FILOLOGIA, LETTERATURA, E STORIOGRAFIA. UN OMAGGIO ALLA LEZIONE CRITICA E ALLA MEMORIA DI PADRE GIOVANNI POZZI

NOTE SUL RINASCIMENTO MERIDIONALE: GIOVAN BATTISTA MARINO, CON LE "DICERIE SACRE" DELLA "PRISCA THEOLOGIA", SI PORTA OLTRE LA "DOTTA IGNORANZA" DI CUSANO, E METTE IN SALVO LA MEMORIA DI "ADONE". Note di Federico La Sala

A NAPOLI, GIOVAN BATTISTA MARINO E DUE MAGISTRATI DELLA FAMIGLIA PEPI DI CONTURSI TERME (SALERNO), "RIUNITI" IN UNA STESSA CAPPELLA NELLA BASILICA DI SAN DOMENICO MAGGIORE.
mercoledì 6 dicembre 2023.
 


STORIA LETTERATURA E POESIA: A GIOVAN BATTISTA MARINO E AL PADRE GIOVANI POZZI, UN OMAGGIO (24 GIUGNO 2023).

MEMORIA E POESIA: GIOVAN BATTISTA MARINO. A NAPOLI, NELLA Basilica di San Domenico Maggiore, NELLA “NAVATA SINISTRA. Ottava cappella (...). Sull’altare, Madonna della Neve tra il Battista e S. Matteo, splendido gruppo marmoreo di Giovanni Miriliano da Nola (m. 1558), che vi lavorò nel 1536”, c’è “A destra, cenotafio di Giambattista Marino (m. 1625), il famoso poeta secentista, con busto in bronzo, di Bartolomeo Viscontini (1682). A sinistra, monumento sepolcrale di Bartolomeo e Girolamo Pepi (1580). Sul pavimento a sinistra lapide sepolcrale di fr. Vincenzo Maria Zaretti".

FILOLOGIA E CRITICA: GIOVANNI POZZI E GIOVAN BATTISTA MARINO. Una nota dal “professore con la rosa in mano” (saggio di Francesco de Cristofaro->https://www.leparoleelecose.it/?p=47151):

“IL PROFESSORE CON LA ROSA IN MANO. PER GIOVANNI POZZI. [...] La psicologia cui [Giovan Battista Marino] si rifà non è quella della filosofia scolastica che parlava dei sensi interni e dei fantasmi come di tramiti necessari tra il senso esterno e l’intelletto possibile ed agente; è piuttosto una psicologia connessa con le scienze occulte, le quali infatti coprivano quelle zone psichiche che oggi appartengono alle discipline che studiano l’inconscio. Nel caso nostro poi non si tratta di un inconscio generico e teorizzato, ma di un inconscio di cui il poeta stesso era il portatore: come infatti non vedere, nei folletti che sfuggono a Pandora o nei fantasmi che popolano l’arsenale di Mercurio, gli incubi del cortigiano o i desideri repressi del collezionista, due tratti tra i più rilevanti nella vicenda umana di Marino? Quanto alla parte strettamente intellettuale, essa si esplica qua dentro nella confezione di congegni miracolosi (e qui si noti come il prodotto delle discipline speculative sia rappresentato non in termini di pensieri e teoremi astratti, ma nel risultato concreto del libro, un prodotto non dissimile dalle fabbriche meravigliose dell’arte meccanica); e si esplica ancora nella contemplazione delle bellezze femminili, dove il motivo intellettualistico della visione platonica è connesso con quello del cupido guardare del voyeur. Insomma la struttura psichica che il Marino raffigura non si compone, come ci saremmo aspettati da un poeta ubbidiente alla filosofia corrente allora, di senso comune, di intelletto possibile e agente, di memoria e volontà, ma di fantasia sognante, di istinti profondi e di ingegnosità fabbrile, il tutto sottoposto al capriccio delle stelle.

Siamo nelle note di commento all’Adone (a cura di G. Pozzi, Adelphi, Milano 1976, II ed. 1988, t. II, p. 437), esattamente a metà dell’opera: mentre il protagonista del poema ascende al cielo, il suo interprete scava nelle concrezioni culturali e nei «principî gnoseologico-stilistici» (ivi, p. 436) che si addensano nella parola mariniana e che nell’episodio selenico configurano la struttura intellettiva dell’uo­mo come una «macchina» (ibid.)[...]”.

P. S. STORIA E STORIOGRAFIA. Note di approfondimento ...

L’ONDA LUNGA DEL RINASCIMENTO MERIDIONALE E E LA LEZIONE CRITICA DI PADRE GIOVANNI POZZI: GIOVAN BATTISTA MARINO, LE “DICERIE SACRE”, E DUE MAGISTRATI DELLA FAMIGLIA PEPI DI CONTURSI TERME (SALERNO), NELLA BASILICA DI SAN DOMENICO MAGGIORE A NAPOLI.

A) - MEMORIA E STORIA: BASILICA DI SAN DOMENICO MAGGIORE (NAPOLI). NELLA CAPPELLA CON L’ALTARE dove c’è la “Madonna della Neve tra il Battista e S. Matteo”, a destra, c’è il cenotafio di Giambattista Marino (m. 1625), il famoso poeta secentista, con busto in bronzo, di Bartolomeo Viscontini (1682) e, a sinistra, il monumento sepolcrale di Bartolomeo e Girolamo Pepi (1580), illustri giureconsulti “da Contursi”, con una lapide su cui è scritto: “Bartholomaeo Pepi Iurisconsulto, qui claros gessit summa continentiae et æquitatis laude Magistratus, Parenti optvmo Hieronymoque germano fratri et nomini in omnibus vitæ partibus integerrimo. Marcus Antonius Pepi Dominus Contursii, Sancti Angeli Fasanellæ, Optati, Optatelli, et aliorum Benemerentibus. Anno Domini M.D.LXXX»”.

B) - POLITICA RELIGIONE E ARTE NEL REGNO DI NAPOLI: 12 SIBILLE CON I CARMELITANI SCALZI NELLA TERRA (DEL PRINCIPE DI EBOLI E) DELLA FAMIGLIA PEPI. A CONTURSI, nell’ attuale Città di CONTURSI TERME (SALERNO), una grande pala d’altare, collocata sull’altare della Chiesa della Madonna del Carmine, con pareti affrescate con le figure di 12 Sibille, fu commissionata e dedicata dal giureconsulto Paolo Pepi, alla memoria dello zio Paolo Antonio Pepi: «AD HONOREM SACRATISS. VIRGI DE MO/TE CARMELO, ET IN MEMORIA CELE/BERRI IUREC: D. PAULI ANTO. PEPI/... PAULUS PEPI IUREC: PRONEPOS/ / F/EC. ANNO DOMINI 1608/IACOBUS DE ANTORA NEAP. PNGB».

MADONNA DEL  CARMINE  IACOBUS DE ANTORA  NEAP. PNGB 1608 - 127.4 Kb
MADONNA DEL CARMINE IACOBUS DE ANTORA NEAP. PNGB 1608
 

C) - LA “PRISCA THEOLOGIA”, LE SIBILLE E I PROFETI DELLA “CAPPELLA SISTINA”, E ISAAC CASAUBON (Ginevra, 18 febbraio 1559 - Londra, 1º luglio 1614). “Nel 1608, in piena bufera controriformistica, pochi anni prima che in tutta Europa divampassero le guerre di religione e che il filologo Isaac Casaubon (De rebus sacris et eccleslasticis exercitatíones XVI. Ad Cardinalis Baronii prolegomena in Annales, Londra 1614) demolisse “in un sol colpo la costruzione del neoplatonismo rinascimentale con alla base il culto dei prisci teologi principale dei quali era Ermete Trismegisto; [...] la posizione del mago e della magia rinascimentali con il relativo fondamento ermetico- cabalistico; [...] il movimento ermetico cristiano non magico del XVI secolo; [...] la posizione di un ermetico estremista, quale era stato Giordano Bruno; [...] tutti i tentativi di costruire una teologia naturale sull’ermetismo, come quello in cui Campanella aveva riposto le sue speranze”, un ignoto teologo e filosofo carmelitano rimedita nelle linee essenziali il problema e la lezione di Niccolò Cusano, di Marsilio Ficino, di Pico della Mirandola e, con l’aiuto di modesti artisti, a Contursi - in provincia di Salerno, nella chiesetta di Maria SS. del Carmine (monastero di padri carmelitani dal 1561 al 1652), scrive il suo poema sulla nascita e sulla pace fidei. [...]” (Cfr. Federico La Sala, “DELLA TERRA, IL BRILLANTE COLORE. Note sul “Poema” rinascimentale di un ignoto Parmenide carmelitano (ritrovato a Contursi Terme nel 1989)).

D ) GIOVAN BATTISTA MARINO, LE “DICERIE SACRE” (1614), E LA PROPOSTA DI “LETTURA” DI GIOVANNI POZZI: “[...] Possiamo accogliere l’indicazione metodologica di Pozzi anche per quanto riguarda il rapporto con il mito, qui assunto da Marino come “prisca teologia”: sulla scorta di una lunga tradizione, s’intende, ma declinata secondo modalità, se non del tutto inedite, certo pochissimo praticate. Subito all’inizio, Marino rintraccia in molti miti pagani il nucleo di altrettante verità cristiane. L’elenco è sorprendentemente lungo:

Una simile presa di posizione, che inevitabilmente finisce, [...] per parificare mito pagano e religione cristiana, non passò certo inosservata [...] Marino cerca dunque di dimostrare che «la figura di Pan è figura di Dio» e, piú esattamente, di Cristo, procedendo ad un minuzioso e sofistico raffronto punto per punto. Eccone uno stralcio:

Accenno appena al provocatorio inserimento di Demogorgone, qui assurto - ovviamente sulla scorta di autorità anche irreprensibili - a padre di tutti gli dei e confondibile con Pan, in un rapporto che sarebbe figura di quello che il Padre e il Figlio intrattengono tra loro; con una notevole forzatura rispetto alla fonte primaria, già indicata da Pozzi nelle Genealogie deorum gentilium, i 3. [...]” (Cfr. PIERANTONIO FRARE, “ADONE. IL POEMA DEL NEOPAGANESIMO”, “Filologia e Critica”, Salerno Editrice, maggio-dicembre 2010, pp. 229-231, senza le note).

P. S. 2. - FILOLOGIA, LETTERATURA, E “STORIA NOTTURNA”: “PRISCA TEOLOGIA” E “DICERIE SACRE” (GIOVAN BATTISTA MARINO,1614).

FILOLOGIA E CRITICA: “[...] E chi non sa che sotto l’invoglio di così fatti velami et enimmi soleva molti, anzi tutti i più riposti e maravigliosi secreti nascondere la supestiziosa antichità? Che perciò ritrovate furono le statue de’ sileni, le cui concave viscere erano gravide de’ simulacri degl’iddii, accioché i divini arcani si tenessero alla gente vulgare appannati et occulti.” (G. B. Marino, “Dicerie Sacre”, 1614).

“DIVINA COMMEDIA” (DANTE 2021) E ARCHEOLOGIA FILOSOFICA. Per meglio capire “il problema Socrate” e gli interi millenni di labirinto (Nietzsche) e, possibilmente, uscire dall’inferno antropologico ed epistemologico della “storia notturna” (Carlo Ginzburg) in cui ancora ci agitiamo pericolosamente, forse, è opportuno portarsi oltre “il platonismo classico” con chi, come Dante Alighieri, ha saputo ascoltare il canto delle Sirene e con Giasone (“Un punto solo m’è maggior letargo / che venticinquesecoli a la ‘mpresa, / che fé Nettuno ammirar l’ombra d’Argo.” (Pd. XXXIII, 94-96), ha saputo “ricostruire” la nuova Arca, la nuova Argo, e, finalmente, sollecitare a riprendere la navigazione nell’oceano celeste (Keplero a Galileo Galilei, 1611).

P. S. 3 - ANTROPOLOGIA, ARTE, E STORIOGRAFIA: UNA "SOPRAVVIVENZA" DELLE "DICERIE SACRE" (G. B. MARINO, 1614) IN UN LAVORO IN CRETA DI ANTONO CANOVA (1757-1822).

RI-LEGGENDO INSIEME LE "DICERIE SACRE" (1614) E IL POEMA "ADONE" (1623) di Giovan Battista Marino E RECUPERANDO (alla luce delle indicazioni date dal "professore con la rosa in mano") il contesto ideologico del programma umanistico-rinascimentale della "prisca teologia" e della "docta religio", e, AL CONTEMPO, RIPONENDO ATTENZIONE a un "modello in creta della dea Venere che abbraccia Adone morente", realizzato da Antonio Canova (1757-1822), forse, non appare ("cum grano salis") ben visibile il filo che lega l’orizzonte storico-culturale di Michelangelo Buonarroti con quello di Giovan Battista Marino, e, infine, gli stessi Carmelitani scalzi di Contursi Terme (Salerno), che affrescano e dedicano (nel 1613) la loro Chiesa della Madonna del Carmine con la figure di 12 Sibille?

Qualche anno più tardi, dopo la morte di ShaKespeare, Cervantes, e Garcilaso El Inca de la Vega nel 1616, prenderà il via la Guerra dei Trent’Anni e tutti i sogni di una "pace della fede" (Niccolò Cusano, "De pace fidei", 1453) vanno in fumo.

P.S. 4 - ADE, ADONE, E... IL NODO “INVISIBILE” DEL LEGAME TRA EROS E THANATOS. IL DISAGIO DELLA CIVILTA’ (S. FREUD, 1929) E IL PROBLEMA (L’ ENIGMA DELLA SFINGE) DELLE “COSTRUZIONI NELL’ANALISI” (S. FREUD, 1937).

DA GIOVAN BATTISTA MARINO A OVIDIO... “RIVISITATO”:

[VENERE] lamentandosi col destino disse: “Non, però, di ogni oni cosa il destino potrà disporre. Un ricordo del mio lutto, o Adone, rimarrà in eterno: ogni anno si ripeterà la scena della tua morte, a imitazione del mio cordoglio. E il sangue sarà mutato in un fiore. [...] Detto questo, versò nèttare odoroso sul sangue, e il sangue al contatto cominciò a fermentare [...] E un’ora intera non era passata: quando dal sangue spuntò un fiore dello stesso colore, un fiore come quello del melograno, i cui frutti celano tanti granelli sotto la duttile buccia. E’ un fiore, tuttavia, che du­ra poco. Fissato male, e fragile per troppa leggerezza, deve il suo nome al vento, e proprio il vento ne disperde i petali ” (Ovidio, Le Metamorfosi, X, vv.731-739).

-  Allegato: Immagine di “Adonis Annua".

P. S. 5 - LA LUNGA ONDA DEL RINASCIMENTO, LA STORIA DELL’EUROPA, E LA STORIOGRAFIA:

EL GRECO E LA FINE DELL’ EGEMONIA DELLA “CATTOLICISSIMA” SPAGNA IN EUROPA.

VEDUTA DI TOLEDO. Se è vero, come è vero, che El Greco (Candia, 1541 - Toledo, 7 aprile 1614), è tra le figure più importanti del tardo Rinascimento spagnolo ed è spesso considerato il primo maestro del Siglo de Oro, non si può non pensare che, almeno, a partire dalla sua opera “Veduta di Toledo“, l’Autore “registra” artisticamente e unitariamente un’immagine di grande bellezza e di forte preoccupazione: una minacciosa tempesta si addensa nel cielo della città di Toledo.

Considerato l’arco della vita di Domenikos Theotocopoulos, e, al contempo, il fatto che questa “Veduta di Toledo” è del 1599, forse, può essere utile ricordare che, nel 1586, egli celebra, in forma gloriosissima e cattolicissima, la Spagna di Filippo II con la straordinaria “Sepoltura del conte di Orgaz”, e, ancora, che di lì a poco, nel 1588, c’è “la sconfitta dell’Invincibile Armada”, e, infine, che, dal 1599 al 1614, l’egemonia politico-religiosa della Spagna e della Chiesa cattolica è del tutto finita e l’intera Europa si prepara già a una “guerra civile” di lunga durata (la guerra dei Trentanni: 1618-1648).

VEDUTA E MAPPA DI TOLEDO. La “Veduta e mappa di Toledo, 1608 - 1614”, a ben vedere, registra da parte di El Greco proprio la consapevolezza artistica e culturale di tale atmosfera:

“[...] L’opera, realizzata nel periodo che va dal 1600 al 1614, parla di un mondo che è completamente cambiato. Parla delle intuizioni di un monaco bruciato vivo nel 1600 a #Roma, quel #GiordanoBruno, che aveva smontato per sempre il sistema geocentrico; parla della visione angosciata di un #Pascal esposto a un universo sconfinato e vuoto. Il fatto stesso che nel nostro puzzle toledano gli elementi non appartengano a un insieme logico, che tutto sia distinto e separato, viene espresso magistralmente attraverso un punto di vista impossibile.[...]”(cfr. Michael Jakob, "Vedere /El Greco, Vista e mappa di Toledo”, Doppiozero, 16 maggio 2020).



Sul tema, nel sito, si cfr.:

A CONTURSI TERME (SALERNO), IN EREDITÀ, L’ULTIMO MESSAGGIO DELL’ECUMENISMO RINASCIMENTALE .....
-  RINASCIMENTO ITALIANO, OGGI: LA SCOPERTA DI UNA CAPPELLA SISTINA CON 12 SIBILLE.

FLS

"FUGA IN EGITTO" (Adam Elsheimer, 1609)
 


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