Nave dei veleni: manifestazione ad Amantea *
Da Chiaiano a Crotone, da Maratea ad Aiello Calabro e Praia a Mare: si è ritrovato in massa ad Amantea il popolo che si ribella alla contaminazione dei veleni affondati nelle «navi a perdere» o sotterrati nelle valli dell’interno sulla base di quello che è ormai uno dei business di punta della ’ndrangheta. In migliaia e migliaia, cittadini e studenti, ma anche autorità e sindaci, con tanto di fasce tricolori e gonfaloni, assieme a rappresentanti di associazioni (in prima fila Legambiente e Wwf), partiti e sindacati, hanno invaso la cittadina tirrenica diventata per un giorno la capitale di chi dice «no» all’avvelenamento di interi territori.
Nemmeno la pioggia, caduta ad intermittenza per tutta la mattinata, è riuscita a scoraggiare la marea umana scesa in piazza. Tanta era la voglia di sollecitare gli interventi immediati necessari per fare chiarezza sul carico della nave inabissata al largo di Cetraro o dei fusti interrati nella poco distante valle del fiume Oliva, dove si registra una mortalità per tumore più elevata del 10% rispetto alla norma. Rabbia e bisogno di verità. Sentimenti espressi nei tantissimi slogan urlati soprattutto dagli studenti, alcuni dei quali hanno anche indossato maschere antigas. «Giù le mani dalla Calabria», hanno scandito i ragazzi provenienti da tutta la regione, imbracciando cartelli con la scritta «Le scorie portatele in Parlamento».
Ad aprire il serpentone, colorato da bandiere, cappellini e palloncini che si sono librati nel cielo carico di nuvole, un grande striscione del «Comitato civico Natale De Grazia. Per non dimenticare». E proprio al capitano di fregata della Marina, scomparso improvvisamente nel 1995 mentre indagava per conto della Procura di Reggio Calabria sul business dei rifiuti radioattivi smaltiti in mare, è stato intitolato il lungomare di Amantea. La targa commemorativa è stata scoperta dalla vedova dell’ufficiale, Anna Vespia, accompagnata dal figlio Giovanni. «Avete dato valore - ha detto commossa la donna - al sacrificio di mio marito».
Di «legalità violentata» ha parlato il leader di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che ha sfilato in mezzo alle bandiere del suo partito. «Dobbiamo lavorare - ha detto Di Pietro - per risvegliare le coscienze. Il silenzio e l’omertà sono atteggiamenti mafiosi». Dura la presa di posizione anche del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, che ha partecipato alla manifestazione. «Assistiamo qui - ha detto - ad un’insurrezione pacifica. I calabresi hanno diritto di sapere e questa risposta la deve dare lo Stato perchè noi siamo andati oltre le nostre competenze».
In coincidenza con la mobilitazione di Amantea, è intervenuto il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, secondo cui «è irresponsabile la speculazione politica che pezzi della sinistra stanno conducendo sul caso delle cosiddette ’navi dei veleni. Credo che dinanzi ad una realtà di tale problematicità, la politica debba mostrare responsabilità e capacità di intervento» Per il grande afflusso di pullman e auto, come hanno fatto rilevare con soddisfazione gli organizzatori, è andata in tilt la circolazione lungo la statale 18.
* l’Unità, 24 ottobre 2009
NAVI DEI VELENI E STATO: Gianni Lannes l’alba di una nuova resistenza (palermo 12 dic. 09)
Elezioni regionali e rifiuti tossici nucleari
di don Paolo Farinella
[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) domenica 7 febbraio 2010, p. XVcon il titolo: «Cari Burlando e Biasotti, qualche domanda per le elezioni»] *
Il circo equestre delle elezioni regionali della prossima primavera è cominciato. Biasotti annaspa abbandonato da tutti, anche dalla sua ombra; Burlando gongola perché sicuramente vincerà con lo sgambetto dell’Udc: sorvegliato vista. Bel progresso per chi è nato a sinistra, è stato ministro della Repubblica, finire nelle spire dell’Udc, ex Dc, cioè Casini. Tutto è lecito in amore, ma non in politica che, come prostituta, va con chiunque offra garanzie. Vincere va bene, ma c’è modo e modo.
Questo accordo fa piazza pulita di ogni residuo etico perché a livello nazionale l’Udc che oggi grida «bau bau» contro Berlusconi per cinque anni lo ha sostenuto in tutto, anche quando vomitava le più vergognose leggi, tutte incostituzionali. Mai una volta che l’Udc si sia opposto, mai una volta che abbia fatto un distinguo.
A livello regionale ligure poi, sulla stampa cittadina non si parla di programmi e di progetti ideali/concreti di quale Regione si vuole, in compenso si «discute degli uomini». Già, perché in partenza le donne sembra che si vedranno in cartolina, sia che vinca Burlando-Udc, sia che vinca Biasotti-ombra di se medesimo.
Non mi resta che invitare le donne liguri a disertare le urne e le candidate civetta a dimettersi in blocco. «Discutere di uomini» in politichese significa «cominciamo a spartirci la torta delle poltrone prima, per noi e i nostri cari».
Una mia amica di Bari, Alba, tragicamente impressionata, mi ha suggerito di vedere un video che gira in internet http://www.facebook.com/ dove il giornalista Gianni Lannes che da anni lavora sui rifiuti/scorie tossici delle centrali nucleari dismessi in Italia, come Caorso, afferma che il governo ha affidato alla ‘ndrangheta il compito di smaltirli e buttarli a mare.
Ho visto il filmato e sono rimasto di stucco. Il giornalista afferma che Genova è una sede di smistamento: qui lavora la società Ecogen che avrebbe l’appalto dello smaltimento.
Da Genova partono le navi piene di rifiuti tossici che poi vengono inabissate nel mare di Calabria o nei mari di Africa.
Non mi meraviglia affatto che il governo Berlusconi faccia affari con le mafie di tutto il mondo, perché egli proviene da quell’ambiente in cui è nato e cresciuto. Egli ha ospitato a casa sua un mafioso che gli accompagnava i figli a scuola per metterli al riparo da minacce di «amici di amici degli amici». Sto parlando di quel Salvatore Mangano, rifugiato mafioso ad Arcore che nell’ultima campagna elettorale politica, Berlusconi e il suo compagno di panza, Dell’Utri, definirono «un eroe». Sì! E’ verosimile che Berlusconi faccia affari con la mafia, con la ‘ndrangheta, con la camorra che ha un rappresentante come sottosegretario al governo).
Lo smaltimento dei rifiuti tossici a Genova è un delitto contro Genova e l’umanità Voglio però, anche a nome dei lettori di questo giornale, risposte chiare ed esaustive dai candidati alle elezioni regionali della Liguria.
Da Burlando per primo che è ancora in carica e quindi è responsabile di quello che accade sotto il suo governatorato. Dal Biasotti poi che arranca a rimorchio, ma ha governato prima di Burlando: cosa sapete voi dei rifiuti tossici che vengono caricati sulle navi nel porto di Genova? E’ vero, presidente Burlando ed ex Biasotti che il porto di Genova è un punto di smistamento di materiale altamente radioattivo e inquinante?
E Scajola che vuole mettere centrali nucleari anche nella bolla di Renzo Piano, cosa sa della società Ecogen? E’ implicata in questo traffico maledetto? Chi può dare garanzie alla popolazione?
Sig. Sindaco, lei è a conoscenza di cosa sta succedendo sotto i nostri occhi, nella nostra città e forse a nostra insaputa? Prima di dare il voto (e non è detto che lo dia), voglio una risposta chiara, non per sentito dire e nemmeno in politichese. Solo in italiano. O in genovese.
Paolo Farinella, prete
Parrocchia S. Torpete - Genova
* Il Dialogo.Giovedì 11 Febbraio,2010 Ore: 11:33
NAVI DEI VELENI E STATO: Gianni Lannes l’alba di una nuova resistenza (Palermo 12 dic. 09)
"Nessuna nave dei veleni era una nave passeggeri" *
ROMA - "La nave non è la nave dei veleni, è una nave passeggeri, la Catania, è affondata durante le prima guerra mondiale, nel 1917". Lo ha annunciato il ministro dell’ambiene Stefania Prestigiacomo in una conferenza stampa congiunta con il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Fino a 300 metri di profondità e per un raggio di 7 chilometri sono da "escludere tracce di contaminazione radioattiva" ha detto Grasso a proposito dei rilievi fatti sul relitto affondato a largo di Cetraro.
* la Repubblica, 29 ottobre 2009
Volete scommettere che ci diranno che non è la Cunsky ? di francesco cirillo [27/10/2009] http://scirocco.blog.tiscali.it
Ho l’impressione che gli unici bidoni li avremo noi. Ma bidoni pieni di bugie,depistaggi,nuove archiviazioni,falsità. Girano voci strane nel porto di Cetraro. Voci che diventano boatos veri e propri. Voci che, sembrano, provengano dalla nave Mare Oceano che da stamane interrompe il suo lavoro. Per una settimana di foto ha preso la bellezza di 350mila euro. Voci che anticipano cose secretate e che andranno direttamente dalla nave posta ad 11 miglia sopra la nave Cunsky fin sulla scrivania del procuratore della DDA di Catanzaro Vincenzo Lombardo titolare dell’inchiesta. Sarà il Procuratore che poi deciderà come interpretare quelle analisi che gli giungeranno sul tavolo e soprattutto se vale la pena di diffonderle stante il clima che esiste in Calabria specie in materia del pescato. Le voci dicono che quella nave non sia la Cunsky ! Le misure in possesso della mare oceano non corrispondono a quelle della nave nei fondali di Cetraro. Di conseguenza non è una nave dei veleni e quindi non sarà necessaria più alcun altra operazione , né di recupero dei fusti , né della stessa nave. Arrivederci e grazie, è stato un vero piacere. Questa tesi peraltro era stata suffragata sin dall’inizio della vicenda dallo stesso sottosegretario Menia in arrivo a Cetraro il 22 ottobre scorso. In un intervista concessa all’ADNkronos, il sottosegretario ebbe a dichiarare : "Potremmo avere la sorpresa che non sia la ’Cunski’ come afferma il pentito, ma qualcos’altro, per esempio una nave in cui non vi e’ assolutamente presenza di materiale nocivo. Potremmo invece scoprire cose diverse e allora come e’ giusto e doveroso si agisce in conseguenze e con le dovute cautele del caso". Il sottosegretario inviato qui dalla Ministro Prestigiacomo, che nemmeno si è degnata di fare un viaggio di persona sui luoghi, già sapeva tutto, già sapeva che quella non era la Cunsky . Più che un sottosegretario sembra un mago che conosce il futuro. Ma non è solo il sottosegretario su questa tesi. Anche la Gazzetta del Sud , giornale notoriamente filo governativo vi ha ampiamente scritto. Il giornale calabrese, scrisse che la nave Cunsky venne costruita nel 1956 ad Hartlepool (Gran Bretagna) con il nome originario di "Lottinge". Ha sempre battuto bandiera inglese e cambiato nome in tre distinte occasioni: nel 1974, quando venne chiamata "Samantha M"; nel 1975, quando venne battezzata "Cunsky" e nel 1991 quando fu rinominata "Shahinaz". Al momento dell’inabissamento - per il pentito avvenuto nell’ottobre del ’92 - si chiamava dunque "Shahinaz". Ma di questa notizia non è venuta nessuna verifica né da parte della Procura di Catanzaro nè da nessun altro quotidiano ed è rimasta fine a se stessa. Evidentemente già ci si lavorava sopra , se il sottosegretario l’anticipò prima ancora di salire sulla Mare oceano insieme ai giornalisti calabresi. Dire che quella nave non è la Cunsky per il governo e per tanti depistatori e sabotatori della nostra Calabria vorrebbe dire uscirsene da questa storia senza grossi danni. E’ stato un abbaglio, della Procura di Paola e del Procuratore Bruno Giordano per primo, poi per la Regione Calabria e per l’assessore Silvio Greco, e poi per tutte quelle associazioni ambientaliste che fin dall’inizio hanno cavalcato la tesi del traffico delle navi dei veleni. Questo vorrebbe dire che tutto potrebbe ritornare alla normalità, far riprendere la pesca , far riaprire le pescherie, rimettere in moto un immagine della Calabria persa in questi mesi, occultando la prova principale che era la nave. La cosa mi ricorda l’articolo che uscì sempre sulla gazzetta del sud il 20 giugno del 1991 dal titolo QUASI COMPLETATA L’OPERAZIONE DI DEMOLIZIONE DELLA "ROSSO" Amantea: Nessun materiale nocivo all’interno dei container trasportati dalla nave arenata -- Si sta quasi completando ad Amantea,l’operazione di demolizione della grossa nave da carico "Rosso" della società Ignazio .Messina SpÀ di Genova, che proveniente da Malta e diretta a La Spezia,.si arenò sulla spiaggia in lócalità "Le Formiciche" il 14 dicembre dello scorso anno per una violenta tempesta di mare: . All’atto dell’insabbiamento del cargo nella zona si era creato un falso allarme facendo supporre che trasportasse container con materiale inquinante mentre gli stessi container da quanto è risultato dall’inchiesta giudiziaria contenevano vettovaglie varie tra cui sostanze alimentari e generi di consumo. L’inchiesta è stata diretta dal sostituto procuratore della Repubblica di Paola, dott. Fiordalisi e coordinata dal comandante in seconda della capitaneria di .porto di Vibo Valentia, capitano di fregata Giuseppe Bellantoni. Il fatto, però, che per oltre sei mesi il è relitto è rimasto arenato nella suggestiva spiaggia ha creato non pochi problemi sotto il profilo turistico-ambientalistico.L’assessore provinciale di Cosenza Salvatore Caruso, che è anche, capogruppo consiliare del Psi al Comune di .Amantea, per due volte si è rivolto al ministero della Marina Mercantile che è intervénuto opportunamente per sollecitare la rimozione del relitto che in ultima analisi è stato deciso di demolire.Il Consiglio Comunale di Amantea, su proposta dello stesso Caruso, si è costituito parte civile per gli eventuali danni che lo stesso relitto potrebbe causare. "0ra - ha ribadito l’assessore provinciale Caruso- vogliamo ché sia ridata alla spiaggia piena efficienza per essere utilizzata nell’imminenza della stagione balneare»: Dopo altre e considerazioni polemiche Caruso ha rilevato «come è difficile in Calabria affrontare problemi di ordinaria amministrazione che; mentre in Liguria o, nél Nord Italia vengono risolti al massimo in qualche mese, da noi ci vogliono almeno sei mesi. E se ora ci siamo finalmente riusciti -- ha concluso - debbo pubblicamente ringraziare la "Gazzetta del Sud" che- su questo problema ha dimostrato grande sensibilità».I lavori di demolizione del Cargo sono stati curati dalla società dell’armatore della stessa nave e dalla Mosmode Sas di Crotone.. La capitaneria di porto di Vibo Valentia di cui è comandante il capitano di fregata Vincenzo Milo, ha fatto obbligo all’armatore della Rosso di: depositare un miliardo con fideiussione bancaria o polizza assicurativa. E’ stata inoltre ordinata una recinzione con apposite segnalazioni nell’arco di mezzo chilometro con il divieto di navigazione, pesca e ancoraggio. Ultimati i lavori di demolizione si dovrebbe procedere alla pulizia della spiaggia e al suo livellamento per riportarla al suo stato originario. Se ciò non fosse possibile per il cattivo tempo, secondo quanto ci è stato confermato dall’autorità competente, si provvederà a chiudere il pezzo di spiaggia non recuperato.". Una storia di depistaggi come più volte abbiamo detto che per 19 anni ha tenuto tutto sotto silenzio assoluto. Ora tutto potrebbe ripetersi. Per gli ambientalisti questa tesi non regge proprio. Cunsky o non Cunsky le ricerche devono continuare lo stesso. I fusti devono essere presi e controllati, e la nave deve essere rimossa. Così come devono essere cercate le altri navi delle quali parla il pentito Fonti e delle quali si sa bene la loro esistenza. Come la Yvonne davanti il mare di Maratea e la Sporadis davanti Melito Porto salvo. Ma al di la delle navi segnalate dal pentito esistono altre navi scomparse nei nostri mari. Come la motonave Nikos I, sparita nel 1985 durante un viaggio iniziato a La Spezia per giungere a Lome’ (Togo), probabilmente affondata a largo tra il Libano e Grecia; come la Mikigan, partita nel 1986 dal porto di Marina di Carrara e affondata nel Tirreno calabrese con tutto il suo carico sospetto. E poi c’è la Rigel affondata il 21 settembre del 1987, a 20 miglia da Capo Spartivento in Calabria unico caso in cui - grazie alle denunce di Legambiente - e’ stata ricostruita almeno in parte la verita’ giudiziaria. E poi resta il mistero dei misteri. La motonave Rosso, ex Jolly Rosso. Si sta scavando per questa nave, nella valle del fiume Oliva. Ma l’elenco delle navi affondate non finisce qui. Nel 1989 sara’ la motonave maltese Anni ad affondare a largo di Ravenna in acque internazionali mentre nel 1993 sara’ la Marco Polo a sparire nel Canale di Sicilia e ancora nel novembre del 1885 affonda a largo di Ustica la nave tedesca Koraline". D’altra parte che la mare oceano non fosse idonea a capire cosa contenesse quella nave lo avevamo già visto salendo sulla stessa nave. I tecnici di bordo ci spiegarono per bene cosa potevano fare e cosa no. Non potevano prendere i bidoni per esempio, né analizzarli. Non potevano stabilire la presenza di raggi gamma ma solo di quelli alfa, come spiegò meglio il giorno dopo l’assessore Greco. Non potevano spostare la nave né tanto meno recuperarla riportandola in superficie con le dovute cautele. Insomma vedremo solo delle belle foto e delle belle immagini tridimensionali. Poi la marina militare dovrà stabilire attraverso l’archivio nautico di cosa si tratta. Ma anche se non fosse la Cunsky, di sicuro non sono le uniche navi affondate durante la seconda guerra mondiale ben conosciute dalla Marina Militare ed inserite nelle mappe che anche i pescatori conoscono. Quali , la nave Cagliari che venne affondata il 6 maggio del 41, dal sommergibile Taku, ed ha una stazza di 2322 tonnellate. Questa nave si trova nei fondali fra Diamante e Cetraro; la nave Federico C. che venne affondata il 28 luglio del 41 dal sommergibile Utmost, è di 1467 tonnellate ed anche questa , come sanno bene i pescatori a strascico, si trova nella stessa zona . Altre tre navi sono lontane dalla zona di Cetraro, ma sono conosciute come le altre due. Insomma se non è la Cunsky è un’altra nave non militare ed affondata appositamente , in quanto in quell’area non ci sono segnalazioni di naufragi. Ecco perché la ricerca deve continuare. Quei fusti che sono dentro la nave non possono che essere rifiuti tossici e il governo deve impegnarsi ancora di più per dire la verità. Una verità che sia possibile anche controllare dalla nave stessa mare Oceano dove non esistono a bordo persone terze, avvocati di parte, scienziati delle associazioni ambientaliste, tecnici della Regione Calabria. Ecco perché alla notizia che quella nave non possa essere la Cunsky , bisogna subito alzare un coro unanime, che sia quello , che si continuino le ricerche comunque , senza abbassare la guardia e senza buttare fumo negli occhi ad una popolazione , che nella manifestazione e partecipazione di massa ad Amantea ha dimostrato essere stufa di essere presa in giro.