Sex and drug and rock’n roll, Cosimo Mele, da parlamentare (dell’Udc) quasi sconosciuto a politico in primo piano dopo lo scandalo della scorsa notte che l’ha visto protagonista di un festino a base di sesso e coca che ha portato in pronto soccorso una prostituta romana. Era davvero una prostituta o si tratta di Chantall, che oggi non risponde al telefono? Ricordate il trans romano gettonatissimo dai politici della capitale?
Quello che ha amato un membro del governo? L’articolo su ‘La Voce di Fiore’ al seguente link: Chantall.
Come scandalo di mezza estate ha lasciato l’amaro in bocca agli amanti del gossip che si aspettavano scandali sessuali più succulenti, del tipo del calciatore a cavallo su maschi nudi al largo delle spiagge della Sardegna, beccato da Corona. Accontentiamoci di quello che ci passa il ‘convento’ e speriamo che i prossimi giorni arrivi qualche news calda. Rimane il dubbio che si tratti proprio di Chantall che non risponde al telefonino e che nei mesi scorsi, dopo l’articolo di cui parliamo è stata severamente rimproverata dal membro del governo interessato. Chantall se ci sei non dimenticarti degli amici, facci sapere come sono andate le cose.
Cosmo de La Fuente
Quel che è troppo è troppo.
di Augusta De Piero *
Leggo su Repubblica on line che si riferisce al disonorevole Mele dell’UDC (non so se il sullodato fosse in piazza il giorno del family day: il suo comportamento mi fa ritenere che appartenga a quei cattolici che erano là. Vista la confusione su questa materia ci tengo a precisare che QUEI cattolici che erano là, vuol dire proprio “quelli”, non TUTTI come un cattivo sistema di informazione spesso vuol far credere).
Non avrei parlato di questo squallido gentiluomo se non avessi letto che “era finito in gattabuia a gennaio del 1999 da vicesindaco di Carovigno perché insieme col primo cittadino andavano a giocare al casinò coi soldi delle tangenti. Centinaia di milioni, tra il 1995 e il 1998, per assegnare appalti pubblici o fare assunzioni. Poi la partenza alla volta di Montecarlo per accomodarsi al tavolo verde. Una passione sfrenata, quella per il gioco, che gli costa l’arresto con le accuse di concussione e corruzione. Il processo va avanti”.
Così da Repubblica on line (e chi volesse leggere tutta la notizia vada a: http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/squillo-parlamentare/guai-giudiziari/guai-giudiziari.html.
Tanto basta perché io mi faccia una disgustata opinione di chi lo ha votato o meglio del partito che ha costruito la lista dei propri candidati condannando gli elettori a un simile voto (legge elettorale!).
Ma ancora non ne avrei parlato se non avessi letto che qualcuno (non so se il gentiluomo in questione o altri simili a lui) ha proposto di trasferire a Roma le mogli a titolo di “remedium concupiscentiae”, avrebbe detto il vecchio catechismo della chiesa cattolica.
Il nuovo non lo dice più (chi vuole può verificare su Vatican.va) ma la cultura è rimasta.
Per questo aspetto mi fermo qui: dico solo che ho sempre trovato dannatamente offensiva questa farmacopea a senso unico (maschio --> femmina).
Alcune domande ai/alle parlamentari interessati/e.
Hanno pensato come applicare nella fattispecie il principio di pari opportunità?
E i figli/e fanno parte dell’indispensabile patrimonio affettivo al seguito di questi signori?
E se sì e non possono essere portati appresso sarà previsto il costo per la/il baby sitter?
Saranno remunerati anche i nonni che volessero farsene carico (l’incrocio con il problema delle pensioni apre scenari contabili affascinanti)?
E se una persona decide di non avere (o non può avere) rapporti sessuali dovrà dichiararlo per non percepire benefit impropri? Il ministro Padoa Schioppa intende fare qualche conto per monetizzare la proposta (problema che dovrebbero affrontare anche i proponenti della norma perché, signori miei, chi propone una spesa deve prevederne anche le entrate relative)? NOTA per chi non ricordi le sigle: UDC= (Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro)
NOTA del primo agosto:
Ieri mi è stato possibile leggere la notizia che ho trascritto -e di cui ho indicato la fonte - che era accessibile a partire dal notiziario “Affari italiani” che compariva nella schermata della pagina di apertura di www.libero.it.
Oggi (1 agosto) non è più accessibile, se non per coloro che sono abbonati a pagamento a Repubblica on line.
Adesso mi posso solo augurare che altri non si produca in queste irrinunciabili amenità perché devo ordinare il mio materiale per il prossimo “diario armeno”
augusta
Ecco il testo dell’articolo di Repubblica
CRONACA
La moglie in attesa del secondo figlio: "Mamma che vergogna"
"Sono un uomo distrutto". Con lui l’Udc a Carovigno ha fatto il pieno dei voti
Casinò e guai giudiziari
Mimmo sull’ottovolante
dal nostro inviato LELLO PARISE *
OSTUNI - "Mamma mia, che vergogna" confessa alle amiche da una casa al mare, con le lacrime agli occhi. Aspetta un bambino e questa emozione forte è come se le togliesse il fiato. "Non lo perdona, ma neppure lo lascia" assicurano un po’ tutti nella Città bianca travolta dalla cronaca rosa. "Sapete perché? Adele è giovane e la nascita del secondogenito rimetterà a posto le cose col marito".
La signora Adele, 37 anni, avvocato, erede di un ristoratore che da queste parti conoscevano tutti - "si mangiava alla grande da Chez Elio" - è "la moglie di Mimmo". Al secolo Cosimo Mele, 50 anni, al secondo matrimonio, due figli dal primo e uno con la nuova compagna. Deputato ormai ex Udc originario di Carovigno, un paese a meno di dieci chilometri dalle calette sabbiose di Ostuni, dove i vecchi in piazza e i segretari dell’Unione gridano: "Deve dimettersi, perché ci ha infangati".
Mele protagonista del festino romano a base di squillo e droga. Anche se l’onorevole ripete di non averla mai presa, la cocaina. Con quelli che gli telefonano ha soltanto la forza di confessare: "Sono un uomo distrutto". Rifiuta gli inviti di chi vorrebbe sbatterlo davanti ad una telecamera perché racconti "l’avventuretta", come la chiama lui, a luci rosse.
E’ fatto così, lu Mimmo. Tutto politica e sregolatezza. Come quando era finito in gattabuia a gennaio del 1999 da vicesindaco di Carovigno perché insieme col primo cittadino andavano a giocare al casinò coi soldi delle tangenti. Centinaia di milioni, tra il 1995 e il 1998, per assegnare appalti pubblici o fare assunzioni. Poi la partenza alla volta di Montecarlo per accomodarsi al tavolo verde. Una passione sfrenata, quella per il gioco, che gli costa l’arresto con le accuse di concussione e corruzione. Il processo va avanti.
Ma già nel 2000 l’eclettico Mimmo voleva diventare consigliere regionale: l’ex democristiano bussa alla porta di An, però gliela sbattono in faccia. Riesce ad accasarsi nell’Udc e trionfa. "Dalle sue parti è sempre stato temuto e rispettato". Tant’è che proprio l’Udc a Carovigno ha una delle percentuali più alte in Italia.
Non si perde mai d’animo, Mele. E’ il 2003 e l’assemblea pugliese discute a proposito dell’Iraq invaso dagli americani. Il capogruppo del partito all’epoca guidato da Marco Follini deve partecipare al dibattito, però non sa aprire bocca.
E allora, che fa? Rilegge parola per parola l’intervento di Follini alla Camera fatto quindici giorni prima: era una disquisizione sulla concessione agli Usa delle basi militari tricolore, ma col tacco d’Italia aveva poco a che fare. Tutti ascoltavano Mele, ma non riuscivano a capire. Non ci volle molto per scoprire l’arte di copiare il capo. Forse in queste ore può andare bene quello che Mele predicava quattro anni fa. Avevano arrestato un assessore della giunta Fitto: Andrea Silvestri, pure Udc. E Mele avvertiva: "La spettacolarizzazione della giustizia non rende un servizio ai cittadini".
(31 luglio 2007)
* Il dialogo, Mercoledì, 01 agosto 2007
Ringraziamo Augusta De Piero [per contatti: augusta.depiero@tin.it blog: diariealtro.splinder.com] per questo suo intervento
Franco Grillini (sd) non è convinto della versione fornita dal parlamentare
coinvolto nel festino a base di alcol e coca nella suite dell’hotel Flora
"Mele dica tutta la verità su quella sera"
I dubbi dell’onorevole: "Chi c’era nella suite?"
"Sono garantista e rispetto la privacy, ma sono stufo dell’ipocrisia"
L’Udc conferma per domattina il test antidroga per i parlamentari
di CLAUDIA FUSANI *
ROMA - Onorevole Franco Grillini (sd), possiamo considerare chiusa l’avventura dell’onorevole Mele? "Direi proprio di no, per due ragioni. La prima di natura politica, la seconda di tipo tecnica. Quella politica è perché siamo di fronte a un clamoroso scandalo che segna la contraddizione tra il partito che fa dell’estremismo radicale la sua ragion d’essere e comportamenti quotidiani che vanno in direzione opposta. Voglio dire che l’Udc non può firmare progetti di legge proibizionisti e sessuofobi e poi organizzare coca-party con corredo di mignotte durante la notte".
Onorevole, la privacy... "Sono il primo a rispettarla. Ma da un politico pretendo coerenza e trasparenza. Mele non ha vuto né l’uno né l’altra".
Parlava di "questioni tecniche" per cui la vicenda non può essere chiusa. "Ci sono molte incongruenze tra il racconto della ragazza Francesca Z. e quello dell’onorevole. Le due testimonianze non tornano..."
C’è un’inchiesta della magistratura. "Io sono garantista e quindi sono il primo a dire vediamo se e quali reati saranno accertati. Ma ci sono colpe che non sono reato penale e pesano ancora di più".
Cosa non la convince? "Cominciamo dalla cena. Mele racconta che venerdì sera ha lasciato la Camera - per inciso ricordo che noi ci siamo stati fino all’una e tre quarti per votare l’ordinamento giudiziario - ed è andato a cena da Camponeschi in piazza Farnese. Qui ha incontrato l’amico e la ragazza. Vorremmo sapere chi è l’amico, giusto per sgomberare il campo da dubbi".
Tipo? "Il dubbio si riallaccia alla seconda incongruenza. Perché nella suite del Flora intorno alle tre di notte arriva una seconda ragazza a cui Mele allunga 300 euro? A quella che era a cena ricordo che ne ha dati 500, di euro".
E poi? "In molti, non sono il solo, ci chiediamo se c’era qualcun altro in quella suite del Flora. E poi, chi ha portato la cocaina? Perché l’ambulanza è arrivata così tardi rispetto al malore della ragazza? Circolano versioni opposte?"
Lei sembra molto accanito. "Non è accanimento. E’ che sono stufo dell’ipocrisia. Mele nasconde qualcosa".
Vabbè, ha lasciato, si è dimesso, è disperato per la moglie e i figli... "Si è dimesso dall’Udc, mica da parlamentare. L’onorevole Mele è diventato membro del Gruppo misto, andrà a guadagnare anche di più. E poi vediamo cosa succede tra qualche mese. Sono pronto a scommettere che tornerà al gruppo, sull’onda lunga del perdonismo italico".
Il segretario Cesa vede la questione da un altro punto di vista: la solitudine della vita del parlamentare nella capitale... "È stupefacente come le dichiarazioni di Cesa anziché insistere sulla palese contraddizione tra il suo parlamentare e la politica moralista del suo partito, parli di tutt’altro, come se volesse sviare il discorso. Allora dico che o Cesa è uno sprovveduto. Oppure fare discorsi sull’aumento degli stipendi dei parlamenti, ancorché smentiti il giorno dopo, per favorire bizzarri e presunti ricongiungimenti familiari, mi sembra significhi voler menare il can per l’aia e voler parlare d’altro. O sbaglio?"
Che aria tira a Montecitorio? "Battute a raffica. E i più dicono che è stato uno sprovveduto. Io ho coniato il genere dei moralisti puttanieri".
Domattina l’Udc organizza il test collettivo antidroga per i parlamentari davanti a Montecitorio e siete stati tutti invitati da Cesa, via email. "Ecco, quando dico che non ne posso più dell’ipocrisia. Come l’annuncio di Casini che si sposa".
Che c’entra? "C’entra. Si sposa in comune perché si è già sposato in chiesa. Per la Chiesa resta comunque e sempre un concubino".
* la Repubblica, 31 luglio 2007