Editorialazzo

Al Polifunzionale manca l’agibilità, ma il Comune di San Giovanni in Fiore ne assegna la gestione

Un commento su una lunga vicenda, fatta di milioni pubblici iettati allu vientu
mercoledì 6 luglio 2016.
 

Il Comune ha assegnato la gestione del Polifunzionale di San Giovanni in Fiore, ma la struttura non ha il certificato di agibilità. Un vezzo dei rosiconi, accuseranno i replicanti.

Il sindaco Giuseppe Belcastro o il consigliere comunale Tonino Candalise, ratione materiae piazzato al “Gal Sila”, dirà che il potere non sapeva nulla, che tutto fila, che ne è valsa la pena e poi altre amenità della comunicazione di casa Pd.

Qualche giornale proverà a spengere il fuoco, rassicurerà l’orbe terracqueo e aggiungerà, del tutto fuori traccia, che la mafia non entra a San Giovanni in Fiore. Riporterà che i 5 stelle hanno esagerato, che sono irresponsabili e che il sottoscritto «reggente» - cito i Democratici - è «prezzolato» per insulti di penna a mitraglia.

All’indirizzo dei governanti seguiranno i soliti cori di «bravo, bis» da chi non ha voluto intendere, inquadrare il problema o porsi due domande.

Noi rispondiamo in anticipo. E allora: la riferita mancanza dell’agibilità è incompatibile con l’avvenuta assegnazione del Polifunzionale (in foto, ndr), già levato dai beni da cedere per causa del dissesto disastroso del Comune, di oltre dieci milioni di euro. Non solo: significa che il rammentato affidamento (per ristorazione) consegue a una gara frettolosa, a una procedura non controllata a modo e forse dimentica del passato che ancora ristagna, con cui la maggioranza locale non vuol fare i conti, che il commissario prefettizio Mazzia ha stimato in 377 mila euro del popolo.

In quell’edificio, per cui cogli impianti sportivi intorno furono spesi 3 miliardi (pubblici) e passa di lire, in oltre venti anni sono stati festeggiati a pagamento sposalizi, cresime, battesimi e comunioni, ma la popolazione locale non sa, in generale, se ci sia stata convenienza del Comune.

Non sa, cioè, se il municipio sostenesse utenze, manutenzioni e altre spese, mentre la vecchia cooperativa assegnataria, dai colori del mitico Lanerossi Vicenza, incassava e poteva contenere i prezzi. Non lo sa, la massa di qui, perché tutto è rimasto in silenzio, come quando sale la neve in questa nostra amata e amara terra.

Non lo sa perché, salvo eccezioni, il palazzo si è più spesso occupato d’altro, buche, frittule e qualche causa intimorita, piuttosto che di confronti aperti in consiglio comunale.

Infine la mia gente non lo sa perché, per una sorta di regola ancestrale, alla cosa pubblica deve badare la politica di palazzo oppure, come ripete il presidente del Consiglio comunale, Domenico Lacava, la squadra fortissima degli eletti. Che, con l’affidamento del Polifunzionale a 28 mila euro all’anno, rischia intanto, per citare Zalone, grosse «fiure e merda».

Emiliano Morrone

emilianomorrone@gmail.com


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