Secondo la Rete per la Calabria dietro l’agguato a Pietro Schirripa si cela un cambio di strategia delle ’ndrine

martedì 7 aprile 2009.
 

"Appendiamo con raccapriccio ed indicibile indignazione la notizia dell’attentato di cui è rimasto vittima il carissimo dott. Piero Schirripa, dirigente sanitario di primissimo livello ma anche - ed oseremmo dire soprattutto - protagonista in prima persona di quella rivolta delle coscienze calabresi che ci ha fatto gridare con speranza, negli ultimi anni, che una Calabria diversa non solo è possibile, ma è già cominciata". Questa l’apertura di un documento diffuso dalla rete di associazioni e movimenti calabresi riunite nella sigla ’Rete per la Calabria’.

"Noi della Rete per la Calabria - afferma il coordinamento delle associazioni - non abbiamo dubbi che con i colpi d’arma da fuoco, da cui è rimasto miracolosamente illeso solo per puro caso, si voleva tentare di dare un colpo mortale proprio a quella speranza".

"Piero - è scritto - presidente della Coperativa sociale ’Valle del Bonamico’, celebre in tutta Europa per la coltivazione dei frutti di bosco dell’Aspromonte, già oggetto di diversi attentati, è un uomo simbolo, ed è proprio in questa veste che si è voluto dare un segnale tremendo di intimidazione a tutto il movimento antimafia calabrese, che nei mesi scorsi - continuano i promotori del network sociale - aveva visto atti intimidatori meno cruenti colpire la cooperativa di Libera ’Valle del Marro’ e più volte alcuni esponenti del movimento ’Ammazzateci tutti’ e della nostra stessa Rete per la Calabria".

Continua la nota: "Adesso, evidentemente, la ‘ndrangheta ha deciso di alzare il tiro. Ed è adesso il momento in cui lo Stato deve dimostrare di essere all’altezza della sfida lanciata dalla mafia". "Dalla risposta che spranno dare le Istituzioni - conclude la note - si misurerà se questa nostra regione è ancora terra d’Italia o è stata definitivamente appaltata alle ‘ndrine".

Aldo Pecora


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