Rifiuti, Pansa sostituisce Bertolaso
è il nuovo commissario in Campania
ROMA - Il prefetto Alessandro Pansa è il nuovo commissario per l’emergenza rifiuti in Campania. Pansa sostituisce Guido Bertolaso che era commissario dal 9 ottobre 2006. La decisione è stata presa dal governo a margine del Consiglio dei ministri.
"La Presidenza del Consiglio - spiega una nota - ha avviato la fase di uscita dall’emergenza rifiuti in Campania. In seguito all’approvazione e alla conversione del decreto legge n. 61 dell’11 maggio 2007 sugli interventi straordinari per lo smaltimento dei rifiuti nella Regione Campania per le cui finalità sono stati stanziati 80 milioni di euro, la Presidenza del Consiglio comunica che questa fase transitoria, in vista del passaggio alla gestione ordinaria della Regione Campania - previsto per la fine del 2007 - è affidata al prefetto di Napoli, Alessandro Pansa".
"Proprio al fine di favorire un più rapido passaggio all’ordinarietà - prosegue il comunicato di Palazzo Chigi - questa fase sarà gestita di concerto con la Regione Campania.
Nello svolgimento delle sue attività il prefetto Pansa sarà assistito e coadiuvato, oltre che dalla Regione stessa, anche dal ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio, dal Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio, nonché dal Dipartimento per lo Sviluppo delle Economie Territoriali attraverso l’Unità speciale di concertazione per lo sviluppo economico dell’area metropolitana di Napoli".
"Al dottor Guido Bertolaso va il forte ringraziamento della Presidenza del Consiglio e del Governo - conclude la nota - per l’opera svolta in questa prima delicatissima fase che ha consentito il raggiungimento di notevoli risultati, sia in termini ambientali, sia di sicurezza e tutela sanitaria".
Bertolaso, travolto dall’emergenza rifiuti in Campania, aveva già detto nei giorni scorsi di sperare che gli levassero l’incarico. Stando alle indiscrezioni a Bertolaso, già provato da tempo dalla vicenda, non sarebbe piaciuta la versione del decreto sull’emergenza rifiuti uscita dal Senato. E tra veti al conferimento di immondizia nella discarica di Terzigno e discariche che devono accogliere solo ceneri da dissociatore molecolare, Bertolaso si è convinto che il suo tempo era scaduto.
Ma, per non creare problemi al governo, non ha presentato le dimissioni. Preferendo far sapere il suo desiderio di avvicendamento accolto oggi dal governo.
* la Repubblica, 6 luglio 2007
Rallenta la raccolta dell’immondizia, continuano gli incendi dei cassonetti.
Frattamaggiore lascia a casa 10.000 scolari. Occupato il palazzo comunale di Terzigno
Rifiuti, scuole chiuse e mercati sospesi
Bertolaso: "La soluzione in dieci giorni" *
NAPOLI - Il sindaco di Frattamaggiore ha chiuso le scuole della cittadina; molti comuni hanno sospeso i mercati rionali all’aperto; un gruppo di abitanti di Terzigno ha bloccato per due ore i binari della Circumvesuviana e occupato a tempo indeterminato l’aula consiliare. E gli incendi dei cassonetti non accennano a diminuire: 130 gli interventi ieri notte. E’ ancora emergenza rifiuti in Campania. Ma Bertolaso, appena riconfermato commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania, è ottimista: "In dieci giorni risolviamo la crisi".
Il piano Bertolaso. Il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, è fiducioso: "Se siamo fortunati, nell’arco di una decina di giorni si risolve la crisi in atto e con l’inizio dell’estate si potrà lavorare tranquillamente". In visita della chiusura della discarica di Villaricca prevista per il prossimo 26 maggio, in attesa che siano pronti altri sversatoi, Bertolaso ha detto che ci sono "ipotesi allo studio di riapertura di discariche chiuse per quantitativi che non daranno fastidio a nessuno e siti di stoccaggio temporaneo". I tecnici della struttura commissariale sono al lavoro perché "a fine maggio, o per i primi di giugno" si ponga fine a un "periodo difficile, senza contraccolpi per l’economia e per il turismo". Il piano discariche allo studio dovrebbe ricalcare il decreto del Consiglio dei ministri in cui sono indicati quattro siti peraltrettante discariche, una in ogni provincia. "C’è la volontà ferma di risolvere questo problema", ha detto Bertolaso. "Abbiamo il dovere di andare avanti, con la certezza di riuscire a risolvere i problemi".
Rallentata la raccolta. L’emergenza resta comunque alta. L’Asia, l’azienda che si occupa della raccolta urbana, è riuscita a raccogliere e conferire agli impianti solo 1.400 tonnellate circa di rifiuti a Napoli, ben al di sotto della media giornaliera del periodo, stoccando provvisoriamente sui camion 300 tonnellate residue. In provincia, soprattutto lungo la fascia vesuviana, l’allarme igienico-sanitario è alto, con segnalazione di topi e insetti. Lungo le strade di Napoli sono disperse 2.750 tonnellate di rifiuti.
Occupato il comune di Terzigno. Aspre restano le contestazioni contro il nuovo piano discariche. Stamane, una quarantina di persone ha occupato pacificamente l’aula consiliare del comune di Terzigno per protestare contro l’apertura di un sito di raccolta rifiuti nell’area protetta del parco nazionale del Vesuvio: "Siamo più che mai decisi", dicono i manifestanti. "Lotteremo per evitare che si perpetri l’ennesimo scempio in un’oasi naturale che inciderà sulla flora e la fauna".
Diecimila alunni resteranno a casa. A Frattamaggiore da domani rimarranno a casa diecimila alunni delle scuole elementari e medie, insieme agli studenti dei due istituti tecnici e dei due licei della città. "E’ stata una decisione difficile da prendere - ha spiegato il sindaco Francesco Russo che ha firmato l’ordinanza di chiusura delle scuole - ma non potevo fare diversamente". Sulle strade del suo comune sono sparsi 4.000 quintali di immondizia: "Troppi sono i rischi per la salute dei cittadini e, in qualità di responsabile della sanità pubblica, non potevo non adottare un provvedimento per tutelare gli alunni e quelli che lavorano nelle scuole".
*la Repubblica,22 maggio 2007 _________________________________________________________
BERTOLASO NOMINATO COMMISSARIO DELEGATO
Campania, è emergenza rifiuti
Il Consiglio dei Ministri approva il decreto speciale*
NAPOLI. Il Consiglio dei ministri ha approvato nella riunione di ieri, su proposta del premier Romano Prodi, un decreto legge «che mette a punto misure straordinarie volte al superamento dell’emergenza legata al problema dello smaltimento dei rifiuti in Campania, un problema in crescita a causa dell’oggettiva difficoltà di individuare discariche dove poter conferire rifiuti solidi urbani e della mancanza di valide alternative per lo smaltimento dei rifiuti fuori dalla regione». Ne dà notizia un comunicato di Palazzo Chigi.
«Al fine di consentire un incisivo coordinamento degli interventi - informa il comunicato - al Capo del Dipartimento della protezione civile della presidenza del Consiglio sono assegnate le funzioni di Commissario delegato per tale emergenza, con facoltà di avvalersi di tre sub-commissari (uno dei quali avrà il compito specifico di individuare soluzioni volte a incrementare la raccolta differenziata)».
«Il provvedimento - continua la nota - individua le discariche che potranno essere utilizzate, fino alla cessazione dello stato di emergenza e fatti salvi gli eventuali provvedimenti adottati dall’autorità giudiziaria prima dell’entrata in vigore del decreto, per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi (che potranno essere destinati in via eccezionale fuori regione), oltre a quelle già autorizzate e realizzate dal Commissario delegato-Prefetto di Napoli e alle ulteriori discariche che il Commissario delegato può individuare per l’attuazione degli obiettivi del decreto-legge. Il provvedimento infine, pone un accento particolare sulle misure volte a informare e coinvolgere la popolazione locale al fine di pervenire a scelte quanto possibile condivise».
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www.lastampa.it, 07.10.2006
Ecco il geyser di percolato che ha messo nei guai Bertolaso e la sua vice
di Titti Beneduce (Corriere del Mezzogiorno, 20 febbraio 2009)
NAPOLI - Un Vajont di percolato: così Sergio Asprone, uno degli indagati nell’inchiesta «Rompiballe», descriveva nel 2007 la discarica di Villaricca, dove in alcuni punti la melma velenosa rischiava di colare giù da un momento all’altro. Giovanni Parascandola Ladonea, appuntato dei carabinieri particolarmente inviso a Marta Di Gennaro e Guido Bertolaso, aveva fotografato la massa liquida prossima a venire giù e inviava al commissariato di governo continue relazioni di servizio in cui segnalava il pericolo; per questo motivo lo staff di Bertolaso lo considerava un impiccione da punire.
Eccole, le fotografie scattate da Parascandola: potrebbero essere presto allegate allo stralcio dell’inchiesta al quale sta lavorando il pm Maurizio De Marco, che, assieme al procuratore, dovrà decidere se chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio per Bertolaso, Pansa, Catenacci e altre quattro persone. Le fotografie sono state scattate nel giugno del 2007; l’appuntato, lo ricordiamo, faceva le ispezioni a Villaricca quando era libero dal servizio e con mezzi propri. In una delle immagini si vede con chiarezza come la poltiglia marrone (otto o novemila metri cubi di percolato) sia arrivata ormai a 30 centimetri dal bordo della discarica. In un’altra appare un imponente spruzzo di percolato, quasi un malefico geyser: quando il biogas presente nella discarica preme, il percolato schizza in alto. In altre ancora si notano rifiuti che affiorano nel magma.
Quelle foto, così come le relazioni di servizio dell’appuntato, infastidivano moltissimo Bertolaso, la sua vice e il loro factotum, il maresciallo Rocco De Frenza; gli ultimi due sono stati rinviati a giudizio il 29 gennaio scorso assieme agli altri 23 coimputati. «Guido ha smesso di autor izzare le missioni dei carabinieri- diceva la Di Gennaro in una telefonata -. Hanno continuato ad arrivare questi appunti su sopralluoghi fatti, alcuni dei quali esordivano dicendo "Questo sopralluogo viene fatto in periodo di ferie dal sottoscritto con mezzi propri". Io non ho voluto più avere a che fare con i carabinieri da quando Guido mi ha detto: "Ferma, questi devono cambiare"... La richiesta di questo Masi (un capitano del Noe delegato dai pm Noviello e Sirleo ad acquisire le relazioni di servizio di Parascandola, ndr): che cosa vuole, vuole quei pezzacci di carta che ti vedi lì. Che dobbiamo fare? Forse li dobbiamo dare, ma così li suffraghiamo... Questi hanno continuato a fare quello che facevano... quella era la ragione per cui ce li volevamo togliere di mezzo!».
Il maresciallo De Frenza, parlando al telefono con Michele Greco, dopo averlo invitato a strappare le relazioni di servizio di Parascandola, diceva: «Adesso te lo cerco e te lo blocco in qualche modo, sennò gli faccio una pratica disciplinare». Giovanni Parascandola, che negli anni Novanta era stato investigatore in Sicilia e aveva fatto parte della squadra del «capitano Ultimo», arrivò al commissariato proprio per decisione di Sergio Di Caprio, oggi colonnello e vicecomandante del Noe. Dopo l’esperienza al commissariato di governo fa ora il piantone nella sede della Regione Carabinieri Campania, in via Salvatore Tommasi. Il suo diretto superiore al commissariato, il tenente Luigi Paolo De Ciutiis, ex maresciallo e anche lui ex collaboratore di «Ultimo», è stato invece trasferito da alcuni mesi dal Noe di Torino all’ufficio Motorizzazione della Regione Carabinieri Piemonte. Nessuno dei due, dunque, ha al momento un incarico operativo. Ieri, intanto, nuovo rinvio per il processo Bassolino, che si sta svolgendo nell’aula bunker di Poggioreale.
L’avvocato Alfonso Maria Stile, che assiste il gruppo Impregilo, doveva recarsi in Cassazione: la Corte avrebbe dovuto pronunziarsi sul ricorso dei pm Noviello e Sirleo contro il dissequestro dei 750 milioni di euro a Impregilo disposto dal Riesame. Ma anche in questo caso c’è stato un rinvio: si va al 16 aprile per un difetto di notifica. Si allungano ulteriormente, dunque, i tempi della decisione: il ricorso dei pubblici ministeri è stato depositato in agosto.
Per i giudici del Riesame, i pm non avrebbero distinto le attività lecite da quelle illecite di Impregilo, rendendo impossibile individuare i proventi della presunta truffa. Durissima la replica della Procura, che nel ricorso in Cassazione ha criticato la motivazione racchiusa in tre sole righe a fronte di 57 faldoni processuali: il collegio, ritengono i pm, non ha neppure letto gli atti.
Rifiuti, in carcere chi li abbandona. Ma solo se è campano*
E adesso siamo arrivati alle leggi “ad regionem”: ovvero, al decreto che vale solo in Campania. Chi abbandona rifiuti ingombranti per strada e viene colto in flagrante può essere arrestato. Ma solo se vive a Napoli, Caserta, Avellino, Benevento o Salerno. In tutto il resto d’Italia si può tranquillamente buttare un materasso o una lavatrice senza paura di finire in galera. «Finora - spiega il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Guido Bertolaso - chi abbandonava a piazza del municipio un materasso o un elettrodomestico rischiava una multa di 25 euro. Con il decreto di oggi si prevede la condanna da sei mesi a 3 anni di reclusione, e con l’arresto in caso di flagranza. Questo però vale solo per la Campania».
Pugno duro anche con i Comuni che non raccolgono la spazzatura: «Con un decreto del ministero dell’Interno e su proposta del sottoscritto - spiega ancora Bertolaso - sarà possibile commissariare i Comuni che non adempiono al proprio dovere in materia di raccolta di rifiuti».
Tutto rimandato, invece, per altri pericolosi soggetti come i writers. La norma che punisce chi scrive sui muri sarebbe dovuta arrivare già nel decreto sui rifiuti, ma, come spiega la ministra dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, le norme «potrebbero più opportunamente entrare nel pacchetto sicurezza allo studio del governo». Un graffito non è questione di muri puliti, è roba da ordine pubblico.
* l’Unità, Pubblicato il: 31.10.08, Modificato il: 31.10.08 alle ore 13.01
Ansa» 2008-10-31 17:25
RIFIUTI: 5 AVVISI DI CHIUSURA INDAGINI, UNO A BASSOLINO
NAPOLI - Cinque avvisi di chiusura delle indagini sono stati notificati dai carabinieri del comando provinciale di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione del commissariato rifiuti in Campania. A quanto si apprende uno degli avvisi è stato notificato al presidente della giunta regionale della Campania Antonio Bassolino, ex commissario di governo per l’emergenza rifiuti in Campania.
I reati contestati sono peculato aggravato in concorso e falso ideologico e materiale commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici.
Oltre a Bassolino, nella sua qualità di commissario di governo per l’emergenza rifiuti, gli altri quattro destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dal pm della Procura di Napoli, Giancarlo Novelli, sono: Raffaele Vanoli, vice commissario vicario per l’emergenza rifiuti all’epoca dei fatti, Enrico Soprano, avvocato e consulente esterno della struttura commissariale, Michele Carta Mantiglia, un altro professionista legato al commissariato da un rapporto di collaborazione, Giulio Facchi, subcommissario all’epoca dei fatti contestati.
Soltanto Soprano e Carta Mantiglia avevano già ricevuto un avviso di garanzia. Il danno erariale complessivamente stimato dagli inquirenti ammonta a circa 300.000 euro. Dalla notifica dell’avviso gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie e documenti o per rilasciare dichiarazioni. Trascorso questo termine il pm deciderà se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati o se archiviare.
RISCHIA ARRESTO CHI ABBANDONA RIFIUTI IN CAMPANIA
Lavatrici sui marciapiedi, materassi accanto ai cassonetti della spazzatura: ordinarie fotografie dalla Campania. Ma il Governo annuncia il pugno di ferro, con l’arresto per chi abbandona i rifiuti ingombranti, nonche’ la rimozione dei sindaci inadempienti nella raccolta. Accanto al bastone, anche la carota, con incentivi ai cittadini che riciclano. Le misure sono contenute in un decreto legge in 10 articoli approvato dal Consiglio dei ministri, che prevede anche l’avvio di una campagna informativa per sensibilizzare la popolazione sulla raccolta differenziata.
’’Ci sono immagini girate dall’esercito - ha spiegato il sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso, illustrando il provvedimento a Palazzo Chigi - che fanno vedere come, appena tolta la spazzatura, dopo 5-6 ore in strada ci sono di nuovo cucine, materassi ed altri materiali. Ora chi attua questi comportamenti viene punito con una pena irrisoria, 25 euro. Con il decreto puo’ invece essere condannato a pene da 6 mesi a tre anni di reclusione e l’arresto in flagranza’’. L’articolo 6 recita che nei territori in cui vige lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti (ad oggi solo la Campania) ’’chiunque in modo incontrollato o presso siti non autorizzati abbandona rifiuti pericolosi, speciali ovvero rifiuti ingombranti domestici e non, di grandi dimensioni che non siano riciclabili, tossici o nocivi di almeno 50 centimetri cubici e con almeno due dimensioni di altezza, lunghezza o larghezza superiori a cinquanta centimetri, e’ punito con la reclusione fino a tre anni e sei mesi’’.
E ce n’e’ anche per i Comuni ’pigri’. ’’I 551 sindaci campani - ha ammonito Bertolaso - devono fare il loro dovere. Spesso anche noi siamo sollecitati da cittadini che sostengono che non e’ stata tolta la spazzatura sotto casa, ma non e’ compito nostro, devono farlo i sindaci. I Comuni che non fanno quanto previsto dalla legge potranno essere ora commissariati: e’ una norma severa che vuole far assumere le responsabilita’ a tutte quelle amministrazioni comunali che gridano all’aiuto ma poi sono inadempienti’’.
Ma il decreto non contiene soltanto inasprimenti. ’’Per incentivare l’attivita’ di riciclo del materiale casalingo - annuncia il sottosegretario - abbiamo previsto un ritorno ai vecchi tempi, quando si restituiva la bottiglia di vetro vuota e si aveva un piccolo indennizzo’’. Il cittadino campano potra’ cosi’ portare i propri imballaggi usati (al massimo 100 kg al giorno) presso le aree di raccolta autorizzate e ricevera’ un compenso forfettario.
Il provvedimento interviene inoltre contro il fenomeno - anche questo tipicamente campano - dei cumuli di rifiuti. Si tratta, spiega Bertolaso, ’’di spazzatura che non poteva essere rimossa dall’esercito o dagli altri enti perche’ poteva contenere materiale pericoloso. Con il dl ora siamo autorizzati a prendere questi scarti presenti nelle periferie e nelle campagne, da sempre discariche a cielo aperto e trasferirli nelle piazzole di conferimento dove operare la selezione’’.
La misura del carcere per chi abbandona i rifiuti non e’ piaciuta ad Ermete Realacci, ministro dell’Ambiente ombra del Pd. ’’Mandare in carcere chi abbandona in strada rifiuti ingombranti - ha sostenuto - sembra piu’ un’ammissione di resa che una reale azione di contrasto dell’illegalita’’’. Bene, invece, ha aggiunto, ’’il commissariamento previsto per i Comuni inadempienti sulla raccolta differenziata’’.
Il rifiuto della raccolta differenziata
di GUIDO VIALE (il manifesto, 24 settembre 2008)
Che cosa c’e’ ancora da fare in Campania, dopo che Berlusconi e Tremonti hanno annunciato di aver risolto il problema dei rifiuti? Tutto. Tutto quello che e’ necessario per passare da una gestione straordinaria che in 14 anni e’ stata la principale fonte del disastro a una gestione ordinaria che restituisca al governo del territorio - Comuni, Province e Regione - le competenze previste dal nostro ordinamento e rispetti i principi della normativa europea e italiana: primo ridurre la produzione di rifiuti; poi recuperare materia; quindi estrarre energia solo se non si puo’ recuperare materia; discarica solo per cio’ che non si puo’ recuperare.
Per ridurre la produzione di rifiuti bisogna promuovere, con appositi accordi, il vuoto a rendere (sia riciclabile che pluriuso) e la vendita alla spina di prodotti in grani, in polvere e liquidi; scoraggiare gli articoli usa e getta (pannolini, stoviglie e gadget) incentivando gli equivalenti lavabili e/o durevoli; promuovere l’acqua del rubinetto e scoraggiare quella minerale dove gli acquedotti sono sani; valorizzare i rifiuti elettrici ed elettronici (in sigla, Raee), accelerando l’attuazione dell’accordo che ne prevede ritiro e riciclo; sostenere il commercio dell’usato offrendo ai "mercatini" spazi adeguati a fianco degli ecocentri dove intercettare quello che a cittadini e aziende non serve piu’; sostenere il compostaggio domestico e quello in fattoria: cioe’ lo scambio diretto di sostanza organica con alimenti biologici tra ristoratori o negozi alimentari e agricoltori.
Per recuperare materia e riciclarla bisogna fare la raccolta differenziata (Rd) tra le famiglie e tra le aziende: sia quelle commerciali che manifatturiere, edili e agricole. Con le aziende e’ piu’ facile, perche’ producono sempre gli stessi rifiuti, in grandi lotti: c’e’ solo bisogno di fornire assistenza tecnica per tenerli separati e indirizzarli verso imprese in grado di recuperarli. Per sviluppare la Rd tra famiglie e negozi bisogna riorganizzare alle radici consorzi e aziende pubbliche e private che oggi se ne occupano quasi tutte in modo inadeguato.
Per riciclare imballaggi e frazione organica ci vogliono impianti di selezione e di compostaggio e mercati di sbocco per materiali riciclati e compost. Ai primi provvede il Consorzio nazionale imballaggi: e’ la sua mission istituzionale che il prezzo del petrolio agevola, perche’ sara’ sempre piu’ conveniente riciclare materiali che fabbricarne di nuovi. Al compostaggio cercano di provvedere i nuovi impianti in corso di finanziamento da parte della Regione e le associazioni dei coltivatori, affamati di compost per ridurre la desertificazione dei suoli.
Il rifiuto che continuera’ a sfuggire alla Rd deve venir trattato in impianti meccanico-biologici (Tmb o Cdr). Sono gli impianti che Fibe-Impregilo, prima, e i commissari, poi, hanno mandato in malora, facendoli lavorare oltre le loro potenzialita’ o eliminando la manutenzione. Fibe per produrre quante piu’ "ecoballe" possibile, invece che vero Cdr, contando di lucrare gli incentivi Cip6 con i quali piu’ rifiuti si bruciano e piu’ si guadagna; i commissari pensando di "far sparire" la monnezza impacchettandola.
Questi impianti vanno riparati e riattivati; dovranno separare la frazione organica da quella secca ed entrambe dallo scarto destinato a discarica. La frazione organica, una volta stabilizzata, e’ un prodotto indispensabile per le bonifiche dei suoli; quella combustibile, invece di essere accumulata in attesa di inceneritori che non arrivano mai puo’ essere ceduta per alimentare cementifici, fornaci, altoforni, centrali elettriche a carbone o impianti di gassificazione. Con i prezzi attuali dei combustibili, il Cdr e’ ambito e conteso; ma diventa conveniente anche estrarre e riciclare molto del materiale ancora presente in questo flusso: cosa realizzabile con alcune modifiche degli stessi impianti. Le ecoballe gia’ accumulate non potranno mai essere bruciate in quegli inceneritori; se non si vuole lasciarle li’ per sempre, andranno affidate alle sole imprese in grado di valorizzarle: quelle che operano sui cicli di combustione del carbone o del gas.
Poi c’e’ da bonificare i suoli inquinati e prevenire nuovi sversamenti abusivi di rifiuti tossici. Per trattare i nuovi rifiuti prodotti e quelli da rimuovere ci vogliono nuovi impianti; ma di un tipo che non ha nulla a che fare con gli inceneritori di rifiuti urbani voluti da Berlusconi. Infine l’esercito, che oggi difende le nuove discariche dalle popolazioni che non le vogliono, dovrebbe invece difendere il territorio dagli sversamenti e dagli incendi di rifiuti tossici che continuano come e piu’ di prima.
Operazioni cosi’ difficili non si possono realizzare senza coinvolgere e negoziare con le componenti principali della societa’ campana. E’ quello che cerca di fare il Forum rifiuti Campania voluto dal nuovo assessore all’ambiente della Regione. Quante di queste cose ha fatto o intende fare Berlusconi? Nessuna. I rifiuti per strada li aveva rimossi quasi tutti l’esercito (con Di Gennaro, sotto Prodi, anche se Berlusconi se ne e’ preso il vanto). Ma non potra’ farlo per sempre e quando l’esercito se ne andra’ i rifiuti torneranno a invadere le strade (come gia’ cominciano a fare ora), perche’ l’organizzazione della raccolta e’ rimasta quella di prima e niente e’ stato fatto per cambiarla.
Per smaltirli si e’ tornati alle discariche perche’, invece di riattivare gli impianti di Cdr, il decreto 90 ne prevede chiusura e svendita dato che si intende riservare quasi tutta la produzione regionale di rifiuti urbani ai futuri inceneritori, cui e’ stato garantito il famigerato incentivo Cip6 che tutti noi finanzieremo con la bolletta elettrica (ecco un modo silenzioso di "mettere le mani nelle tasche degli italiani"). Cosi’ la concorrenza tra potenziali utilizzatori di Cdr va a farsi friggere, perche’ il rifiuto indifferenziato e’ vincolato a un unico impianto, l’inceneritore, e a un unico gestore, che operera’ nella regione come un corpo estraneo, come ha fatto per anni la Fibe. Nessuna misura e’ stata poi prevista per cominciare a liberare il territorio dai rifiuti tossici e invece di consultare la societa’ civile Berlusconi preferisce risolvere il problema con le mance: ne ha appena distribuite - a titolo di "compensazioni" - per ben 550 milioni di euro (avete letto bene: cinquecentocinquanta milioni).
E dopo le rivelazione del pentito Vassallo, il partito del premier non sembra molto ben messo nemmeno in fatto di rapporti con quella malavita che tanta parte ha avuto nel disastro della regione.
I risultati dei prelievi a Chiaiano. I carotaggi hanno riscontrato
che la pietra lavica garantisce l’impermeabilità
Napoli, dalle analisi ok alla discarica
Domani la decisione di De Gennaro
di DARIO DEL PORTO *
NAPOLI - Si va verso il via libera per Chiaiano: sarà una settimana decisiva, quella che comincia oggi, sul fronte dell’emergenza rifiuti in Campania. È imminente l’apertura della discarica di Savignano Irpino, in provincia di Avellino: l’ultimo collaudo è in programma per domani pomeriggio, poi il sito potrebbe entrare in funzione e affiancarsi alla discarica di Serre, l’unica attualmente operativa.
E già domani potrebbe sbloccarsi il nodo-Chiaiano: i carotaggi eseguiti nei giorni scorsi inducono i tecnici del commissariato ad escludere il rischio di infiltrazioni nella cava individuata per contenere circa 700mila tonnellate di spazzatura: gli accertamenti hanno infatti riscontrato la presenza di uno strato di pietra lavica che garantisce l’impermeabilità del terreno.
Domani è previsto un tavolo tecnico in prefettura alla presenza del sottosegretario Guido Bertolaso, del commissario straordinario Gianni De Gennaro e anche degli esperti nominati dalle comunità locali che si oppongono alla realizzazione della discarica. All’esito dell’incontro potrebbe arrivare l’annuncio ufficiale.
Frena invece il docente universitario Giovambattista De Medici, componente della commissione tecnica per conto dei comuni: "Abbiamo già consegnato una lista di nuovi accertamenti che dovrebbero essere effettuati nella cava. Sono necessarie indagini che diano una caratterizzazione più esaustiva della situazione". Sulla scelta di Chiaiano si era espresso in maniera netta anche il premier Silvio Berlusconi, che dovrebbe tornare in città mercoledì proprio per seguire gli sviluppi della situazione. Secondo il premier, l’emergenza potrebbe terminare entro luglio.
Ma questi sono giorni determinanti anche per i risvolti giudiziari della crisi: oggi il plenum del Consiglio superiore della magistratura può approvare il parere sulla riforma che istituisce in Campania una procura regionale e un tribunale specializzato in materia di rifiuti. Le norme sono state aspramente criticate in un documento inviato a Palazzo dei Marescialli da 75 magistrati della Procura di Napoli.
In mattinata è prevista l’audizione davanti alla settima commissione del presidente del Tribunale del capoluogo campano, Carlo Alemi, la cui organizzazione dell’ufficio alla luce della riforma è stata contestata da 33 giudici della sezione gip. Domani è fissata invece l’udienza davanti al Tribunale del Riesame sull’istanza di revoca degli arresti domiciliari presentata dall’avvocato Efisio Figus Diaz, difensore della dirigente della Protezione civile Marta Di Gennaro, uno dei 25 indagati coinvolti nell’inchiesta su presunti illeciti nella gestione dell’emergenza.
A presiedere il collegio ci sarà il giudice Nicola Quatrano, che aveva partecipato come osservatore a una delle manifestazioni contro la discarica di Chiaiano: un elemento che potrebbe aggiungere ulteriori polemiche a quelle dei giorni scorsi.
* la Repubblica, 9 giugno 2008
Le parole del premier riaccendono gli animi nel quartiere già teatro di scontri
Quaranta incendi di immondizia nel Napoletano. Avellino scende in strada per protesta
Chiaiano, ricominciano le proteste
Dalla Ue dubbi sul decreto rifiuti
Una rivista specializzata: "Il decreto sarà respinto da Bruxelles" *
NAPOLI - L’Ue ha molti dubbi sul decreto rifiuti, e si prepara a respingerlo. Lo scrive in esclusiva la rivista di banca Etica "Valori", che specifica anche i punti sui quale Bruxelles si opporrà. Una riunione decisiva in tal senso si è svolta ieri sera alla Direzione Generale Ambiente.
Scrive infatti la rivista: "Le obiezioni dell’Ue riguardano soprattutto gli articoli che contengono deroghe: alla Commissione non sono andati giù, in particolare, l’articolo 9 (relativo alle deroghe sulla valutazione di impatto ambientale per i siti che saranno adibiti a discariche) e l’articolo 18 (che prevede un lungo elenco di deroghe alla normativa vigente in materia ambientale, igienico-sanitaria, di prevenzione incendi, sicurezza sul lavoro, urbanistica, paesaggio e beni culturali).
I tecnici avrebbero sollevato le loro obiezioni direttamente ai rappresentanti del governo italiano a Bruxelles, indicando i punti critici del decreto. Va detto che il parere della Commissione europea non è vincolante per il governo di un Paese membro. Naturalmente, però, qualora Berlusconi e suoi ministri decidessero di andare avanti e di non ascoltare i rilievi dell’Ue, si aprirebbe una procedura d’infrazione contro l’Italia. E sarebbe la seconda volta: il nostro Paese è già in procedura d’infrazione, e sempre per lo scandalo dei rifiuti".
Chiaiano, torna la protesta. Dopo le parole pronunciate da Berlusconi a Napoli si riaccende la tensione a Chiaiano, quartiere scelto per aprire una discarica da 700 mila tonnellate. Le analisi per verificare l’idoneità della cava ancora non sono concluse ma il premier ieri ha annunciato che a Chiaiano "la discarica si farà. Tutte le nostre relazioni tecniche ci indicano che la cava è adeguata".
Affermazioni che sono detonate come bombe tra la popolazione del quartiere che si prepara a una nuova prova di forza con la polizia dopo gli scontri dei giorni scorsi. Al presidio sulla piazza la voce comune è una sola: "E’ una dittatura. A che servono i rilievi dei tecnici se hanno già deciso?"
Domani 5.000 in piazza. Per domani la gente di Chiaiano ha organizzato una manifestazione a cui è annunciata la presenza di cinquemila persone. Davanti al palco allestito per gli oratori, un cartello con una croce nera è appeso ad un balcone. C’è scritto: "Scendiamo tutti in piazza se non vogliamo finire così".
Quaranta roghi di immondizia. Nonostante gli appelli, anche del presidente della Repubblica, continuano i roghi della spazzatura. Oltre quaranta cumuli di immondizia sono stati dati alle fiamme nella notte tra Napoli e provincia, a Casoria, Afragola, Giugliano e Secondigliano.
Avellino in corteo per protesta. Anche Avellino dice "no" alle discariche. Stamane circa 500 manifestanti, insieme ad una decina di sindaci della provincia, sono scesi in strada per respingere l’ipotesi di aprire una discarica da 700 mila metri cubi sull’altopiano del Formicoso, tra i comuni di Bisaccia, Vallata e Lacedonia. "L’Irpinia non può diventare la pattumiera della regione", dicono i manifestanti che hanno concluso la protesta davanti all’impianto di trattamento dei rifiuti di Pianodardine. "Le scelte del governo - osserva un leader del corteo - penalizzerebbero definitivamente il futuro di comunità che molto ha investito su ambiente, zootecnia e prodotti alimentari".
* la Repubblica, 31 maggio 2008
Regime fascista in atto. stracciata la costituzione.
di Elisa Di Guida
Sui fatti di Chiaiano: non è andata come hanno raccontato *
"Datemi voce e spazio perché sui giornali di domani non si leggerà quello che è accaduto. Si leggerà che i manifestanti di Chiaiano sono entrati in contatto con la polizia. Ma io ero lì. E la storia è un’altra".
"Alle 20 e 20 almeno 100 uomini, tra poliziotti, carabinieri e guardie di finanza hanno caricato la gente inerme. In prima fila non solo uomini, ma donne di ogni età e persone anziane. Cittadini tenaci ma civili - davanti agli occhi vedo ancora le loro mani alzate - che, nel tratto estremo di via Santa Maria a Cubito, presidiavano un incrocio. Tra le 19,05 e le 20,20 i due schieramenti si sono solo fronteggiati. Poi la polizia, in tenuta antisommossa, ha iniziato a caricare. La scena sembrava surreale: a guardarli dall’alto, i poliziotti sembravano solo procedere in avanti. Ma chi era per strada ne ha apprezzato la tecnica. Calci negli stinchi, colpi alle ginocchia con la parte estrema e bassa del manganello. I migliori strappavano orologi o braccialetti. Così, nel vano tentativo di recuperali, c’era chi abbassava le mani e veniva trascinato a terra per i polsi. La loro avanzata non ha risparmiato nessuno. Mi ha colpito soprattutto la violenza contro le donne: tantissime sono state spinte a terra, graffiate, strattonate. Dietro la plastica dei caschi, mi restano nella memoria gli occhi indifferenti, senza battiti di ciglia dei poliziotti. Quando sono scappata, più per la sorpresa che per la paura, trascinavano via due giovani uomini mentre tante donne erano sull’asfalto, livide di paura e rannicchiate. La gente urlava ma non rispondeva alla violenza, inveiva - invece - contro i giornalisti, al sicuro sul balcone di una pizzeria, impegnati nel fotografare".
"Chiusa ogni via di accesso, alle 21, le camionette erano già almeno venti. Ma la gente di Chiaiano non se ne era andata. Alle 21.30, oltre 1000 persone erano ancora in strada. La storia è questa. Datemi voce e spazio. Perché si sappia quello che è accaduto. Lo stato di polizia e l’atmosfera violenta di questa sera somigliano troppo a quelli dei regimi totalitaristi. Proprio quelli di cui racconto, con orrore, ai miei studenti durante le lezioni di storia".
Elisa Di Guida
(docente di Storia e Filosofia - Napoli)
(24 maggio 2008)
10:41 Scoperti in Irpinia due tir con rifiuti pericolosi
I carabinieri della compagnia di Montella (Avellino) hanno intercettato e fermato due tir carichi da rifiuti speciali e pericolosi provenienti dalle province di Napoli e Salerno. I due automezzi percorrevano la statale Ofantina, l’arteria che collega Avellino all’alta Irpinia, divenuta un’importante crocevia per il trasporto di rifiuti illegali. Quattro persone che erano a bordo dei tir sono state denunciate: si tratta di quattro pregiudicati napoletani cui era stato affidato il compito di stoccare in discariche abusive oltre 80 quintali di materiale ferroso, rottami inquinanti, radiatori in alluminio, batterie esauste nonchè eternit e residui bituminosi
10:35 Momenti di tensione a Chiaiano
Momenti di tensione davanti alla discarica di Chiaiano. La gente sta tornando sul sito mentre è in corso una trattativa tra forze dell’ordine e organizzatori del presidio che non permettono di togliere il blocco portando via l’autobus messo di traverso in mezzo alla strada su cui è scritto "No pasaran"
10:27 Presidio Chiaiano in tribunale a Napoli.
Presidio di un gruppo di manifestanti antidiscarica del quartiere di Chiaiano davanti al tribunale di Napoli, in attesa dell’esito del processo per direttissima dei tre arrestati ieri notte dopo gli scontri di piazza. Uno dei tre, Pietro Spaccaforno, 28 anni, già 10 giorni fa era stato condannato a sei mesi, pena sospesa, per un episodio accaduto nel corso di una protesta; il giovane fa parte dei centri sociali che appoggiano i manifestanti - RIPRESA PARZIALE. Per aggiornamenti clicca sul rosso - e andare sul sito della "Repubblica"
Mentre l’immondizia nelle strade non è ancora stata smaltita il commissario europeo all’Ambiente avverte il governo: "Bisogna intervenire al più presto"
Allarme rifiuti, nuovo monito Ue
"Agire subito, o rischi per la salute"
A Napoli 75 roghi nella notte, in mattinata la città paralizzata da sciopero bus selvaggio
NAPOLI - Dopo un’altra notte all’insegna dei roghi dei rifiuti (almeno 75) a Napoli, e una mattinata all’insegna dello sciopero cittadino selvaggio dei bus, la Campania - e il governo italiano - ricevono anche un altro, forte monito dalle istituzioni europee, che in sostanza affermano: "Sull’emergenza immondizia bisogna agire subito".
L’allarme Ue. L’Italia deve agire subito per risolvere la situazione dei rifiuti a Napoli, per evitare peggiori conseguenze per la salute pubblica. E’ quanto sollecita il commissario all’Ambiente Stavros Dimas, per bocca della sua portavoce Barbara Hellferich. La Commissione ha deferito il 6 maggio scorso il nostro Paese alla Corte di giustizia europea, ma - secondo Dimas - "non possiamo aspettare la sentenza della Corte: le autorità italiane devono agire rapidamente per mettere fine ad una situazione che presenta alti rischi per la salute pubblica".
Roghi e tensioni. Mentre le strade sono ancora invase da cumuli di spazzatura e sono ancora evidenti le tracce degli incendi, la città questa mattina deve affrontare anche un’altra emergenza provocata da uno sciopero improvviso del personale dei trasporti pubblici. Gravi disagi per gli utenti che non sono stati informati del blocco che ha praticamente fatto sparire dalle strade gli autobus. L’adesione alla protesta è stata altissima, mentre le strade, specie al di fuori del centro cittadino, sono ancora invase da montagne di spazzatura in decomposizione, da cui si levano odori nauseabondi e nugoli di insetti.
Ancora incendi. Fino all’alba i vigili del fuoco hanno dovuto spegnere 75 roghi tra Napoli e provincia, alcuni dei quali di consistenti dimensioni, con la minaccia di essere attaccati con pietre e bastoni da bande criminali. Le tracce dei cumuli di rifiuti dati alle fiamme sono evidenti a Fuorigrotta, Bagnoli, Poggioreale, e nella la zona centrale occupata da banche e uffici, mentre la polizia è dovuta intervenire per rimuovere i numerosi blocchi stradali.
Rifiuti in strada. Il prefetto Alessandro Pansa dice che la situazione sta migliorando e che "in pochi giorni la città sarà ripulita". Ma l’immondizia continua ad assediare case e strade e la protesta, spesso strumentalizzata e forse guidata dalla camorra, continua a farsi sentire. L’ottimismo del prefetto deriva anche dalla decisione di far ripartire i treni che trasportano la spazzatura in Germania al costo (pesantissimo per le casse pubbliche) di 250 euro la tonnellata. Lo conferma l’assessore comunale alla Nettezza urbana, Gennaro Mola: l’obiettivo è di smaltire mille tonnellate di rifiuti al giorno. Intanto, cresce l’allarme sanitario: i medici e le loro organizzazioni segnalano i rischi (diossina, infezioni) che potrebbero derivare da questa crisi e chiedono di rafforzare i presidi sanitari.
Il Consiglio dei ministri. Mercoledì arrivano Berlusconi e ministri per la seduta napoletana dell’esecutivo promessa dal premier in campagna elettorale. Berlusconi ha un piano che prevede l’apertura di dieci siti per raccogliere i rifiuti in attesa di riuscire a portare a regime il sistema dei termovalorizzatori. Un piano che comprende anche l’uso dell’Esercito per ripulire le strade e, probabilmente, anche per difendere le discariche.
* la Repubblica, 19 maggio 2008.
disagi lungo la linea ferroviaria che collega il capoluogo campano a salerno
Rifiuti, bloccata la Napoli-Battipaglia
Varati due provvedimenti anti-emergenza
Terminata la riunione convocata dal prefetto: in arrivo medici sentinella e un call center per informare i cittadini *
NAPOLI - Napoli sempre nel caos per l’emergenza rifiuti. Una trentina di manifestanti hanno bloccato i binari all’altezza del passaggio livello tra San Giovanni e Barra, a Napoli. Al momento la circolazione ferroviaria della linea Napoli-Battipaglia (Salerno) delle Ferrovie dello Stato è ferma. Decine di sacchetti dell’immondizia sono infatti stati sparpagliati sui binari impedendo il passaggio dei convogli. Sul posto la Polizia che sta compiendo opera di mediazione con i manifestanti. Le Ferrovie hanno garantito comunque i collegamenti tra Napoli e Salerno grazie ad itinerari alternativi.
RIUNIONE STRAORDINARIA - La questione dei rifiuti a Napoli arriva sul tavolo del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Alla luce delle proteste riesplose nel capoluogo campano negli ultimi due giorni, il prefetto di Napoli ha convocato infatti domenica una riunione straordinaria del comitato. Sul tappeto la questione rifiuti. «A Napoli e in Campania non è in atto alcuna emergenza sanitaria» ha spiegato il rappresentante del ministero di Lavoro, Salute e Politiche sociali che ha partecipato al Comitato presieduto dal prefetto Pansa. Il quale, al termine della riunione, si è mostrato ottimista circa il ristabilirsi della normalità a Napoli nei prossimi giorni. «L’acme della crisi - ha detto Pansa - è stato superato. Ora sta riprendendo lo smaltimento dei rifiuti dalle strade e sono fiducioso che in breve tempo la crisi acuta finirà. Ci sono molte voci allarmanti sulla situazione cittadina, ma spero che la fase acuta sia alle spalle».
VARATI DUE PROVVEDIMENTI - Nel corso della riunione sono anche stati varati due provvedimenti per far fronte all’emergenza rifiuti: martedì partirà il progetto "medici sentinella" per una sorveglianza sindromica e un monitoraggio costante delle varie patologie a rischio, mentre da mercoledì sarà attivo uno specifico call center per fornire informazioni alla cittadinanza. Inoltre è iniziata una raccolta straordinaria in tutta la provincia di Napoli che consentirà il prelievo giornaliero e il recupero dei quantitativi accumulatisi nei giorni scorsi nelle strade per le difficoltà nello smaltimento.
84 ROGHI - La decisione del prefetto è arrivata domenica mattina, dopo l’ennesima notte di superlavoro per i vigili del fuoco: 84 gli incendi di spazzatura tra il capoluogo campano e la provincia. Un o degli incendi appiccati alla spazzatura accumulata da giorni ha danneggiato gravemente l’ingresso della sede dell’Inps, in via Medina, in pieno centro a Napoli. Le fiamme, probabilmente sprigionate dopo il lancio di una bottiglia incendiaria, hanno semidistrutto anche una Rover 400 che si trovava parcheggiata proprio vicino ai cassonetti dati alle fiamme.Un altro incendio è stato appiccato a due grossi cumuli di spazzatura che si trovavano a pochi metri di distanza, in via San Tommaso d’Aquino, non lontano dagli uffici della Questura che si occupano del rilascio di passaporti e vicino a piazza Municipio. Gli stessi cumuli erano stati già parzialmente incendiati nei giorni scorsi ma non rimossi.
BASSOLINO A BERLUSCONI «COLLABORIAMO» - Sull’allarme rifiuti è tornato a intervenire il governatore campano Antonio Bassolino. «L’unica possibilità che abbiamo è legata alla collaborazione con il governo - ha detto in un’intervista a Repubblica -. Si deve far nascere un partito trasversale del sì, che finora è stato più debole del no». Anche se il rischio del caos rifiuti è di «una crisi a livelli inimmaginabili» Bassolino si dice «fiducioso». «Neanche a Berlusconi - sottolinea il governatore campano - interessa una destabilizzazione della situazione a Napoli». Per Bassolino, che nei giorni scorsi ha incontrato il premier, dai primi passi emerge che «lo spirito è giusto, lo stesso che torna utile al Paese col dialogo tra Berlusconi e Veltroni». La strada per uscire dall’emergenza, indicata da Bassolino, è quella di completare i termovalorizzatori, migliorare la differenziata e aprire le discariche «dando seguito a leggi e ordinanze».
* Corriere della Sera, 18 maggio 2008
Il sindaco Iervolino la definisce una "situazione raccapricciante" Pattuglie di teppisti da un focolaio all’altro. "Qui finiamo come col colera..."
Rifiuti, assalto al cuore di Napoli raid e barricate, città sotto assedio
di ROBERTO FUCCILLO *
NAPOLI - La città è ora un tappeto di spazzatura. Non più solo cumuli, come nelle precedenti fasi acute di crisi, ma proprio sacchetti e cassonetti rovesciati per strada un po’ ovunque. E non c’è più differenza fra periferie come Pianura e salotto cittadino. L’intera area urbana è avvolta dai miasmi della spazzatura in putrefazione e dai venti di rivolta. Ovunque si registrano pattuglie di ragazzi, teppisti organizzati, che sfrecciando in motorino si spostano da un focolaio di rivolta all’altro, ma anche donne e bambini che denunciano "ci entrano topi e insetti in casa" oppure "qua finiamo come col colera tanti anni fa".
Constatazioni alle quali fanno seguito le barricate e il lancio per strada di sacchetti. Che poi restano lì per ore e ore perché l’Asìa, l’azienda comunale di raccolta, non ha i mezzi necessari a intervenire prontamente in tempo reale dove la protesta insozza le strade. Non a caso il blocco del quartiere collinare del Vomero, iniziato giovedì sera, è stato rimosso solo ieri all’alba, mentre il sindaco Rosa Russo Iervolino apriva la sua giornata constatando che "la situazione è raccapricciante".
Bastavano però poche ore e la città era di nuovo a ferro, fuoco e munnezza. In mattinata esplodeva la rabbia degli abitanti di via Imbriani, a cavallo di via Salvator Rosa, l’arteria che sale dal centro cittadino alla zona collinare. Strada bloccata, traffico più in tilt del solito, corse deviate per gli autobus, costretti a tornare in collina per scendere poi da un altro asse viario verso il centro. Stessa scena nel pomeriggio lungo la Riviera di Chiaia, la strada che collega il centro a Mergellina e Posillipo. Anche qui due file di cassonetti rovesciati per strada e sacchetti a completare la barricata, con donne e bambini in prima fila, prontissimi a rigettare a terra anche il poco materiale che alcuni poliziotti volenterosi cercavano di radunare ai lati della carreggiata.
Ancora blocchi in serata anche in serata nella zona occidentale di Bagnoli e Fuorigrotta, vicino allo stadio San Paolo, di nuovo su via Salvator Rosa, con la città spezzata in due nell’ora del rientro a casa e lungo via Forìa.
Una città in stadio di assedio. Si aggiungevano i roghi, nella zona di via Chiaia, nei dintorni di piazza Garibaldi, sede della stazione ferroviaria, e in altri quartieri della Napoli collinare. In questa situazione arrivava in serata la nota ottimistica del commissariato straordinario: grazie all’apertura di un sito di stoccaggio nel casertano, gli impianti di Cdr hanno potuto accogliere e lavorare circa 7000 tonnellate di spazzatura. È il quantitativo medio di produzione di una giornata in tutta la regione, dunque almeno ieri la situazione non è peggiorata e da domani il ritmo di recupero, come annuncia a Napoli l’assessore Gennaro Mola, dovrebbe incrementare. Ma quello che si è accumulato nei giorni scorsi per terra resta lì, insieme alla esasperazione della gente. Sicché si moltiplicano le reazioni politiche.
Il presidente della Regione Antonio Bassolino nota che "Berlusconi e il governo vengono a Napoli (mercoledì 21, ndr), e mi sembra un segnale giusto". Intanto il sindaco Iervolino punzecchia il commissario straordinario Gianni De Gennaro: "Quando mi nomineranno commissario all’emergenza rifiuti una soluzione la troverò. Siccome un commissario c’è, e si chiama De Gennaro, faccia il suo mestiere". E il presidente della Provincia di Napoli, il verde Dino Di Palma, invoca: "Apriamo immediatamente tutte le discariche in grado di accogliere spazzatura per quindici giorni".
* la Repubblica, 17 maggio 2008
Nuovi roghi di cassonetti e cumuli di immondizia nel napoletano
In centinaia manifestano contro la nuova discarica di Chiaiano
Rifiuti, ancora tensioni in Campania
Domani la Ue decide per l’infrazione
La portavoce: "Non posso anticipare nulla, si discuterà dei privvedimenti" *
NAPOLI - Decine tra alberi e arbusti tagliati dai manifestanti ostruiscono via Cupa del Cane, stradina di accesso alla cava di Chiaiano dove in base a un’ordinanza del presidente del Consiglio Romano Prodi dovrebbe essere allestita una discarica. Si tratta, della cava di Chiaiano, situata a Nord di Napoli dove, da giorni, centinaia di persone stanno protestando contro la decisione di istituire una discarica in grado di accogliere circa un milione di tonnellate di rifiuti. Altre stradine di accesso alla cava di Chiaiano sono state bloccate dai manifestanti.
Anche mamme e bambini protestano. Anche mamme e bambini in prima fila per dire no. Sono state bloccate anche alcune strade per accedervi. La discarica di Chiaiano, che dovrebbe essere operativa tra due mesi, sarà in grado di accogliere 700mila tonnellate e, secondo quanto sottolineato più volte dallo stesso commissario straordinario Gianni De Gennaro, potrebbe dare due anni di respiro alla città di Napoli. Anche il sindaco, Rosa Russo Iervolino ha definito la decisione di realizzare la discarica in una cava della periferia della città "sofferta ma necessaria". Intanto i cittadini continuano a effettuare presidi e blocchi stradali e, sostengono i comitati di protesta per continuare a ribadire la linea del no.
I roghi. I roghi di cassonetti e cumuli di immondizia nel napoletano tornano a essere frequenti. Questa notte i vigili del fuoco sono intervenuti 40 volte nei quartieri di Napoli di Barra e Ponticelli, ma anche nell’area vesuviana e flegrea, oltre che nel nolano.
Cumuli di rifiuti in fiamme anche vicino a scuole e asili: è accaduto a Somma Vesuviana, dove stamattina le mamme e gli studenti degli istituti coinvolti hanno protestato. Le donne hanno chiesto aiuto sia all’amministrazione comunale che ai carabinieri per fare in modo che l’area venisse ripulita: l’immondizia era stata bruciata, la notte scorsa, tra il liceo Torricelli e l’asilo, in via Sant’Aloia.
Un esercito in azione. Esercito in azione a San Giorgio a Cremano (Napoli): stamattina i militari hanno prelevato 30 tonnellate di rifiuti dalle strade del centro cittadino, colpite dall’emergenza. Secondo quanto reso noto da uffici del Comune, l’esercito sarà di nuovo in città domani e mercoledì. La situazione in città resta difficile e rischia di aggravarsi per le temperature meteo più alte registrate in questi giorni. Al momento rimangono a terra circa 300 tonnellate di rifiuti: a soffrirne maggiormente sono la zona di via Manzoni al confine con Napoli e le strade al confine con il comune di Portici.
Domani la decisione dell’Ue. Arriverà domani la decisione della Commissione europea su una nuova procedura di infrazione contro l’Italia per la questione dei rifiuti in Campania. Lo ha confermato la portavoce della Commissione, durante il briefing con i giornalisti. Rispondendo a una domanda, la donna ha detto di ’’non poter anticipare nulla’’ ma di ’’confermare che la Commissione si riunirà per decidere se avviare la procedura di infrazione contro l’Italia’’.
La Commissione dovrebbe comunque dare il via libera al deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia Ue perché ritiene insufficienti le misure finora adottate per risolvere la crisi.
* la Repubblica, 5 maggio 2008
Ansa» 2008-04-10 11:12
RIFIUTI: DIRETTIVA DISCARICHE, CORTE UE CONDANNA ITALIA
BRUXELLES - La Corte europea di giustizia del Lussemburgo ha condannato l’Italia per la tardiva e quindi non corretta applicazione della direttiva volta a prevenire le ripercussioni negative sull’ambiente derivanti dalle discariche di rifiuti. L’Italia era stata deferita ai giudici Ue dalla Commissione. Secondo l’esecutivo europeo, il decreto legislativo di applicazione della norma comunitaria violava alcuni articoli della stessa direttiva che definisce la nozione di rifiuti e di discariche.
La direttiva prevede che gli Stati elaborino una strategia nazionale per la riduzione dei rifiuti, stabilisce regole sui costi dello smaltimento, prevede la procedura di autorizzazione di nuove discariche e sottopone quelle preesistenti a misure particolari. La Commissione ha accusato l’Italia di aver applicato la direttiva tardivamente e così facendo di non averla applicata bene. Oggi la Corte ha riconosciuto valide le obiezioni sollevate dall’esecutivo europeo ed ha condannato l’Italia alle spese.
"La condanna Ue non è contro la Campania,
ma riguarda il governo Berlusconi"
Pia Bucella, alto funzionario alla guida della Direzione generale Ambiente e dirigente della comunicazione e degli affari giuridici della Commissione europea, chiarisce il significato della decisione di Bruxelles: "Un atto d’accusa contro tutte le discariche italiane sorte dal 2001 in poi"
di Conchita Sannino *
Un atto d’accusa contro tutte le discariche italiane sorte dal 2001 in poi. È la condanna emessa dalla Corte di Giustizia europea sul caso rifiuti contro Roma. Un dispositivo che non riguarda assolutamente il contenzioso in corso sul disastro Campania, né la gestione della crisi del supercommissario Gianni De Gennaro o dei suoi predecessori.
Lo chiarisce a Repubblica, da Bruxelles, Pia Bucella, l’alto funzionario che guida la Direzione generale Ambiente ed è dirigente della comunicazione e degli affari giuridici della Commissione europea. "La vicenda Campania non interferisce con questa sentenza. Il pronunciamento della Commissione europea deriva invece da un contenzioso avviato dalla commissione europea nel 2003 - spiega la dottoressa Bucella - E punta il dito sul modo di intendere e di gestire le discariche in Italia".
In sintesi, il verdetto della Corte di giustizia riguarda il procedimento aperto da Bruxelles nel 2003 contro l’allora governo Berlusconi, messo sotto accusa per non avere ottemperato al dispositivo che già nel 1999 dettava condizioni e regole rigidissime in materia di autorizzazione, allestimento e gestione delle discariche che insistono in tutto il territorio italiano. Il verdetto, per ora, non impone multe. Ma autorizza la commissione europea, che rappresentava la pubblica accusa in tale procedimento, ad esigere che l’Italia applichi rigorosamente il diritto comunitario. Se da Palazzo Chigi si continuasse a non assolvere a tale obbligo, fanno notare fonti della commissione, allora si potrebbe arrivare ad un secondo pronunciamento di condanna da parte dei giudici. In tal caso, il dispositivo comporterebbe anche una serie di penali salatissime.
Spiega la dottoressa Bucella: "La direttiva comunitaria che risale al 199 obbligava i Paese membri e quindi anche l’Italia a recepire le nuove norme in materia di allestimenti di siti per i rifiuti entro il luglio del 2001. Tuttavia il governo italiano non solo rispose con quasi due anni di ritardo, cioè nel 2003. Ma inoltre non recepì quelle regole. Anzi le contestò, obiettando che avrebbe conferito la nuove veste alle discariche solo a partire dal 2009". Ovvero: con otto anni di distanza rispetto a quanto imponeva la norma della commissione europea. Si trattò, sostenne allora la commissione, "di un atto palese di violazione del diritto comunitario".
In concreto, quante sarebbero in Italia le discariche sorte in contrasto con le norme dettate da Bruxelles? "Ah. È una bella domanda. Vorremmo saperlo anche noi. Ma purtroppo lo chiediamo dal 2003 - scuote la testa l’alto funzionario - E non abbiamo mai avuto risposte".
* la Repubblica, 10 aprile 2008.
"Biùtiful cauntri" racconta la tragica vita quotidiana in quell’area del Napoletano
stretta tra discariche fuori norma e un oceano di rifiuti tossici gettati della camorra
Campania, cuore di tenebra d’Italia
in sala il docufilm-shock sui rifiuti
Sullo schermo il dolore delle vittime: dagli allevatori di pecore uccise dalla diossina
ai bimbi rom che vivono nella monnezza. "Ma il vero delitto è dire che lì non si muore"
di CLAUDIA MORGOGLIONE *
Una scena del film ROMA - "Ci stanno facendo morire come le pecore. Lentamente". Siamo ad Acerra, pochi chilometri da Napoli, ex zona lussureggiante della Campania Felix, ora cuore dell’emergenza ambientale. A parlare è un allevatore i cui capi sono condannati all’abbattimento, tutti con tassi di diossina intollerabili. E non sono gli unici esseri viventi ad apparire senza scampo. Con loro, come loro - respirano la stessa aria contaminata dai rifiuti tossici, si nutrono degli stessi prodotti della terra avvelenati - gli uomini, le donne e i bambini che, finora, se ne sono presi cura.
Benvenuti, allora, nel cuore di tenebra d’Italia. Nella Regione dell’emergenza rifiuti urbani, così come del business sempre più prospero di rifiuti nocivi; delle ecoballe intrattabili (troppo piene di sostanze tossiche per poter essere incenerite) accumulate in 35 milioni di metri quadrati di spazio; dei campi rom costruti sulle discariche illecite della camorra; dei cittadini che sanno di essere probabilmente condannati a morte prematura; di quelli che si rassegnano, e di quelli che combattono con un’energia e una competenza inesauribili. Benvenuti, insomma, nel triangolo della morte - Villaricca/Giugliano/Acerra, nell’hinterland partenopeo - raccontato in un documentario giù cult: Biùtiful cauntri. Pronuncia all’inglese, e ortografia italiana, per nominare il Belpaese. Il nostro. Dove tutto questo accade.
Scritto e diretto dalla montatrice Esmeralda Calabria, dal regista Andrea D’Ambrosio e dall’esperto di Legambiente Peppe Ruggiero, presentato con successo al Festival di Torino targato Nanni Moretti (ottenendo una menzione speciale), definito da Roberto Saviano uno strumento utilissimo per comprendere il disastro campano, il docufilm approda adesso nelle nostre sale. Grazie alla volontà di rischiare del produttore Lionello Cerri, e sull’onda dell’attualità - basta pensare al recentissimo rinvio a giudizio di Antonio Bassolino.
Risultato: un film potente, intenso e sconvolgente. Da vedere, in primo luogo, per essere informati su una situazione così grave. Negli 83 minuti di pellicola, infatti, anche uno spettatore non particolarmente addentro alla vicenda può capire vastità e cause dell’emergenza. Il fallimento totale del ciclo dei rifiuti, con la società vincitrice d’appalto nella Regione (l’Impregilo della famiglia Romiti) che non ha saputo creare impianti a norma, e si è limitata a confezionare ecoballe. Ora accumulate a Giugliano, a poca distanza dai piccoli coltivatori di fragole e alberi da frutta.
E poi c’è il fiorire del business della camorra, con le oltre 1.200 discariche abusive (e sono solo quelle censite), tutte stracolme di rifiuti tossico-nocivi. Ci sono ad Acerra (dove a complicare la situazione ci sono anche i danni provocati da un ex stabilimento Montefibre), a un passo dagli allevatori di bestiame; a Villaricca, accanto alla discarica legale (poi chiusa perché non a norma); a Lago Patria, dove pascolano le bufale della celebre mozzarella. Il film fa ascoltare anche alcune intercettazioni telefoniche, in cui si sentono intermediari delle imprese del centronord che si mettono daccordo con gli imprenditori della camorra, per i trasporti e lo scarico di camion con rifiuti tossici: trasformando questa e altre aree campane nella cloaca d’Italia.
Ma non c’è solo l’aspetto di informazione, a rendere unico Biùtiful Cauntri. A colpire lo spettatore sono, ancora di più, i volti e le voci delle vittime di questa catastrofe ambientale: gli allevatori, che piangono guardando le loro pecore abbattute; i bambini di un grande campo rom, che vivono letteralmente tra i rifiuti (come i loro coetanei africani che si vedono in un altro documentario attualmente nelle sale, Forse Dio è malato); e cittadini-eroi come l’educatore ambientale Raffaele Del Giudice. Un uomo che non si arrende, che denuncia continuamente discariche illegali e impianti legali non a norma. E che oggi, alla conferenza stampa di presentazione del film, ricorda anche le minacce della camorra: "Non quelle de visu, ma nell’aria che si respira, nel recinto in cui ti chiudono".
Eppure, al di là della scontata immoralità e capacità di uccidere della criminalità organizzata, a colpire di più sono altri due aspetti. Primo: la follia delle imprese che pur di risparmiare accettano di smaltire in questo modo i loro scarti. Secondo, la totale assenza o la colpevole incompetenza delle istituzioni: "Quando funzionari dello Stato o autorità dicono lì non si muore di diossina - dichiara Andrea D’Ambrosio, uno dei registi - commettono un vero e proprio delitto. Un atto di terrorismo". Tutte cose che accadono in questa Italia 2008, "non solo in Africa", come sottolinea Peppe Ruggiero. In un’Italia che forse, come spiega la Calabria, "i nostri registi, e non solo quelli di documentari, dovrebbero provare a raccontare un po’ di più".
* la Repubblica, 3 marzo 2008.
Rifiuti in Campania, Bassolino rinviato a giudizio *
Il presidente della Giunta regionale della Campania, Antonio Bassolino, e altri 27 imputati nel procedimento per le presunte irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti sono stati rinviati a giudizio. Lo ha deciso il gup Marcello Piscopo. Il processo comincerà il 14 maggio davanti alla quinta sezione del Tribunale di Napoli.
Il giudice si è espresso sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dai pm Paolo Sirleo e Giuseppe Noviello nei confronti di Antonio Bassolino, dei vertici Impregilo e di circa altri 20 indagati tra funzionari delle aziende del gruppo e subcommissari e tecnici dell’emergenza per presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti in Campania fino al dicembre 2005, quando fu rescisso il contratto con la Fibe, azienda Impregilo che se ne occupava dal 1998.
In mattinata, al termine dell’ascolto delle arringhe difensive, l’avvocato rappresenta la Regione come parte offesa nel procedimento, Pino Vitiello, e il curatore speciale, Roberto Fiore, hanno repsentatop una istanza di 200 pagine per richiedere anche il congelamento dei beni personali dei 28 imputati, compresi conti correnti o pignoramenti del quinto dello stipendio, qualora fossero rinviati a giudizio.
Agli imputati vengono contestati reati che vanno dalla frode in pubbliche forniture a truffa aggravata ai danni dello Stato, falsità e abuso di ufficio. Rinviate a giudizio anche le persone giuridiche, cioè le società del gruppo Impregilo coinvolte nella vicenda: Impregilo, Fibe, Fibe Campania, Fisia Italia Impianti e Gestione Napoli, che hanno gestito fino a dicembre 2005 lo smaltimento dei rifiuti in Campania.
La richiesta di rinvio a giudizio era stata depositata il 31 luglio scorso dai pm Paolo Sirleo e Giuseppe Noviello dopo una indagine partita nel 2003 sulla base di numerosi esposti; nel 2004, su una ipotesi di frode in pubbliche forniture, il gip partenopeo disposte il sequestro di tutti gli impianti di combustibile da rifiuti, poi dissequestrati dopo un primo revamping. Lo scorso 26 giugno, inoltre, il gip Rossana Saraceno firmò il sequestro preventivo cautelare di somme per 750 milioni alle società dell’Impregilo, sequestro confermato dal Riesame il 25 luglio. Il dibattimento davanti al gup era iniziato lo scorso novembre.
Il rinvio a giudizio del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino «era una decisione già annunciata». Questo il laconico commento dell’avvocato Massimo Krogh, uno dei legali del governatore della Campania.
L’avvocato Giuseppe Fusco, l’altro difensore di Bassolino, non ha voluto commentare la decisione del giudice limitandosi a sottolineare, ad una domanda dei cronisti, che non sussiste il rischio di prescrizione in quanto «il processo di prescrive nel 2012», come ha evidenziato.
* l’Unità, Pubblicato il: 29.02.08, Modificato il: 29.02.08 alle ore 19.41
Crisi sanitaria a Pozzuoli. Proteste e blocchi di treni a Napoli *
Napoli si è svegliata ancora una volta con l’odore di fumo misto a quello di rifiuti bruciati nell’aria. Nella notte tra lunedì e martedì ancora roghi e proteste legati all’emergenza rifiuti. Sono stati circa 66 gli interventi dei vigili del fuoco per incendi che hanno interessato cumuli di immondizia abbandonata nelle strade, soprattutto nell’hinterland a nord di Napoli e nelle fasce vesuviana e flegrea, tra i comuni di Melito, Afragola e Giugliano. Le proteste sono giunte poi a Marigliano, dove dovrebbe essere creato un sito di stoccaggio, con l’occupazione della sede comunale.
Manifestazioni anche per le strade di Pozzuoli, dove è scattato l’allarme igienico-sanitario. La commissione straordinaria che amministra il comune ha inviato una ulteriore richiesta al Commissario per i rifiuti, Gianni De Gennaro, per sollecitare un radicale intervento di pulizia della città. «Anche in relazione alle notizie acquisite dal locale commissariato di polizia - si afferma - la situazione dell’ordine pubblico e dell’igiene sanitaria rischia di divenire assolutamente ingestibile».
Alla protesta contro i rifiuti, si è unito oggi il malcontento della popolazione campana contro disoccupazione ed emergenza sanitaria. Teatro della manifestazione è stato la stazione centrale di Napoli dove, poco dopo le 10,30, centinaia di disoccupati si sono riuniti sui binari, provocando il blocco delle partenze e degli arrivi. All’occupazione, durata circa tre ore, hanno preso parte il Coordinamento di lotta per il lavoro, l’Unione disoccupati organizzati, il Movimento corsisti di Acerra e gli operatori socio sanitari.
Intanto il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, ha rimandato all’approvazione del Piano sullo smaltimento dei Rifiuti ogni considerazione sulla possibilità di realizzare in città un Termovalorizzatore, opzione proposta ieri dal presidente dell’Unione Industriali, Giovanni Lettieri. «Stiamo lavorando, Giunta e Consiglio, per redigere il Piano per la raccolta differenziata - ha detto la Iervolino - adesso c’è anche un nuovo assessore regionale che dovrà inserire questo Piano in quello globale. Attendiamo e valuteremo, anche perchè io non ho preclusioni aprioristiche, ma neppure soluzioni miracolose».
Non è stato tranquillo nemmeno il "day after" di Savignano Irpino. Dopo un lunedì di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, con un bilancio di dodici persone contuse, il prefetto di Avellino, Ennio Brasco, ha confermato che la discarica di Contrada Pustarza si farà. Ma ha anche proposto, riferiscono membri del comitato di tutela del territorio di Savignano Irpino, «un baratto». Il prefetto avrebbe, infatti, detto che «la Provincia lascerebbe stare il sito di contrada Pustarza in cambio di quello in contrada Ischia». Una discarica per un’altra discarica. Anche se, avvertono dal comitato, «l’ex commissario straordinario e prefetto, Alessandro Pansa, l’aveva dichiarata inidonea». Ma, il problema per il comitato rimane: «La discarica è sempre nel comune di Savignano Irpino e lontana soltanto due chilometri dall’altra».
Il sindaco di Savignano Irpino, Oreste Ciasullo, è pronto a uscire dal Partito Democratico «se non ci saranno iniziative concrete sul fronte dell’emergenza rifiuti». In particolare, dice Ciasullo «prima si deve eliminare la discarica di Contrada Pustarza e poi dal territorio del comune di Svignano Irpino».
In attesa che aprano le nuove discariche individuate dal decreto del luglio scorso e dopo lo stop alla riapertura dei vecchi siti, perchè inadatti, si tenta la carta del trasporto di spazzatura in Germania. Ben 200 mila tonnellate per un’operazione che dovrebbe consentire una pulizia radicale delle strade.
* l’Unità, Pubblicato il: 19.02.08, Modificato il: 19.02.08 alle ore 19.26
La popolazione vuole impedire il passaggio delle trivelle che devono aprire un nuovo sito
Nella notte roghi di spazzatura nel napoletano, dove la situazione rimane drammatica
Rifiuti, tensione ad Ariano Irpino
alcuni contusi tra i manifestanti *
AVELLINO - L’emergenza rifiuti torna a creare tensioni in Campania. Questa mattina sulla statale 90 "delle Puglie", all’altezza del bivio di Villanova del Battista (Avellino), ci sono stati tafferugli tra forze dell’ordine e manifestanti che si oppongono al passaggio delle trivelle dirette a contrada Pustarza di Savignano Irpino, il sito individuato dal commissario straordinario Gianni De Gennaro per una discarica capace di contenere settecentomila tonnellate di rifiuti.
Il presidio dei manifestanti, circa 250, ha fatto barriera al passaggio delle quattro trivelle scortate da circa 300 poliziotti in assetto antisommossa. Sono state anche incendiate balle di fieno che hanno prodotto una densa nube nera sulla zona. Le forze dell’ordine hanno tentato di liberare la sede stradale e ci sono stati contatti ravvicinati con i manifestanti, alcuni dei quali sono stati medicati presso l’ospedale di Ariano Irpino. Tra questi anche un giornalista di un’emittente televisiva locale. Sul posto si è recato il sindaco di Ariano Irpino, Domenico Gambacorta. Al momento, la situazione è di stallo con manifestanti e poliziotti che si fronteggiano a distanza.
Nella notte i problemi si sono concentrati invece nel napoletano dove in diverse località sono stati dati alle fiamme cumuli di rifiuti. I vigili del fuoco sono dovuti intervenire per spegnere 55 roghi. Tra le situazioni più gravi quella che si registra a Melito, dove ormai i sacchetti di rifiuti hanno invaso quasi tutte le strade, tra cui un tratto della Circumvallazione esterna di Napoli, un’arteria percorsa quotidianamente da migliaia di veicoli.
Qui la scorsa notte è stato appiccato un vasto incendio lungo la strada che collega la variante di Melito alla Circumvallazione. La densa colonna di fumo che si è levata ha invaso tutta la zona, avvelenando l’aria e costringendo centinaia di famiglie a stare in casa con le finestre chiuse. Finora i pochi interventi eseguiti per la rimozione dei sacchetti, nonostante le rassicurazioni date, non hanno avuto l’effetto sperato. I cumuli, tra produzione quotidiana e giacenze accumulate nelle scorse settimane, sono ancora lì, rappresentando una vera e propria minaccia per la salute pubblica.
* la repubblica, 18 febbraio 2008.
Rifiuti, De Gennaro: piano irrealizzabile
di Fulvio Bufi (Corriere della sera, 16 febbraio 2008)
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NAPOLI - Il piano della grande pattumiera capace di ingoiare un milione di tonnellate di rifiuti, il piano che il commissario straordinario Gianni De Gennaro aveva preparato per risolvere la crisi di Napoli, finisce nella spazzatura. Non è realizzabile perché le discariche individuate non possono essere riaperte. Il commissario le aveva scelte basandosi sulle documentazioni che gli erano state fornite, ma quando i tecnici sono andati a fare gli esami necessari prima di dare l’ok all’utilizzo, è venuto fuori un quadro completamente diverso. L’impianto di Montesarchio poteva franare da un momento all’altro, quello di Ariano Irpino anche, e in più è pure inquinato. La discarica di Villaricca, che secondo il piano aveva una capacità di 35 mila tonnellate, in realtà non può riceverne più di diecimila.
Tutte informazioni che è lo stesso De Gennaro a fornire in una conferenza stampa stavolta ristrettissima, senza né telecamere né microfoni. Ammette: «Non sono riuscito a trovare colpi d’ala per raccogliere, nei cento giorni preventivati, le 200 mila tonnellate di giacenza». Oggi di giorni alla scadenza del suo mandato ne mancano ottantaquattro e tranne la riapertura del sito di stoccaggio di Ferrandelle - che ha una capacità di 350 mila tonnellate, ma per accordi con i cittadini che protestavano ne sarà utilizzata solo la metà - non c’è altro.
Nei quartieri residenziali o del centro di Napoli la raccolta dell’immondizia ora si fa, in periferia meno, in provincia è ancora un disastro. E per smaltire le tonnellate di spazzatura in giacenza ci si è rivolti a ditte tedesche, che potranno farlo in circa sei mesi. Per avere discariche utilizzabili bisognerà invece aspettare l’apertura dei cinque impianti (uno per provincia) di cui, con un provvedimento del governo, fu decisa la realizzazione quando a gestire l’emergenza c’era il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Era l’estate 2007: cioè quattro commissari fa.
Un giorno col supercommissario De Gennaro: tre mesi per la normalità
I colloqui infiniti con i sindaci fra gli stucchi rosa degli uffici di palazzo Salerno
"La mia vita nella trincea dei rifiuti
ma da solo non posso vincere"
I summit con l’unità di crisi, poi una pizza prima di rientrare in albergo
Il saluto ai camerieri: mi raccomando, la raccolta differenziata
di CARLO BONINI *
NAPOLI - Giovedì 7 febbraio. Undici gradi. Cielo coperto. Duecentomila tonnellate di rifiuti nelle strade delle province di Napoli e Caserta. Anno quindicesimo dell’"emergenza". Giorno ventitreesimo della sua nuova gestione. Alle 8 e 45 del mattino, lo Stato, la sua faccia, s’avanza lentamente in una piazza del Plebiscito deserta, rimontando a piedi il breve tragitto che separa il mare dagli stucchi rosa di Palazzo Salerno. Una stanza di albergo che guarda il Golfo, dal ballatoio settecentesco affacciato sul dramma. Gianni De Gennaro si stringe in un trench color sabbia, si afferra affettuosamente al braccio di Tommaso, "il mio disattendente di campo", lo sbirro ragazzo che a forza di seguirlo ovunque, ragazzo non lo è più da un pezzo. Riceve il saluto dei camerieri in livrea del "Gambrinus", con un’educazione che declina in compiaciuta deferenza. "Eccellenza...", "dottore...", "Prefetto...". "Un bel caffè per il capo della Polizia". "Eh, non lo sono più da un pezzo. E poi ancora con questo Eccellenza... Pensate piuttosto alla raccolta differenziata dei cartoni, che da oggi cominciamo". Poi, di nuovo sulla piazza, lucida come uno specchio sotto le spazzole di un camioncino dell’Asia, la municipalizzata. Una camel light che brucia in fretta e che viene strozzata del braciere prima di raggiungere il filtro, "come si faceva a scuola". E il filtro che rimane chiuso nel pugno, fino al primo cestino. "Sono pur sempre 3 grammi. Che quando hai centinaia di migliaia di tonnellate in strada...".
Lo Stato si è accampato al secondo piano del Palazzo in cui, dal ’700 in poi, hanno sempre messo le tende i vincitori, o gli "usurpatori", dipende dai punti di vista, prima che i succhi gastrici della città li digerissero. Il generale Enrico Morozzo conte della Rocca, comandante militare delle province Napoletane (1860); il nazista Scholl (1943); il generale inglese sir Harold Alexander (1944); una decina di comandanti Nato dello scacchiere sud. E lo ha fatto con le sue insegne repubblicane. Per scelta. "Ho voluto che la ruota dentata della Repubblica fosse ovunque. Sulla carta intestata, sui ferma carte, sui mezzi, nel logo delle agenzie governative che ogni giorno lavorano sul territorio, sui comunicati alla popolazione". I militari, che del Palazzo sono i cortesi padroni, hanno liberato i quattro felpati saloni del piano nobile. De Gennaro ne ha fatto un porto di mare. Via i troumot, le poltrone in damasco, le porcellane. Dentro scrivanie lavabili, poltroncine da ufficio, casse di acqua minerale e risme di fogli A4, ciabatte per pc portatili e stampanti, due grandi leggii per tenere aggiornata la contabilità dell’emergenza.
Di là, il foyer dei cimeli, dove sindaci, tecnici, geometri, attendono il loro turno tra picche, sciabole borboniche, mazze ferrate. Di qua, lo Stato che, per una volta, ha deciso di mostrarsi in maniche di camicia. E fuma. Come spiega il cartello che De Gennaro ha affisso alla porta del suo ufficio, già stanza del capo di stato maggiore: "Il fumo danneggia la salute. In questa stanza si fuma. Quindi, a tutela della vostra salute, si suggerisce di non entrare o di trattenersi il tempo strettamente necessario".
Nella voglia, innanzitutto simbolica, di disfarsi degli orpelli della forma, nel modo divertito di rivolgersi a chi lavora con il nome del problema in grado di risolvere ("Mi cercate la signora Differenziata?") c’è una scelta di metodo e un antidoto alla solitudine, anticamera della sconfitta. "Qui, per poter fare, bisogna parlare. Parlare. Parlare con tutti. Spiegare. Convincere. Liberare dalla sfiducia e dalla diffidenza. Informare con correttezza. E poi, fare. Fare. Fare. Naturalmente ci vuole tempo e pazienza". Significa riscrivere l’etichetta. Rovesciare la "piramide della comunicazione", come dice Cristina, la portavoce di De Gennaro. "Ieri, un giornalista del Financial Times ha fatto anticamera per un giorno intero. Non poteva credere che prima di lui ci fossero il quotidiano "Otto pagine" di Avellino e "Canale 58" di Ariano Irpino". Parlare, dunque. De Gennaro lo ripete come un mantra. Innanzitutto a se stesso. E chi conosce l’uomo sa quale forma di violenza sia questa alla sua indole. Anche perché di parlare sembra non si debba finire mai.
Alle 10, il sindaco di Angri lamenta di essere ancora in attesa di una chiamata dei tecnici per poter sottoporre il suo piano per un nuovo impianto di compostaggio. La voce di De Gennaro sale di cinque toni e frulla i suoi due viceprefetti strappati alla quiete di sedi di provincia: "Perché nessuno ha chiamato il sindaco di Angri, eh? Qualcuno me lo sa spiegare? Quando serve chiamarlo? Già serviva...".
Alle 11, si accomodano Enzo Cuomo, sindaco del Pd di Portici, coordinatore provinciale dell’Anci, e Raffaele Topo, sindaco del Pd di Villaricca. De Gennaro indica la scrivania del suo ufficio, chiusa in un angolo dal tricolore e ingombra di bozzetti di discariche. Il colloquio racconta quale lingua parli la crisi, dove ne finisca la rappresentazione e ne cominci la sostanza. Cuomo è persona intelligente, di buona volontà. È qui per consegnare il programma ambientale del Pd provinciale. Topo invece ha un problema: "Eccellenza, è chiaro che noi la riapertura della discarica non la possiamo accettare. Lei lo sa...". "Sindaco, non ricominci con questo Eccellenza e soprattutto non cominci a rompere. Vi ho spiegato come stanno le cose. Nessuno vuole riaprire la discarica. Vi ripeto che la vostra discarica va messa in sicurezza geostatica per essere chiusa. Quindi, bisogna riempirne i gradoni. Noi lo facciamo con 30 mila tonnellate di frazione organica stabilizzata, o comunque con quanto ci diranno i tecnici. Noi tiriamo il fiato e voi fate un favore innanzitutto a voi stessi". "E va buono, se le cose stanno così, non c’è problema. Basta spiegarsi. Appena lo avete pronto esamineremo il piano tecnico in consiglio. Così la finiscono anche quelli di Striscia la notizia". "Perché?". "Gesù, l’altra sera hanno detto che solo in Campania un Topo può fare il sindaco e per di più opporsi alla discarica". De Gennaro ride. "Però io sapete che gli ho detto? "Me lo spiegate allora voi che a Milano non tenete la munnezza come mai tenete nello studio tv tutte quelle zoccole?". Quando prende commiato, Topo appare rinfrancato ("Ho la parola dell’ex capo della polizia"). Come sembra esserlo, alle 12, il sindaco di Montesarchio Antonio Izzo, al telefono con l’ufficio di gabinetto. La discarica del Comune era tra quelle requisite per una potenziale riapertura. Gli esami tecnici ne hanno escluso la agibilità, ma il sindaco, intanto, si era portato avanti con un bel ricorso al Tar. Scartoffie e spese legali. "Se potessi avere una carta che mi assicura che qui non si fa niente, è inutile che vado avanti...".
C’è sempre un sindaco, dietro la porta. C’è sempre un sindaco a pranzo (anche oggi, al Vesuvio dopo un incontro alle 12.30 con il procuratore generale). C’è sempre un sindaco al telefono. "C’è gente a cui spiegare cosa è Camorra e cosa non è Camorra, perché dove tutto diventa Camorra, magari ogni buco nella terra, allora niente è Camorra". C’è una montagna di mondezza, in provincia, pietrificata da una guerra di campanile. La discarica di Ferrandelle ha aperto il 6 febbraio, con quattro giorni di ritardo, e a patto che, almeno all’inizio, prenda solo le mille tonnellate al giorno di Caserta. I comuni della provincia di Napoli dicono alla città di tenersi la sua merda. De Gennaro dice: "Ho spiegato ai sindaci dell’hinterland che se questo deve essere il sistema, dicessero allora ai loro concittadini, quando escono la mattina per venire a Napoli a lavorare, di portarsi un sacchetto dell’immondizia e di riportarselo indietro la sera. Pieno".
L’unità di crisi, quando sono le 17.30, riferisce del suo secondo "mattinale". Discariche aperte e in allestimento, siti di stoccaggio, treni in partenza per la Germania, rifiuti raccolti nelle 24 ore in città (1.400 tonnellate), piano per l’indomani. De Gennaro chiede ("Con camion più piccoli riusciamo ad andare più veloci?"). Ascolta un colonnello dei bersaglieri che ha applicato alla raccolta un modello matematico che utilizzava nei wargames, per stabilire le esatte percentuali giornaliere di conferimento dei rifiuti napoletani. Registra che almeno l’ordinario è a regime. Annota tutto in una cartellina plastificata rosa, quella che porta a Roma ogni volta che "sale" per riferire a Palazzo Chigi "come va" e "quanta ne resta". "Tanta ce n’è. Io dico: che cambia tra 200 e 250 mila? Questa è come la storiella che raccontavo al Viminale quando c’erano i cortei. Dicevo: "ricordatevi dei garibaldini". "Sbarcati in Mille. Per la questura, 500". Sempre tanti sono, no? Per me, la mondezza resterà tanta finché ci sarà un sacchetto a terra. E noi non abbiamo tempo da buttare". Nella città dal tempo immobile, un’eresia. Da coltivare anche visivamente. Cristina mostra la pagina di prova del nuovo sito internet del Commissariato.
Un grande countdown elettronico scandisce il tempo che separa dall’addio. Dall’ultimo giorno di Gianni De Gennaro, il 7 maggio. Indica 93 giorni, 7 ore, 13 minuti, 7 secondi. Anche questo un modo per ricordare e ricordarsi che deve esserci una fine. Senza "supplementari". Che invece tutti danno per ineluttabili. "Io non devo dare alla Campania un nuovo ciclo dei rifiuti o scegliere quale debba essere. Io dovevo rimettere in moto la macchina. Ora che il motore è partito, bisogna metterla in grado di camminare da sola entro il 7 maggio. Prima del caldo". Sono le 23. Piazza del Plebiscito è di nuovo deserta. Girano le spazzole dell’Asia. De Gennaro si stringe nell’impermeabile. Scende verso il mare, una pizza, e la sua stanza di albergo. "Buonanotte Eccellenza...". Meno 92 giorni.
* la Repubblica, 9 febbraio 2008.
Scatta il piano De Gennaro: si parte con l’ex Manifattura, Marigliano e Villaricca
Ancora fiaccolate e cortei di protesta nella notte in alcuni dei comuni interessati
Rifiuti, via libera a tre siti
A Napoli fischi alla Iervolino
di CRISTINA ZAGARIA *
NAPOLI - Niente più incertezze. Arrivano le relazioni tecniche. E, scongiurati i rischi ambientali, Gianni De Gennaro sblocca il piano straordinario per l’emergenza rifiuti. Via libera ai siti di Marigliano, Villaricca e Napoli. Il supercommissario, quindici giorni fa, aveva promesso 8 siti per assorbire le montagne di rifiuti della Campania. Dopo due settimane di proteste e scontri, comincia con tre: apre il sito provvisorio di Marigliano; dispone il conferimento di 30 mila tonnellate di frazione organica a Villaricca; fa partire i lavori per lo stoccaggio di ecoballe nella ex Manifattura Tabacchi, a Napoli, dove viene "esclusa la presenza di amianto".
Tre decisioni. E una proroga: si aspettano i risultati per il sito di Difesa Grande, in Irpinia. È il primo passo - prudente, ma concreto - per sbloccare lo stallo tra emergenza e proteste. È la prima decisione operativa del commissario. Anche se i nuovi siti sono solo una soluzione tampone: la Campania in una sola settimana produce circa 50mila tonnellate di rifiuti. De Gennaro avanza, ma cauto. A Villaricca, per esempio, esclude qualsiasi ampliamento della discarica, e parla di "definitiva chiusura e di messa in sicurezza del sito con le procedure più avanzate".
Ma ormai è una corsa contro il tempo. "Siamo ancora in una fase difficile, di organizzazione del sistema. Però i cento giorni della mia missione devono bastare" dice, a "Che tempo che fa", il prefetto De Gennaro. Le sue prime decisioni operative riaccendono timori e proteste. Ieri sera, a Marigliano, la popolazione organizza una fiaccolata: mille persone si radunano al sito di "Boscofangone" e qualcuno affigge per le strade manifesti a lutto: "La città tragicamente si spegne sotto la monnezza".
"Dobbiamo dimostrare pacificamente la nostra indignazione - dice il sindaco Felice Esposito Corcione - contro la decisione del commissario di portare a Marigliano una quantità imprecisata di rifiuti". I comitati civici annunciano una resistenza a oltranza: "No a decisioni calate dall’alto". Giornata di attesa a Santa Maria la Fossa (Caserta), dopo le tensioni e i tafferugli di sabato: la cittadinanza chiede di ridurre i rifiuti da destinare a Ferrandelle.
Parte l’onda d’urto alle prime mosse del piano-De Gennaro e a Napoli fallisce la domenica ecologica. Il Comune aveva organizzato una giornata dedicata alla raccolta di carta, vetro e alluminio, con punti di raccolta straordinari in dieci piazze. Doveva essere la giornata dell’educazione al riciclo. È stata l’ennesima domenica di proteste e malcontento. Contestata Rosa Russo Iervolino, il sindaco. "Vergogna. È solo una pagliacciata - gridano i cittadini - La differenziata non funziona perché non ci sono cassonetti e non ci sono siti di stoccaggio. Non date la colpa solo a noi cittadini, perché noi siamo pronti a fare la nostra parte. E voi?"
* la Repubblica, 4 febbraio 2008
Rifiuti, altro richiamo Ue Da Prodi sì ai lavori *
L’emergenza rifiuti continua in Campania, come continuano le proposte della popolazione, ma il governo Prodi sta facendo i suoi passi. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, al fine di assicurare la rapida conclusione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti in Campania, ha firmato l’ordinanza che garantisce le agevolazioni tariffarie per la vendita dell’energia elettrica (Cip 6). In questo modo- si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi - sarà possibile procedere più rapidamente alla realizzazione degli impianti di termodistruzione o di gassificazione che saranno realizzati nei territori del comune di Acerra, S. Maria la Fossa e della provincia di Salerno.
Nel frattempo, la Commissione europea ha deciso di inviare al governo italiano un parere motivato relativo all’emergenza rifiuti: è l’ultimo avvertimento ufficiale della procedura di infrazione prima di un eventuale deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia Ue. «Da prima di Natale migliaia di tonnellate di rifiuti sono stati lasciati nelle strade in Campania senza essere raccolti perché i siti di smaltimento sono pieni», si legge nel comunicato che aggiunge: «La situazione ha portato a incidenti nel corso dei quali residenti arrabbiati hanno incendiato cumuli di rifiuti nelle strade. I rifiuti abbandonati e i fuochi creano seri rischi per la salute e per l’ambiente attraverso la diffusione di malattie e inquinamento nell’aria, nell’acqua e nella terra».
Da parte sua, la Commissione europea sostiene pienamente l’operato del commissario de Gennaro sul problema dei rifiuti in Campania ma insiste sulla necessità di soluzioni strutturali di lungo periodo. «La procedura d’infrazione riguarda la situazione strutturale, ossia il mancato rispetto delle norme comunitarie. Quanto all’operato del commissario De Gennaro, in linea di massima appoggiamo tutte le iniziative che ha preso e che sta prendendo», ha affermato il capo della direzione generale Ambiente e Affari giuridici della Commissione europea, Pia Bucella. Insomma, per Bucella, il secondo passo della procedura Ue «non significa certo una sanzione della Commissione rispetto all’operato del commissario De Gennaro. Noi - ha insisitito - appoggiamo in pieno il suo lavoro ma questo non risolve la situazione strutturale per la quale occorrono interventi strutturali: dobbiamo distinguere tra il lavoro che punta a trovare una soluzione alla situazione di crisi e le carenze strutturali che invece vanno risolte in altro modo».
Le proteste in Campania
Proseguono nel napoletano le manifestazioni contro l’allestimento di discariche e siti di stoccaggio. È stata bloccata la carreggiata dell’autostrada A30 in direzione nord al chilometro 14. Altri blocchi stradali sono stati fatti in via Bosco, all’uscita Polvica e alla rotonda Asi nei pressi dello stabilimento dell’Alenia. Bloccata anche la linea ferroviaria regionale che collega Salerno con Cancello all’altezza del bivio di Nola. Secondo quanto riferito da Trenitalia, i disagi provocati dai manifestanti sulla linea ferroviaria si ripresentano quotidianamente da tre giorni. Sono stati danneggiati anche i cavi per il controllo dei sistemi di circolazione, causando ulteriori ritardi dei treni, oltre a quelli registrati a causa del blocco. I manifestanti si oppongono all’allestimento di un’area di raccolta rifiuti a Marigliano (così come previsto dal piano del commissario straordinario Gianni De Gennaro).
* l’Unità, Pubblicato il: 31.01.08, Modificato il: 31.01.08 alle ore 19.55
Seconda tappa della procedura di infrazione prima del deferimento alla Corte di Giustizia
Nuovi blocchi stradali a Marigliano, a Napoli tre persone minacciano di gettarsi nel vuoto
La Ue sui rifiuti: l’Italia
ha un mese di tempo
BRUXELLES - L’Italia ha un mese di tempo per risolvere il problema rifiuti. La Commissione europea ha inviato un parere motivato, seconda tappa della procedura di infrazione, per la situazione in Campania.
L’iniziativa è l’ultimo passaggio prima del deferimento del caso alla Corte di Giustizia europea. Normalmente Bruxelles concede due mesi per rispondere ai suoi rilievi, ma il caso è considerato molto grave: la risposta va quindi data entro trenta giorni.
"La situazione in Campania è intollerabile e capisco molto bene la frustrazione dei residenti che temono per la loro salute. E’ essenziale - ha detto il commissario all’ambiente Stravros Dimas - che le autorità italiane non solo prendano le misure efficaci per risolvere l’attuale emergenza, come stanno già facendo, ma anche che realizzino l’infrastruttura di gestione dei rifiuti necessaria per prevedere una soluzione durabile ai problemi che risalgono già a più di 10 anni".
Anche oggi continuano le proteste contro l’emergenza rifiuti. A Napoli, in via Gianturco, tre persone sono salite sul tetto della sede della Municipalità di Poggioreale minacciando di lanciarsi nel vuoto se non saranno ricevute da un rappresentante del commissariato. Sul posto, oltre alle forze dell’ordine, sono giunti anche i vigili del fuoco che hanno allestito dei teloni anticaduta. Questa mattina, intanto, la riunione del consiglio municipale è saltata per mancanza del numero legale.
Alle porte della città, decine di persone hanno bloccato il lungomare di via Napoli a Pozzuoli. I manifestanti protestano contro la mancata raccolta della spazzatura che non viene eseguita da almeno 10 giorni.
A Marigliano, dove nei giorni scorsi ci sono stati scontri fra i manifestanti e le forze dell’ordine per la riapertura della discarica, oggi ci sono stati due blocchi a distanza di poche ore sull’autostrada A30. Centinaia di uomini e donne hanno bloccato il tratto all’altezza del km 14,700, in direzione di Caserta. Qualcuno ha tagliato i copertoni di alcuni Tir e messo di traverso i camion.
Sul versante istituzionale, è iniziato intanto l’incontro fra il commissario di governo per l’emergenza rifiuti in Campania, Gianni De Gennaro e i sindaci del Nolano, giunti in rappresentanza dei cittadini che da giorni si oppongono all’apertura di un sito di trasferenza in località Boscofangone, nel comune di Marigliano.
* la Repubblica, 31 gennaio 2008
A Giugliano manifestanti sui binari tra Villa Literno e Campi Flegrei, treni deviati
Scontri a Marigliano durante un sit-in davanti alla discarica: contuso un bambino
Rifiuti, bloccata ferrovia Napoli-Roma
De Gennaro: "Ho bisogno di soldi"
Il commissario straordinario: "Sto lavorando, ma ci sono delle valutazioni di budget da fare" *
NAPOLI - In Campania nuovi blocchi e proteste, mentre il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti fa capire di essere a corto di risorse. "Sicuramente ho bisogno di soldi per questa emergenza", ha detto De Gennaro nel corso dell’audizione davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. "Ho dei contatti - ha spiegato - con il nostro ambasciatore a Berlino, che ha in programma una serie di incontri con alcuni imprenditori locali ma ci sono delle valutazioni di budget da fare".
Lo stesso De Gennario ha annunciato in Parlamento che "l’uno o il 2 febbraio i siti saranno pronti e entro il 5 o il 6 sarà avviato il supercontenitore". "Un unico sito da un milione di tonnellate - ha aggiunto - non era possibile, così si è deciso di dividere su più discariche e siti il peso della spazzatura: ovvero, nel breve tempo, con la riapertura delle tre discariche di Villaricca, Difesa grande e Tre ponti a Montesarchio".
Nuova giornata di tensione per l’emergenza rifiuti in Campania. A Giugliano (Napoli) alcune decine di persone bloccano da questa mattina i binari della stazione sulla tratta Napoli-Roma. Nel vicino comune di Villaricca, invece, 20 manifestanti presidiano l’ingresso della discarica individuata nel piano del commissariato per l’emergenza rifiuti in Campania Gianni De Gennaro. Cittadini in allerta anche a Napoli, nella Municipalità di Poggioreale: in 40 stanno assistendo al consiglio municipale in corso per conoscere le sorti del sito dell’ex manifattura tabacchi a Gianturco.
A Giugliano le ferrovie hanno istituito servizi di autobus sostitutivi tra Villa Literno e Campi Flegrei e due Eurostar sono stati deviati via Aversa- Napoli centrale.
A Marigliano circa 200 persone hanno bloccato la statale 7 bis Nola-Pomigliano D’Arco, mentre altri duecento manifestanti presidiano il sito. Si sono registrati anche momenti di tensione: i manifestanti si sono scontrati con le forze dell’ordine e un bambino di 8 anni è rimasto contuso insieme ad una decina di altre persone. L’incidente è avvenuto al sit-in davanti alla discarica in cui i dimostranti impedivano l’accesso alle ruspe nell’area.
Le violenze sono state denunciate dal capogruppo dell’Udeur al Senato, Tommaso Barbato, che in una nota ha detto di essere stato spettatore diretto questa mattina dell’episodio: "Ho visto bambini portati in ospedale dai loro genitori - è la sua denuncia - per farsi medicare e perfino una donna incinta bastonata senza pietà. Questa non è più democrazia: siamo di fronte a una vera e propria attività repressiva degna della più bieca dittatura. E’ forse con la guerriglia che il supercommissario De Gennaro pensa di porre fine all’emergenza rifiuti?".
Ad Ariano Arpino, nell’avellinese, molta altra gente è scesa in piazza contro la riapertura della discarica di Difesa Grande. Circa diecimila i manifestanti guidati dal sindaco Domenico Gambacorta, dai consiglieri comunali e dai rappresentanti di tutte le forze politiche.
Sul fronte della raccolta, su richiesta della commissione straordinaria l’esercito ha rimosso oltre 30 tonnellate di rifiuti dalle strade di Crispano (Napoli). La zona maggiormente interessata dall’intervento l’area circostante a via Cancello, ma durante la notte nel napoletano si sono avuti una cinquantina di roghi di immondizia. I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per spegnerli: le zone maggiormente interessate sono state il vesuviano, l’area flegrea e l’hinterland nord.
* la Repubblica, 29 gennaio 2008
ANSA» 2008-01-27 19:05
RIFIUTI, E’ RIVOLTA CONTRO PIANO DE GENNARO
I parroci di tutte le chiese di Quarto (Napoli) hanno chiesto ai fedeli, durante le celebrazioni della messa domenicale, di collaborare con il loro comportamento per uscire dall’emergenza rifiuti, "avviando responsabilmente la raccolta differenziata". "Capisco che il momento è difficile - ha detto don Giuseppe Cipolletta, parroco della Chiesa di San Castrese concludendo la celebrazione della Santa Messa - ma solo un comportamento responsabile, ci consentirà di venirne fuori. Fortunatamente fa freddo. Ma presto le giornate si riscalderanno e noi dobbiamo fare la nostra parte, attuando una responsabile raccolta differenziata". L’appello ai fedeli da parte dei parroci presenti nel comune flegreo, segue di qualche giorno l’incontro che il sindaco di Quarto, Sauro Secone, ha avuto con tutti i parroci della zona, nel corso del quale il primo cittadino ha chiesto di "sensibilizzare i fedeli alla raccolta differenziata, unico strumento per uscire fuori dalla crisi". Il sindaco Secone ha annunciato l’arrivo di nuovi cassonetti per la differenziata, una massiccia campagna stampa ed incontri in associazioni e parrocchie per sensibilizzare i cittadini. Quarto ha in strada oltre 2mila e 900 tonnellate di spazzatura non raccolta, e questo malgrado la buona volontà degli uomini dell’esercito, che hanno soltanto alleviato, ma non risolto, la situazione. "Ringraziamo i militari per il duro lavoro - ha detto Secone - e l’impegno che stanno mettendo in queste operazioni di pulizia delle strade, ma bisogna fare di più"
ANCORA PROTESTE
Anche la scorsa notte la centrale dei vigili del fuoco ha ricevuto decine di segnalazioni per l’emergenza roghi, scaturita dall’esasperazione dei cittadini della Campania, che danno alle fiamme i sacchetti dell’immondizia accumulati nelle strade. Sono 62 gli interventi realizzati dalle 20 di ieri alle 8 di stamattina, secondo il 115. Particolarmente colpita dal problema la provincia: in particolare, i comuni di Mugnano, Giugliano, Casoria. Nel capoluogo, invece, dove in questi giorni le strade vengono sgomberate dai rifiuti, i vigili del fuoco sono intervenuti su alcuni roghi a Pianura, nella contrada dei Pisani: quartiere in cui, nelle scorse settimane, ci sono stati scontri e giornate di altissima tensione, di fronte alla decisione del commissariato di Governo per l’emergenza - poi ritirata - di riaprire sul sito una discarica.
Continuano le proteste a Marigliano (Napoli) contro l’apertura del sito di stoccaggio previsto dal piano del commissario Gianni De Gennaro. I manifestanti, circa un centinaio, hanno rimosso il blocco lungo l’asse 7 bis che collega Nola a Villa Literno. Hanno, però, bloccato la rampa d’accesso che conduce al centro commerciale ’Vulcano Buono’ e al polo distributivo ’Cis’ di Nola
E ieri ancora tensione nel Beneventano per l’emergenza rifiuti. Corteo di protesta a Montesarchio contro la discarica, il sindaco offre un milione di euro per non riaprirla.
Il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, Gianni De Gennaro, è intanto rientrato a Napoli da Benevento e ha subito convocato l’Unità di Crisi per affrontare ulteriori aspetti dell’emergenza in atto. Il prefetto De Gennaro ritiene, come si sottolinea in una nota, "particolarmente proficuo l’incontro con le istituzioni locali e i rappresentanti dei cittadini della provincia di Benevento, incontro da cui ha tratto elementi utili per l’adozione di ulteriori decisioni, soprattutto alla luce del particolare impegno della Provincia e dei suoi tecnici nell’individuare utili sinergie tra il piano delineato per uscire dall’attuale emergenza e le progettualità già da tempo definite dalle istituzioni locali".
RIFIUTI: 150 SINDACI A NAPOLITANO,C’E’CAMPANIA SENZ’EMERGENZA
NAPOLI - Non si sentono i ’primi della classe’, né vogliono esserlo; ma, dicono, è un dato di fatto che nei loro comuni l’emergenza rifiuti non c’é. E dunque i sindaci di 150 comuni, nero su bianco, hanno scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per dirgli che non è vero che la Campania è interamente ricoperta di rifiuti. Tutt’altro, visto che ci sono 150 comuni campani, anche del napoletano, che fanno la raccolta la differenziata da anni, superando, nella maggior parte dei casi, il 35% e arrivando perfino al 90%. Oltre un milione e mezzo di cittadini campani, dunque, ha deciso da tempo di voltare le spalle all’emergenza rifiuti. Del resto fare la raccolta differenziata, dice il vice sindaco di Mercato San Severino (Salerno), Giovanni Romano, "non è una cosa impossibile". "Anzi speriamo -ha aggiunto- di incontrare presto il Capo dello Stato, per dirgli che si può invertire la rotta, che c’é già chi lo fa e che siamo disposti, se serve, anche a dare una mano. "Noi la facciamo da sei anni - aggiunge Romano, già sindaco dello stesso comune - eppure siamo 22 mila abitanti, più 7000 studenti universitari e abbiamo 22 frazioni. Serve solo buona volontà". La pensa così anche Francesco Cosimato, sindaco di Baronissi, altro comune di una provincia, come quella di Salerno, che conta il maggior numero di quei comuni che, proprio perché fanno la differenziata si sono uniti, un anno fa, nel ’Club dei Virtuosi’. "Anche noi, come Mercato San Severino raggiungiamo il 60% di differenziata e la facciamo da sei anni - dice Cosimato - Cosa abbiamo detto al Capo dello Stato? Che da un lato siamo orgogliosi del nostro risultato, ma dall’altro ci sentiamo anche mortificati per il fatto che i nostri sforzi, a causa di questa emergenza, rischiano di venire vanificati". La lettera, i sindaci, l’hanno anche pubblicata in un avviso a pagamento su un quotidiano nazionale. Tutto pur di lanciare un appello. "Per risolvere l’emergenza rifiuti bisogna mettere i sindaci in rete - dice Romano - bisogna aiutarsi a vicenda, scambiarsi le esperienze. Non servono consulenti e task force, ma solo un po’ di buona volontà".
Ansa» 2008-01-22 21:16
RIFIUTI: ANCORA RIVOLTA, BLOCCHI E OCCUPAZIONI
NAPOLI - Blocchi stradali, occupazioni, spazzatura in fiamme, sindaci con la fascia tricolore alla guida delle rivolte popolari: il giorno dopo l’annuncio di De Gennaro del piano per uscire dell’emergenza rifiuti, riesplode la protesta in Campania, alimentata anche dalle migliaia di tonnellate di spazzatura che, nonostante gli sforzi, continuano a rimanere in strada. E diventa difficile immaginare come nei prossimi giorni, quando entreranno in azione le ruspe per riaprire le discariche chiuse e allestire i siti indicati dal capo della polizia, la situazione possa migliorare.
RIVOLTA A VILLARICCA E NO GLOBAL OCCUPANO LA MANIFATTURA DI TABACCHI - Le proteste si sono concentrate soprattutto a Villaricca, una delle tre discariche: il blocco stradale attuato da una cinquantina di cittadini ha di fatto diviso l’area flegrea e il giuglianese, creando disagi a migliaia di persone. Proteste solo annunciate invece a Ariano Irpino dove cittadini e amministratori comunali hanno però fatto sapere che si stanno organizzando per impedire la riapertura di Difesa Grande. A Napoli sono stati invece i no global protagonisti delle proteste: un centinaio di giovani ha occupato l’ex Manifattura tabacchi, dove dovrebbero finire 10mila tonnellate di spazzatura. "Non è possibile che si venga a buttare la mondezza tra le case". A Marigliano l’intera giunta comunale si é autosospesa, approvando un documento con cui si fermano per due giorni le attività amministrative e si costituisce il presidio davanti al sito dove dovrebbero finire i rifiuti. E non va meglio a Giugliano, San Giorgio a Cremano, Melito, dove i cittadini sono scesi in strada per protestare non contro l’apertura di discariche ma contro la mancata rimozione dell’immondizia.
DE GENNARO, SERVE SENSO DI RESPONSABILITA’ DI TUTTI - E’ con questa realtà che il commissario deve fare i conti, sapendo benissimo che il tempo a disposizione è ormai scaduto. Ecco dunque l’appello al "senso di responsabilità" di tutti. "Eventuali ostacoli allungheranno i tempi e renderanno impossibile riportare alla normalità il sistema dello smaltimento dei rifiuti. Ed è interesse di tutti avere una normalità di sistema", ha detto l’ex capo della Polizia ad Avellino dove ha incontrato le autorità locali. Rientrato a Napoli, De Gennaro ha ripreso le riunioni con l’unità di crisi per predisporre tempi e modalità degli interventi da attuare nei prossimi giorni. E non è escluso, ma questa è al momento solo un’ipotesi che non ha trovato conferme, che il commissario possa chiedere a palazzo Chigi, crisi permettendo, un ulteriore intervento. In particolare un’ordinanza o un decreto che obblighi tutte le regioni italiane ad accogliere l’immondizia campana in modo da liberare almeno le strade.
BASSOLINO E IERVOLINO, PRIORITA’ E’ ATTUARE IL PIANO - Intanto De Gennaro ha incassato il sostegno e la solidarietà delle autorità locali. "L’attuazione del piano è la priorità delle priorità - ha detto il presidente della Campania Antonio Sassolino - e pertanto vanno isolati coloro che, a qualsiasi titolo, ancora si oppongono e ostacolano la realizzazione di queste scelte". Il piano dell’ex capo della polizia "é positivo. Ora attendiamo la seconda fase che prevede le infrastrutture perché senza gli interventi radicali tra qualche mese ci ritroveremo nella stessa situazione", ha aggiunto il sindaco di Napoli.
MONTESARCHIO: 7 INDAGATI, ANCHE L’EX COMMISSARIO CATENACCI - In attesa di uno spiraglio, sulla monnezzopoli campana piove l’ennesimo avviso di garanzia. Questa volta è la procura di Benevento ad indagare sette persone, tra cui l’ex commissario per l’emergenza Corrado Catenacci, per lo sversamento nella discarica di Montesarchio (una delle tre indicate da De Gennaro) di rifiuti "non conformi a quanto prescritto dalla legge". I sette sono accusati a vario titolo di disastro ambientale, inquinamento atmosferico e del suolo, sversamento reiterato di rifiuti pericolosi.
Rifiuti, Campania ancora bloccata. Altri roghi *
La casa di Soru riempita di rifiutiAncora roghi di immondizia e tonnellate di rifiuti nelle strade del Napoletano. Dalle 20 di lunedì sera, fino al primo pomeriggio di martedì sono oltre 60 gli interventi dei vigili del fuoco soprattutto nelle periferie del capoluogo partenopeo.
Le aree ai margini della città sono quelle maggiormente interessate dall’emergenza, ma anche l’intera provincia continua a essere in preda a cumuli di immondizia e miasmi dovuti alla fermentazione della spazzatura. La situazione sembra leggermente migliorata in alcune strade del centro, mentre resta drammatica la condizione di chi vive nell’hinterland.
Le proteste e i blocchi stradali a Napoli si sono estesi al quartiere ovest di Pianura. Un gruppo di una decina di donne ha rovesciato la spazzatura sulla carreggiata in via Montagna Spaccata, all’angolo di via Campanile, strada che porta all’ingresso della discarica di Contrada Pisani che gli abitanti della zona non vogliono riapra per fronteggiare l’emergenza del capoluogo campano.
Nonostante la raccolta avvenuta nel corso della notte, a Napoli città sono circa 7mila le tonnellate depositate sui marciapiedi e oltre 70mila quelle in provincia. L’immondizia che tolta dalle strade è stata spedita, in vagoni sigillati, sui convogli diretti in Germania mentre resta sempre segretissima la spedizione, via mare, di altri compattatori verso Sicilia e Sardegna.
Le proteste e i blocchi stradali a Napoli si sono estesi al quartiere ovest di Pianura. Un gruppo di una decina di donne ha rovesciato la spazzatura sulla carreggiata in via Montagna Spaccata, all’angolo di via Campanile, strada che porta all’ingresso della discarica di Contrada Pisani che gli abitanti della zona non vogliono riapra per fronteggiare l’emergenza del capoluogo campano.
In Sardegna il presidente della Regione Renato Soru ha pubblicato a pagamento una intera pagina sul quotidiano "L’Unione sarda" per spiegare le ragioni che lo hanno portato a decidere di far smaltire in Sardegna una parte dei rifiuti campani e per chiedere ai sardi di archiviare gli episodi di intolleranza e violenza di questi ultimi giorni. «Articolo 2: la Repubblica... richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Così recita la Costituzione italiana - spiega Renato Soru sull’Unione Sarda - fondamento della nostra convivenza civile, dello stare insieme in un solo Stato, e sulla quale giuriamo come rappresentanti istituzionali a qualsiasi livello. Un dovere inderogabile, preciso e incondizionato. Per questo motivo ho ritenuto di dover rispondere positivamente e tempestivamente alla richiesta urgente di solidarietà espressa dal Governo a nome della Regione Campania e dell’intero Paese».
Soru nel comunicato spiega che i rifiuti della Campania «non sono pericolosi, bensì sono rifiuti solidi urbani, ossia rifiuti del tutto uguali a quelli prodotti giornalmente dalle nostre famiglie, dai nostri paesi e città. Ci viene chiesta la collaborazione per poche settimane e per una quantità stimata in circa 6mial tonnellate - continua Soru - ossia una modestissima quantità che occupa circa lo 0,3% delle discariche presenti in Sardegna o che in alternativa impiega pochi giorni di tempo per lo smaltimento nell’impianto di incenerimento presente nell’area di Cagliari».
* l’Unità, Pubblicato il: 15.01.08, Modificato il: 15.01.08 alle ore 18.18
Proteste nel capoluogo campano. Benevento paralizzata da una manifestazione
Ai comuni del Sannio si sono uniti quelli del Molise. Scuole ancora chiuse per 100.000 studenti
Rifiuti, a Napoli è ancora emergenza
in città 7.000 tonnellate non raccolte
Il sindaco Iervolino: "Non sono io a dovermi dimettere, si cerca un capro espiatorio"
Smaltimento, accordo raggiunto con le Marche. Anche la Lombardia dà la propria disponibilità *
NAPOLI - Si sperava in un miglioramento grazie alle misure adottate dal governo, ma invece l’emergenza rifiuti in Campania cresce di ora in ora, insieme alle proteste dei cittadini. Sono oltre 7000 le tonnellate di spazzatura non raccolte solo a Napoli. La situazione di maggiore disagio si registra nei quartieri periferici, ma anche in altri quartieri, come quelli collinari e la zona ospedaliera.
Al momento i tecnici dell’Asia, l’azienda napoletana di igiene ambientale, stanno lavorando per cercare di rimuovere i cumuli di spazzatura nei quartieri del centro storico, dove i rifiuti potrebbero rappresentare anche un problema di viabilità, e di assicurare almeno la pulizia dei mercati rionali.
E i cittadini hanno ripreso le proteste. I cittadini che protestano per la permanenza dei rifiuti hanno messo in atto due blocchi stradali. Il primo è ad Agnano: il traffico è bloccato in via Scarfoglio e nei pressi dello svincolo della tangenziale. Un altro blocco è in via Beccarelli, nei pressi del corso Malta. Sul posto sono giunte alcune pattuglie della polizia. Proteste si stanno registrando anche in provincia, ad Arzano e Quarto.
Le scuole rimangono ancora chiuse. Sono circa centomila gli studenti della provincia di Napoli che anceh oggi non frequenteranno le lezioni a causa delle scuole chiuse provocate dall’emergenza rifiuti. Le attività scolastiche, infatti, sono sospese in una sessantina di istituti sparsi in più comuni tra cui Torre Annunziata, San Giorgio a Cremano, Boscoreale, Quarto, Sant’Anastasia e Casalnuovo.
Ma anche a fronte del permanere della situazione di degrado, non è il sindaco di Napoli che si deve dimettere, assicura Rosa Russo Iervolino: "Non mi passa neanche per la testa. Perché in una città commissariata da 14 anni, dove il Comune ha il compito di compattare, di raccogliere l’immondizia, e anche per sversarla deve avere il benestare del commissariato del governo, non è certo il sindaco che si deve dimettere. Nè devono farlo il presidente della Provincia o il presidente della Regione. Credo che ci sia la volontà di trovare un capro espiatorio".
Non protestano solo i cittadini napoletani, ma anche quelli delle zone che dovrebbero accogliere i rifiuti della Campania per smaltirli. In tremila oggi sono arrivati dal Molise a Benevento per unirsi alle proteste dei Comuni del Sannio contro l’individuazione del sito di Colle Alto di Morcone (Benevento), al confine con il Molise, per lo stoccaggio di ecoballe. Stamani un corteo di 20 pullman, trattori e camion che, secondo gli organizzatori, ha raggiunto i 12 chilometri, è partito da Sepino (Campobasso) per raggiungere Benevento dove intorno alle 10.30 è cominciata una manifestazione. La città è praticamente paralizzata dal corteo.
Si stanno intanto avviando faticosamente le operazioni di smaltimento dei rifiuti campani. Saranno smaltiti in tutte e quattro le province delle Marche i tremila metri cubi (al massimo) di rifiuti campani che la Regione e le Province si sono impegnati ad accogliere. E anche il governatore della Lombardia Roberto Formigoni si è detto disponibile ad accogliere una parte dei rifiuti campani, purché si tratti di un intervento temporaneo e con precise garanzie da parte del governo.
Mentre per il momento in Sardegna sembrano essersi fermate le proteste e gli attacchi personali contro il governatore Renato Soru. Restano per il momento ancora segreti i nomi dei due giovani incensurati, ma con legami con le frange più estreme e violente dei supporter del Cagliari, arrestati sabato sera con l’accusa di essere pronti a compiere un attentato incendiario contro la residenza del presidente della Regione Autonoma della Sardegna.
* la Repubblica, 14 gennaio 2008.
Rifiuti, prima nave in Sardegna: la destra prova a bloccarla *
La prima nave piena di rifiuti ha attraccato a Cagliari dopo ore di trattative e blocchi. Polizia e carabinieri hanno sgomberato i manifestanti. Il leader di indipendentzia Repubrica de Sardigna, Gavino Sale e altri militanti sono stati fatti salire su un cellulare della Polizia.
L’arrivo era stato bloccato al molo Grendi del porto canale di Cagliari della nave Italroro Three che trasporta oltre 500 tonnellate di rifiuti provenienti dalla Campania, dal vice sindaco di Cagliari, Maurizio Onorato, Forza Italia. Accompagnato dal comandante del corpo di Polizia municipale, Mario Delogu, ha notificato ai dirigenti del servizio di ordine pubblico nel porto canale di Cagliari l’ordinanza, emessa nel 2006 e mai revocata, del sindaco del capoluogo sardo, Emilio Floris, che vieta la movimentazione di rifiuti extraregionali nel territorio comunale.
L’ordinanza del sindaco di Cagliari ha validità sul territorio comunale che comincia fuori dal cancello nella parte del porto canale occupata dalla Grendi che ha i suoi impianti nel territorio del Comune di Assemini.
Per i vigili del fuoco la scorsa notte è stata di intenso lavoro in Campania. Più di 80 gli interventi eseguiti in tutta la provincia di Napoli per spegnere roghi di cumuli di spazzatura. Sono stati oltre venti gli interventi compiuti nel quartiere napoletano di Pianura dai vigili del fuoco per spegnere i numerosi roghi di rifiuti dati alle fiamme.
Ora nel quartiere in protesta da circa una settimana contro la scelta di riaprire una vecchia discarica l’emergenza è soprattutto igienico-sanitaria. Le strade continuano ad essere lastricate di spazzatura e, nonostante le basse temperature di questi giorni, dai cumuli di rifiuti si levano miasmi insopportabili.
Il quartiere per tutta la notte è stato la vigilanza delle forze dell’ordine che hanno lavorato intensamente per scongiurare nuovi atti di teppismo da parte dei gruppi di facinorosi. I manifestanti sono tornati al presidio, dinanzi all’ingresso della discarica.
In tarda mattinata al Viminale si è svolto un vertice sull’ordine pubblico a Napoli e provincia. E nel pomeriggio è previsto un incontro tra i residenti di painura e il commissario fresco di nomina da parte del governo, l’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro. Già ieri sera, dopo la manifestazione del coordinamento antidiscarica di Pianura in centro a Napoli, una piccola delegazione era stata ricevuta nel palazzo della prefettura, a piazza del Plebiscito. Il coordinamento ha ora attivato una petizione popolare con raccolta di firme contro la riapertura della discarica. In mattinata De Gennaro ha già incontrato i vertici degli enti locali: il governatore bassolino, il sindaco Ierivolino e il presidente della Provincia di Napoli.
Intanto le prime due navi di rifiuti sono già partite dal porto di Napoli per la Sardegna, dove dovrebbero essere smaltiti nel termovalorizzatore del Casic nella zona industriale di Cagliari, a Macchiareddu.
La Sardegna non è la sola regione ad accettare di dare un aiuto alla Campania. Ma non soltanto al Nord i governatori hanno detto no all’accoglienza di parte dei rifiuti provenienti dalla Campania in stato di emergenza. Sì alla solidarietà nazionale chiesta da Prodi del governatore dell’Emilia-Romagna Vasco Errani, no dell’Umbria avrebbe posto delle condizione anche perché non «gli sarebbero stati pagati quelli già presi in precedenza». No da non andranno in Friuli Venezia Giulia, Liguria e Lombardia.
In linea teorica tutte le regioni italiane sono disponibili ad importare rifiuti dalla Campania, ma alcune hanno addotto motivazioni contrarie, dallo stato degli impianti addotto dalla Lombardia alla limitatezza del territorio del Molise.
Anche in Sardegna comunque l’arrivo delle balle di rifiuti e degli autocompattatori dalla campania non è proprio senza rischi. All’ora di pranzo un gruppo di indipendentisti sardi del gruppo Irs-Indipendentzia Repubblica de Sardigna hanno bloccato le operazioni di sbarco della nave «Via Adriatico», proveniente da Napoli, convinti che fosse carica di liquami, cosa che è stata smentita dalla Capitaneria di porto di Cagliari
* l’Unità, Pubblicato il: 10.01.08. Modificato il: 10.01.08 alle ore 19.34
Prodi chiede agli amministratori locali uno sforzo per superare l’emergenza
Ma Lombardia, Liguria, Friuli e Basilicata rispondono di no
Rifiuti campani in viaggio
Parte l’operazione-distribuzione
Le altre regioni diranno entro venerdì in che modo potranno rendersi utili
Prodi soddisfatto: "Attenzione costruttiva e grande disponibilità ad aiutare"
ROMA - La prima nave per la Sardegna è partita stasera intorno alle 21 dal porto di Napoli: 1.500 tonnellate di monnezza destinazione Cagliari e poi qualche discarica sarda gentilmente messa a disposizione dal governatore Renato Soru. Quando in serata una coda di circa cento camion si è messa in fila sulla banchina dove era ancorato il traghetto Italroro Three, in molti hanno pensato che anche questa crisi era avviata verso la soluzione. Ma fino a quando?
Palazzo Chigi si appella alla solidarietà nazionale sull’emergenza rifiuti a Napoli, l’Italia e i suoi amministratori non voltano la testa dall’altra parte - cosa che non avrebbe dovuto stupire - e rispondono. La più solerte è la Sardegna; alcune regioni dicono "ci siamo ma non in questo preciso momento"; altre, le più, rinviano a venerdì per dire con chiarezza cosa possono fare. Come che sia una disponibilità che fa dire al premier Romano Prodi di essere "soddisfatto" per come è andato l’incontro con le regioni. "E’ stato un incontro molto positivo" ha riferito in serata il portavoce Silvio Sircana. "Da parte di tutte le regioni c’è stata una attenzione costruttiva rispetto alle decisioni di ieri. E c’è la massima disponibilità a lavorare per metterle in pratica".
"Aiutiamo però ..." - La riunione a palazzo Chigi tra governo e enti locali, comuni e regioni, è cominciata nel primo pomeriggio. Accanto a Prodi, c’erano i ministri Amato, Pecoraro Scanio, Parisi e Lanzillotta, il viceministro Minniti e i sottosegretari Letta e Micheli. Dall’altra parte i presidenti delle Regioni, tra cui anche Errani, presidente della Conferenza Stato-Regioni, presenti anche il presidente dell’Anci Domenici e dell’Upi Melilli. Molto affollata e partecipata, alla fine le posizioni in campo sono abbastanza chiare. Quattro regioni - Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Basilicata - hanno chiarito di essere in linea teorica molto disponibili ma purtroppo non sono in grado adesso di un aiuto concreto. Le altre hanno preso tempo fino a venerdì quando, in un incontro con il Commissario De Gennaro, saranno definite quantità e e modalità di trasporto.
"Emergenza nazionale" - All’appello di Palazzo Chigi le regioni rispondono, complessivamente, in modo positivo per l’aspetto politico, ma quattro annunciano che non sono in grado di andare oltre e accogliere i rifiuti campani. "E’ un’emergenza nazionale - commenta Errani - e quindi è giusto che tutte le istituzioni facciano uno sforzo comune per affrontare la situazione. Nelle prossime ore - precisa rilevando che oggi non c’è stata alcuna discussione - discuteremo su come questo sforzo si potrà concretizzare". Sostegno anche dalla Toscana anche se il presidente Martini avverte che "il problema non verrà superato se ogni regione non risolverà la propria situazione costruendo i termovalorizzatori necessari".
La Lombardia giustifica la sua non disponibilità spiegando che "il sistema di smaltimento lombardo è parametrato sui bisogni della regione e che i termovalorizzatori non possono bruciare rifiuti ’tali e quali’ come quelli campani".
Errani: "Tutte le regioni sono d’accordo" - Ci pensa Vasco Errani in serata a cacciare via ogni dubbio sulla reale disponibilità dei governatori. "Non c’è stata nessuna discussione e tutti i rappresentanti delle regioni presenti si sono detti disponibili ad aiutare lo smaltimento dell’emergenza in Campania". Nè numeri nè cifre, quelli sono rinviati ai tavoli tecnici. Più in generale "è stata una risposta politica che accetta l’invito del presidente Prodi ad aiutare il superamento dell’ emergenza".
* la Repubblica, 9 gennaio 2008.
Spazzatura
Il clan Berlusconi e la munnezza lombarda *
di Rosario Amico Roxas
In piene crisi di credibilità per tutte le istituzioni causata dal poderoso casino della Campania, è sembrato, quanto meno, strano che Silvio Berlusconi non abbia colto l’occasione per calcare la mano contro il governo Prodi per reiterarne la richiesta di dimissioni. Ma un giro di valzer su internet spiega l’arcano; il cavaliere Berlusconi con la munnezza ha fatto quattrini, e anche molti; ma quando lo sporco della munnezza brianzola stava per venire a galla, allora se ne è lavato le mani, per mantenere una presunta verginità da esibire al popolo italiano che lo aveva eletto presidente del Consiglio, attrabuendo tutto al fratello "berluschino", del quale si servirà ulteriormente per nascondere altre magagne punibili dalla legge. Nello scandalo ci sono tutti, e, ovviamente, tutti di FI.
Riporto per intero la notizia dettagliata,
(dal sito: http://www.brianzapopolare.it/sezioni/territorio/20020503_discarica_cerro_berlusconi.htm)
perchè ritengo opportuno che sia messa a pubblica conoscenza.
Con le discariche, con la munnezza si sono arricchite rispettivamente: la mafia in Sicilia, la ’ndrangheta in Calabria, Sacra Corona unita in Puglia, la camorra in Campania e FI in Lombardia.
Rosario Amico Roxas(raroxas@tele2.it)
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Storia di una pattumiera d’oro
Tangentopoli
Paolo Berlusconi, fratello del presidente del Consiglio, patteggia per chiudere il processo per l’ex discarica di Milano
52 milioni di euro per evitare il carcere
Fondi neri, corruzione e politici compiacenti
Grazie all’immondizia la Simec, già di proprietà del fratello del premier, ha guadagnato 243 miliardi di lire. Pagati dalla Regione, con i soldi dei contribuenti.
Nel ’96 Formigoni ordina il recupero ambientale della discarica. Le spese, a carico di Berlusconi e soci, sono invece scaricate sul gruppo Auchan, in cambio di un centro commerciale.
La storia è quella solita di tutte le Tangentopoli. Fondi neri, corruzione, fiumi di denaro pubblico che svaniscono nel nulla, politici compiacenti.
Questa volta però la vicenda potrebbe chiudersi ancor prima dell’inizio del processo, grazie a un maxirisarcimento: 52 milioni di euro, pari a quasi 101 miliardi delle vecchie lire.
Una somma - la più grossa mai recuperata da un’inchiesta penale su reati di pubblica amministrazione - che sono pronti a sborsare Paolo Berlusconi e un’altra trentina di imputati pur di chiudere definitivamente la faccenda della discarica di Cerro Maggiore, la più grande pattumiera d’Europa a due passi da Legnano, tra Milano e Varese.
Un intrigo da 150 miliardi di lire di fondi neri, al centro del quale c’è una società, la Simec spa, all’epoca dei fatti di proprietà del fratello del presidente del Consiglio e di Giovanni Butti, commercialista a Como.
Una società privata autorizzata dalla Regione Lombardia a costruire e a gestire, in quello che gli economisti definiscono regime di monopolio, “l’impianto di emergenza” ricavato da una ex cava.
Dove, tra il 1990 e il 1996, sono stati accumulati più di un milione di tonnellate di sacchi neri che in soli cinque anni e mezzo hanno fruttato alla Simec 243 miliardi di ricavi lordi. A pagare i quali è stata la Regione Lombardia. Ma con i soldi dei contribuenti.
All’inizio fu un suicidio
L’inchiesta sulla più grande pattumiera d’Europa ha inizio il 13 maggio del 1997. Con un suicidio.
Quello di Luigi Ciapparelli, un italiano residente in Svizzera, amministratore delegato della Simec spa. Un anno e mezzo prima, Ciapparelli è diventato socio della Simec rilevando la quota del 50 per cento appartenente a Paolo Berlusconi. Un passaggio provvidenziale per il fratello del premier che doveva servire - preciserà - a far cessare quelli che considerava “attacchi continui e gratuiti” nei suoi confronti.
La discarica è in quel momento al centro di violentissime polemiche.
La Giunta regionale guidata da Roberto Formigoni (Forza Italia) ha infatti deciso di allargare l’area della discarica, per consentire lo sgombro delle migliaia di tonnellate di rifiuti provenienti ogni giorno dal capoluogo lombardo che, ancora privo di inceneritore, non sa dove collocarli.
Una decisione che scatena la protesta dei cittadini della zona, che decidono di formare un Comitato antidiscarica, capeggiato dal sindaco di Cerro Maggiore, Marina Lazzati.
I cittadini, esasperati, pur di impedire alla pattumiera a cielo aperto di rendere l’aria della zona ancora più irrespirabile di quanto già non lo sia, arrivano persino a fare lo sciopero della fame e, con tende e barricate, a bloccare i camion con l’immondizia.
Vengono anche denunciati per blocco stradale, ma poi tutti assolti dal giudice Renato Bricchetti, difficilmente etichettabile come “toga rossa”, visto che nel ’94 si era candidato alle politiche per Forza Italia.
Il pacchetto azionario di Berlusconi jr finisce così a Ciapparelli, già presente nella Simec come socio di altri proprietari raccolti nella “Fideco”.
Ma la mattina del 13 maggio ’97 il ragionier Ciapparelli decide di uscire per sempre di scena. E lo fa sparandosi un colpo alla testa con la sua Beretta 7.65 mentre è alla scrivania del suo ufficio, all’interno dell’impianto di smaltimento.
Quella mattina era giunto alla discarica visibilmente alterato o, come alcuni dipendenti raccontarono agli inquirenti, addirittura “infuriato”.
Un gigantesco muro di cemento, che avrebbe dovuto contenere la montagna di rifiuti e difendere la salute dei cittadini di Cerro e della vicina Rescaldina, stava cedendo. Scatenando ancora una volta l’ira dei cittadini della zona.
Da qui, forse, il gesto disperato di un imprenditore incapace di far fronte ai numerosi problemi della discarica.
Ma l’autopsia al ragioniere dà un risultato sorprendente: il proiettile non ha colpito la tempia dell’imprenditore, ma la sua nuca. E sulla pelle manca il classico alone dei colpi sparati a bruciapelo. Il ragioniere, insomma, si sarebbe sparato da qualche centimetro di distanza dietro la nuca. Una manovra - spiegano i medici legali - anatomicamente possibile, ma sicuramente inconsueta.
Berlusconi jr indagato
Il pubblico ministero Margherita Taddei, di turno alla Procura di Milano la mattina del 13 febbraio ’97, anziché chiudere il caso Ciapparelli (per il quale è stata poi ipotizzata l’“istigazione al suicidio”), incarica la Guardia di finanza di ricostruire la situazione economica e amministrativa della maxidiscarica.
Il 22 ottobre del ’98 Paolo Berlusconi, fino al ’95 socio di maggioranza della Simec, insieme ad altre venticinque persone, viene indagato per truffa ai danni della Regione Lombardia, falso in bilancio e appropriazione indebita.
Vengono sequestrati anche una trentina di miliardi di lire a lui “riferibili”.
Secondo l’accusa, con la prospettiva di maggiori costi, attraverso conti ritenuti irregolari, sarebbero state formulate tariffe superiori a quelle congrue, applicate poi alla Regione Lombardia e all’Amsa, la municipalizzata milanese che si occupa della nettezza urbana.
Tra le persone indagate di riciclaggio, per aver fatto da prestanome dei conti bancari, c’è anche l’ex moglie di Paolo Berlusconi, Mariella Bocciardo, alla quale alla fine del ’98 la procura di Milano sequestra un conto di 43 miliardi di lire. “A pochi giorni dall’assoluzione completa per gli immobili della Cariplo - commentò all’epoca Berlusconi jr - il mio nome viene nuovamente tirato in ballo in modo pretestuoso”.
Il trucco delle tariffe gonfiate
Molti miliardi sarebbero quindi finiti nelle tasche degli amministratori della Simec grazie alle tariffe gonfiate, coperte da una semplice operazione di bilancio: se da una parte ci sono ricavi lordi per 243 miliardi di lire, dall’altra siamo in presenza di pesanti “costi di smaltimento”.
Costi che la Procura non considera veri, ma frutto di “spese fittizie per almeno 150 miliardi di lire”, ad esempio per l’acquisto di macchinari, per consulenze amministrative e pubblicitarie.
O, il caso più eclatante, per l’acquisto avvenuto nel luglio del ’94 dell’immobiliare “La Beffa”, costata alla Simec 30 miliardi di lire e rivenduta sei mesi dopo a soli 2 miliardi.
Una vera beffa, se si pensa che i 28 miliardi di perdita fittizia sarebbero tornati a nero sui conti di parenti, dipendenti e prestanome.
Ma l’indagine penale scatena l’interesse anche del fisco. Si apre per il fratello del Cavaliere un procedimento per evasione fiscale che, grazie al pagamento di 76 miliardi di lire all’ufficio Imposte di Milano, viene anche rapidamente archiviato.
In scena il “governatore”
Il 28 marzo 2001, alle quattro di pomeriggio, il “governatore” lombardo Roberto Formigoni convoca una conferenza stampa per divulgare la notizia che nel giro di qualche giorno finirebbe ugualmente sulle pagine dei giornali: “Sono indagato per corruzione, ma di corruzione non c’è traccia, non si parla di una sola lira che mi sarebbe stata versata. Potremmo definirla una corruzione per conto terzi”.
Quello che il presidente della Regione non sa, o che dimentica di dire, è che il codice penale (articolo 319), prevede la punizione per corruzione del pubblico ufficiale che per compiere un atto contrario ai doveri di ufficio “riceve per sé, o per un terzo, denaro o altra utilità”.
In sostanza, Formigoni avrebbe dato una robusta mano a Berlusconi jr per cavarsi dall’impaccio gigantesco in cui si era trasformata la discarica di Cerro, sommersa dai debiti, contestata dagli abitanti della zona e dagli ambientalisti.
Ma veniamo ai fatti.
La discarica non è sicura. La Regione sa che potrebbe diventare da un momento all’altro una bomba ecologica.
Così nel febbraio del ’96 Formigoni decreta la chiusura della discarica e ordina alle Simec di avvia re la bonifica, garantita da circa trenta miliardi di fideiussioni depositate da Paolo Berlusconi e soci.
Dopo un anno di lavori, però, il comune di Certo scopre che il muro di cemento che con tiene le tonnellate di rifiuti si è clamorosamente crepato, provocando una nuova rivolta popola re.
Per placare gli animi, la Simec non può che promettere di ricostruire il muraglione e di tener fede al suo impegno, sancito sette anni prima dalla convenzione con la Regione, e cioè la completa “messa in sicurezza” della discarica.
Per farlo, però, servono soldi, e le casse della società sono vuote.
A quel punto sarebbero dovuti intervenire a proprie spese i soci (ricordate le fideiussioni di trenta miliardi?).
Ed è qui che entra in ballo Formigoni.
Le spese del recupero ambientale, che dovevano esse re tutte a carico di Berlusconi e soci, sono invece scaricate sul gruppo Auchan-Rinascente (11 miliardi e 300 milioni di lire).
In sostanza il “governatore” lombardo, firmando nel ’99 un nuovo accordo di programma “sul risanamento e la messa in sicurezza della discarica”, avrebbe permesso a Berlusconi jr di scaricare i costi del risanamento e di lasciare intatto il suo capi tale e quello del fratello maggiore Silvio, posti a garanzia.
La Fininvest infatti si era esposta direttamente nell’affare, firmando fideiussioni per 19 miliardi, che la Regione evitò di mettere all’incasso.
Nel ricevere l’avviso di garanzia, Formigoni ha commentato: “Chi non fa nulla campa tranquillo, chi si rimbocca le maniche e cerca soluzioni trova sempre un pubblico ministero pronto a sparargli addosso”.
Il colosso francese
Da una parte la Simec, che deve pagare il risanamento, ma ha le casse vuote, dall’altra, l’Auchan, il colosso francese della grande distribuzione, che da anni attende di aprire un centro commerciale a ridosso della discarica, senz’altro con le casse piene. La soluzione non può che essere vicina.
Auchan prende su di sé i costi della messa in sicurezza della discarica e, come contropartita, la Regione avrebbe garantito il via libera all’apertura del grande magazzino.
Detto, fatto. Auchan dà un finanziamento di sei miliardi, si legge nell’ordinanza, “subordinato all’apertura del centro commerciale”.
Oltretutto, la cifra versata dai francesi alla Simec è assai più consistente del costo totale del risanamento della zona.
Grazie alle perizie dell’ingegner Mario Catania, docente universitario del Politecnico e braccio destro di Formigoni per i problemi ambientali, già arrestato per gli appalti sulle alluvioni, i sei miliardi di costo effettivo vengono raddoppiati. E la “cresta” sarebbe stata utilizzata per sistemare i bilanci della Simec.
Una soluzione perfetta per salvare capra e cavoli, deve aver pensato Formigoni. Una soluzione, diranno gli investigatori, che ha consentito “al presidente della Regione di uscire da una situazione in grado di comprometterne la propria futura credibilità politica senza recare dispiaceri di sorta alle società del gruppo Fininvest che avevano prestato le fideiussioni”.
Maxitruffa, maximulta
Il 20 maggio prossimo il giudice Luca Pistorelli scioglierà la riserva. Se la proposta delle difese verrà accolta, Paolo Berlusconi e gli altri indagati, accusati di corruzione, bilanci falsi, appropriazioni indebite e peculato, dovranno versare 101 miliardi di vecchie lire di risarcimento, che andranno a rimpinguare le casse del comune di Milano, a cui andrà la fetta più consistente (95 miliardi), dei comuni di Ceno e di Rescaldina, della Regione e della Provincia di Milano.
Una strada, quella del patteggiamento, scelta dal fratello del presidente del Consiglio perché è a rischio carcerazione.
È già stato condannato a 13 mesi di reclusione per la vicenda giudizia ria del Golf club Tolcinasco, una storia di corruzione nell’hinterland milanese.
Gli avvocati, se il risarcimento offerto sarà accettato, chiederanno per il loro cliente una condanna complessiva, cumulativa con altre vicende processuali, pari a un anno e nove mesi. Tale dunque da poter rientrare nella sospensione condizionale. Per le tasche di Berlusconi jr significherà rinunciare ai 43 miliardi di lire già sequestrati in questi anni a sue società o asseriti “presta nome”, e metterne un’altra sessantina in denaro fresco.
Paola Pentimella Testa
Milano, 3 maggio 2002
da "Avvenimenti"
A Pianura torna la tensione
Quarto isolata, interviene la polizia
Il governo nomina De Gennaro. Piano straordinario: tre termovalorizzatori in Campania. Saranno commissariati i comuni inadempienti. Domani vertice a Palazzo Chigi con i governatori delle regioni. Nella notte scontri fra manifestanti e polizia a Pianura. E tornano i sacchetti davanti alle scuole. Dopo due giorni di blocchi e proteste finisce l’isolamento di Quarto. la polizia ha lanciato lacrimogeni
19:06 Marrazzo: "Sì ai rifiuti campani, ma a condizioni precise" La regione Lazio accetterà i rifiuti provenienti dalla Campania a tre condizioni "la temporaneità, la quantità e la qualità dei rifiuti" così come afferma il presidente Piero Marrazzo, intervenendo all’edizione delle 18.30 Di ’Studio aperto’. "Non potremo, infatti - aggiunge Marrazzo - bruciare materiale che non sia adeguato ai nostri impianti".
18:42 Portavoce Ue: a rischio 500 milioni di aiuti regionali Al piano promesso dalle autorità italiane per superare l’ormai cronica crisi dei rifiuti in Campania, la Commissione Europea ha destinato fondi regionali per 500 milioni di euro, nel quadro del programma pluriannuale 2007-’13 approvato dalla Commissione Europea a fine dicembre. E si tratta di fondi che corrono ora seri rischi anche se non c’è un legame diretto con la procedura d’infrazione aperta per il mancato rispetto delle norme ambientali, nè tantomeno "alcuna minaccia". A ricordarlo è la portavoce della Commissione Europea Eva Kaluzynska, responsabile della politica regionale.
18:37 Bassolino. "De Gennaro ha esperienza e capacità" Il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino ha telefonato al neo-commissario Gianni De Gennaro per augurargli buon lavoro e "per garantire da subito la massima collaborazione dell’amministrazione regionale per la soluzione della crisi rifiuti". "De Gennaro - ha aggiunto il governatore - ha l’esperienza e le capacità adatte per risolvere questa fase acuta dell’emergenza e per favorire il rientro nei poteri ordinari".
18:35 De Gennaro, sospeso incarico Viminale ’’Ricoprendo la carica di commissario all’emergenza rifiuti in Campania il Prefetto De Gennaro cessa dalla funzione di capo di gabinetto al Viminale, richiedendo il nuovo incarico un impegno a tempo pieno’’. E’ quanto comunica, in una nota il Viminale precisando che ’’verrà presto individuato, quindi, un facente funzione’’. [...]
L’EMERGENZA RIFIUTI IN CAMPANIA
Prodi: «Pronto piano per lo smaltimento»
Il premier: «De Gennaro commissario per 4 mesi. Ci avvarremo anche delle forze armate»
ROMA - Tre ore di vertice a Palazzo Chigi sull’emergenza rifiuti in Campania, dopo la notte di scontri a Pianura. Poi Romano Prodi scende in sala stampa, con al fianco il portavoce del governo Silvio Sircana, e snocciola in una conferenza veloce e senza domande le decisioni dell’esecutivo per affrontare il caos-spazzatura: Gianni De Gennaro (scheda) supercommissario per 120 giorni; utilizzo dei siti per lo smaltimento individuati nel decreto della scorsa estate (con l’aggiunta di altri siti individuati dalle autorità competenti); ricorso alle forze armate per le situazioni di straordinaria necessità e urgenza; tre termovalorizzatori per la Regione; quattro mesi a disposizione dei Comuni per studiare e avviare un piano sulla raccolta differenziata.
IL PIANO - Il vertice di governo, al quale hanno partecipato anche i ministri Parisi, Amato, Pecoraro Scanio, Rutelli, Bonino e i sottosegretari alla Presidenza Micheli e Letta, è stato lungo e «approfondito». Ciò che ne è scaturito, esordisce Prodi davanti ai giornalisti, è un «piano per lo smaltimento dei rifiuti normali e speciali usando i siti immediatamente utilizzabili tra quelli individuati nella legge 87 del 2007, cui se ne aggiungeranno altri individuati dalle autorità competenti». Il capo del governo afferma che è intenzione dell’esecutivo risolvere l’emergenza «nel breve e medio termine». Nell’immediato il Governo punta a usare i siti previsti nel decreto legge della scorsa estate (Serre in provincia di Salerno, Savignano Irpino in provincia di Avellino, Terzigno in provincia di Napoli e Sant’Arcangelo in provincia di Benevento). Senza menzionare la discarica napoletana di Pianura, dove si sono svolti aspri scontri tra polizia e manifestanti che non ne vogliono la riapertura, il governo prevede però anche l’immediato utilizzo di altri siti «individuati dalle autorità competenti». A tal proposito il premier afferma che «ci si avvarrà del concorso qualificato delle forze armate per le situazioni di straordinaria necessità e urgenza». E oltre «alle discariche per l’autosufficienza nello smaltimento», Prodi assicura che la Campania sarà dotata «di almeno tre termovalorizzatori o gassificatori: Acerra, Santamaria La Fossa, Salerno».
SUPERCOMMISSARIO - Tra le decisioni più importanti, quella di nominare De Gennaro commissario straordinario del governo per quattro mesi. Nel ruolo di vicario sarà chiamato il generale di divisione Franco Giannini. L’obiettivo è però quello di «uscire dalla logica del commissariamento - spiega Prodi - ridando la responsabilità dello smaltimento agli enti locali». «Entro due settimane il Governo nominerà un commissario liquidatore per porre fine a 14 anni di fase emergenziale caratterizzata dalla gestione dei rifiuti in Campania»
DIFFERENZIATA - «Per quanto attiene alle misure occorrenti alla raccolta differenziata - prosegue Prodi - i comuni campani dovranno elaborare il relativo piano nei prossimi due mesi. Essi avranno poi a disposizione 60 giorni per la realizzazione dello stesso piano. La mancata attuazione da parte delle amministrazioni comunali di queste misure nei tempi stabiliti determinerà l’immediato commissariamento dei comuni inadempienti». Tra le varie misure c’è anche la richiesta «di un contributo su base volontaria» da parte di altre Regioni. Nel medio termine, Prodi e il Governo puntano a rendere l’Italia autosufficiente sul fronte dello smaltimento dei rifiuti, «evitando esportazioni onerose», come quelle verso la Germania
* Corriere della Sera, 08 gennaio 2008
Rifiuti, Prodi sale al Quirinale «Soluzione radicale per Napoli»
Bassolino attaccato, Veltroni lo difende
Sfilano ancora gli abitanti di Pianura, un migliaio in corteo lunedì sera, a scandire sclogan contro il governatore regionale Bassolino e contro la riapertura della discarica di contrada Pisani che dovrebbe assorbire l’emergenza rifiuti che attanaglia Napoli. Un corteo pacifico e senza incidenti, a differenza di quanto successo al mattino. Proprio negli stessi minuti a Roma, Romano Prodi sale al Quirinale per discutere con il capo dello Stato Giorgio Napolitano proprio dell’emergenza rifiuti a Napoli.
Il presidente del Consiglio Romano Prodi nel pomeriggio si è lungamente occupato di questa questione. Ha incontrato fra gli altri il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Massimo D’Alema, il ministro dell’Interno Giuliano Amato ed il ministro della Difesa Arturo Parisi. Quindi Prodi insieme al sottosegretario alla Presidenza Enrico Letta si è visto con il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. Il portavoce del governo Silvio Sircana ha annunciato nelle prossime ore «soluzioni radicali» per l’emergenza rifiuti. E mercoledì alle 15 il governo riferirà in Parlamento, alla Camera, sulle misure adottate e da adottare.
Nel frattempo, il sindaco Rosa Iervolino Russo ha tenuto una serie di incontri con gli assessori ed i dirigenti dei servizi direttamente interessati alla vicenda dei rifiuti. «Anche nell’ottica di offrire la massima collaborazione al commissariato di governo», la Iervolino ha convocato una riunione con la Asl Napoli 1 per un monitoraggio della situazione sanitaria in città e per individuare gli eventuali interventi che si renderanno necessari.
Gli scontri a Pianura
A Pianura, il quartiere interessato dalla riapertura della discarica di contrada Pisani, va in scena la guerriglia urbana. Largo Russolillo, presidiato dai manifestanti che vogliono impedire il passaggio dei camion diretti alla discarica, sono volati diversi sassi in direzione degli agenti. La polizia e carabinieri hanno risposto con una «mezza carica», spinte, strattoni e colpi vari. Durante gli incidenti di lunedì mattina tre dimostranti sono finiti in ospedale per delle contusioni ma la protesta ha avuto successo in quanto i 30 camion che doveva entrare nel sito di contrada dei Pisani per l’allestimento della discarica, sono stati bloccati.
Nel quartiere simbolo dell’emergenza la polizia aveva sfondato una prima volta il blocco stradale, ma i manifestanti lo hanno ripristinato. Poco dopo mezzogiorno una molotov è stata lanciata contro una ruspa da alcuni manifestanti. Alleanza Nazionale e Azione Giovani hanno annunciato per mercoledì 9 gennaio alle ore 11.00 una manifestazione di protesta sotto Palazzo Santa Lucia per chiedere il commissariamento del Governatore della Regione Campania.
«È un gravissimo attacco alle istituzioni democratiche dello Stato, posto probabilmente in essere da personaggi legati ai clan della camorra e alle frange eversive gravitanti intorno ai centri sociali», denuncia il vice Segretario Nazionale dell’Usp, Unione Sindacale di Polizia, Roberto Boni. «Appare ormai chiaro che gli attacchi agli Uffici di Polizia e i lanci di pietre di grosse dimensioni e di sbarre metalliche all’indirizzo delle Forze dell’Ordine non costituiscono azioni puramente dimostrative, bensì -aggiunge l’Usp- la consapevole e inequivocabile volontà dei pseudo-manifestanti di ferire gravemente o addirittura uccidere chiunque indossi una uniforme».
«Faremo passare i camion solo per la bonifica della discarica dei Pisani», ha detto l’ingegnere Michele Ramaglia, un rappresentante dei manifestanti. «In quella discarica ci sono migliaia di tonnellate di rifiuti tossici provenienti dal Triveneto - ha aggiunto Ramaglia - dite a Calderoli di venirseli a prendere. Abbiamo pagato per colpe altrui. È inammissibile che ci siano colline alte duecento metri di rifiuti, è contro ogni logica di tutela ambientale. Questo sito non è idoneo perchè qui i venti trasportano i gas emanati dai rifiuti, che non sono interrati». Il sit-in è stato indetto «a oltranza» intorno alla vecchia discarica che il prefetto Pansa vorrebbe riattivare e per domani sono previsti gli interventi di Beppe Grillo, via telefono, e di padre Alex Zanotelli, chiamati dalla Rete campana salute e ambiente e dai centri sociali che fanno parte dei comitati antidiscarica.
Tutte le strade di accesso al quartiere sono chiuse. Si registrano, infatti, blocchi dei manifestanti lungo via Montagna Spaccata, via Cinzia, alcune arterie di Pozzuoli e del comune di Quarto. Chiusa l’uscita e l’entrata della Tangenziale di via Campana. Si può arrivare nel quartiere e, soprattutto nella zona della discarica di Contrada Pisani, unicamente a piedi. Bloccata anche la ferrovia circumflegrea che collega la città di Napoli con il litorale Domizio.
In tarda mattinata per circa un’ora è stata bloccata la stazione della metropolitana di Pozzuoli. La linea 2 del metrò è stata occupata da alcuni manifestanti rendendo difficili anche i collegamenti per i treni a lunga percorrenza sulla linea Napoli-Roma che sono stati deviati via Aversa. La circolazione di treni e metropolitana è ripresa poco prima delle 11.30.
Scuole riaperte, ma pochi alunni
La situazione drammatica, causata sia dai rifiuti che dai blocchi dei manifestanti, ha spinto molti genitori a non accompagnare i propri figli a scuola. Sono molti quelli che, come gli insegnanti, non riescono a raggiungere il proprio posto di lavoro perché impossibilitati a lasciare le proprie case con le automobili. Difficoltà ad arrivare a Pianura anche per i taxi e i mezzi di trasporto pubblico. Nel quartiere molti negozi sono chiusi, soprattutto quelli di generi alimentari. Quello che in questo momento preoccupa maggiormente, oltre agli scontri, è la precaria situazione igienico-ambientale.
Intanto non solo nel quartiere di Pianura ma anche nel centro cittadino si registrano cassonetti rovesciati. L’immondizia invade le strade. In alcuni quartieri occorre fare slalom con le auto tra i sacchetti distribuiti disordinatamente su marciapiedi e carreggiate. In altre zone della città si cammina a passo d’uomo ad un unico senso di marcia a causa dei cassonetti che sono stati posizionati al centro della carreggiata. Si teme che la situazione possa degenerare anche con incendi e roghi dolosi dell’immondizia che giace da settimane nelle strade di Napoli città e dell’intera provincia.
Il Genio militare sta liberando le strade intorno alle scuole dai rifiuti. Come annunciato domenica dal presidente del Consiglio Romano Prodi si è avviata una raccolta straordinaria per garantire un minimo di pulizia nelle zone che limitrofe agli istituti scolastici di ogni ordine e grado. A Caserta e nella provincia sono all’opera due Bobcat e due pale meccanica del 21mo reggimento guastatori che stanno lavorando insieme ai mezzi dell’azienda d’igiene comunale. Altrove, soprattutto nella provincia di Napoli, si sta procedendo alla raccolta ordinaria. La situazione è drammatica principalmente nei comuni vesuviani e nelle città a ridosso del capoluogo partenopeo.
* l’Unità, Pubblicato il: 07.01.08, Modificato il: 07.01.08 alle ore 18.28
Rifiuti, carica della polizia
Nuovi blocchi, Pianura isolata
Dal presidio: qui l’immondizia del nord *
la discarica di PianuraScene da guerriglia urbana. È l’istantanea di Largo Russolillo a Pianura, alla periferia di Napoli dove da giorni è in scena il braccio di ferro tra istituzioni e forze dell’ordine e abitanti del quartiere. In gioco c’è la riapertura della discarica di contrada Pisani, chiusa da anni, ma unica via per uscire in tempi brevi dall’emergenza che affligge tutto il Napoletano. Sono volati diversi sassi in direzione degli agenti. Al gesto dei presidianti agenti della polizia e carabinieri hanno risposto con una «mezza carica», spinte, strattoni e colpi vari. Nessuno, a quanto si apprende si sarebbe ferito in questo impatto, anche se il 118 non fornisce alcuna notizia in merito.
Nel quartiere simbolo dell’emergenza, la polizia ha sfondato una prima volta il blocco stradale, ma i manifestanti lo hanno ripristinato. «Faremo passare i camion solo per la bonifica della discarica dei Pisani», ha detto l’ingegnere Michele Ramaglia, un rappresentante dei manifestanti. «In quella discarica ci sono migliaia di tonnellate di rifiuti tossici provenienti dal Triveneto - ha aggiunto Ramaglia - dite a Calderoli di venirseli a prendere. Abbiamo pagato per colpe altrui. È inammissibile che ci siano colline alte duecento metri di rifiuti, è contro ogni logica di tutela ambientale. Questo sito non è idoneo perchè qui i venti trasportano i gas emanati dai rifiuti, che non sono interrati».
Tutte le strade di accesso al quartiere sono chiuse. Si registrano, infatti, blocchi dei manifestanti lungo via Montagna Spaccata, via Cinzia, alcune arterie di Pozzuoli e del comune di Quarto. Chiusa l’uscita e l’entrata della Tangenziale di via Campana. Si può arrivare nel quartiere e, soprattutto nella zona della discarica di Contrada Pisani, unicamente a piedi. Bloccata anche la ferrovia circumflegrea che collega la città di Napoli con il litorale Domizio.
La situazione drammatica, causata sia dai rifiuti che dai blocchi dei manifestanti, ha spinto molti genitori a non accompagnare i propri figli a scuola. Sono molti quelli che, come gli insegnanti, non riescono a raggiungere il proprio posto di lavoro perché impossibilitati a lasciare le proprie case con le automobili. Difficoltà ad arrivare a Pianura anche per i taxi e i mezzi di trasporto pubblico. Nel quartiere molti negozi sono chiusi, soprattutto quelli di generi alimentari. Quello che in questo momento preoccupa maggiormente, oltre agli scontri, è la precaria situazione igienico-ambientale.
Intanto non solo nel quartiere di Pianura ma anche nel centro cittadino si registrano cassonetti rovesciati. L’immondizia invade le strade. In alcuni quartieri occorre fare slalom con le auto tra i sacchetti distribuiti disordinatamente su marciapiedi e carreggiate. In altre zone della città si cammina a passo d’uomo ad un unico senso di marcia a causa dei cassonetti che sono stati posizionati al centro della carreggiata. Si teme che la situazione possa degenerare anche con incendi e roghi dolosi dell’immondizia che giace da settimane nelle strade di Napoli città e dell’intera provincia.
Il Genio militare sta liberando le strade intorno alle scuole dai rifiuti. Come annunciato domenica dal presidente del Consiglio Romano Prodi si è avviata una raccolta straordinaria per garantire un minimo di pulizia nelle zone che limitrofe agli istituti scolastici di ogni ordine e grado. A Caserta e nella provincia sono all’opera due Bobcat e due pale meccanica del 21mo reggimento guastatori che stanno lavorando insieme ai mezzi dell’azienda d’igiene comunale. Altrove, soprattutto nella provincia di Napoli, si sta procedendo alla raccolta ordinaria. La situazione è drammatica principalmente nei comuni vesuviani e nelle città a ridosso del capoluogo partenopeo.
* l’Unità, Pubblicato il: 07.01.08, Modificato il: 07.01.08 alle ore 11.05
Rifiuti, interviene l’esercito
iniziata la raccolta straordinaria
Per sgombrare le scuole dai rifiuti e garantirne l’apertura il governo, come annunciato da Prodi, ha inviato il genio militare. Si parte da Caserta. Tensione altissima a Pianura, i manifestanti abbattono un muro per isolare il sito. Le forze dell’ordine sfondano il blocco stradale per raggiungere la discarica
08:20 Pianura, la polizia avanza Fallisce il tentativo di una mediazione tra forze dell’ordine e manifestanti a Pianura: i mezzi della polizia stanno avanzando nella direzione dell’ingresso della futura discarica. In un tentativo di dialogo durato diversi minuti, la polizia ha chiesto ai presidianti di sgomberare la strada e consentire alla pala meccanica di eliminare il blocco di pietre collocato al centro della strada. In cambio si offriva la possibilità di un tavolo di confronto col prefetto. I manifestanti non hanno accettato e la polizia ha deciso di procedere. Davanti alla pala meccanica, poliziotti in tenuta antisommossa battono i manganelli sugli scudi spingendo la folla nella discesa, che è ormai anche bagnata per la pioggia. Grandissima agitazione sul posto, mentre la pala meccanica sgombera la strada. I manifestanti resistono con le mani alzate e urlano pace, pace
07:50 Pianura, sassi contro gli agenti Sono volati diversi sassi in direzione degli agenti in Largo Russolillo a Pianura, dove i manifestanti hanno bloccato la strada con cassonetti per impedire il passaggio dei mezzi delle forze dell’ordine. Al gesto dei presidianti agenti della polizia e carabinieri hanno risposto con una "mezza carica", spintonamenti, strattoni e colpi vari. Nessuno risulta ferito
07:31 Cassonetti ribaltati nel centro di Napoli La scorsa notte giovanissimi in motorino hanno ribaltato i cassonetti dei rifiuti, trascinandoli al centro delle strade per tentare di ostruire la circolazione, in tutta Napoli. Questi episodi, sino a oggi registrati prevalentemente nel quartiere di Pianura e nelle zone di periferia più provate dall’emergenza, sono accaduti questa volta anche nelle arterie principali e centrali del capoluogo campano. Le forze dell’ordine li segnalano in corso Umberto, in via Luca Giordano, in via Girolamo Santacroce e in corso Vittorio Emanuele. Non è chiaro se questi atti di vandalismo siano legati alla protesta in corso a Pianura, contro l’apertura della discarica di contrada Pisani, o se si tratti invece di gesti emulativi
07:29 Forze dell’ordine sfondano il primo blocco stradale Le forze dell’ordine hanno sfondato il primo blocco stradale posizionato a Pianura in Largo Russolillo, dove un centinaio di manifestanti del presidio antidiscarica ostruiva la circolazione: per liberare la strada è stata effettuata una "manovra di alleggerimento". Agenti della polizia e carabinieri aprono la strada a decine di camion del Commissariato per l’emergenza rifiuti in Campania, che trasportano ghiaia per l’allestimento del sito di stoccaggio di Contrada Pisani
07:22 Pianura, manifestanti abbattono muro Continuano le proteste contro l’imminente apertura della mega discarica in contrada Pisani. Nella notte i manifestanti hanno controllato l’area in vista dell’eventuale arrivo di nuovi mezzi del commissariato straordinario di governo per l’emergenza rifiuti in Campania, che nei giorni scorsi ha preso possesso del sito con un blitz all’alba. L’ingresso principale della futura discarica è stato isolato e i manifestanti hanno abbattuto un muro utilizzando un bobcat, per ostruire il passaggio usato durante l’ultimo intervento del commissariato. La barriera, in via Montagna Spaccata, è stata completata con gomme e rottami di automobili
07:19 Iniziata la raccolta straordinaria a Caserta Il Genio militare dell’Esercito ha cominciato la raccolta straordinaria dei rifiuti in Campania a Caserta. In azione sono al momento due bobcat e due pale meccaniche messi a disposizione dal 21/o reggimento dei Guastatori, che collaborano con la Sace, azienda addetta alla rimozione dei rifiuti nel capoluogo campano. L’operazione era stata annunciata nella serata di ieri in seguito alla promessa del premier Romano Prodi, che ha garantito l’apertura delle scuole nelle province più colpite dall’emergenza. Nel comune di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, si procede invece alla raccolta dei rifiuti con mezzi ordinari
E Di Pietro torna all’attacco: "VIA Bassolino". nel mirino anche Mastella
Napolitano: «Tragedia da risolvere»
Emergenza rifiuti, resta il presidio a Pianura.
Prodi: riaprire subito le scuole. Sarà usato il genio militare
NAPOLI - «Si risolva la tragedia dei rifiuti. C’è già, come è necessario, un impegno forte del governo». Il presidente Napolitano, da Capri, fa sentire la sua voce sull’emergenza di Napoli. E il premier Romano Prodi: «Con il ministro Amato lavoriamo a strategie per il lungo periodo». Prodi ha dato poi disposizione al ministro Fioroni di attivarsi per la riapertura delle scuole, chiuse per la protesta. «Mi sono indignato quando è stato deciso di chiudere le scuole. Sul problema rifiuti mi sono preso la responsabilità e vado fino in fondo». Il presidente del Consiglio è tornato a parlare così dell’emergenza uscendo dalla messa a Bologna, quando una ragazza napoletana lo ha fermato chiedendogli di affrontare il problema. Le scuole «sono sacre» e la situazione non può andare a scapito di bambini e ragazzi, ha aggiunto il premier, assicurando che se in alcuni istituti sono ostacolati l’accesso e la normale attività, il governo manderà del personale a pulire. L’agenda di Palazzo Chigi dei prossimi giorni è tutta dedicata a Napoli. «Lunedì ho una riunione con i miei funzionari dirigenti - dice Prodi - e vedo Pecoraro Scanio. Martedì abbiamo una riunione con i ministri dell’Interno, dell’Ambiente e della Difesa».
FIORONI - Dopo poche ore è stato il ministro dell’Istruzione a parlare, dichiarando che lunedì tutte le scuole in Campania saranno regolarmente aperte e che l’emergenza rifiuti non avrà conseguenze per la regolare ripresa delle lezioni. «Ho dato disposizioni, con il prefetto, il direttore scolastico regionale e d’intesa con le autorità regionali - ha detto il ministro - affinché si predisponga ogni intervento necessario a far riaprire tutte le scuole delle zone interessate dall’emergenza rifiuti». Una decisione che non trova d’accordo i sindaci di alcuni comuni. Il primo cittadino di Volla, Salvatore Ricci, si dice disponibile a revocare il provvedimento «a patto che sia tolta immediatamente la spazzatura davanti agli istituti». «Con tutto il rispetto per il premier, il provvedimento lo revoco soltanto dopo che davanti alle scuole le strade saranno pulite. Dopo 15 anni di emergenza le promesse non ci bastano più». Anche il sindaco di Quarto ha deciso di tenere chiuse le scuole di ogni ordine e grado.
MOBILITATO IL GENIO MILITARE - Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, interessato dal presidente del Consiglio sulla persistente grave emergenza rifiuti in Campania, ha assicurato la massima disponibilità ed ha disposto l’impiego di mezzi del 21/o Reggimento Genio di Caserta per concorrere alle operazioni di sgombero di ingressi delle scuole. I mezzi specialistici del Genio Militare, informa il ministero della Difesa, sono pronti ad intervenire, con due ore di preavviso, su richiesta dell’Autorità Prefettizia.
DI PIETRO ATTACCA - Ma nonostante l’impegno del governo, resta alta la polemica politica. Nel mirino il sindaco Rosa Russo Iervolino e il suo predecessore, il presidente della Campania Antonio Bassolino. Contro di lui anche un esponente del centrosinistra, il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro, che senza mezzi termini ha chiesto le sue dimissioni. Bassolino, dal canto suo, ha parlato di parole irresponsabili da parte di un ministro del governo. La tensione resta alta. Ancora oggi, dai microfoni del Gr3, Di Pietro ha ribadito la necessità di un passo indietro di Bassolino e di un «ricambio generazionale» alla guida della regione, non rinunciando ad attaccare anche Clemente Mastella e l’Udeur che difendono Bassolino: «Mastella e il suo partito sono tra quelli che governano la Regione - ha detto l’ex pm -. Alla presidenza del consiglio regionale c’è sua moglie, assessori ce ne sono del suo partito in Regione e in tutta la Campania, quindi, piuttosto è davvero strano che diventino giudici di se stessi. Questi che hanno governato devono lasciarsi giudicare, non fare i giudici».
CASINI: COLPA ANCHE DEI VERDI - Non solo Antonio Bassolino ma anche il ministro dell’Ambiente e leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, deve dimettersi.È l’opinione del leader Udc, Pier Ferdinando Casini, che, intervistato da SkyTg24 sull’emergenza rifiuti, punta il dito contro il Sole che ride: «La responsabilità dei Verdi nella vicenda campana è sotto gli occhi di tutti. Loro hanno organizzato e fomentato le proteste per bloccare i termovalorizzatori. Se Bassolino avesse un po’ di dignità politica si dimetterebbe, sarebbe un gesto di riconciliazione col Paese sarebbe un confutare la realtà dire che le responsabilità sono solo sue». Il leader Udc punta il dito contro Pecoraro Scanio «campano, l’uomo dei no, dovrebbe lasciare il suo posto».
NOTTE TRANQUILLA - Sul fronte della cronaca, dopo i duri scontri tra manifestanti e forze dell’ordine che hanno caratterizzato la giornata di sabato, la notte è trascorsa in maniera relativamente tranquilla a Pianura, il quartiere napoletano sul cui territorio sorge la discarica di Contrada Pisani, di cui il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti ha disposto la riapertura. Gli abitanti della zona si oppongono al ritorno in funzione dell’impianto di smaltimento, dove dovrebbero essere convogliate le tonnellate di immondizia che da giorni stazionano lungo strade e marciapiedi del capoluogo campano e del suo hinterland. In mattinata sono però tornate le violenze. Un incendio ha devastato un’aula e un bagno della scuola Massimo Troisi di Pianura. Il fumo ha invaso l’intero edificio, i teppisti sarebbero entrati da un ingresso secondario.
MATTINATA DI ATTESA - Davanti alla discarica è rimasto attivo un presidio di una cinquantina di persone, a cui in mattinata si sono a mano a mano aggiunti altri manifestanti per dare manforte. Nel corso della notte nell’area a nord di Napoli non si sono registrati ulteriori allarmi: complice anche la pioggia e il freddo, la partecipazione al presidio si è andata pian piano riducedo. Per oggi è previsto un corteo che avrebbe dovuto sfilare lungo le strade di Pianura, ma si attende che i responsabili dei comitati spontanei confermino la manifestazione in programma. Anche perchè un’altra iniziativa di sensibilizzazione è stata organizzata con la celebrazione di una messa di fronte alla discarica.
TIMORI DI UN BLITZ - Molti residenti, per poter uscire da casa, hanno dovuto rimuovere l’immondizia e gli alberi che sono stati abbattuti, liberando parzialmente la strada. Ma c’è ancora un blocco. I manifestanti sono sul chi vive, nell’attesa di un possibile blitz della polizia per creare varchi attraverso cui far confluire i camion che trasportano il pattume.
LA MESSA E IL VESCOVO - Dura condanna del vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella, alla «responsabilità istituzionale a tutti i livelli». In un messaggio letto durante la messa a Pianura e firmato dall’intera Diocesi di Pozzuoli, il presule sottolinea come sia «intollerabile che a tutt’oggi non si riescano ad intravedere vie di uscita da una situazione che altre Regioni hanno già brillantemente risolto. Ciò implica responsabilità istituzionali a tutti i livelli, non soltanto per quello che non si è riusciti a fare fino ad oggi, ma anche per l’incapacità di proporre in tempi brevi una soluzione seria e radicale al problema». Monsignor Pascarella auspica che «venga ascoltata la voce degli abitanti del territorio, cercando di rispondere alle richieste di sicurezza per la salute e di chiarezza circa la reale durata della riapertura, nonché di controllo circa quello che realmente verrà sversato nella discarica, in modo che sia impedita ogni possibile forma di infiltrazione da parte di organizzazioni malavitose e camorristiche; procedendo nel contempo all’elaborazione di un progetto complessivo di sviluppo per la zona». Il messaggio del vescovo è stato a lungo applaudito dai presenti.
* Corriere della Sera, 06 gennaio 2008
Buon giorno Romano Prodi
io sono un alunno di una terza media ho tredici anni abito a Pianura e onestamente ho paura persini di scendere giu’ al palazzo ieri 5/12/07 e’ successa una vera e propria rivoluzione giu’ al mio palazzo mio frateelo e’ stato colpito da una manganellata sul gionocchio senza nessun motivo e ti poosso dirre che mio fratello non e’ uno di quei buzzurri napoletani e’ laureato in biologia e medicina si trovo’ vicino al bar etoile e mio fratello e’ andato al pronto soccorso io non credo che questa sia stata una azione responsabile da parte dei polizziotti io comunque sono molto impaurito e so gia’ che tutte queste parole sono state inutili perche’ non la leggerai io comunque volevo solo dirti che da oggi io non credo piu’ nella democrazia e nel significato della solidarieta quindi volevo dirti che hai apena perso la fiducia di un futuro cittadino Italiano addio per sempre .
Francesco (kekko94)
Il premier assicura: "Il governo si assume tutte le proprie responsabilità"
Poi l’annuncio: "Da lunedì le prime riunioni per risolvere il problema per sempre"
Rifiuti, Prodi: "Un’emergenza
che mette in gioco il Paese"
Di Pietro insieme all’opposizione chiede le dimissioni del governatore Bassolino
BOLOGNA - "Il governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perché sta mettendo in gioco il Paese. Tutti ci osservano e non voglio che l’Italia dia questa immagine negativa". Così il presidente del Consiglio Romano Prodi ha commentato l’emergenza rifiuti in Campania.
"In secondo luogo - ha aggiunto il capo dell’esecutivo - è una tragedia per tutti i cittadini della Campania. Quindi abbiamo già cominciato a lavorare insieme: lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri e poi si agisce. Mi appello alla solidarietà e al lavoro comune di tutte le forze istituzionali della Campania e a tutti i cittadini ma è un’emergenza che dobbiamo vincere rapidamente".
Il premier ritiene che per risolvere la questione, oltre all’emergenza, "dobbiamo affrontare il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all’offerta che viene prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione".
Le parole rassicuranti di Prodi nascondono però una situazione politica in crescente subbuglio, con l’opposizione e pezzi di maggioranza che invocano le dimissioni del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino. Tra i più duri Pier Ferdinando Casini: "Chiedo e mi aspetto - afferma l’ex presidente della Camera - le dimissioni di Bassolino, personalità non banale e sicuramente in imbarazzo in questo momento, che dovrebbe avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di dimettersi.
"Il governo - rincara il leghista Roberto Calderoli - ha esercitato i poteri sostitutivi commissariando per lungo tempo la gestione dei rifiuti in Campania. Non avendo prodotto effetto tale commissariamento, ed è bene ricordare che a lungo uno di questi commissari è stato proprio Antonio Bassolino, e a fronte della resistenza da parte dello stesso Bassolino agli inviti che arrivano sia dalla maggioranza che dall’opposizione a dimettersi, il presidente della Repubblica può, con proprio decreto, secondo le procedure stabilite dall’articolo 126 della Costituzione, procedere allo scioglimento del consiglio regionale della Campania".
Maurizio Gasparri estende il suo attacco al ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio. "Il Parlamento - chiede l’esponente di An - affronti subito l’emergenza chiedendo ai sensi della Costituzione il commissariamento di Regione e Comune. I responsabili di questa barbarie vanno allontanati subito dalla stanza dei bottoni. Anche il ministro campano dell’Ambiente se ne deve andare subito con Bassolino. Questa gente ci ha umiliato di fronte all’Europa che ci punirà per questa ecocatastrofe".
Critiche, quelle al governatore della Campania, condivise da Antonio Di Pietro. "Bassolino farebbe bene a dimettersi", dice il ministro delle Infratsrutture annunciando l’uscita dell’Italia dei Valori dalla giunta regionale.
* la Repubblica, 5 gennaio 2008
il caso impregilo
Chiusi nove siti di smaltimento su ordine del gip di Napoli. Nuove accuse a Bassolino *
Napoli Non si ferma l’inchiesta sulle irregolarità nello smaltimento dei rifiuti in Campania. E piovono anche nuove accuse per Antonio Bassolino. Sono stati sequestrati, infatti, due giorni fa nove siti di stoccaggio e ben 3 milioni di ecoballe nelle province di Napoli e Caserta. Le aree interessate si trovano nei territori dei Comuni di Villa Literno, Giugliano, Caivano, Marcianise, Piano D’Ardine, Casaduni, Capua.
Nell’ordinanza il gip, Rosanna Saraceno, ha ipotizzato violazioni delle norme ambientali e il reato di abuso d’ufficio. Tutte accuse che cadono adesso sulle spalle del governatore Bassolino e sui vertici dell’Impregilo. Il governatore sarebbe colpevole di aver autorizzato i siti di stoccaggio e l’attività di discarica a cielo aperto. Una pratica non solo non ecologica, ma anche dannosa per salute pubblica. Però vantaggiosa per chi la gestisce. In sintesi Antonio Bassolino, Pier Giorgio e Paolo Romiti dell’Impregilo vengono accusati di produrre balle di «tal quale», senza alcun valore energetico. Ovvero "eco" balle di rifiuti indifferenziati tritati, privi di potenziale combustibile, a causa del cattivo funzionamento degli impianti costruiti dalla Impregilo. In realtà, continua Saraceno, i nove siti sequestrati non erano aree ecologiche di gestione dei rifiuti, ma discariche a cielo aperto. Secondo il gip, le imprese affidatarie erano più interessate all’utile economico derivante dalla vendita dell’ energia elettrica ricavata bruciando il materiale stoccato. Un incasso da capogiro, circa 200 milioni all’anno. Con la corretta applicazione del contratto, scrive il gip, si sarebbe scongiurata l’emergenza sanitaria e ambientale in una regione già devastata dal problema dei rifiuti. Gli imputati, però, sono pronti a respingere ogni accusa.
* Avvenire, 10.08.2007
rapporto istat
E smaltirli costa 20 miliardi di euro all’anno
Da Roma Alessia Guerrieri (Avvenire, 10.08.2007)
L’Italia spende sempre di più per gestire i rifiuti. È quanto emerge dal primo studio organico dell’Istat relativo al periodo 1997-2006. Negli ultimi dieci anni la spesa dell’Italia per l’immondizia è aumentata del 78%. Un dato allarmante che diventa impressionante se convertito in cifre. Una somma che nel 2006 è vicina a 20 miliardi di euro, pari all’1,3% del Pil. Lo studio dell’Istituto di ricerca ha fornito dati sistematici anche per la gestione delle acque reflue (scarichi domestici e non) e per le risorse idriche. Nel decennio appena trascorso, la spesa complessiva per i tre servizi ecologici è aumentata del 60%. Una crescita generalizzata dei tre settori ambientali, con maggiore incidenza per i rifiuti. In Italia nel 2006, la spesa nazionale per i tre servizi è stata di oltre 31 milioni di euro, circa il 2,1% del prodotto nazionale.
I calcoli forniti dall’Istat sono basati sugli schemi del sistema ambientale Seriee, sviluppato in sede Eurostat. L’importanza di questo rapporto è dovuta all’utilizzo dei conti satellite che descrivono le risorse economiche utilizzate dal nostro Paese per proteggere l’ambiente dall’inquinamento e dal degrado. Stabiliscono, cioè, l’uso intelligente del denaro secondo i criteri di sostenibilità ambientale. Particolare interesse suscitano i dati relativi alla gestione dell’immondizia, cioè il settore che si occupa delle politiche dell’intero processo dei rifiuti, dalla raccolta, allo smaltimento ed infine al riutilizzo dei materiali di scarto.
In tutti i servizi ambientali la componente principale della spesa nazionale è rappresentata dai consumi, cioè da quanto sborsano i diversi utenti per la fruizione del servizio. Sono i consumatori intermedi, le famiglie e le piccole imprese, a rappresentare la quota maggiore di spesa. Per i rifiuti questi spendono poco più di 11 miliardi di euro, il 59% del totale. Nella gestione delle risorse idriche, la maggior parte di uscite è data invece dai consumi finali delle famiglie, della pubblica amministrazione (Pa) e delle istituzioni sociali senza scopo di lucro (Iss). A loro, infatti, va attribuito il 48% del totale, una cifra che si aggira intorno a 4 miliardi e mezzo di euro. I consumi delle Pa e delle Iss, però, fanno essenzialmente riferimento a servizi prodotti a favore della collettività. Sono, in definitiva, tutte quelle attività di regolamentazione dei servizi ambientali e l’attività di comunicazione a loro connesse.
Un dato significativo del rapporto, è la crescita decisa fino al 2001 e poi ridimensionata, degli investimenti per la realizzazione di servizi ambientali, soprattutto nel settore dei rifiuti. A registrare un aumento delle risorse impiegate sono soprattutto i produttori ausiliari, cioè coloro che realizzano servizi ambientali a proprio uso e consumo. Una crescita di circa il 20% , che dimostra la tendenza all’internalizzazione dei servizi ecologici. Ma gli investimenti sono soprattutto, nel 75% dei casi, in mano ad aziende private. Il dato fa riflettere. Non solo perché si assiste ad un progressivo processo di privatizzazione dei servizi ambientali, ma anche perché dimostra che i produttori privati sono sempre più orientati a investire in attività "verdi". Sono ancora le imprese (67%), seguite a lunga distanza dalle famiglie (27%), a finanziare la quota principale della spesa nazionale per i rifiuti. Risultano così in crescita i produttori specializzati privati, un settore che ha compreso prima l’attenzione alla tutela dell’ambiente.
Campania: rifiuti tossici per fertilizzanti, 38 arresti
di Raffaele Sardo *
Sette milioni e mezzo di euro di profitti illeciti, 38 provvedimenti di fermo, 4 aziende, 1 terreno e 37 autoarticolati sequestrati. Sono i numeri dell’operazione "Cernobyl" coordinata dal pm della procura di Santa Maria Capua Vetere, Donato Ceglie, ed eseguita dai carabinieri del Gruppo per la tutela dell’ambiente e dai comandi provinciali della Campania. Le persone coinvolte sono accusate di avere organizzato una associazione criminale dedita all’illecito smaltimento di rifiuti; in particolare, fanghi prodotti dal trattamento di acque reflue urbane provenienti dagli impianti di depurazione ubicati ed operanti nella provincia di Napoli e di Caserta. In pratica smaltivano i fanghi prodotti dal trattamento delle acque biologiche industriali e quindi pericolosi, su terreni agricoli. I reati sono stati monitorati dal maggio 2006 al maggio di quest’anno. Le quattro aziende coinvolte sono: la So.ri.eco srl di Castel Nuovo di Conza, Fra.ma. sas di Ceppaloni, Agizza srl di Napoli e Naturambiente di Castel Volturno.Il giro di affari messo assieme dalle quattro aziende è stimato in circa 7,5 milioni di euro, comprensivi di evasione della ecotassa.
«È una delle più grandi operazioni contro lo smaltimento illecito di rifiuti speciali e pericolosi» ha commentato lo stesso pm Ceglie durante una conferenza stampa. L’indagine è il proseguimento di altre analoghe operazioni ("madre terra 1" e "madre terra 2") di qualche anno fa, dove venne accertato che alcune aziende invece di ricavare dai fanghi prodotti dai depuratori un compost di qualità da reimpiegare in agricoltura, li smaltivano in modo illegale. Un’attività molto inquinante come ha verificato l’Arpac esaminando i campioni di fango. In pratica si trattava di rifiuti speciali pericolosi e non di fertilizzante. I rifiuti pericolosi, venivano poi sversati e mescolati in profondità nei terreni di ignari contadini (ma a volte anche conniventi perché ad alcuni sono state corrisposte somme di danaro). In altri casi alcuni proprietari di fondi sono stati tratti in inganno per via di un parere del settore ecologia della Provincia di Salerno. Rifiuti pericolosi sono stati sversati anche nel fiume Sabato, affluente del Volturno, o in buche realizzate in seguito a lavori pubblici.
E ciò è avvenuto in molte zone della Campania e anche in provincia di Foggia. Tra le sostanze più inquinanti c’era il cromo esavalente che penetrava nelle falde acquifere. Falde che a loro volta venivano utilizzate per annaffiare i prodotti agricoli. Gli indagati avevano cercato anche di coinvolgere la Coldiretti in questa loro attività illecita, per avallare gli smaltimenti illegali. «Mai nome più appropriato per un’operazione ambientale poteva essere coniato - ha commentato, Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania - la nostra Regione è la vera Cernobyl italiana, dove in tre anni sono stati smaltiti circa 15 milioni di tonnellate di veleni. Da tempo il tumore è stato diagnosticato, localizzato geograficamente, il tempo della denuncia è scaduto, finito. Verrà mai il giorno del dire Basta!! Ci costituiremo parte civile - ha detto ancora Buonuomo - ma con amarezza dobbiamo evidenziare che nel nostro paese non si ha ancora la percezione della gravità di questi fenomeni. Le istituzioni pensano ancora che sia più grave il delitto, la rapina, lo scippo. Nella Campania avvelenata lo Stato deve diventare credibile».
* l’Unità, Pubblicato il: 04.07.07, Modificato il: 04.07.07 alle ore 18.41
Rifiuti, sì della Camera al decreto per la Campania *
Sì definitivo dell’Aula della Camera alla conversione del decreto legge per fronteggiare l’emergenza rifiuti in Campania. I sì sono stati 266, 225 i no. Sul voto maggioranza ed opposizione si sono contrapposti, ma nel centrosinistra non sono stati pochi i "sì" pronunciati a malincuore sul decreto, solo per non far mancare il sostegno al governo. Durante le dichiarazioni di voto sul banco degli imputati c’è stato continuamente il governatore della Campania, Antonio Bassolino.
Contro di lui accuse di inefficienza sono state rivolte non solo, come c’era da aspettarsi, dai banchi del centrodestra ma anche da quelli della maggioranza. E a criticare l’operato di Bassolino indicandone le responsabilità rispetto all’emergenza rifiuti che si vive in Campania sono stati non solo i rappresentanti della Sinistra radicale: anche Ermete Realacci, che è intervenuto per l’Ulivo, ha dovuto ammettere che «le responsabilità politiche della situazione attuale interessano tutti ma soprattutto il centrosinistra» che nell’ultimo decennio ha governato in Campania.
* l’Unità, Pubblicato il: 04.07.07, Modificato il: 04.07.07 alle ore 19.11
Cassonetti in fiamme ad Agrigento. Le imprese aspettano di incassare 300 milioni di euro dall’Ato
Ivan Lo Bello: "Dal 1 luglio non potremo più anticipare gli stipendi ai dipendenti"
Rifiuti, allarme Confindustria in Sicilia
Disagi a Napoli per caldo e incendi
Nel capoluogo campano ci vorranno due giorni per rimuovere 2.500 tonnellate di spazzatura
AGRIGENTO - L’emergenza rifiuti torna ad esplodere a Napoli e ora rischia di allargarsi a tutta la Sicilia. Nel capoluogo campano oggi il caldo e i nuovi incendi stanno creando notevoli disagi ai cittadini mentre ad Agrigento, dopo quattro giorni di sciopero dei netturbini, la spazzatura invade la città e numerosi cassonetti sono stati dati alle fiamme costringendo all’intervento i vigili del fuoco. Gli addetti al recupero della immondizia nella città siciliana non ricevono gli stipendi da tre mesi.
E’ proprio su questa vicenda è iniziato da qualche minuto in prefettura un incontro tra i sindaci dei Comuni degli Ambiti territoriali ottimali (Ato) e i vertici della socitetà per trovare una soluzione. Il sindaco di Agrigento, il neo eletto Marco Zambuto, ha minacciato di volere fare uscire la città del Templi dall’Ato che ha giudicato come "carrozzoni clientelari che sciupano risorse e non offrono servizi".
Ma non solo Agrigento. Per Confindustria Sicilia il rischio è che la situazione di emergenza si allarghi a tutta la regione nei prossimi giorni. Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, ha messo ieri in guardia le autorità dal rischio che la regione a partire dai primi di luglio possa ritrovarsi sommersa nell’immmondizia per colpa del mancato pagamento da parte dalle società di ambito di oltre 300 milioni di euro.
Lo Bello ha avvertito che senza quei soldi, le aziende - che per conto degli Ato svolgono il servizio di raccolta dei rifiuti in gran parte della Sicila - "non saranno più in grado di anticipare gli stipendi ai dipendenti come hanno fatto finora".
Per il presidente di Confindustria "tale situazione potrebbe portare in breve tempo a forme di astensione dal lavoro in quelle realtà aziendali dove è già stato espresso malcontento da parte della maestranze. Ciò potrebbe provocare disagi alla popolazione". I casi più critici secondo Lo Bello sono Acireale e Agrigento.
Il sindaco di Acireale Nino Garozzo ha risposto affermando che "ad Acireale non c’è alcun problema legato ai rifiuti, né di tipo igienico, né di natura ambientale". A dire di Garozzo, grazie a una sua ordinanza di aprile il comune "ha corrisposto i pagamenti ai netturbini".
Intanto a Napoli la situazione si fa sempre più drammatica con i cittadini che sono sempre più esasperati per i disagi a cui sono costretti per colpa degli incendi e del caldo che stanno soffocando la città. Nonostante il piano straordinario avviato dall’Asia, per rimuovere le oltre 2500 tonnellate di spazzatura accumulate in tutta la città ci vorranno almeno un paio di giorni. E anche nel centro, a pochi passi da Palazzo San Giacomo, sede del Comune, la scorsa notte sono stati dati alle fiamme alcuni cumuli di spazzatura che marcivano da giorni sotto il sole. Ma i sacchetti di immondizia si trovano anche in via Bracco e in via Cervantes davanti a una sede dell’Inps. Più di ogni cosa però creano disagio gli incendi dei cassonetti che con la combustione del materiale plastico rendono irrespirabile l’aria per molte ore.
* la Repubblica, 22 giugno 2007
Le forze dell’ordine non fanno nulla, annullato incontro con sindaco
Rifiuti in Campania: aggredito Bertolaso
Ariano Irpino (Avellino): una folla attacca l’auto del commissario straordinario che è costretto a fuggire per evitare il linciaggio *
ARIANO IRPINO (AVELLINO) - Dalle manifestazioni di piazza alle aggressioni. Centinaia di persone hanno circondato l’auto su cui si trovava il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania, Guido Bertolaso, che da poco era giunto ad Ariano Irpino (Avellino) per incontrare in Comune il sindaco e i capigruppo consiliari. Il corteo di auto che si è fermato in piazza Plebiscito è stato bloccato dai manifestanti.
Al grido di «via» «buffone» i manifestanti hanno circondato l’auto in cui si trovava Bertolaso, colpendola con calci e pugni. Ci sono stati momenti di altissima tensione ma nè i carabinieri nè la polizia che scortavano Bertolaso sono intervenuti contro i manifestanti. Bertolaso senza poter scendere dell’auto è stato costretto quindi ad andar via da Ariano scortato da auto di polizia e carabinieri. Bertolaso aveva in programma un incontro in municipio per discutere con gli amministratori e le associazioni ambientaliste la possibilità di riaprire la discarica di Difesa Grande.
PECORARO SCANIO - «Non conosco cosa è accaduto, ma credo che si debba sempre rispettare tutti, e soprattutto i rappresentanti delle istituzioni». Commenta così il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, l’aggressione subita da Bertolaso. «Credo che bisogna sempre riuscire a dialogare, dialogare, dialogare», aggiunge Pecoraro.
* Corriere della Sera, 14 giugno 2007
Anche Caruso (Prc) fra i manifestanti che bloccano l’accesso all’area
Nel capoluogo 1400 tonnellate di rifiuti eliminate, ne restano 1500
Bloccato il sito di Acerra problemi nella raccolta a Napoli
E i roghi continuano. Oltre cento interventi dei pompieri *
NAPOLI - Bloccato stasera dai manifestanti l’arrivo dei rifiuti nel sito di Acerra, individuato dal commissariato per accogliere la spazzatura di Napoli e provincia. Il blocco provocherà ritardi nella raccolta di rifiuti nelle strade.
In tre giorni sono state raccolte nel capoluogo 1400 tonnellate di rifiuti, ne restano altre 1500. Continuano i roghi, 107 gli interventi dei vigili del fuoco in città e provincia.
Ad Acerra è in costruzione il termovalorizzatore, che dovrebbe contribuire alla soluzione del problema rifiuti nell’area napoletana. Su disposizione del sindaco, i vigili urbani stanno verificando con particolare scrupolo che i camion diretti allo stoccaggio rispettino tutte le prescrizioni relative al trasporto. Fra i manifestanti, anche il parlamentare di Prc Francesco Caruso.
Per un problema risolto (a Montecorvino decisiva la telefonata di Napolitano) se ne riapre un altro. La Campania brucia.
* la Repubblica, 27 maggio 2007
Per evitare contatti con i circa trecento cittadini che presidiavano l’ingresso dell’area
(nel comune di Montecorvino, nel salernitano) è stata usata un’entrata secondaria
Allarme rifiuti, blitz all’alba riaperta la discarica di Parapoti
L’impianto è l’unico della Regione immediatamente utilizzabile, per tamponare la grave crisi in atto.
Ma sindaco e vicesindaco annunciano battaglia: "La guerra civile è appena iniziata"
NAPOLI - E’ stata riaperta la discarica di Parapoti, a Montecorvino Pugliano (provincia di Salerno), dove dovrebbe confluire buona parte dei rifiuti campani dopo la chiusura, prevista per oggi, dell’impianto di Villaricca. All’interno sono già al lavoro i tecnici, che stanno predisponendo la zona che dovrà accogliere la spazzatura. Ma il sindaco e il suo vice non ci stanno, e già promettono battaglia: "La guerra civile è appena iniziata", minacciano.
Il blitz è avvenuto all’alba di oggi, alle 5,44. Per evitare contatti con i circa trecento manifestanti che da quattro giorni stazionavano davanti all’ingresso per impedire la riapertura, le forze dell’ordine e i tecnici sono entrati da un ingresso secondario della cava. Non ci sono stati al momento contatti tra i cittadini - guidati da Rosetta Sproviero, la "pasionaria" e ora vicesindaco del comune - e le forze dell’ordine.
Un risultato importante. Visto che la discarica di Papapoti - in cui sono stati sversati, dal ’98 al 2000, circa un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti - è l’unica immediatamente utilizzabile, per affrontare la crisi dell’emergenza rifiuti in Campania. Adesso i tecnici sono impegnati a scaricare argilla per impermeabilizzare il terreno, per iniziare la messa in sicurezza necessaria a stoccare immondizia.
E a guidare la protesta contro la riapertura c’è, ancora una volta, Rosetta Sproviero: colei che già nel 2004 guidò la protesta che tagliò l’Italia in due, con l’occupazione di binari e arterie stradali e autostradali. All’alba la donna ha avuto un malore e altri due manifestanti sono svenuti; ma si tratta solo di reazioni a una lunga notte di attesa.
Poco dopo, sono arrivate le dichiarazioni di guerra. Prima il sindaco, Domenico Di Giorgio: "Non è finita qui - ha dichiarato - C’è stato l’utilizzo di un metodo cui lo Stato ci sta abituando, l’inganno. Noi adesso iniziamo qui davanti il consiglio comunale congiunto Montecorvino-Rovello. Ci sentiamo una sorta di repubblica a parte ed è per questo che sto pensando seriamente di chiedere a quella di San Marino se possiamo aderirvi". E poi Rosetta Sproviero: "Lo Stato - ha minacciato - vuole la guerra e guerra sarà, per Prodi, Bassolino e Bertolaso. La guerra civile è appena iniziata".
* la Repubblica, 26 maggio 2007
Emergenza altissima nonostante il richiamo di Napolitano e l’ottimismo di Bertolaso
Nella notte almeno 120 cumuli di spazzatura dati alle fiamme dai vandali
Rifiuti, a Napoli c’è anche l’allarme roghi
Centinaia di interventi dei pompieri
Ancora proteste della popolazione contro la riapertura delle discariche
I sindaci adottano misure estreme per ridurre i rischi alla salute pubblica
NAPOLI - Malgrado il richiamo del capo dello Stato ai politici ("Basta ritardi"), e l’ottimismo del commissario straordinario Guido Bertolaso ("In dieci giorni tutto risolto"), a Napoli l’emergenza rifiuti continua a tenere banco. E peggiora di ora in ora, con cumuli di spazzatura dati alle fiamme da vandali, proteste della popolazione contro le discariche e con i sindaci dei comuni limitrofi che adottano misure estreme per far fronte all’emergenza.
Gli incendi. Dalle ore 20 di ieri alle ore otto di oggi i vigili del fuoco hanno dovuto eseguire 120 interventi per spegnere roghi di rifiuti. I roghi nella notte precedente erano stati 130. A Napoli, il quartiere più colpito è stato Pianura, poi decine di interventi sono avvenuti a Frattamaggiore, Casoria, Pomigliano d’Arco, Ottaviano, Afragola e ad Arzano dove, tra l’altro, le fiamme di un cumulo si sono estese fino ad un garage distruggendo parzialmente due auto. In un altro centro del napoletano il fuoco ha danneggiato le condutture del gas.
Il richiamo di Napolitano. Il capo dello Stato, in una lettera pubblicata dal Sole 24 Ore, bacchetta i politici: molti sforzi sono stati compiuti dall’anno scorso a oggi per l’emergenza ma "non in misura sufficiente a evitare che la situazione si aggravasse fino a risultare ormai tragica. Lo Stato faccia sentire la sua autorità. Servono decisioni indispensabili: basta ritardi".
Prodi riapre la discarica. Romano Prodi ha subito convenuto con Napolitano: "Il governo ha preso le sue decisioni, adesso bisogna metterle in atto con assoluta fermezza". Subito dopo ha annunciato la firma dell’ordinanza che autorizza Bertolaso ad aprie la discarica più contestata, quella di Macchia Soprana, nel comune di Serre.
L’ottimismo di Bertolaso. "Se siamo fortunati, nell’arco di una decina di giorni si risolve la crisi. Con l’inizio dell’estate si potrà lavorare tranquillamente", afferma il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania, Guido Bertolaso. In vista della chiusura della discarica di Villaricca, il prossimo 26 maggio, in attesa che siano pronti altri sversatoi, Bertolaso ha detto che ci sono "ipotesi allo studio di riapertura di discariche chiuse per quantitativi che non daranno fastidio a nessuno e siti di stoccaggio temporaneo". Il piano discariche dovrebbe ricalcare il decreto del Consiglio dei ministri in cui sono indicati quattro siti per altrettante discariche, una in ogni provincia. "C’è la volontà ferma di risolvere questo problema - ha detto Bertolaso - abbiamo il dovere di andare avanti, con la certezza di riuscire a risolvere i problemi".
Allarme sanitario. In provincia, fra topi e insetti, l’allarme igienico-sanitario è alto. Lungo le strade di Napoli ci sono 2.750 tonnellate di rifiuti. A Frattamaggiore da oggi rimangono a casa diecimila alunni delle scuole elementari e medie, insieme agli studenti dei due istituti tecnici e dei due licei della cittadina. "Una decisione difficile - ha spiegato il sindaco Francesco Russo, che ha firmato l’ordinanza di chiusura - ma non potevo fare altrimenti". Sulle strade del comune ci sono 4.000 quintali di immondizia: "Troppi rischi per la salute dei cittadini. In qualità di responsabile della sanità pubblica, non potevo non adottare un provvedimento per tutelare gli alunni e chi lavora nelle scuole".
Proteste contro le discariche. A Terzigno pesanti contestazioni contro il nuovo piano discariche. Ieri una quarantina di persone ha occupato pacificamente l’aula consiliare del comune per protestare contro l’apertura di un sito di raccolta rifiuti nell’area protetta del parco nazionale del Vesuvio: "Siamo più che mai decisi - hanno detto i manifestanti - lotteremo per evitare l’ennesimo scempio in un’oasi naturale che inciderà su flora e fauna".
L’opposizione attacca. La situazione dei rifiuti in Campania è "disastrosa", una "emergenza economica, sociale, della criminalità organizzata e del degrado civile e politico" tale che "richiederebbe un comitato di salute pubblica". Secondo il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, a Napoli oggi anche per illustrare le tesi e le soluzioni di Forza Italia sull’emergenza rifiuti, le responsabilità della situazione attuale sono del governo regionale, ma soprattutto esiste "una responsabilità personale" di Bassolino ("Vorremmo che avesse già dato le dimissioni", ha detto Bondi) e del ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio.
* la Repubblica, 23 maggio 2007
Napoli, ancora roghi e proteste Il richiamo del capo dello Stato
Prodi fa aprire Macchia Soprana*
Bruciano ancora i cumuli di immondizia negli angoli delle strade di Napoli e dell’hinterland. Nei quartieri periferici del capoluogo i residenti, esasperati dalla nuova emergenza rifiuti, iniziano la giornata protestando, e svuotando i cassonetti in mezzo alla strada. L’effetto è immediato, il traffico va in tilt. Mercoledì i roghi segnalati sono 120 e altrettanti gli interventi dei vigili del fuoco, fra le 20 di ieri sera e le 8 di stamattina. La gente non rinuncia al rimedio delle fiamme - che anche il sindaco Maria Rosa Iervolino ha segnalato come estremamente nocivo, perchè produce diossina - ma lo fa per eliminare il cattivo odore, anche quello ormai insostenibile. Altri segni di insofferenza da parte dei napoletani si sono registrati in particolare a Pianura e a Secondigliano - rispettivamente a ovest e a nord della città - dove la gente ha portato i sacchetti in mezzo alla strada, provocando problemi al traffico. Focolai di protesta poi rientrati, a quanto dicono i vigili urbani. Ma l’emergenza è evidente e potrebbe peggiorare.
A Frattamaggiore il sindaco ha chiuso le scuole, asserragliate da cumuli di rifiuti. Ieri i binari della circumvesuviana sono stati temporaneamente occupati dai comitati civici della zona del Vesuvio a difesa del parco dove, a Zabatta, dovrebbe sorgere una delle discariche del piano firmato ieri dal presidente del Consiglio Prodi.
* l’Unità, Pubblicato il: 23.05.07, Modificato il: 23.05.07 alle ore 11.04
150 roghi in 24 ore. Pecoraro: i rifiuti nelle cave della mafia *
Strade coperte per centinaia di metri da rifiuti e incendi che continuano a registrarsi a Napoli e in provincia. Centocinquanta, in 24 ore, dalle otto di ieri alle otto di lunedì mattina, i cumuli in fiamme: oltre 90 solo la scorsa notte. In alcuni tratti, a causa della presenza di innumerevoli cumuli di immondizia, l’aria è a dir poco irrespirabile. E i vigili del fuoco, la scorsa notte, sono soprattutto intervenuti in provincia: a San Giorgio a Cremano, a Portici, a Castellammare di Stabia come a Torre Annunziata. Colpita dagli incendi anche la periferia di Napoli e zone come Melito, Sant’Antimo, Afragola, Pozzuoli.
Per il contenzioso che ha posto l’ Italia sul banco degli accusati per l’esistenza nel nostro Paese di un gran numero di discariche illegali o non controllate, l’Ue ha raccolto elementi necessari a compiere un vero e proprio censimento. La «banca dati» dell’illegalità si è avvalsa soprattutto delle rilevazioni condotte dal Corpo forestale dello Stato italiano. Un primo censimento, avvenuto nel 1986, aveva riguardato 6.890 degli 8.104 comuni italiani e aveva consentito al Corpo Forestale - si legge nel documento Ue - di accertare l’ esistenza di 5.978 discariche illegali. Un secondo censimento, effettuato nel 1996, aveva riguardato 6.802 comuni e aveva rivelato al Cfs l’esistenza di 5.422 discariche illegali.
Dopo il censimento del 2002, il Cfs ha ancora catalogato 4.866 discariche illegali, 1.765 delle quali non figuravano nei precedenti studi. Secondo il Cfs, 705 tra le dette discariche abusive contenevano rifiuti pericolosi. Per contro, il numero delle discariche autorizzate era soltanto di 1.420. Secondo i «numeri» che corredano la sentenza della Corte, in Abruzzo vi sarebbero 361 discariche abusive, per una superficie di 1.016.139 metri quadrati. In Basilicata le discariche abusive sarebbero 152 pari a 222.830 metri quadrati. In Calabria ce ne sarebbero 447 (1.655.479 metri quadrati) e in Campania 225 pari a una superficie di 445.222 metri quadrati. In Emilia Romagna se ne contano 380 per 254.398 metri quadrati, in Lazio 426 per una superficie stimabile in 663.535 metri quadrati. In Lombardia sarebbero 541 (1.132.233 metri quadrati) nelle Marche 244 (364.781 metri quadrati) e in Molise 84 (199.360 metri quadrati).
Alla Puglia la maglia nera con 599 discariche abusive pari a una superficie di 3.861.622 metri quadrati, mentre in Piemonte ne sarebbero state rilevate 335 (270.776 metri quadrati) in Toscana 436 (545.005 metri quadrati). In Umbria le discariche abusive sarebbero 157 pari a una superficie di 71.510 metri quadrati e in Veneto 174 (5.482.527 metri quadrati). Le rilevazioni riguardano le regioni a statuto ordinario ma la Commissione disporrebbe di informazioni da cui risulterebbe che la situazione è analoga nelle regioni a statuto speciale.
E dal ministero dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio arriva una proposta: togliere i rifiuti dalle strade e metterli nelle cave sottratte alla malavita organizzata. «In Campania ce ne sono almeno 300 attualmente nella disponibilità della magistratura. - suggerisce il ministro - Naturalmente vanno verificasti con attenzione, i siti scelti, valutando le compatibilità e i possibili vincoli ambientali e paesaggistici». Il ministro ammette che questa ipotesi richiede tempi lunghi, ma, aggiunge: «Il prefetto Pansa e il commissario Bertolaso si stanno adoperando proprio per questo, ed io mi fido di loro».
* l’Unità, Pubblicato il: 21.05.07, Modificato il: 21.05.07 alle ore 11.41
Ieri le dimissioni, oggi la riconferma da parte di palazzo Chigi. Messo a punto piano discarica per i problemi del periodo estivo
Emergenza rifiuti in Campania il governo conferma Bertolaso *
ROMA - Il Consiglio dei ministri ha confermato Guido Bertolaso come commissario straordinario dell’emergenza rifiuti in Campania". Lo ha comunicato il sottosegretario Enrico Letta al termine del consiglio, aggiungendo che è stato messo a punto anche un piano per il conferimento a discarica dei rifiuti in vista dell’emergenza che ci si attende per l’estate.
La decisione giunge dopo che Bertolaso aveva rassegnato le dimissioni dall’incarico al termine di un incontro a Palazzo Chigi con il ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio. E aveva specificando: "Come servitore dello Stato non sarò certo io a creare dei problemi, anzi. Mi adeguerò alle decisioni che vorrà prendere il Governo".
* la Repubblica, 7 marzo 2007
La decisione dopo una difficile riunione con il ministro dell’Ambiente Pecoraro. Il delicato incarico affidato al direttore generale del ministero Mascazzini
Emergenza rifiuti, Bertolaso si dimette
scelto nuovo commissario per la Campania *
ROMA - Il commissario per l’emergenza rifiuti in Campania, il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, si è dimesso dall’incarico. La decisione sarebbe stata presa al termine di un incontro a Palazzo Chigi con il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. Il sostituto, su indicazione del ministro, sarebbe stato individuato nella figura del direttore generale del ministero dell’Ambiente, Gianfranco Mascazzini.
Nel corso della riunione si è parlato anche della decisione di aprire una discarica nei pressi dell’oasi del Wwf a Serre di Persano, in provincia di Salerno. "Una scelta che non condivido, spero che la notte porti buon consiglio", ha detto Pecoraro Scanio uscendo da Palazzo Chigi. "E’ stata una riunione abbastanza intensa - ha ammesso il leader dei Verdi - domani valuteremo in Consiglio dei ministri, ovviamente i poteri ce li hanno il presidente del Consiglio e il commissario straordinario".
Proprio oggi la situazione dei rifiuti in Campania era stata oggetto di un nuovo allarmato appello del presidente della Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti, Roberto Barbieri. "In Campania siamo di fronte ad una situazione di grave e seria emergenza, che impone di provare a dare una risposta rapida", aveva detto il parlamentare al termine delle audizioni, svoltesi per due giorni nella sede della Prefettura di Napoli, cui hanno preso parte istituzioni locali e magistrati.
"Centinaia di migliaia di tonnellate di spazzatura sono in attesa di essere smaltite e la Campania rischia di diventare una discarica a cielo aperto", aveva denunciato ancora Barbieri rinnovando la fiducia nell’operato di Bertolaso, osservando però che la situazione "può essere risolvibile e la soluzione può essere rappresentata dalla provincializzazione del sistema". "C’è bisogno di una rete di impianti - aveva spiegato ancora il presidente della Commissione - che siano il più vicino possibile a dove si producono i rifiuti".
* la Repubblica, 6 marzo 2007
2006-12-06 15:37
Campania: legge su emergenza rifiuti.
Si’ definitivo della Camera al decreto, Cdl vota contro
(ANSA) - ROMA, 6 DIC - Si’ definitivo dell’Aula della Camera alla conversione del decreto legge che contiene le misure contro l’emergenza rifiuti in Campania. Il testo, che prevede anche misure per la raccolta differenziata, e’ stato approvato a Montecitorio con 266 voti a favore e 219 contrari. Sul decreto la Cdl, che ha combattuto una lunga battaglia parlamentare alla Camera, ha votato contro.
«Droga e rifiuti, ecco l’oro della camorra»
Con padre Alex Zanotelli tra i vicoli della Sanità
di Francesca Pilla *
Napoli - Napoli, quartiere Sanità, 5 chilometri quadrati e 67mila abitanti. E’ una delle zone più altamente popolate d’Europa, uno dei quartieri ghetto del centro storico dove il clan Misso-Mazzarella (le due famiglie unite per controllare i traffici nella zona dopo la «cacciata» dei Giuliano, cioè dopo che Loigino «o’ re» si è pentito) è più conosciuto del presidente della repubblica Napolitano (che la prossima settimana farà visita nel quartiere ai famigliari delle vittime della camorra) e sicuramente più temuto di Bin Laden.
Qui la disoccupazione supera il 50% della popolazione, si spaccia ovunque, ma ci sono anche tre comunità di recupero per tossicodipendenti; non c’è un asilo pubblico, ma solo una media statale e un istituto tecnico. Niente cinema, teatri, luoghi d’incontro, ma almeno resistono le tante botteghe e i bazar improvvisati. Nel quartiere un monolocale costa sui 35 mila euro, nei Decumani (l’area archeologica distante poche centinaia di metri) si arriva già a circa 100 mila, al Vomero 200 mila. «Appena duecento anni fa questo era un settore nobiliare, un tempo da via Salita principe Umberto passava il re per spostarsi dal palazzo reale di piazza Plebiscito alla dimora estiva di Capodimonte. Poi è stato costruito il ponte della Sanità e man mano si è trasformato in un ghetto. Nel dopoguerra era un’area, come diremo adesso, di eccellenza dell’artigianato made in Napoli, qui c’erano i guantai e gli scarpai. Adesso è così, ma almeno non è Scampìa, le persone hanno conservato solidarietà e socialità, questa rimane una comunità». Padre Alex Zanotelli passeggia per i vicoli con tranquillità, con la sua sciarpa color arcobaleno, la barba lunga, la voce pacata, i gesti lunghi e rilassati, fermato ogni dieci metri dalle donne della chiesa di San Vincenzo.
Abita nella Sanità da tre anni dopo averne passati 15 in Africa, e dal quartiere ha lanciato tante battaglie nel napoletano, come quella contro la privatizzazione dell’acqua che tiene a precisare: «Non è ancora finita perché dobbiamo impedire la trasformazione nel azienda di gestione in Spa come prevede la leggi Galli. Quella è una campagna che tutti dimenticano di nominare come splendida vittoria del popolo napoletano quando devono parlare male della città. Da allora sono inviso da Iervolino e da Bassolino». E nel quartiere? «C’è tanto da fare - risponde pensieroso - e bisogna cominciare dal nulla. Qui non ci sono nemmeno le scuole. Abbiamo dovuto fare una battaglia all’istituto medio Angiulli, per chiedere nuove aule. Abbiamo dovuto rimuovere la biblioteca, impacchettarla e spostarla. E’ stato un bene e un successo, ora ci sono nuovi spazi per gli alunni. Pensate, siamo arrivati a esultare per questo». Ma gli abitanti come rispondono alla vostra presenza? «Stiamo tentando di formare un rete - sospira Zanotelli - invogliare e toccare la gente partendo dai loro bisogni, altrimenti nessuno ti ascolta. C’è una disgregazione totale nell’area e non sono ottimista. E’ difficile soprattutto con i giovani. Gli unici stimoli che hanno sono i motorini e la droga. In questo quartiere ci sono più centri di abbronzatura che salumieri. La ragione è che gli ideali dei ragazzi arrivano dalla tv e subiscono una cultura massificante, consumista e materialista».
Questo è comune a molti adolescenti, ma come arrivano a trasformarsi in manodopera per la camorra? «Partiamo dall’abbandono scolastico: - racconta il prete comboniano - i ragazzi riescono a fare un bel gruzzolo ogni giorno spacciando droga. Con quei soldi comprano, quando non lo rubano, lo scooter, bei vestiti e accessori e dopo un mese pensano che studiare sia una perdita di tempo. Se poi aggiungiamo che il lavoro da queste parti non c’è, che i maschietti ambiscono a comprare grandi macchine e le femminucce a essere delle veline, ecco la risposta».
Cosa ne pensi del «caso Napoli»? «Sono anni che la città si trova a dover fronteggiare le faide dei clan, ed è da un pezzo che la camorra qui ha vinto sullo Stato, non è una scoperta. Si dovrebbe invece parlare del "caso Calabria", perché è la n’drangheta la vera sorpresa. Su tutte le decisioni importanti sono, infatti, le famiglie calabresi a dettare l’ultima parola, la camorra e Cosa nostra eseguono. Non a caso tra i calabresi i pentiti si contano sulle dita di una mano. Qui sono famiglie che litigano tra loro, come è tipico dei napoletani, e basano tutto sullo spaccio di droga. Ora non ditemi che lo "stato" non sa dove sono i pusher, è una grande commedia. Il vero problema in Campania sono i rifiuti e tra qualche anno rideremo dei morti di camorra». In che senso? «Attualmente in regione ci sono 6 milioni di tonnellate di ecoballe che non si sa come smaltire. Il piano Bertolaso prevede solo l’incenerimento, ma questa immondizia non può essere termodistrutta perché non è a norma. Lo faranno comunque immettendo tanta di quella diossina nell’ambiente da generare un disastro, quando già nel cosiddetto triangolo della morte (Acerra, Nola, Marigliano) abbiamo il più alto tasso di leucemie e tumori del Mezzogiorno. Dico solo che lì ci sono ancora nascosti i fusti tossici di Porto Marghera portati dalla camorra. Ho molta paura, lo confesso».
* il manifesto, 19.11.2006
Questione rifiuti in Campania. Verbale assemblea di palazzo Marigliano del 22 ottobre 2006
All’assemblea hanno partecipato i senatori Russo Spena e Tommaso Sodano. Prossima assemblea il 29 ottobre
VERBALE DELLA SEDUTA *
Napoli, 22 ottobre 2006
L’Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia, nella seduta odierna in palazzo Marigliano, ha incontrato gli onorevoli Russo e Sodano della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti tossici, per confrontare analisi, proposte e riflessioni sul tema.
I due parlamentari sono concordi nel delineare un quadro drammatico della situazione in Campania:
a) stigmatizzano l’incapacità gestionale e politica delle autorità locali preposte alla rimozione dei rifiuti dalle strade;
b) evidenziano che tale problema alimenta un indotto criminale ulteriore (cassonetti, fitti, ecc.) e che una situazione di continua emergenza genera altra emergenza, nell’impossibilità di prendere decisioni meditate e programmate, vanificando di fatto gli sforzi dei Comuni virtuosi;
c) sottolineano le difficoltà quasi insormontabili che derivano dalla gestione dissennata del vecchio piano dei rifiuti attuata dalla FIBE, che ha prodotto 5 milioni di ecoballe, ha smaltito i rifiuti prodotti da un’intera regione in un’area di soli 20 km , e ha di fatto interrotto il rapporto di fiducia tra stato e cittadini, necessario per concordare l’individuazione di nuove discariche, rendendo inoltre difficile il ricorso alla solidarietà delle altre regioni;
d) propongono di sciogliere quei consigli comunali che non raggiungano almeno il 40 % di raccolta differenziata;
e) assicurano che il Parlamento esaminerà proposte legislative migliorative, su cui vi sarà ampio consenso politicamente trasversale;
f) ritengono che sia ora , dopo lunghi anni di commissariamento, di riaffidare la gestione agli enti locali, le cui competenze sono ormai andate distrutte.
L’Assise, nel denunciare il silenzio assordante della stampa sugli incontri di palazzo Marigliano, confidando però in un’alleanza di intenti con i parlamentari intervenuti, comunica:
1) ha chiesto ed ottenuto un incontro con il Procuratore Generale Galgano, per chiedere di aprire un’inchiesta sulle carenze gestionali e sui mancati controlli;
2) prende atto del riconoscimento da parte degli on. Russo e Sodano del nesso esistente tra cattiva gestione dei rifiuti e traffico dei rifiuti tossici;
3) richiede il divieto di accesso dei rifiuti tossici in Campania, o almeno la sospensione temporanea durante l’attuale emergenza, finchè non sia attivo un sistema di controllo satellitare da affiancare a quello amministrativo;
Domenica 29 ottobre 2006 alle ore 10.30 in Palazzo Marigliano alla via S. Biagio dei Librai 39,presso il teatro Tinta di Rosso, avrà luogo l’Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia con il seguente tema all’ordine del giorno:"La gestione dei rifiuti in Campania e prospettive di una normalizzazione". Relazione del Professor Franco Ortolani
* www.ildialogo.org, Sabato, 28 ottobre 2006
Perché sempre in Campania?
di Pietro Greco *
Perché in tutta Europa, in (quasi) tutta Italia sì e in Campania no? Perché a Napoli e dintorni il problema dei rifiuti cerca da ben tredici anni - un record continentale - di uscire dall’emergenza, mentre ovunque sta trovando tranquilla (o quasi) soluzione? È la cronaca di questi giorni, con i cumuli di immondizia saliti in alcune zone al primo piano degli edifici.
Un’immagine inquietante, come quella dei rifiuti pronti a tracimare persino nei parchi archeologici più famosi del mondo e che ci ripropone con rinnovata drammaticità la domanda: perché ovunque (o quasi) sì e in Campania no?
Il quesito è semplice, persino banale. Ma difficilmente Guido Bertolaso, Capo del Dipartimento della Protezione Civile e nuovo commissario chiamato a risolvere l’eterna emergenza rifiuti di Napoli e della sua regione, potrà portare a termine il suo compito se non troverà una risposta soddisfacente.
Il fatto è che non è semplice rispondere. Certo, le cause prossime dell’emergenza ormai cronica sono facili da individuare. In Campania, chiuse all’inizio degli anni 90 le discariche, invece di seguire le indicazioni modulari proposte dall’Unione europea, applicate, dove più dove meno, in tutto il continente e fondate sulle cosiddette "4 R" (riduzione, riuso, recupero da materia e infine recupero di energia) si è seguito il modello a una sola strada, quella del recupero di energia.
Sono nati così i sette impianti di produzione del «combustibile derivato dai rifiuti» (Cdr) e l’idea di costruire alcuni inceneritori, da molti definiti termovalorizzatori, dove bruciare i rifiuti trattati per ottenere energia. Senza pensare a null’altro. In tredici anni in Campania non si è riusciti a varare un serio programma di riduzione alla fonte dei rifiuti, né una sola struttura per il riuso e il recupero dei rifiuti. In altre parole, anche i comuni che oggi realizzano la raccolta differenziata - e ce ne sono, alcuni, come Montecorvino Rovella o Nola davvero bravi - non hanno un solo luogo in Campania dove conferire la "materia seconda" selezionata. Inoltre neppure la strada del recupero di energia, in tredici lunghi anni, è stata portata a termine: i termovalorizzatori, o inceneritori che dir si voglia, non sono stati ancora costruiti.
In pratica, la sola strada percorsa è diventata un vicolo cieco. È anche per questo che ben presto l’unica realizzazione, i sette impianti di produzione del «combustibile derivato dai rifiuti», si sono ridotti a mere discariche. Luoghi dove stivare le "ecoballe", peraltro mal confezionate e inutilizzabili anche per il «recupero di energia». Un disastro.
Essendo l’unica valvola di sfogo, dove i rifiuti entrano e non escono perché vengono conferiti e mai termovalorizzati, i sette impianti di produzione del «combustibile derivato dai rifiuti» divenuti discariche si sono presto riempite. Diventando talvolta fonte di inquinamento. E, quindi, chiuse dalla magistratura.
Per di più i siti dei sette impianti divenuti discariche e dei termovalorizzatori ancora da costruire sono stati scelti - con criteri discutibili e comunque senza consultare gli enti locali e l’intera popolazione - da una società privata: la stessa che ha gestito (male) gli impianti di Cdr. Un conflitto d’interesse che ha provocato un ulteriore disastro.
E che ha esasperato fino al parossismo la «sindrome Nimby» (Not in my backyeard), non nel mio giardino: una sindrome sempre latente nella nostra "società del rischio", ma che in Campania, talvolta abilmente alimentata, assume spesso i caratteri delle antiche jacqueries, delle rivolte di popolo. Un altro disastro. Ma gli errori tecnici sono solo le cause prossime dell’eterna emergenza rifiuti. Raccontano la crisi. Non la spiegano. Resta la domanda: perché tutto questo si è verificato e si verifica in Campania e non altrove? Per rispondere occorre mettersi alla ricerca di cause più strutturali della crisi campana. Che, in ordine di importanza, possono essere individuate - senza presunzione alcuna di completezza - in almeno tre.
La causa demografica. L’alta densità di popolazione della regione e, in particolare, della provincia di Napoli. Non è facile, in una realtà altamente urbanizzata, trovare i siti adatti - lontano da centri residenziali - per risolvere il problema delle "4 R": i siti per la produzione di combustibile derivato da rifiuti e i siti dei termovalorizzatori, certo, ma anche siti di raccolta e differenziazione, di compostaggio, di recupero a secco. Si dirà: ma in Olanda la densità di popolazione è persino maggiore, ma nessuno ha mai sentito parlare di emergenza rifiuti.
E, infatti, nel contesto campano c’è qualcosa che in Olanda non c’è: la criminalità organizzata. La seconda causa dell’eterna emergenza è la camorra, che sui rifiuti ha costruito una parte importante del suo potere illegale e che costituisce la punta avanzata in Italia di quella che è stata chiamata, proprio per questo, ecomafia. L’odore della camorra ha accompagnato per intero questi tredici anni di crisi dei rifiuti in Campania e ne spiega, per la gran parte, l’esistenza.
Ma la causa principale è politica. Una causa complessa, dai mille volti (anche nel senso dei personaggi coinvolti) che si dipana a ogni livello: nazionale, ma soprattutto regionale e locale. Gli errori della politica sono stati quelli di essersi, sistematicamente, tirata indietro. Sottratta alle proprie responsabilità.
Sin da quando, nel 1994, ha fatto passare l’idea che esistesse un’emergenza rifiuti specifica della Campania e del Mezzogiorno d’Italia da affrontare con poteri straordinari (il commissario di governo) e non un problema ordinario, da risolvere - in Campania e nel Mezzogiorno, come nel resto d’Italia e d’Europa - con gli ordinari strumenti della politica.
Un secondo errore è stato quello di non battere tutte le strade aperte delle "4 R", ma di puntare di fatto, come abbiamo detto, su una sola strada: quella del "recupero di energia". Un terzo errore - commesso dal presidente regionale Antonio Rastrelli ma, bisogna dirlo, non risolto da Antonio Bassolino - è quello di aver lasciato che le soluzioni tecniche venissero cercate e trovate da una società privata, in conflitto di interesse, piuttosto che dalla politica.
Un ultimo errore, commesso un po’ da tutti, è di non aver capito fino in fondo che la "società del rischio" non può essere governata senza o addirittura contro la popolazione. Anche e soprattutto in un territorio inquinato moralmente dalla camorra e fisicamente dai rifiuti tossici e nocivi con cui la camorra si è arricchita, facendo della Campania la discarica occulta dell’industria italiana.
Ed è proprio dalla popolazione campana che bisogna ripartire per risolvere, in via ordinaria, l’emergenza eterna. Essa ha più volte dimostrato che, se viene davvero coinvolta, non è diversa dalla popolazione del Trentino, della Bavaria o della Scandinavia: sa guardare ai rifiuti come a una risorsa e non solo come a un problema.
www.unita.it, Pubblicato il: 11.10.06 Modificato il: 11.10.06 alle ore 8.52
BELLIZZI - MONTECORVINO
Non è che l’inizio
(non sottovalutiamo l’evento)
di Federico La Sala*
Caro Direttore
svegliarsi, svegliarsi, svegliarsi e ripensare tutto: stiamo dormendo (ancora)! La situazione di Bellizzi - Montecorvino Rovella è solo la punta dell’iceberg Italia: a due passi dagli stessi luoghi, dalla linea del Tusciano e dal Castelluccio di Battipaglia - a ridosso della città (sulla zona collinare), a non più di 500-600 metri in linea d’aria dall’abitato - e proseguendo fino all’inizio dell’altra cittadina, Eboli - ci sono circa sei sette chilometri di vere e proprie "bombe atomiche" a cielo aperto!
L’’inferno è qui - e non solo qui! Altro che Iraq... e il fortino in Sardegna! Tutta l’Italia è stata "bombardata" negli anni scorsi - e recentissimi: le "mine" sono state piazzate dappertutto intorno a noi.
Certo che sono d’accordo, sono più d’accordo! Occorre la politica del risveglio - ma subito, subito e generale, a cominciare da ognuno e ognuna.
Cominciamo subito a partire dall’immediata bonifica del nostro ambiente di vita, dal nostro territorio - dal servizio geologico nazionale (siamo in presenza di centinai di focolai di "terremoti" in tutto il nostro territorio), al servizio civile, all’esercito ... e allo stesso nostro Presidente della Repubblica. Cambiamo rotta - subito, non ’domani’!!!
Federico La Sala
*
www.ildialogo.org, Lunedì, 28 giugno 2004
La regione assediata da migliaia di tonnellate di immondizia. Riaperte tre discariche per decreto, ma i sindaci chiedono il sequestro
La Campania travolta dai rifiuti. Bertolaso contro l’emergenza
Il capo della Protezione civile nominato commissario straordinario*
NAPOLI - L’immondizia ormai la fa da padrona. Blocca il traffico, impedisce funzioni religiose, obbliga alla chiusura delle scuole, assedia cortili e abitazioni. E’ emergenza in Campania. Emergenza vera. Duemila tonnellate di rifiuti solo a Napoli. Molte migliaia nel resto della regione. Tanto che il governo ha deciso di riaprire alcune discariche perchè non si sa più dove mettere la spazzatura. Una mossa, quella varata dall’ultimo Consiglio dei ministri, che va di pari passo con la nomina di Guido Bertolaso - responsabile della Protezione civile - a commissario dei rifiuti in Campania. In sostituzione del prefetto dimissiosario Corrado Catenacci.
Il neocommissario è atteso in queste ore nel capoluogo di una regione dove ormai la situazione sta precipitando. Tanto da far tuonare l’arcivescovo Crescenzo Pepe sulla necessità di "pulire dalla violenza e da tutto ciò che inquina". Intanto divampano gli incendi, sempre più frequenti e numerosi. La gente, esasperata, brucia i cumuli di rifiuti non sapendo più come gestirli, dove metterli, come evitarli.
A fuoco i cassonetti. E con l’immondizia le fiamme divorano tutto quello che trovano. Cassonetti, auto, panchine, beni pubblici. La scorsa notte a Sant’Anastasia, nel vesuviano, qualcuno ha appiccato il fuoco a un cassonetto e le fiamme si sono mangiate anche due vetture parcheggiate lì vicino. Nella stessa notte i vigili del fuoco hanno spento anche altri sette incendi divampati in altrettante zone della cittadina vesuviana.
Emergenza diossina. E’ a rischio anche la salute dei cittadini. "In una sola notte è stata sprigionata un’enorme quantità di diossina - racconta l’assessore comunale all’Ecologia Giuseppe Cortese - con gravi rischi soprattutto per le persone che soffrono di patologie alle vie respiratorie".
Incendi sono stati appiccati anche a Cercola e i disagi continuano anche in altri comuni del vesuviano. A Terzigno, dove i rifiuti hanno invaso gran parte delle carreggiate stradali, i residenti di alcuni quartieri, unitamente con i commercianti, hanno annunciato forme di protesta se la situazione dovesse restare immutata. Anche a Napoli i vigili del fuoco hanno risposto a cenbtinaia di chiamate per spegnere i cumuli di rifiuti dati alle fiamme.
Contenzioso sulle discariche. Le discariche riaperte a suon di decreto dal governo Prodi sono due: "Paenzano 2", "Difesa grande" ad Ariano Irpino (immediatamente bloccata perchè sottoposta a sequestro da parte della magistratura su richiesta del sindaco del comune campano, ndr), e in più la nuovissima area di Villaricca. Andranno ad aggiungersi a quelle già esistenti. Nelle ultime ore il commissariato, per fronteggiare l’emergenza, ha requisito alcune aree, almeno una per provincia, per garantire la rimozione almeno parziale dei rifiuti dalle strade. Tra le aree occupate anche una vasca del depuratore di Napoli Est.
Nola sul piede di guerra. Il problema, però, è che gli enti locali e i cittadini, di discariche, non ne vogliono proprio sentire parlare. I sindaci di sette comuni del Nolano, insieme con il parlamentare di Forza Italia, Paolo Russo, hanno incontrato, questa mattina, il pm della Procura della Repubblica di Nola, Adolfo Izzo, per chiedergli di intervenire, con un’azione giudiziaria, contro la riapertura della discarica "Paenzano 2".
Il piccolo esercito di primi cittadini (comuni di Nola, Visciano, Comiziano, Casamarciano, San Paolo Belsito, Cimitile, e Cicciano) sostengono che la discarica non debba essere riaperta perchè "non è stata ancora messa in sicurezza e perchè è stata sottoposta a sequestro giudiziario per aver superato abbondantemente la quantità di rifiuti contenibili".
Autotrasportatori: è protesta. Come se non bastasse va acuendosi la vertenza trasporto rifiuti in Campania, a causa delle difficoltà che le aziende di autotrasporto incontrano per garantire gli stipendi ai propri lavoratori. La FAI/Conftrasporto annuncia scioperi a partire da domani, 10 ottobre, nel caso in cui non giunga a soluzione la questione del mancato pagamento dei servizi di trasporto da parte di Fibe spa, societa’ del gruppo Impregilo. Il debito ammonterebbe a circa 16 milioni i euro.
Salerno, studenti in piazza. La gente è esasperata. A Cava dè Tirreni, nel salernitano, questa mattina, sono scesi in piazza gli studenti per dire basta all’emergenza del sacchetto. Accanto ai ragazzi si è schierata l’intera amministrazione comunale. Il centro cittadino di Cava dè Tirreni oggi è stato sgomberato dai cumuli di rifiuti. Per il momento le quasi 1100 tonnellate di immondizia accumulatesi negli ultimi dieci giorni sono state spostate nel sito di trasferenza individuato in località Petraro Santo Stefano.
Avellino, l’assedio. Situazione simile nell’avellinese: negli ultimi due giorni, sia pure a scartamento ridotto, è ripresa la raccolta e una piccola parte delle oltre mille tonnellate di immondizia che assediano Avellino è stata conferita presso l’impianto Cdr di Pianodardine, che però da stamattina è di nuovo fermo mentre, sotto il profilo igienico-sanitario, si è aperto un altro rischioso capitolo dell’emergenza: la città è assediata dai rifiuti e il sindaco, Giuseppe Galasso, potrebbe ordinare sin dalle prossime ore la chiusura dei mercati e forse anche delle scuole. (9 ottobre 2006)
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www.repubblica.it, 09.10.2006
Stamattina gli operatori ecologici a Melito, dopo mesi d’assenza, sono tornati a raccogliere la spazzatura, liberando la strada dai quintali di sacchetti bruciati e bidoni capovolti, che ormai erano diventati la normalità quì in zona....
Ieri sera, non so se avete visto, ma Striscia la Notizia ha mandato un inviato speciale, capitan monnezza se non erro così si chiamava, su Napoli e ha fatto vedere zone come Casoria e altre provincie di Napoli, infestate dai rifiuti non raccolti, ed ha alzato un mezzo scandalo nazionale, anche la succesiva richiesta di colloquio con le autorità del comune, che gestiscono la nettezza urbana....Colloquio non riuscito con fuga in macchina del responsabile in carica del Comune di Napoli...Menomale!! Hann luat a munnezz a terr!!STAMMATIN Buona giornata
ke se qualkosa non va in italia le cose si mettano aposto solo se viene sollevato uno scandalo a mezzo intrattenimento?? (perkè striscia non è una testata giornalistica beninteso eh)
Infatti, più succedono queste cose e più mi rendo conto che siamo tutti in un reality quà in ITALIA, se non si alzano polveroni e i media vengono a puntare l’obiettivo della cinepresa, mettendo le cose in chiaro, non si risolve MAI nulla, credimi, tutte le mattine osservavo i bidoni della spazzatura pieni e pensavo "ma questo sciopero quando finisce?", qualcuno s’è rotto i coglioni dello sciopero ed ha chiamato i media,canale 5, Scriscia la notizia ieri l’hanno mandato in onda il servizio, e quì stamane, come per miracolo, lo sciopero è finito: MIRACOLO?, il grande fratello ha eliminato i rifiuti da Napoli, cosa devo dire ? così và, al momento ...
dal forum di www.ircnapoli.com