Politica

Il Governo e il ministro D’Alema bocciati in politica estera. Aperta la crisi

mercoledì 21 febbraio 2007.
 

(Adnkronos/Ign) - Il Senato ha bocciato la risoluzione dell’Unione di approvazione delle comunicazioni del ministro D’Alema sulla politica estera. I sì sono stati 158, i no 136, 24 gli astenuti. La maggioranza richiesta era di 160 voti.

Alla lettura dei numeri un boato è esploso dai banchi dell’opposizione. "Il governo Prodi è caduto in quest’Aula cosi’ come gli avevamo promesso mesi or sono", ha detto il capogruppo di Forza Italia al Senato Renato Schifani.

’’Prodi vada immediatamente al Quirinale e rassegni le dimissioni’’. Lo afferma Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc.

"Ci riconosciamo pienamente nelle dichiarazioni rese stamattina dal ministro D’Alema" dice il presidente dei senatori dell’Ulivo Anna Finocchiaro nell’annunciare il voto favorevole alle comunicazioni del titolare della Farnesina, ma non rinuncia a prendere di mira la strategia d’aula seguita dalla Cdl. L’idea di proporre una mozione di appoggio alle comunicazioni di D’Alema in virtu’ di una "presunta continuita’" della politica estera di questo governo con quello precedente, mentre "e’ evidente che nelle scelte di ripudio della guerra, di primato dell’Ue, del ruolo dell’Onu e delle alleanza internazionali, c’e’ discontinuita’ piena" ha detto Finocchiaro.

"Ora bisogna fare una riflessione. Bisogna valutare se c’e’ una crisi politica o una semplice crisi numerica. Ho convocato l’ufficio politico del partito alle 17". Lo ha detto il ministro della Giustizia Clemente Mastella conversando con i giornalisti al Senato. "Bisogna avere un attimo di riflessione -ha aggiunto il ministro- dobbiamo vedere se la crisi e’ politica con la recuperabilita’ di quelli che a sinistra hanno detto no, oppure si tratta di una crisi del tutto temporanea".

Chi ha fatto mancare i numeri "si e’ assunto una responsabilita’ gravissima nei confronti del Paese". E’ il commento a caldo del ministro Rosy Bindi su quanto accaduto al Senato. "Non so che dire, non so davvero che dire -ripete- oggi non c’erano davvero le condizioni per non votare". Ed ora che succede? "Francamente non lo so. Sono decisioni cosi’ importanti che non compete a me prenderle". Ci sara’ un consiglio dei ministri? "Allo stato non ne so nulla", risponde Bindi.

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