8 ottobre, sciopero orario in tutti i settori della conoscenza
Un’ora del tuo lavoro per non rinunciare al futuro di tutti. Questo chiede la FLC CGIL con lo sciopero di venerdì 8 ottobre a quasi un milione e mezzo di lavoratori della conoscenza (scuola e università, pubbliche e private, ricerca, formazione professionale e AFAM). *
È una delle tante iniziative promosse per accendere i riflettori e rompere il silenzio sullo stato di queste istituzioni, sempre più degradato e sul disagio di chi vi lavora. Solo il Ministro Gelmini dice che va tutto bene, nonostante i fatti la smentiscano e i dati Ocse bollano l’Italia in coda negli investimenti in conoscenza.
Ormai il re è nudo. Quello che il governo si ostina a chiamare riforma è solo la foglia di fico che copre tagli, tagli e ancora tagli, di risorse umane e finanziarie, nonostante qualche rattoppo dell’ultim’ora. Tagli e precarietà. Così si impoverisce l’intero Paese e non solo i lavoratori di questi settori a cui viene negato il rinnovo contrattuale, nonostante abbiano gli stipendi più bassi d’Europa, e con esso qualunque prospettiva di avanzamento professionale, di formazione e aggiornamento.
Non è tempo di rassegnarsi, da qui nasce la campagna autunnale: rompere il silenzio.
Modalità di sciopero e calendario delle iniziative - Manifesto
* (PER APPROFONDIMENTI A AGGIORNAMENTI, CLICCA SU FEDERAZIONE LAVORATORI DELLA CONOSCENZA
Cortei degli studenti in sessanta città italiane, con loro anche i ricercatori delle università
Ddl Gelmini in aula alla Camera il 14 ottobre. Non c’è copertura finanziaria per la riforma
In piazza per difendere scuola e atenei pubblici
Le manifestazioni indette per difendere il diritto allo studio e all’offerta formativa.
Pantaleo (Cgil): «Lo studio sta diventando un diritto per pochi, il sistema dell’istruzione al centro del modello per uscire dalla crisi».
di Iolanda Bufalini (l’Unità, 08.10.2010)
Macerie: è quel che resta della scuola pubblica dopo i tagli che hanno riportato il numero degli studenti per aula a cifre da dopoguerra, abolito laboratori anche nei professionali e la possibilità di studiare due lingue, cancellato l’informatica e ridotto le ore di italiano. Caschetti gialli in testa, dunque, gli studenti delle superiori saranno oggi in 80 cortei annunciati dall’Uds, nelle strade e nelle piazze di 60 città italiane. Ma non saranno soli. Ci saranno anche gli universitari, perché il disegno di legge del ministro Gelmini, in discussione alla Camera, mina anziché riformare le fondamenta dell’università pubblica. l’Unione degli universitari ha lanciato sul sito costruttori di sapere (costruttoridisapere.it) una foto-petizione: 1600 fotografie con caschetto giallo in testa. Anche Roberto Saviano raccontano gli studenti dell’Udu di Pavia ha solidarizzato, accettando una maglietta con la scritta «costruttori di sapere», dopo una conferenza sulla lotta alle mafie.
Insieme a ragazze e ragazzi che hanno coniato lo slogan «chi apre una scuola chiude una prigione», ci saranno i sindacati e la rete dei ricercatori e dei precari delle università. Sciopera Unicobas mentre l’indicazione della Flc-Cgil, è di scioperare alla prima ora (all’ultima nei turni pomeridiani o serali). «Saremo in tanti alle manifestazioni studentesche», spiega il segretario Domenico Pantaleo, perché saranno tanti «i precari licenziati, i ricercatori, le rappresentanze delle Rsu». Quella di oggi, secondo il sindacalista, «è solo una prima tappa di una mobilitazione che non deve spegnersi con un unico grande fuoco».
Mobilitazione che vedrà un altro momento importante il 14 ottobre (e un altro sciopero di un’ora), quando alla Camera si discuterà il Ddl Gelmini. «Il baratto accettato dai rettori sostiene Pantaleo e scandaloso, si sono accontentati di briciole, anzi di promesse vuote». Finanziamenti, superamento della precarietà e diritto allo studio sono gli obiettivi della mobilitazione nelle università. Offerta formativa che «è sempre più povera, particolarmente nel Mezzogiorno» e lavoro per «le migliaia di precari licenziati», gli obiettivi per la scuola. E poi il pericolo che accomuna i diversi gradi: «la privatizzazione del sistema dell’apprendimento, che sta diventando un diritto per pochi». È, sostiene Pantaleo, «un arretramento culturale simboleggiato dalla farsa degli sponsor privati, leghisti a Adro, da supermercato nella provincia Andria Trani Barletta».
14 OTTOBRE
L’assenza di risorse nella riforma dell’università ha avuto, ieri, la prova del nove in commissione cultura alla Camera. Nella discussione alcuni emendamenti delle opposizioni sono stati accolti ma «nulla di sostanziale», precisa Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd. L’unico emendamento presentato dalla maggioranza per 1500 concorsi ad associato, «meno di un terzo sostiene Giovanni Bachelet del necessario», non ha copertura finanziaria, la commissione bilancio si pronuncerà mercoledì. Riformulato, su indicazione dell’opposizione, l’articolo che avrebbe consentito ai rettori di restare in carica fino a 78 anni, «una vera gerontocrazia», secondo Manuela Ghizzoni.
Il Ddl Gelmini andrà, dunque, alla discussione in Assemblea, immutato nei punti sostanziali del centralismo e del reclutamento dei docenti. La maggioranza (compresa la componente Fli che chiede il ripristino degli scatti di anzianità), chiederà probabilmente alla conferenza dei capigruppo, lunedì, di anticipare la discussione prevista per il 14. Ma, a parte obiezioni di tipo regolamentare, sostiene Manuela Ghizzoni che «è giusto giocare a carte scoperte», sapendo, cioè, «cosa si prevede nella sessione di Bilancio per la riforma universitaria, a cominciare dal maltolto, un milirado e mezzo di tagli».
GIORNATA CRITICA NELLA CAPITALE
Tra piazza e concerto: migliaia di studenti a Roma, per la scuola e per il rock
Lezioni a rischio in 42 mila istituti italiani per lo sciopero
proclamato dai sindacati. Cortei in 50 città italiane
ROMA - Dalla piazza allo stadio. Dalla protesta alla festa. Migliaia di giovani, venerdì 8 ottobre, si divideranno a Roma tra cortei e sit-in della protesta contro la riforma della scuola e la festante folla sul prato dell’Olimpico. Anzi, più che dividersi si dedicheranno a entrambi gli impegni: molti dei circa 70 mila che avevano già acquistato il biglietto per il concerto degli U2 allo stadio e si apprestavano a raggiungere la capitale da tutto il Lazio e dalle regioni limitrofe, hanno scelto di anticipare l’arrivo in città per partecipare alle manifestazioni studentesche. Si prevedono ingorghi e deviazioni in almeno tre zone della città: Ostiense, Trastevere e Foro Italico.
AUTUNNO CALDO - E’ la prima grande adunanza dell’autunno 2010, quella di venerdì, la prima di un autunno che si preannuncia caldo sul fronte delle proteste per la scuola e il lavoro: ben 5 le agitazioni su scala nazionale in programma tra fine ottobre e inizio novembre. Si comincia con gli studenti di licei e facoltà in prima linea. Tutti in piazza. E non solo a Roma, non solo giovani.
In tutta Italia scenderanno nelle strade anche professori, precari, genitori, ricercatori universitari. Non solo. A rischio anche le lezioni nelle 42mila scuole d’Italia a causa dello sciopero proclamato dei sindacati della scuola per l’intera giornata.
LA RETE ALLA PIRAMIDE - Manifestazioni e cortei si ripetono in 50 diverse città d’Italia. Ma è a Roma che si terrà la grande protesta con il mondo della scuola che sfilerà fin sotto al ministero della Pubblica Istruzione in viale Trastevere e lì si fermerà per una grande assemblea pubblica. Un corteo che attraverserà tutto il quadrante ovest del centro cittadino: da Ostiense a Trastevere.
Uds, Rete degli Studenti, universitari: l’appuntamento è alle 9.30 alla Piramide. Presenti inoltre i Coordinamenti dei precari e genitori e docenti del Coordinamento scuole secondarie di Roma. «La 133, i tagli agli organici e i provvedimenti sul riordino delle scuole superiori - commenta Tito Russo, coordinatore nazionale Uds - rappresentano il colpo finale al sistema pubblico di istruzione, il mutamento radicale della concezione del valore formativo e la messa in discussione definitiva dell’istruzione laica e pubblica».
LO SCIOPERO - Lezioni a rischio invece per chi resta in aula. Contro i tagli agli organici, alle risorse e le riforme attuate dal governo, i sindacati Usi Ait Scuola e Unicobas - che riproporrà lo slogan `No Berlusconi day’ - hanno proclamato lo sciopero per l’intera giornata, la Flc-Cgil ha chiesto agli insegnanti (nell’ambito di uno sciopero nazionale in tutti i comparti della conoscenza) di astenersi dal lavoro nella prima ora di lezione e al personale non docente di fare altrettanto, ad eccezione del personale impegnato nei turni pomeridiani o serali che sciopererà nell’ultima ora di servizio.
LICEI E UNIVERSITA’ - In piazza anche il mondo universitario. Come annunciato sul sito ateneiinrivolta.org, gli studenti di Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre si sono dati appuntamento, venerdì 8 alle 9.30, a Porta San Paolo. «Abbiamo aderito a questa data di mobilitazione - spiega Claudio Riccio, rappresentante degli studenti universitari di "Link" - perché oggi tutto il mondo della conoscenza è sotto attacco e serve un fronte comune per fermare i devastanti progetti di riforma che ora si rivolgono anche sull’università».
CAMPAGNA FOTOPETIZIONE - Alla vigilia della prima manifestazione nazionale del mondo della scuola, inizia inoltre la campagna di «foto-petizione» nazionale contro il ddl Gelmini, lanciata da studenti e ricercatori nelle Università italiane. Caschetto giallo in testa per denunciare la demolizione dell’Università pubblica a cui il Governo vuole portare il Paese tramite il ddl Gelmini: una iniziativa che ha «l’obiettivo di mostrare i volti delle persone che quotidianamente subiscono gli effetti dei problemi che oggi vive l’Università pubblica e che questo ddl inasprirà fortemente».
Si tratta di una «riforma dell’Università (il DdL Gelmini) che, sistematicamente, va nella direzione opposta agli slogan sbandierati pubblicamente - riportano in una lettera aperta di studenti e ricercatori -: merito, spazio per i giovani, lotta ai baronati, sostegno al diritto allo studio». Ciascuno di questi principii, «che tutti condividiamo, sarà molto più lontano se questa “riforma” dovesse essere approvata». Sono 1600 le foto di studenti e ricercatori contro il ddl: visibili sul sito costruttoridisapere.it.
RICERCATORI IN RIVOLTA - Non mancheranno i ricercatori precari degli atenei che si uniscono al corteo di universitari e studenti medi. Giovedì 7, alla facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza, è stato presentato l’identikit del ricercatore italiano, durante il convegno «Università prove di cambiamento». Dai dati, e dai profili emersi, si evince come i ricercatori italiani (in tutto 25.683) abbiano in media 45 anni d’età, e l’immissione in ruolo avviene (in media) verso i 36 anni.
I ricercatori nel Belpaese sono inoltre «tra i più poveri d’Europa, lo stipendio di un neo-assunto è di 1250 euro - sottolineano i ricercatori della università romana -, insegnano senza averne l’obbligo formale, e nella maggior parte dei casi senza retribuzione, garantendo la copertura di un terzo degli insegnamenti universitari». Inoltre, i 40 ricercatori della facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza, in un documento diffuso al convegno, spiegano che «protestano», non «scioperano», perchè l’indisponibilità alla didattica «non è nulla più che la scelta di rispettare quanto previsto dalla legge».
LE PROSSIME AGITAZIONI - Quella di venerdì è solo la prima protesta di una lunga serie: il 13 ottobre a fermarsi sarà il personale non docente con contratti di tipo co.co.co aderente a Felsa-Cisl, Nidil-Cgil e Uil Cpo. Due giorni dopo, il 15 ottobre, a scioperare, per l’intera giornata, saranno docenti e Ata vicini ai Cobas (sono previste diverse manifestazioni locali). Le contestazioni di rappresentanti della scuola continueranno il 16 ottobre, quando le associazioni studentesche si mischieranno ai manifestanti Fiom-Cgil. Il 30 ottobre torneranno in piazza i precari: a Napoli è in programma una manifestazione del Cps. Il 3 novembre protesteranno gli iscritti all’Anief, gli educatori in formazione che nel giorno dell’ennesimo sciopero generale si ritroveranno a Roma davanti al ministero.
CORTEI E VIABILITA’ - Oltre al corteo dei precari della scuola, venerdì 8, è in programma un sit-in in piazza Santi Apostoli, organizzato dai lavoratori del comparto sicurezza, nonché la manifestazione nazionale Cisl e Uil. Tre appuntamenti che, tra venerdì 8 e sabato 9 ottobre, modificheranno il percorso di alcune linee bus in centro e in Trastevere. E intorno alle 19 il traffico inizierà a farsi congestionato vicino allo stadio Olimpico, per l’afflusso dei 70 mila spettatori del grande concerto degli U2. Numerose le deviazioni stradali; garantiti i percorsi delle linee 32, 48, 69, 233 e 271.
L’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità fa sapere invece che il corteo della scuola sfilerà da piazzale dei Partigiani a viale Trastevere: la partenza è stabilita per le 9.30 e alla stessa ora inizieranno le deviazioni che, nel corso di venerdì mattina, coinvolgeranno 22 linee bus: H, 3, 8, 23, 30Express, 44, 75, 95, 115, 118, 125, 170, 175, 271, 280, 673, 715, 716, 719, 769, 780 e 781.
Il corteo sfilerà poi da piazzale dei Partigiani lungo via delle Cave Ardeatine, piazzale Ostiense, via Marmorata, piazza dell’Emporio, Ponte Sublicio, piazza di Porta Portese, via Girolamo Induno e viale Trastevere sino a largo Bernardino da Feltre, all’altezza del ministero dell’Istruzione. Qui il corteo si unirà ad un sit-in convocato dalle 9 alle 14. La conclusione della manifestazione è prevista per le 13,30.
Red. online e S. De. S.
* Corriere della Sera, 08 ottobre 2010