestre sono tutte sbarrate
-  dalle nostre stesse Puttanate

[...]


SENSO DI COLPA

di Claudio Baldi *

Proteggere i propri cari da tutte le sofferenze inutili e dai dolori insensati è l’etica dominante nella cultura della nostra società. D’altro canto lo sono anche il vivere le disgrazie individuali come se fossero punizioni divine e il vivere in uno stato di paranoia latente ma costante, grazie allo spiccato e ispiratissimo senso di colpa cristiano per qualunque cosa, visto che Dio ci avrebbe lasciato il libero arbitrio e che noi forgiamo il nostro destino ad ogni ora... E facciamo la Storia! (Allora ci Vuole Vasco per smussare un po’ la cosa - e per ricordare e sottolineare almeno la continua possibilità di fuga - dalla follia stupida della nostra epoca - : “Qui si fa la storia ...o non si fa. Si deciderà, tutto qui. CHI può aspettare... aspetterà! NOI - invece - scappiamo fuori di qui!” - da questa follia, da questa pazza attesa continua che si ostinano a chiamare Storia o Fare la Storia, da questa Vita da cui alla fine si esce PER FORZA!).

-  E’ così
-  che alleviamo
-  i nostri figli
-  Sotto la cupola di cristallo
-  di informazioni continue, identiche e pilotate
-  tutte vendute a scopo variabile o a senso prefabbricato
-  oppure gratuite, automatiche e del tutto prive di
-  significato

-  E’ così
-  che vogliamo restare
-  anche noi stessi
-  Al caldo di un focolare a cristalli liquidi ben levigati
-  Pieno di concetti dietetici, ben cotti e pre-cucinati
-  Al riparo dai fiocchi freddi, ruvidi e selvaggi dei
-  liberi pensieri
-  E lasciando da parte la realtà salata e cruda
-  fatta di lacrime, sangue, sperma e saliva

-  E’ così
-  che teniamo
-  i nostri cari
-  Sotto lo schermo protettivo
-  di immagini che somigliano tanto
-  a quelle dei lieti spot pubblicitari
-  Dentro una bolla d’aria
-  nell’assenza completa di emozioni forti
-  al riparo dalla vitalità incontrollabile delle passioni
-  Nel vuoto Pneumatico
-  distante dal tatto, dall’Altro e da Tutto
-  e sicuro quanto un Profilattico scientificamente
-  Testato

-  E’ così
-  che vogliamo
-  un ambiente sano
-  un luogo asettico
-  un contesto controllato
-  un mondo sicuro
-  una Parrocchia Previdente
-  e Provvidenziale
-  E anche la Polizia, Poi...!
-  Disciplina Preventiva
-  Piena di Pene e di Peccato
-  Paternalistica e Punitiva
-  Male che va c’è il Penitenziario
-  Tra poco sarà l’inferno
-  ...Intanto il Purgatorio!

-  E’ così
-  che oggi si scrive un buon libro
-  E’ così che si fa la campagna contro l’alcool
-  contro la velocità, contro il fumo...
-  Sicurezza Stradale, Sessuale e Salutista
-  Sfrenata, Suprema
-  Ma è impossibile
-  dire Anche Stupida

-  E’ così
-  che si fa la televisione
-  E’ così
-  che si Produce Profitto dalle Paure
-  E’ così
-  che si fa Perfino ...l’Amore!

-  E così...
-  La Prudenza, la Prevenzione, la Protezione
-  sono Prioritarie
-  per Promuovere e Potenziare
-  ...la nostra Putrefatta Prigionia

-  E sì...
-  Perché in realtà
-  è tutta Pubblicità, è tutta Propaganda Progressista
-  Viviamo in una Prigione
-  Sempre più Piccola
-  che ci impedisce di crescere, di maturare e di uscire
-  E Porte e finestre sono tutte sbarrate
-  dalle nostre stesse Puttanate

-  Si subiscono operazioni e non si dice niente ai
-  parenti, perché gli si vuol bene, li si vuole far star
-  tranquilli. I vecchi invecchiano e cercano il congedo
-  dai figli. I figli però non glielo sanno concedere! La
-  morte non è più solo inaccettabile, è anche e
-  soprattutto INAMISSIBILE. E’ un tabù.
-  Porta sfiga anche solo parlarne. E’ roba per persone
-  depresse e pessimiste. E’ per gente troppo debole e
-  triste, che deve vergognarsi, anche, e nascondere
-  sempre le proprie lacrime!

-   Eh, miei cari figli, sono un vecchio ...e sto morendo, ormai.
-   Ma smettila! Ma dài! Ma che dici? Figurati! Stai benissimo! Sei una roccia!

Sorriso e pacca sulle spalle. Così il nonno non può smettere di sentirsi vecchio, debole e morente, ma deve sentirsi anche bambino e stupido perché non preso sul serio, bugiardo perché non creduto, rincoglionito e sbagliato perché contraddetto e confutato. E poi, soprattutto, maledettamente solo e isolato, senza più nemmeno l’ultimo e più significativo diritto umano di dire
-  Ciao, cazzo, io me ne vado.

* data di pubblicazione sul sito, 01.04.2008.


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