Giunti al giorno delle elezioni in Venezuela, essendo il paese dove sono nato e cresciuto, non posso, almeno per questa volta, evitare di parlarne con voi.
Un mio amico italo venezuelano che vive in Italia, rappresentante attivo del partito giovanile di Italia dei Valori, mi ha chiesto notizie riguardo Chavez convinto che io sia al corrente di cose segrete. In realtà i miei contatti sono quelli che si tengono normalmente con la gente comune del popolo. Nonostante appartenga ad un partito della coalizione di sinistra, per quanto riguarda il nostro presidente, nemmeno lui è d’accordo sul fatto che venga citato come esempio di buon governo. Lo sappiamo bene che la situazione in Venezuela non è affatto migliorata, siamo tutti molto preoccupati e in cuor nostro speriamo che Hugo Chavez ci stupisca e agisca come per quello stinco di santo che viene dipinto. Non sono ricco e sono cresciuto in zone popolari di Caracas, e anche se oggi il pane non mi manca, continuo a sentirmi vicino a coloro che si arrabattano tutto il giorno per sopravvivere e che in Venezuela sono la maggior parte della popolazione.
Chissà se Hugo questa volta penserà veramente al nostro popolo, chissà se lascerà da parte quelle alleanze strane con quei paesi rappresentati da capi di stato in cui il seme del terrorismo ha sconvolto la mente. Siamo pronti a dargli il benvenuto ancora una volta se si comporterà da vero “hermano” e questa volta non userà i soldi del petrolio per armarsi ma per i nostri bambini che camminano scalzi e sono costretti a vivere nei ghetti dove la delinquenza nasce e si sviluppa per poi espandersi in tutte le zone di Caracas, Maracaibo, Valencia, ecc.
Caro presidente Hugo Chavez Frias che ogni giorno appari in televisione, sei una specie di Berlusconi latino americano perché anche tu hai un grosso potere mediatico, non fai altro che dirci che Bush è il diavolo. Ma cosa ci importa di Bush in fondo, andiamo avanti per la nostra strada ma per favore raccontalo al mondo che non è vero che le cose sono migliorate in Venezuela. La delinquenza è ai massimi storici, la sanità non esiste anche se ora stai promettendo lavoro a migliaia di medici cubani...ma perché proprio cubani?
Sei sicuro che a noi venezuelani ci interessi un paese ridotto come Cuba? Vuoi che i tuoi compaesani scappino dal proprio paese come hanno fatto i cubani? Perché seguire per filo e per segno l’operato di Fidel che, lo sappiamo, è colui che ha diretto e che ora ti lascia in eredità il suo pensiero. Non siamo più né comunisti né liberali e tantomeno fascisti, non ci interessa la politica in realtà, di fronte al mal di vivere del nostro paese e di fronte alle tante bugie che girano per il mondo sul tuo conto diventiamo apolitici e, veramente, ci interessa che il nostro paese migliori.
Di fronte alla realtà non esistono barriere politiche. Come si farà a rendere noto a chi invece, senza conoscere la vera vita venezuelana, parla del nostro governo come un’icona di giustizia?
Parliamo di fantomatici brogli elettorali italiani e non consideriamo nemmeno quello che accade in Venezuela, dove, negli ultimi mesi, gli aventi diritti al voto sono aumentati del 100%, non è strano questo? Improvvisamente votano centinaia di migliaia di cubani e Caracas, normalmente popolata da circa 5 milioni di abitanti, ne conta almeno 6 milioni.
E’ vero che le passate legislature hanno fatto del male al nostro paese, lo sappiamo che Perez è stato uno dei presidenti più corrotti al mondo e che nemmeno Lusinchi e Caldera hanno fatto molto, ma non per questo dobbiamo accontentarci di finire dalla brace alla padella.
Mi piacerebbe che il Venezuela fosse libero, ma libero veramente, che non dovesse abbassarsi all’America ma nemmeno scendere a compromessi con tutti gli altri. Quello di cui ogni paese ha bisogno è di serenità e lavoro, cose che mancano completamente in Venezuela. Se stiamo così male non possiamo non appoggiarci a qualcuno, è naturale, se però crediamo che col nostro petrolio potremo distruggere l’America e i suoi alleati e contemporaneamente stringere alleanze “particolari” con paesi “caldi” come facciamo a dire che siamo diversi da quello che normalmente contestiamo agli Usa?
Chavez ha promesso, come ha fatto nel 1998, di ridurre la povertà in Venezuela, che di fatto è aumentata. Non si riesce a tenere a bada un popolo ‘alla fame’ se i soldi vengono utilizzati per armarsi e per pubblicizzare la propria politica. In fondo al cuore, però, anche per noi italo venezuelani che rimaniamo comunque vicini al paese in cui siamo nati, esiste la speranza che veramente il Venezuela possa migliorare, che questa volta si pensi al paese e non soltanto ai mulini a vento, perché il comandante, come Don Chisciotte, vede mostri e diavoli ovunque, tutti con la bandiera a stelle e strisce.
Sarebbe anche simpatico come persona, per come parla e per le sue performance come quella di farsi vedere al concerto di Shakira a Caracas, indossando una parrucca da rocker, se non fosse che alla fine il popolo deve fare i conti con la fame, gli omicidi e le malattie. Sappiamo, d’altra parte, che i venezuelani, come tutti i caraibici del resto, hanno un lato comico ed appassionato nel proprio carattere. Politici e attori non si differenziano molto e Chavez potrebbe normalmente prendere parte alle trasmissioni del sabato sera in veste di comico. Potremmo abbandonarci all’ilarità se non fosse che si parla di essere umani in balia di menti non del tutto a posto.
Ma i poveri diavoli possono soltanto continuare a pregare alla loro Madonna : “La Virgen del Valle”, la cui immagine sacra ufficiale si trova a Margarita ,il cuore mistico del Venezuela o alla Virgen Pastora. Nonostante io non sia un cattolico praticante, l’intervista a Rosalio Castillo mi ha colpito.
“Vergine santissima, Divina Pastora, che nella nostra storia ci hai spesso manifestato la tua benevolenza, ti chiediamo di non abbandonarci in questo momento”.
E’ la preghiera del cardinale Rosalio Castillo Lara nato in Venezuela . Ha anche esercitato il suo sacerdozio a Roma e a Torino negli anni cinquanta, attualmente è il presidente dell’amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.
Tempo fa, dopo aver rilasciato un’intervista ad un quotidiano colombiano, Chavez l’ha accusato di tradimento alla patria e alla rivoluzione bolivariana non risparmiandogli volgari insulti.
Il Cardinale si è convinto che il Venezuela sia governato da un despota paranoico bisognoso di un esorcismo piuttosto che di una benedizione. Descrive così il presidente venezuelano : - è un castrista che si crede Bolivar , progetta di impiantare da noi una succursale di Cuba. Non accetta critiche, invece di rispondere ad esse, come farebbe qualsiasi persona intelligente, cerca di squalificare chi gliel’ha fatte. Insulta la Chiesa, insulta la Conferenza Episcopale, insulta me. Non si comporta come un capo di stato, ritiene venezuelani solo quelli che appartengono al suo partito. Ci sono centinaia di persone in galera, come il generale Carlos Alfonzo Martinez a cui, malgrado sia stato assolto da un legittimo tribunale, ha pensato bene di annullare la sentenza per poterlo tenere in gabbia.
Queste prigionie sono la risposta alle manifestazioni effettuate contro il governo. In Venezuela la delinquenza è aumentata molto, grazie anche ai suoi incitamenti al furto ispirati dalla sua celebre frase: “ se ho fame devo rubare”. In un anno a Caracas ci sono stati 12.000 omicidi. E’ un presidente che non tiene minimamente conto dell’opposizione della chiesa, degli imprenditori e della stampa. Ha istituito un Congresso che gli approva tutto quello che vuole come quella che gli permette di maneggiare ben 6 milioni di dollari della riserva nazionale”.
Ecco alcune domande che sono state rivolte al cardinale dall’inviata del quotidiano di Bogotà.
Lei sta inducendo i venezuelani alla disobbedienza?
No. Sto invitando la gente ad osservare l’articolo 350 della Costituzione che dice testualmente che il popolo venezuelano, fedele alla sua tradizione democratica e alla sua lotta per l’indipendenza, per la pace e per la libertà, deve disconoscere qualsiasi regime, legislazione o autorità contrari ai principi, alle garanzie costituzionali e ai diritti umani. Chiunque può verificare che negli ultimi anni nulla di questo è stato rispettato.
Il Presidente afferma che il governo è stato benedetto dai cattolici.
E’ un’assurdità, Chavez non è cattolico. Dice solo quello che gli conviene. Quando è in compagnia di un evangelista, anche lui diventa evangelista. Quando incontra un islamico dice: -Viva Allah- e quanto è stato in Cina ha espresso il suo apprezzamente per Mao Tse-Tung. Da quando ha preso il potere ha seminato odio che ha dato risultati nefasti.
Cosa pensa delle accuse che ha rivolto alla Chiesa che sarebbe alleata dell’opposizione?
La Chiesa non si è mai alleata all’opposizione. La Conferenza Episcopale è sempre stata molto critica, lo è stata anche con la Democrazia Cristiana. La Chiesa ora ha constatato che ci sono stati assassinii e torture da parte del governo. E’ normale che ora si schieri con l’opposizione.
Quale è stato l’errore dell’opposizione che ha permesso l’insediarsi di questa situazione?
Sono stati commessi molti errori negli ultimi quattro anni. I partiti d’opposizione, Acción Democratica e Copei, erano indeboliti dai passati governi e privi di leaders e quando è arrivato Chavez ha trovato campo libero per formare una Costituzione e una Assemblea Nazionale dove aveva la maggioranza assoluta.
Quale potrebbe essere la soluzione per rimpiazzare questo presidente?
Il CNE, il Consiglio Nazionale Elettorale, che è l’organismo che gestisce le elezioni, non ha mai permesso che si facesse un controllo del registro elettorale che sicuramente è stato adulterato. Chi può sapere quanti elettori falsi ci sono? Se ci fossero elezioni legali avremmo molti che potrebbero diventare capi di stato.
Castillo dice che il mondo ha una falsa visione di Hugo Chavez. C’è chi pensa che si tratti di un leader che sta unendo l’America latina contro l’imperialismo degli Stati Uniti. In realtà questo governo si basa sulla violenza e la mancanza di garanzie. Nonostante i suoi 83 anni di età, Castillo Lara ha spesso chiesto ai venezuelani di rinnegare l’attuale governo. Chavez ha etichettato la Chiesa come un tumore nella società senza nemmeno tener conto che i due terzi dei 26 milioni di abitanti sono cattolici. Il cardinale conclude dicendo che la confisca di terreni e altre proprietà private di liberi cittadini è un atto che evidenzia il carattere autoritario del governo che insegue il modello cubano. Chavez ha abbagliato le sinistre degli altri paesi perché si presenta come il nuovo nemico degli Stati Uniti. Quello che sta facendo, però, non ha nulla a che fare con la democrazia e l’evoluzione di un popolo. Si prega alla Vergine Divina Pastora di cui si commemorano i 150 anni del miracolo che avrebbe fatto nel 1856 nella terribile epidemia di colera che uccideva tanta gente a Barquisimeto. Chavez fa orecchie da mercante, ogni tanto tira fuori il suo piccolo crocifisso ed è convinto che l’ignoranza della gente faccia il resto. Ma come si giustifica di fronte ai suoi amici estremisti che invece non vedono di buon occhio i cristiani? L’importante è vincere le elezioni...poi si vedrà! Vorrei concludere che nonostante tutto dobbiamo auguriamoci che, a seguito della nuova vittoria, decida improvvisamente di occuparsi veramente del paese, che questa volta il lupo abbia perso sia il pelo che il vizio e che anche il Cardinale si sia sbagliato. ¡Buen trabajo presidente!
Cosmo de La Fuente
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Il presidente ha ammesso la sconfitta prima dell’arrivo dei risultati completi
I no si sono attestati al 50,7%, i sì al 49,29. Forte l’astensione, al 44,9%
Venezuela, bocciata la riforma di Chavez
"E’ stato un esercizio di democrazia" *
CARACAS - I venezuelani hanno bocciato la riforma costituzionale voluta dal presidente Hugo Chavez, che avrebbe tolto ogni limite al mandato presidenziale. Chavez ha ammesso la sconfitta prima che arrivassero i risultati completi, complimentandosi con gli avversari per la vittoria: "E’ stato un esercizio di democrazia", ha detto rivolgendosi direttamente alla nazione, in una conferenza stampa trasmessa in diretta televisiva subito dopo l’annuncio dei risultati elettorali. "La democrazia venezuelana sta maturando - ha osservato il presidente - ed ogni processo elettorale permette il consolidamento di questa maturazione".
Il referendum è stato bocciato per un soffio: secondo la commissione elettorale, il 50,7 per cento dei venezuelani ha votato contro il primo blocco degli articoli e il 49,29 a favore; il 51,05 ha rifiutato il secondo blocco, approvato dal 48,94 per cento. Forte l’astensione, che ha toccato il 44,9 per cento.
Il testo proposto agli elettori prevedeva la riforma di 69 dei 350 articoli della Magna Charta vigente dal 1999 e prevedeva, tra l’altro, l’aumento dei poteri presidenziali, l’allungamento del mandato da 6 a 7 anni, la rielezione indefinita del presidente. Novità anche in campo economico con l’eliminazione dell’autonomia del mandato presidenziale, la riduzione dell’orario di lavoro e quella per la concessione del voto (che scendeva da 18 a 16 anni).
"La presidente del Cne - ha detto Chavez - ha detto che la tendenza è irreversibile e ovviamente io la rispetto". "Da questo pomeriggio - ha concluso - sono stato torturato da un dilemma: quello di aspettare comunque il conteggio di tutti i seggi, o di accettare il giudizio del Cne. Alla fine mi sono detto che non potevo sottoporre il paese ad ulteriori ore o giorni di tensione. Quindi, va bene così".
* la Repubblica, 3 dicembre 2007
VENEZUELA - Chavez espropria tutte le attività energetiche on Maracaibo Lake.
Recent expropriation measures on marine assets in Venezuela
Dal Petrolio al carbone - sarà requisito tutto dal Governo Venezuelano.
Qualche dettaglio in più è contenuto in una newsletter confidenziale circolarizzata dallo Studio Venezuelano dei lawyers Matheus & ULLOA che potete visualizzare al link:
http://piemonte.indymedia.org/article/5157
in 1 attimo il tam tam ha fatto il giro del globo. In fibrillazione i mercati, traders, shipping company, società energetiche, investitori. Tutti. Tranne lui: Il Presidente Ugo Chavez . Che annuncia di aver scoperto il sistema per evitare che imprese straniere possano continuare ad inquinare impunemente il Lago di Maracaibo.
Come? Come impedire la catastrofe ecologica (e fare business)? Come coniugare ecologismo e diritto a rivendicare il legittimo possesso delle risorse energetiche nazionali (gas, olio, carbone etc.)? Ugo Chavez ha trovato la soluzione.
Inquinerà lui.
Ma requisire tutto quello che si muove sul lago di Maracaibo sarà solo la prima fase. Poi ...
Se anche voi - come Carbones del Guasare, Anglo Coal, Coeclerici, Carbozulia etc - avete interessi in loco siete avvertiti.
Hasta la vista
Recent expropriation measures on marine assets in Venezuela. From Oil to Coal, will be requirement everything from the Venezuelan Government.
Some more detail is contained in a newsletter circulated by the study of Venezuelan lawyers Matheus & Ulloa that you can see the link:
http://piemonte.indymedia.org/article/5157
in a moment the tam tam has been shown around the world. Fibrillation in the markets, traders, shipping company, energy companies, investors. All. Except him. The President Ugo Chavez. which proclaims to have found the system to ensure that foreign companies can continue to pollute with impunity Maracaibo Lake.
How? How to prevent the ecological disaster (and do business)? How to combine ecology and right to claim legitimate ownership of domestic energy resources (gas, oil, coal etc.)?
Ugo Chavez has found the solution. Pollute it! But confiscate everything that moves on Maracaibo Lake will be only the first step. Then ...
If you - as Carbones del Guasare, Anglo Coal, Coeclerici, Carbozulia etc. - have some interests in the region are warned.
Hasta la vista
ANSA » 2006-12-04 04:33
VENEZUELA, NETTA VITTORIA DI CHAVEZ
CARACAS - Il presidente Hugo Chavez ha vinto senza discussioni le elezioni svoltesi ieri in Venezuela, assicurandosi la permanenza nel Palazzo di Miraflores per altri sei anni, e proclamando che "ora comincia la costruzione di una società nuova, socialista, cristiana e bolivariana". Dopo una giornata elettorale sostanzialmente tranquilla, ed agitatasi solo verso il finale, il Consiglio nazionale elettorale (Cne) ha diffuso un primo bollettino ufficiale, relativo al 78,31% dei voti scrutinati, che attribuiva a Chavez il 61,35% dei voti e al leader del centro-destra Manuel Rosales il 38,39%. E’ la prima volta nella storia del Venezuela che un presidente viene rieletto.
L’ipotesi di un successo del presidente uscente era maturato nel corso del pomeriggio, quando era trapelato un exit poll dell’istituto Evans/McDonough Co che anticipava un simile risultato. Poco dopo l’annuncio del Cne, una grande folla si è raccolta sotto il balcone del Palazzo di Miraflores a cui Chavez, in camicia rossa, si è affacciato per cantare ’Gloria al bravo pueblo’ e annunciare l’avvento di "una nuova era, una nuova epoca che avrà come linea strategica l’espansione della rivoluzione bolivariana e della democrazia popolare verso il socialismo venezuelano, bolivariano".
Durante il suo intervento, durato oltre un’ora, Chavez ha detto: "Abbiamo vinto in tutti gli Stati" del Venezuela. Egli ha poi dedicato la vittoria "al presidente Fidel (Castro) e al valoroso popolo cubano". Subito dopo ha sostenuto che "questa è una sconfitta per Mister Danger e per El Diablo (il riferimento è al presidente americano George W. Bush, ndr) che pretende di dominare il mondo". Il Venezuela, ha proseguito, "non sarà mai una colonia nordamericana". Ed ha aggiunto: "Abbasso l’imperialismo!". Tornando sul concetto di socialismo - ha detto - pensiamo ad "un sistema che sia segnato da uguaglianza, libertà e giustizia (parole che ha ripetuto più volte, ndr.)", di cui "nessuno deve avere paura". Il nostro, ha ancora detto, sarà "un socialismo originale, indigeno, cristiano e bolivariano". Infine Chavez ha detto che in questo suo nuovo mandato sguainerà "due spade: una per combattere la corruzione ed un’altra la burocrazia della pubblica amministrazione".
Rompendo con una tradizione di forte conflittualità nei confronti di Hugo Chavez, il candidato dell’opposizione nelle presidenziali, Manuel Rosales, ha accettato la sconfitta, impegnandosi comunque a continuare la lotta per raggiungere il potere. "So che qualcuno - ha detto ai giornalisti un’ora dopo aver conosciuto i risultati ufficiali parziali del Consiglio nazionale elettorale (Cne) che lo davano sconfitto per circa 23 punti (61% a Chavez e 38% per lui con lo spoglio del 78% dei voti) - con considerazioni emotive vorrebbero che io mentissi e che arringassi la gente dicendo menzogne". "Non potrei farlo mai - ha spiegato - perché dopo emergerebbe la verità, e la verità è che pur con margini più ridotti, noi riconosciamo che oggi ci hanno battuto". Ma Rosales ha detto che non si ritirerà e che continuerà "democraticamente" la lotta.