Stop discrimination !!!

LA VIRGINIA, IL PRIMO FRA GLI STATI UNITI DI AMERICA, AD ESPRIMERE "PROFONDO RAMMARICO" PER LA SCHIAVITU’. "La più orrenda tra le privazioni dei diritti umani e le violazioni dei nostri ideali" - a cura di pfls

domenica 25 febbraio 2007.
 
[...] Fu un emendamento alla Costituzione, il tredicesimo, ad abolire la schiavitù negli Stati Uniti nel 1865. Ma per decenni la Virginia e altri stati continuarono a introdurre leggi che ponevano ostacoli alla partecipazione dei neri alla vita pubblica. Solo il movimento dei diritti civili degli anni ’50 e ’60 riuscì a metter fine alla segregazione. Nel 2003 il presidente George W. Bush definì il commercio di schiavi "uno dei più grandi crimini della nostra storia" ma non arrivò a formulare delle scuse. E fino a oggi nessuno stato del Sud aveva ancora messo nero su bianco, in un’assemblea statale, il proprio pentimento [...]

E’ il primo stato Usa ad approvare una risoluzione che esprime "profondo rammarico". "La più orrenda tra le privazioni dei diritti umani e le violazioni dei nostri ideali"

Usa, dopo quattrocento anni la Virginia si scusa per la schiavitù *

WASHINGTON - La Virginia chiede scusa per il dramma della schiavitù. Dopo quattro secoli, una guerra civile, una modifica alla Costituzione e decenni di battaglie del movimento per i diritti civili, dal Sud degli Stati Uniti arriva ufficialmente un’ammissione di responsabilità. Con voto unanime, le Camere hanno approvato una risoluzione che fa della Virginia il primo stato ad esprimere "profondo rammarico" per il passato.

Il provvedimento non ha valore di legge ma è stato accolto con soddisfazione dalle organizzazioni degli afroamericani per il suo grande valore simbolico. La risoluzione è stata votata a Richmond, nell’edificio che ai tempi della Guerra Civile americana (1861-1865) era la sede del Congresso della Confederazione schiavista del Sud. La Camera della Virginia lo ha approvato per 96-0, tra gli applausi, e il Senato subito dopo ha dato il via libera con un’approvazione unanime per acclamazione.

Introdotto dai democratici, il provvedimento è stato appoggiato anche dai repubblicani. Afferma che la schiavitù "è la più orrenda tra tutte le privazioni dei diritti umani e le violazioni dei nostri ideali, avvenute nella storia della nostra nazione". La Virginia si è scusata anche per gli abusi sui ’nativi’, gli indiani d’America che furono cacciati dalla regione dai primi coloni o sterminati, e ha riconosciuto che l’abolizione della schiavitù è stata seguita "dalla sistematica discriminazione e da altre pratiche nei confronti degli americani di origini africane, che affondavano le loro radici nel razzismo, nell’intolleranza e nell’incomprensione razziale".

Lo stato della Virginia è ricco di tragiche memorie. Qui si celebrano quest’anno i 400 anni di Jamestown, la prima colonia permanente britannica nel nuovo mondo, che fu fondata nel 1607. Proprio a Jamestown, nel 1619, arrivarono i primi schiavi neri catturati in Africa: iniziava il redditizio commercio alimentato dall’esigenza continua di nuova forza lavoro per le piantagioni di tabacco e cotone del Sud.

Fu un emendamento alla Costituzione, il tredicesimo, ad abolire la schiavitù negli Stati Uniti nel 1865. Ma per decenni la Virginia e altri stati continuarono a introdurre leggi che ponevano ostacoli alla partecipazione dei neri alla vita pubblica. Solo il movimento dei diritti civili degli anni ’50 e ’60 riuscì a metter fine alla segregazione. Nel 2003 il presidente George W. Bush definì il commercio di schiavi "uno dei più grandi crimini della nostra storia" ma non arrivò a formulare delle scuse. E fino a oggi nessuno stato del Sud aveva ancora messo nero su bianco, in un’assemblea statale, il proprio pentimento.

* la Repubblica, 25 febbraio 2007


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