Parla Bernardo Iovene: Il Molise, Iorio e i terremoti

domenica 14 novembre 2010.
 

di Andrea Succi

Qualche mese fa il giornalista di Report, Bernardo Iovene, tornava per la terza volta in Molise, nell’area del cratere. "A che punto siamo con la ricostruzione?", questa era la domanda cui Iovene cercava risposta. E il risultato non fu dei più soddisfacenti. Oggi, dopo una tornata elettorale amministrativa favorevole al centro-destra, il Presidente Iorio cerca - una volta di più - di agitare il vessillo dei fondi per la ricostruzione con l’obiettivo di servirsene per le elezioni regionali di Novembre. Ecco perchè può essere utile rileggere le parole e le sensazioni di un giornalista esperto come Bernardo Iovene.

Quando avete registrato la puntata di Report del 18 aprile 2010?

Sono venuto nella settimana prima di Pasqua, ma ero già stato in Molise nel 2005, quando abbiamo realizzato il servizio dal titolo “Non abbiamo saputo difenderli”, facendo il punto della situazione nell’area del cratere e parlando del Comitato, della ricostruzione, dell’art. 15 e della gente tornata dal Nord per aiutare e che non aveva nemmeno preso i soldi. La ricostruzione nel 2005 stava per cominciare.

Ero venuto anche nel 2003, quando mi stavo occupando degli eventi legati ai terremoti del Friuli ‘76 e dell’Irpinia ’80: in quel caso l’inchiesta “Occasione terremoto” venne realizzata nel periodo successivo al terremoto ed aprii proprio con il Molise e la tragedia di San Giuliano dal posto in cui c’era il parco tende e dove poi hanno costruito le casette in legno.

Che idea ti sei fatto del caso molisano?

A quanto ho capito s’è perso molto tempo a fare l’analisi del terreno, la micro-zonazione. A San Giuliano, nonostante il sindaco dica che non hanno avuto la corsia preferenziale, la ricostruzione è a ottimo punto; negli altri paesi invece è praticamente ferma, ci sono problemi perchè i rimborsi sono stati calcolati al metro quadro e non in base ai danni. E poi ho trovato persone completamente abbandonate a se stesse, che non sanno nemmeno che i loro progetti non sono stati presentati o che devono essere rifatti. Purtroppo nonostante la burocrazia non abbia fatto sconti al Molise, ci sono alcuni che hanno preso soldi che non dovevano prendere.

Iorio sembra molto migliorato rispetto a qualche anno fa. Sembra più smaliziato, più scaltro, è rimasto molto freddo di fronte alle tue osservazioni.

Io so, perché me l’ha detto il Presidente, che lui è attaccato continuamente dalgiornale di Ciarrapico, Nuovo Molise Oggi, tanto è vero che l’ha querelato in qualità di figura istituzionale. Evidentemente le cose che io ho detto si sanno in giro, perché ho preso informazioni dalle persone sul posto. Non posso dire di essermi meravigliato, perché c’è poco da meravigliarsi, però ho incontrato delle belle persone, dal Prete di bonefro (Don Antonio Di Lalla, responsabile de La Fonte, ndr) a tante altre persone che andrebbero valorizzate.

Anche quelli dell’opposizione mi hanno fatto una buona impressione.

Il problema è che i poteri del commissariato straordinario, espletati senza controllo, hanno fatto sì che arrivassero soldi a situazioni che non hanno niente a che vedere con il terremoto.

Io so che le regioni hanno rinunciato a una parte dei loro soldi per dare una mano ad una zona terremotata. Il punto è che la zona terremotata è ancora terremotata, e la gente a quanto pare sta abbandonando il territorio perchè non c’è ripresa produttiva e tanti stanno ancora nelle casette. Parlano i risultati, noi raccontiamo i fatti.

Il presidente diceva che questi soldi sono arrivati per tutto il Molise, questo è l’equivoco di fondo che andava spiegato bene.

Trovi analogie con quanto successo in Irpinia, visto che anche in quel caso la zona del cratere fu allargata a tutta la Campania?

Quella è una storia da raccontare a parte, il cratere è stato allargato anche alle aree metropolitane, nell’area irpina si sono fatte zone industriali ora completamente abbandonate, strade sbagliate intorno a Napoli, opere faraoniche e soldi sprecati in maniera incredibile.

Però quello che serve qua in Molise è un decimo di quello che è servito in Campania.

Penso che in una situazione così piccola potevano fare molto di più per alleviare le pene della gente che sta ancora soffrendo. Negli occhi della gente che ho incontrato in Molise si legge veramente lo spaesamento, non sanno più che fare o a chi rivolgersi, sono persone a cui è stato promesso tutto e a cui non è stato dato niente.

Mi è sembrato molto esaustivo quel signore che ha detto: “Qua serve il mitra, ma non sappiamo a chi sparare”.

Esatto. Se una persona arriva a dire questo, una persona onesta, vuol dire che è veramente alla disperazione, e qualcuno se ne dovrebbe assumere le responsabilità.

Io ho trovato il Prete, che è una persona meravigliosa, ma evidentemente non basta. Servirebbe che la gente prenda coscienza.

Sembra assurdo che Iorio minacci querele, come ha fatto anche con te, contro chiunque voglia raccontare i fatti, piuttosto che assumersi la responsabilità di ingiustizie e sprechi. Tanti soldi destinati ai vari parchi sentimentali potevano andare per la ricostruzione. E invece...

Lui dice che sono due cose separate. Ho tentato di fare questo discorso e lui precisa che quei soldi erano destinati alla ripresa produttiva di tutto il Molise e non alla ricostruzione.

Però basta chiarire e dire: “Avete preso tutti una cantonata.”

Tutto il Molise significa non la zona terremotata, evidentemente, ma le altre zone.

Io ho parlato di figli e figliastri, perché di solito le clientele si coltivano così, c’è poco da fare; non è la storia del Molise ma di questa Italia divisa in due dove ognuno si coltiva i suoi e la legalità non esiste.

E quindi che impressione ti ha fatto Iorio?

Una persona fiera del potere che ha. Ha fatto una nuova sede, ne sta facendo un’altra...è una persona che sottolinea che in quella regione lui ha il potere e lui comanda. Infatti quando mi ha parlato di Ciarrapico che gli fa la guerra io ho chiesto come fosse possibile una cosa del genere da uno del suo stesso partito. E il Presidente mi ha detto che evidentemente in Molise voleva comandare lui, Ciarrapico. E dicendo questo ha ribadito “qua comando io”.

Ma vedi Bernardo, in parte il presidente ha anche ragione, perché solente gli attacchi sono faziosi, ma qualcuno ha provato a farsi un’idea.

Fino a poco tempo fa Iorio e Ciarrapico erano, come dire, pappa e ciccia. Poi a Ciarrapico è venuta la brillante idea di inserirsi nel business della sanità molisana, andando di fatto a pestare i piedi di Iorio, che ha risposto “qua comando io” negando al Ciarra la possibilità di far soldi sulla pelle dei molisani. E così quest’ultimo se l’è presa talmente tanto da passare all’opposizione. Questo è quanto raccontano da ambienti bene informati.

Non saprei.

Tu hai incontrato anche il Procuratore di Larino, Nicola Magrone.

Magrone è uno che ha le idee molto chiare su tutta la situazione e che sta cercando di indagare. Dall’intervista che gli ho fatto mi è sembrato di capire che conoscesse gli abusi fatti e sapesse a chi spettava - e a chi no - ricevere contributi sulla ricostruzione.

E Remo Grande?

E Remo Grande ha fatto capire che a Guardialfiera comanda ancora lui, che si ripresenterà come sindaco e che ha fatto solo gli interessi del suo paese.

Magrone invece afferma che Grande apriva pratiche - d’accordo con i tecnici - senza neanche avvisare chi di quella pratica era direttamente interessato, quindi i proprietari delle case terremotate. Ma questo me l’ha detto Magrone e io non ho elementi per giudicare. Quello che so è che in quasi tutto il paese - l’85% circa - crepe e facciate sono tornate come nuove, ma non c’è stato nessun adeguamento antisismico. I soldi sono stati spesi, ma se torna il terremoto...

Non è che per caso, a San Giuliano, hai sentito odore di Camorra?

No. Non ho indagato né avuto input di questo genere da parte dei consiglieri di opposizione che ho trovato. È chiaro che là dove c’è da ricostruire, “in odore” si possono sempre trovare, però io non ho avuto segnalazioni e non ho indagato in questo senso.

Purtroppo noi abbiamo l’industria delle disgrazie.


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