Politica

Acri tuona contro il suo partito

Loiero nomina gli assessori, l’ex presidente della Provincia di Cosenza è fuori giunta.
giovedì 5 maggio 2005.
 

«Votato quanto basta!» Sui manifesti per ringraziare i propri elettori, così ha scritto Antonio Acri, sangiovannese doc, ex presidente della Provincia di Cosenza e neoeletto consigliere della regione Calabria in quota Ds. Un messaggio semplice e sereno. Alquanto turbolenta, invece, la sua manifestazione pubblica di ringraziamento tenuta qualche giorno fa al cinema Italia della città florense. Circondato da centinaia di dirigenti politici e militanti arrivati per l’occasione da tutta la provincia di Cosenza. Tuona contro i dirigenti del suo partito, Antonio Acri, responsabili di una campagna elettorale “particolare” nei suoi confronti. Già al momento della sua candidatura, però, tutti gli addetti ai lavori sapevano che il partito avrebbe speso sudore ed energie per il segretario regionale Nicola Adamo. Anche a San Giovanni in Fiore, i dirigenti diessini si sono spesi solo per Adamo; questo Acri non l’ ha proprio digerito. «Non riesco ad assaporare la vittoria», afferma. Rincara la dose: «In dieci anni di presidenza della Provincia, il partito, a San Giovanni, mi ha utilizzato solo una volta per iniziative politiche pubbliche». Poi: «Voglio essere interlocutore di un disagio che nel partito c’è, di uomini che da anni stanno fuori delle sezioni. Troveranno, con me, un’occasione per rientrare». Acri spara a zero nei confronti dell’apparato. Per dirlo alla Vattimo, si pone contro il partitazzo che garantisce gli stipendi ad assessori e funzionari di federazione. Lo scontro è aperto. I militanti coi paraocchi lo accusano di sputare nel piatto in cui ha mangiato. «Se si trova in regione è grazie al partito», affermano. Uno scontro interno ai Ds, contro chi ne ha vinti già tanti di scontri, Acri, forse, non potrà vincerlo. Lo abbiamo conosciuto come bravo amministratore, non come capocorrente pronto a far giochetti per restare a galla. Intanto, Loiero nomina la giunta e lui resta fuori. Speriamo che il contributo che Acri può dare alla Calabria e alla sinistra non sia castrato da regolamenti di conti, che ormai da anni rubano tempo ed energie alle classi dirigenti calabresi.

Francesco Scarcelli


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