L’iniziativa

Una "Class action" su Facebook contro i gruppi che incitano a Riina ed alla mafia.

Sono già 8.000 le adesioni al gruppo lanciato da Aldo Pecora sul popolare social network
mercoledì 28 gennaio 2009.
 

’’Una Class Action internazionale degli utenti di Facebook contro tutte le mafie’’. A lanciarla e’ il movimento ’Ammazzateci Tutti’’, nato a Locri dopo l’omicidio Fortugno.

L’idea, formalizzata in una lettera aperta gia’ trasmessa al giovane coetaneo Mark Zuckerberg, ideatore del famoso social network ’’Facebook’’, segue alla polemica sollevata sulla presenza di gruppi a sostegno di Toto’ Riina e altri boss mafiosi all’interno del social network.

’’Sappiamo che Facebook e’ stato (ed e’) molto utile al nostro lavoro’ grazie alla sua diffusione e, soprattutto, per la sua facilita’ d’uso per le giovani generazioni - si legge nell’appello (scritto in inglese ed in italiano) - e questo - continuano i giovani attivisti antimafia - lo sanno anche i nostri nemici’’.

Tra le richieste avanzate al fondatore ed ai gestori di Facebook, quella di formalizzare nel Regolamento del social network il divieto di propaganda mafiosa.

E le prime stime parlano già di migliaia di adesioni giunte su Facebook all’appello. "Sono più di otto mila, ad oggi - è scritto nella nota di Ammazzateci Tutti - i firmatari della ’class action’ ed il numero è in costante crescita".

In seguito all’appello si registra anche la chiusura da parte dello staff di Facebook di diversi gruppi di fan dei boss:"ma non basta - concludono i giovani antimafia - noi chiediamo che venga espressamente sancito il divieto di propaganda mafiosa nel regolamento di Facebook, così come chiediamo al Parlamento italiano di valutare le forme opportune per configurare legislativamente l’apologia di reato anche per situazioni come questa".

Aldo Pecora


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