Racconti

La storia di Paolo e Ornella. Alla riscoperta di un romanticismo senza tempo - di Cosmo de La Fuente

lunedì 30 luglio 2007.
 

Una storia d’amore che sembra la trama di una fiction. Paolo ci racconta il suo vissuto e, con il suo consenso, lo pubblico ,chiedo il parere di chi legge. La narrazione continuerà e insieme scopriremo il finale di questo fatto di vita vissuta. Paolo e Ornella story.

Riesco ancora a sentirmi in colpa perchè, alla fine, non provavo più attrazione per mia moglie. Sembra facile dirlo così, sembra sciocco persino, ma i motivi sono molto più profondi. E’ cominciato tutto nel 1980 quando la conobbi, lei 16 anni, in vacanza in Italia dall’America, suo paese d’origine, io 19 anni, amico di suo cugino, nella casa del quale lei, sua sorella e sua mamma erano ospiti. Ci siamo rivisti nel 1983 quando è tornata in vacanza in Italia insieme alla sorella e poi è accaduto qualcosa. Le risate, le ore passate insieme e la voglia di conoscersi. Tre anni dopo sono andato io in America a trovarla e ci siamo messi insieme. Anche se mostrava un carattere forte, come il mio del resto, pensai che avremmo potuto costruire qualcosa di grande insieme. Parlammo e, di comune accordo, decidemmo che sarebbe venuta a stare in Italia. Lo fece nel 1988 e nel 1991, dietro pressione dei suoi che non vedevano di buon occhio un’eventuale convivenza, ci sposammo. L’affiatamento e il dialogo che avevamo era immenso ma qualcosa, secondo me, cominciò un po’ a cambiare subito dopo il matrimonio. Mi disse subito che la casa che i miei ci avevano dato a lei non stava bene, non le piaceva e, pur sapendo che non avremmo potuto comprarne un’altra, mi fece pesare questa cosa. Fu la prima di una serie di ferite che ho subito. Fu la prima di una sequela di lamentele che hanno reso il nostro matrimonio veramente stressante. Cercai anche di capirla e mi resi conto che, malgrado tornasse spesso, aveva lasciato i suoi genitori e le sue sorelle in America, che qui in Italia aveva solo me e cominciai ad ingoiare rospi. Da simpatica e allegra con i miei genitori, improvvisamente si trasformò in persona scostante e fredda. Di questo, so per certo, che mio padre ne soffrì moltissimo, proprio perchè lui l’aveva tanto elogiata quando l’aveva conosciuta e in più di un’occasione mi aveva fatto capire che le sarebbe piaciuta molto una nuora così. Ornella,da sensibile che si dimostrava di fronte ad un film o a un’amica in difficoltà, riusciva inspiegabilmente ad essere crudele con i miei e anche con me. Una sorta di moglie nemica e io non capivo il perchè. Diceva di amarmi molto alle amiche, ma il suo atteggiamento dimostrava il contrario. Quando nacque la bambina le cose peggiorarono.

Soffriva di un mal di schiena fastidioso e proprio non ce la faceva ad alzarsi di notte per le poppate, latte in polvere e non al seno, così mi dedicai a mia figlia fin dai primi giorni. Da fidanzati, in più di un’occasione, Ornella mi aveva detto che odiava un certo tipo di maschio, quello che si faceva servire, che non dava una mano in casa e che non si occupava dei figli. Ero perfetto quindi, perché io mi occupavo della casa, della bambina e non mi sono mai fatto servire, anzi ho sempre l’ho sempre servita e mi sono sempre preso cura di lei. Nonostante questo è riuscita a trasformare la paternità in un incubo. Gelosissima del rapporto tra me e la bambina non ha fatto altro che lamentarsi. Qualsiasi scusa era buona per dire alla bambina che se ne andava in America. Come normalmente faceva con me così faceva con lei e dopo qualsiasi magagna infantile la minacciava: ‘ me ne vado in America, me ne torno a casa dai miei’. Cosa può pensare secondo voi una bambina la cui madre dice certe cose? Può questa mamma diventare un riferimento per lei? Ovviamente no! Ecco perché ben presto io diventai il suo punto fermo. Cominciò a cercarmi per ogni sua necessità, per qualsiasi bisogno e per raccontarmi ogni cosa. Ho cercato di tenere unita la mia famiglia, sono stato io il collante, malgrado la scontentezza e le dure parole che uscivano sempre dalla bocca di mia moglie. Per anni e anni sono stato vittima delle ingiurie e delle lamentele di mia moglie che mi accusava di essere un padre troppo presente e si lamentava giorno e notte. Uno dei motivi che hanno minato il nostro matrimonio è stato proprio questo. Mi domando se ho sbagliato ma credo che per me c’è sempre stata mia figlia come priorità assoluta, per mia moglie invece no, per prima c’era lei stessa. Se doveva andarsene in America non ci pensava due volte, la bimba, ovviamente rimaneva con me. Era gelosa di sua figlia, se pensavo alla bambina e le compravo qualcosa lei aveva da ridire, non so come spiegarmi. Alcuni uomini vengono accusati di non essere presenti nella vita dei propri figli, io, invece, lo ero troppo per mia moglie e, malgrado approfittasse del fatto che mi occupavo della bimba, aveva da lamentarsene continuamente, come un martello pneumatico. Non ho mai tradito mia moglie, eppure questo peccato, di essere un buon padre, è stato come se fossi stato un traditore. Ma se questo era il problema più grande da sopportare per me, altri paralleli mi tormentavano. Le dava fastidio se avevo degli amici, era scorbutica con i miei genitori, doveva avermi solo per lei e basta. Ma lei non rinunciava alla sua libertà, alle sue amiche e soprattutto a mettere in primo piano i suoi parenti. E’ giusto secondo te, Cosmo, che le cose vadano sempre così per un uomo? Qualcuno mi dice: ‘ma si, le donne sono fatte così’. Basta con questi luoghi comuni, perché io dovrei dare un calcio a tutto e lei no? Perché devo sentirmi bersagliato per il solo fatto di essere un buon padre? Perché devo rinunciare anche agli amici e alla mia famiglia di origine? ‘Che schifo di casa’ diceva, ‘lontano dal centro della città’. Vivevamo in una casa fuori città, nel verde, per lei, che si definiva city girl, non andava bene. Che orrore di anni ho vissuto. Come mai ci sono delle donne che decidono di accoppare psicologicamente i mariti? Ma le cose sono andate sempre peggio... non sai nemmeno quanto. Ho continuato per anni ad offrirle il meglio che potevo, a dedicarmi a lei e a farle sentire il mio amore. Intanto i miei amici sparivano e i miei genitori, nonostante fossero gli unici ad aiutarci, messi da parte come scarpe vecchie. Che tristezza se ci penso adesso che mio padre non c’è più. (...) continua

Secondo voi è così sbagliato che un uomo sia un padre come Paolo? Senza conoscere ancora il seguito di questa vicenda che ci porterà certamente a dar ragione a uno dei due, possiamo dire la nostra. Non perdetevi, comunque, la conclusione della storia.

Cosmo de La Fuente www.familiafutura.blogspot.com


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