“Noi non abbiamo paura”: l’Arci solidale con le lavoratrici dell’Igea dal 28 novembre chiuse nella miniera di Monteponi
Dichiarazione di Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci *
“Noi non abbiamo paura” dicono le venti lavoratrici dell’Igea che dal 28 novembre stanno occupando la Galleria Villamarina della ex miniera Monteponi a Iglesias perché la Regione prenda impegni precisi sul futuro della società che dovrebbe operare le bonifiche.
Assieme ad altri 250 lavoratori rivendicano anche il pagamento degli stipendi arretrati. Ma questa volta sono le donne a volere condurre la battaglia in prima linea, calate nel sottosuolo. Così, in quelle condizioni - lo dicono loro stesse in un documento - vogliono attirare l’attenzione sulle difficoltà che incontra ogni giorno chi è madre, moglie, compagna e lavoratrice.
Per farlo, sembra quasi un paradosso, devono scendere sottoterra, sfatando un antica preclusione verso la presenza femminile nel sottosuolo. Loro non hanno paura!
Sono pronte all’occupazione ad oltranza finché non riceveranno risposte rassicuranti da parte della Regione. Una lotta eccezionale, per difendere il destino della loro società, per la dignità del lavoro, per il futuro di tutti i lavoratori in una regione martoriata da processi di dismissione e da una disoccupazione crescente.
La loro lotta ha la nostra piena solidarietà. Vorremmo che quelle donne ci sentissero davvero al loro fianco. Ci uniamo a tante altre organizzazioni e movimenti nel chiedere che le istituzioni, a partire dal livello regionale, si adoperino per trovare finalmente una soluzione che dia risposte positive e certe.
Alle donne di Iglesias vorremmo dire “voi non avete paura non solo perché siete straordinariamente coraggiose, ma anche perché non sarete mai sole. Siete voi, con la vostra azione, a infondere coraggio a tutte e tutti noi”.
Roma, 2 dicembre 2014
Donne Igea fuori da miniera ma lotta continua
nella notte a casa ma questa mattina di nuovo in assemblea
di Redazione ANSA IGLESIAS 11 dicembre 20141
(ANSA) - CAGLIARI, 11 DIC - Dalle luci artificiali della galleria ai lampioni del piazzale di Monteponi: sono uscite alla spicciolata, una alla volta o a piccoli gruppi, durante la notte le 37 lavoratrici Igea che dal 28 novembre occupavano la miniera di Villamarina. Hanno raggiunto le proprie case e riabbracciato i familiari, ma senza mettere una pietra sopra la lotta: questa mattina sono tornate in assemblea alla sala mensa di Campo Pisano, l’altro presidio occupato da undici operai, per fare il punto della situazione. Una scelta, quella di uscire in sordina, non casuale: le dipendenti vogliono che i riflettori siano puntati non su di loro, ma sulla battaglia. Niente "eroine", "sante" o "martiri", insomma: l’unica cosa che conta è la vertenza. E cioè gli stipendi arretrati e le garanzie che ci sia ancora un futuro per le bonifiche di Igea. In linea con questa decisione anche la scelta di farsi chiamare tutte quante Maria nei contatti con gli organi di informazione. Ora per loro la lotta continua. (ANSA).