L’EVENTO
"Benedire le unioni gay"
Il Sinodo valdese alla svolta
Il Moderatore: lo chiedono i fedeli. Ma per il fronte del "no", guidato dal senatore del Pdl Malan, "è contro l’ordinamento". Oggi il via alla discussione
di VERA SCHIAVAZZI
TORRE PELLICE (TO) - Benedire o no le coppie gay che chiedono di riconoscere in chiesa la loro unione? La domanda agita, e divide, i centottanta delegati del Sinodo valdese-metodista, l’assemblea annuale che si apre oggi in Valle Pellice e detta la linea di questa minoranza evangelica. In molti casi, e pubblicamente a Trapani, nel giugno scorso, coppie omosessuali hanno già ricevuto una sorta di "benedizione" (atto assai diverso dal sacramento matrimoniale cattolico) dal pastore. Ora però la questione è ufficialmente rimessa al Sinodo. E - fatto senza precedenti - un appello contrario a questa possibilità è stato pubblicato a pagamento sul settimanale "Riforma": il primo firmatario è Lucio Malan, valdese e senatore del Pdl.
È stata la pastora Maria Bonafede, da cinque anni Moderatore dei valdesi e metodisti italiani, a proporre che il Sinodo dicesse una parola di chiarezza. "Non si tratta del matrimonio, un fatto che per noi ha valore eminentemente civile e non rappresenta un sacramento - spiega - ma della richiesta che ci giunge da molti fedeli impegnati nelle nostre chiese, delle quali sono parte attiva soprattutto nelle grandi città. Queste persone ci chiedono di riconoscere il loro impegno di amore reciproco invocando la benedizione di Dio, ed è di questo che dobbiamo serenamente discutere".
Di parere opposto Malan e i cofirmatari dell’appello, secondo i quali le benedizioni sarebbero "contrarie all’ordinamento delle nostre chiese". Dalle pagine di "Riforma", prima e dopo la pubblicazione dell’appello che si rivolge al Sinodo, lo stesso Malan ha polemizzato sia col direttore del settimanale, il pastore Luca Negro, sia con Paolo Ricca, pastore e teologo di grande autorevolezza nel mondo valdese, "colpevole" di aver definito genitori una coppia di uomini durante il battesimo, a Roma, di due gemellini adottati grazie alla legge californiana. Gli argomenti del senatore del centrodestra, e della parte più "conservatrice" delle chiese, sono quelli tradizionali: il divieto biblico, contenuto innanzitutto nel Levitico, di avere rapporti con persone dello stesso sesso e la "spaccatura" che la decisione di benedire le coppie gay potrebbe provocare tra i fedeli.
"È vero che si tratta di un tema delicato e controverso - replica la Moderatora - ma l’appello è stato firmato da una piccola minoranza e credo che nelle chiese esista ormai un’ampia condivisione nell’accoglienza alle coppie omosessuali. Ciò che conta è che dal Sinodo inizi un percorso chiaro e condiviso". E Paolo Ricca aggiunge: "Dobbiamo chiederci se ciò che la Bibbia dice su questo tema risenta di condizionamenti storici e culturali che possono relativizzarne il valore, e come impostare questo discorso in un’etica cristiana che ruota intorno all’unico comandamento dell’amore".
I tempi, insomma, sembrano maturi perché la minoranza valdese e metodista - la più antica e probabilmente la più autorevole nel panorama evangelico italiano, anche nei suoi rapporti internazionali - compia anche questo passo, dopo essersi pronunciata non senza lacerazioni in favore del divorzio e della legge sull’aborto. "La benedizione non è il matrimonio né ha valore di sacramento - ricorda Giorgio Bouchard, pastore e altra figura di riferimento - ma non può neppure essere banalizzata: è un momento solenne nel quale si invoca Dio per sottolineare una scelta di vita".
* la Repubblica, 22 agosto 2010
Sinodo valdese tra unità d’Italia e coppie gay
di Filippo Gentiloni (il manifesto, 5 settembre 2010)
Si è concluso a Torre Pellice l’annuale Sinodo delle chiese valdesi e metodiste, che ha riflettuto, fra l’altro, sui 150 anni dell’unità d’Italia. Una ricchezza sentita dal protestantesimo storico italiano. Ha dichiarato Maria Bonafede, leader dei valdesi: «L’unità d’Italia deve essere non solamente il ricordo del 1861, ma un’occasione per pensare all’Italia di oggi. Come protestanti celebreremo questo anniversario con grande convinzione, ma lo faremo anche per esprimere la nostra preoccupazione per la deriva democratica, culturale ed etica del nostro paese. Ci preoccupa il sistema di corruzione arrivato a livelli devastanti. Corruzione che da sempre esiste, è vero, ma che oggi viene spettacolarizzata e pretende immunità».
Il Sinodo si è occupato della questione della benedizione delle coppie omosessuali. Maria Bonafede: «Nelle nostre comunità i membri di chiesa gay e lesbiche chiedono a pieno titolo che siano riconosciuti i loro diritti e di poter benedire le loro unioni. Le posizioni all’interno della nostra chiesa sono ovviamente le più diverse. Ritengo importante il fatto che le nostre chiese possano discutere serenamente e che si possa arrivare a un documento che contenga e indicazioni per il confronto futuro. Molti membri del Sinodo hanno sfilato con il triangolo rosa, simbolo con il quale venivano identificate le persone omosessuali internate nei campi nazisti. Proprio per denunciare l’indifferenza e l’arretratezza del nostro paese rispetto al riconoscimento dei diritti civili delle persone omosessuali. Ribadiamo che è necessario che il nostro paese formuli delle leggi sulle unioni civili. Nella chiesa, invece, desideriamo che si possa arrivare a un atto liturgico, che ovviamente ancora non è previsto».
La Commissione d’esame ha presentato un ordine del giorno articolato, ma chiaro: le chiese in ricerca su questo tema sono invitate a procedere secondo quanto la responsabilità pastorale consiglia loro. Verosimilmente accadrà che nelle nostre chiese si celebreranno benedizioni di unioni tra persone dello stesso sesso. In questi stessi giorni Fulvio Ferrario, docente valdese di teologia, è intervenuto sui rapporti fra il cattolicesimo e il protestantesimo. Il dialogo procede, a partire dalla solidarietà sui temi etici: si sta diffondendo un relativo ottimismo.