San Giovanni in Fiore

"Città pulita", Pd e Socialisti si ne frìcuri

giovedì 16 marzo 2017.
 

«Passa il tempo, passano le ore», cantava ridacchiando Alex Britti. Per i lavoratori di “Città pulita” non ci sono novità, esclusi accordi verbali liquidi, proposti alla disperata dal sindaco di San Giovanni in Fiore Giuseppe Belcastro (in foto, nda), oggi all’angolo.

Gli operai chiedono da settimane l’applicazione del contratto nazionale di categoria, che prevede 6 ore giornaliere invece delle 4 stabilite da un bando modificato all’ultimo e poi non pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, benché richiesto dall’Autorità nazionale Anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone.

La maggioranza Pd-Socialisti conosceva perfettamente il problema, la gravità del caso e il dramma dei 21 dipendenti di “Città pulita”, che nei mesi scorsi avevano posto precise questioni al Palazzo, ignorati di proposito. Il sindaco - come riferito dal presidente Antonio Lopez - ha disertato più sedute della commissione consiliare “Controlli”, in seguito definendone l’attività «una pagliacciata».

Tra fughe e dichiarazioni inopportune di Belcastro, menefreghismo e silenzi della maggioranza, il Comune ha sottoscritto il contratto di servizio con l’Ati vincitrice di gara, che si attiene, come ovvio, alle 4 ore fissate dal bando.

Il “pacco” l’ha preparato il municipio, perché ha aumentato i posti di lavoro ma non le risorse per gli stipendi. Ciononostante, Belcastro ha affermato che gli uffici hanno fatto un «lavoro perfetto», forse perché qualcuno non gli ha impedito di esagerare.

I lavoratori hanno dormito per tre notti nella sala consiliare. Il consigliere Luigi Perri (Pd) ha, coi rappresentanti dell’opposizione Lopez, Angelo Gentile e Giuseppe Bitonti, richiesto la convocazione di un Consiglio comunale per discutere del futuro del lavoratori di “Città pulita” e del servizio della differenziata. Intanto le strade si riempiono di spazzatura, perché la raccolta ha pochi addetti, cioè soltanto una mano di lavoratori provenienti dalla mobilità, cui il Comune ha esteso la salvaguardia.

Per fortuna il buon senso ha evitato la guerra di classe tra operai, che si sono capiti e rispettati. Adesso il punto è uno soltanto: dimettere Belcastro per l’incapacità amministrativa, il vizio della bugia politica, la tremenda leggerezza e l’abilità di pasticciare per puro capriccio.

Emiliano Morrone


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