Contemporanea-mente

"LUCIO FONTANA: AT THE ROOTS OF THE SPAZIALISM". INAUGURATA MOSTRA A CHICAGO, A CURA DI RENATO MIRACCO.

domenica 21 gennaio 2007.
 

[...] La mostra all’Istituto Italiano di Cultura di Chicago è realizzata in contemporanea con la mostra al museo Guggehheim di New York Lucio Fontana: Venice/New York, aperta lo scorso 10 ottobre e fino al 21 gennaio, la prima grande mostra dedicata all’opera di Lucio Fontana negli Stati Uniti dal 1977.

La mostra Lucio Fontana: at the Roots of Spatialism rappresenta l’evoluzione dell’opera dell’artista, dai suoi esordi attraverso i suoi lavori maturi, e include una quantità di Tagli, le celeberrime incisioni dell’artista sulla superficie delle tele dei suoi quadri, che lo hanno reso famoso come il fondatore dello Spazialismo [..]

Inaugurata ieri a Chicago "Lucio Fontana: at the Roots of Spatialism" *

Chicago - E’ stata inaugurata ieri la mostra Lucio Fontana: at the Roots of Spatialism, organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Chicago, presso la sua sede. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 28 febbraio.

Proseguendo nella sua esplorazione dell’arte astratta italiana nel secondo dopoguerra, l’Istituto Italiano di Cultura di Chicago con Lucio Fontana presenta uno dei più ammirati artisti italiani al mondo. "L’artista è stato scelto per rappresentare gli anni di forte innovazione e rinascita artistica, nello sforzo di promuovere all’estero i migliori esempi di arte italiana moderna e contemporanea, come avviato dal Ministero degli Affari Esteri" si spiega dall’Istituto.

La mostra all’Istituto Italiano di Cultura di Chicago è realizzata in contemporanea con la mostra al museo Guggehheim di New York Lucio Fontana: Venice/New York, aperta lo scorso 10 ottobre e fino al 21 gennaio, la prima grande mostra dedicata all’opera di Lucio Fontana negli Stati Uniti dal 1977.

La mostra Lucio Fontana: at the Roots of Spatialism rappresenta l’evoluzione dell’opera dell’artista, dai suoi esordi attraverso i suoi lavori maturi, e include una quantità di Tagli, le celeberrime incisioni dell’artista sulla superficie delle tele dei suoi quadri, che lo hanno reso famoso come il fondatore dello Spazialismo. Questi lavori autografi sono successivamente divenuti molto ricercati, e possono essere ammirati in alcune delle collezioni più prestigiose del mondo. La mostra presenta anche aspetti meno noti della carriera artistica di Fontana: sculture, ceramiche e i suoi progetti di design per la moda e gli interni. Il curatore della mostra è Renato Miracco.

Lucio Fontana nacque nel 1899 a Rosario de Santa Fé, in Argentina. Suo padre era italiano e sua madre argentina. Visse a Milano dal 1905 al 1922 e successivamente si trasferì in Argentina, dove lavorò per parecchi anni come scultore nello studio di suo padre prima di aprirne uno personale. Nel 1926, partecipò alla prima mostra di Nexus, un gruppo di giovani artisti argentini che lavoravano a Rosario de Santa Fé. Al suo ritorno a Milano nel 1928, Fontana si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Brera, che frequentò per due anni.

La galleria Il Milione di Milano organizzò nel 1930 la prima mostra dedicata interamente a Fontana. Nel 1934, l’artista si unì ad un gruppo di scultori astratti italiani legati alla galleria Il Milione. Si recò a Parigi nel 1935 e si unì al gruppo Abstraction-Création. Nello stesso anno, perfezionò la sua abilità nel lavorare la ceramica ad Albissola, e successivamente alla fabbrica Sèvres, nelle vicinanze di Parigi. Nel 1939 si unì alla Corrente, un gruppo milanese di artisti espressionisti. Durante questo periodo, inoltre, intensificò la sua collaborazione con gli architetti, che sarebbe proseguita per tutta la sua vita. Nel 1940 Fontana si trasferì a Buenos Aires. Con alcuni suoi studenti, fondò nel 1946 l’Accademia di Altamira, da cui emerse il gruppo del Manifiesto Blanco. Ritornò a Milano nel 1947 e, in collaborazione con un gruppo di scrittori e filosofi, firmò il Primo manifesto dello spazialismo. Successivamente, riprese a lavorare la ceramica di Albissola per esplorare queste nuove idee attraverso i suoi Concetti spaziali.

Il 1949 segnò una svolta nella carriera di Fontana; egli creò simultaneamente i Buchi, la sua prima serie di dipinti in cui tagliava le tele, e il suo primo ambiente spaziale, una combinazione di sculture senza forma, disegni fluorescenti, e luci nere da osservare in una stanza oscura. I suoi lavori più maturi lo portarono rapidamente ad utilizzare i tubi di neon nelle decorazioni delle luci. Nei primi anni ’50, partecipò alle mostre di Arte Italiana Informale. Nel corso di questo decennio, sperimentò la realizzazione di vari effetti, come i tagli e i buchi, sia nei quadri che nelle sculture.

Gli anni ’60 furono un periodo di grande valorizzazione internazionale per l’artista Fontana. I suoi primi lavori con il neon, le sue tele monocromatiche dagli anni ’40 agli anni ’50, che anticipavano i Minimalisti di parecchi decenni, e le sue installazioni ambientali, furono acclamati da una nuova generazione di artisti, tra cui Yves Klein, Piero Manzoni, e il gruppo Nouveau Réalisme, che considerava Fontana il padre dell’arte contemporanea.

Intorno al 1960, Fontana cominciò a reinventare i tagli e i buchi che avevano caratterizzato il suo personalissimo stile fino a quel momento, ricoprendo le tele con strati di olio da tela applicati con la mano e con il pennnello e usando uno scalpello o un coltello di Stanley per creare grandi crepe nella loro superficie.

Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 14 - Anno XIV, 19 gennaio 2007


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