Il restauro dell’Abbazia florense (a San Giovanni in Fiore, Cosenza) - che abbiamo puntualmente seguėto sul bisettimanale il Crotonese e in queste pagine - č fermo dall’autunno 2007. Salvo una breve ripresa per accertamenti archeologici, conclusi nel marzo 2008.
Ad oggi, un imponente ponteggio (nella foto a in alto sinistra, ndr) occupa l’intera ala est dell’edificio religioso. Abbandonato alle intemperie, pericoloso. Dall’aprile 2009, sono in corso indagini dei carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio artistico di Cosenza.
L’inchiesta, aperta in seguito a denuncia dell’appaltatore Ati Lufraco di Rende (Cosenza), č coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo di provincia calabrese.
I lavori erano iniziati nell’agosto 2007, grazie a un finanziamento europeo di 1.490.000 euro, con la partecipazione del Comune di San Giovanni in Fiore per 260.000 euro, provenienti da prestito.
Ati Lufraco ha lamentato, ai carabinieri e all’Autoritā di vigilanza sui Lavori pubblici, l’assegnazione illegittima degli incarichi di progettazione e direzione ai tecnici Giovanni Belcastro, Salvatore Marazita e Domenico Marra.
Pasquale Tiano, responsabile unico del procedimento e dirigente dell’Ufficio tecnico comunale, ha pių volte confermato a chi scrive che il compenso dei professionisti incaricati supera i 100.000 euro; importo per cui, secondo la normativa vigente, č obbligatorio bandire una gara pubblica, nello specifico mancante.
Nella denuncia, l’appaltatore ha espressamente scritto dell’attivazione d’un "sistema di furberie" a cui, come anche chiarito al sottoscritto, avrebbero a suo avviso partecipato amministrativi e politici di San Giovanni in Fiore. Per Ati Lufraco, i direttori dei lavori non avrebbero peraltro l’esperienza adeguata rispetto alle opere finanziate; il che, a suo dire, avrebbe prodotto ritardi e incomprensioni con la soprintendenza Bap di Cosenza, l’Archeologica e la Psae.
Occorre precisare che il bene in questione č anche di proprietā della Chiesa, la quale fin qui s’č tenuta piuttosto in disparte, limitandosi per un po’ a raccomandare, tramite l’abate in carica don Germano Anastasio, la pronta ripresa delle opere. Salvatore Nunnari, arcivescovo di Cosenza, ci ha riferito di non sapere molto della vicenda.
Il nostro giornale ha organizzato un convegno, lo scorso 3 maggio, per conoscere i problemi burocratici - giā sentiti il municipio di San Giovanni in Fiore, il sindaco, i funzionari delle soprintendenze, l’appaltatore, i direttori dei lavori, la Regione Calabria e tutte le parti interessate - ai danni d’uno dei pių importanti monumenti religiosi italiani; in favore del quale č arrivato, a ridosso, il monito alla responsabilitā pubblica dalla voce di Beppe Grillo, Marcello Veneziani, Gianni Vattimo, Salvatore Borsellino, Mauro Minervino, Cosimo Damiano Fonseca, Rosanna Scopelliti, Vittorio Sgarbi e Derrick de Kerckhove.
Al convegno sono intervenuti i deputati Angela Napoli (Pdl) e Franco Laratta (Pd), della commissione parlamentare Antimafia, autori di due distinte interrogazioni, sul restauro, rivolte a Sandro Bondi, ministro della Cultura.
All’iniziativa del 3 maggio 2009 hanno partecipato anche Antonio Nicoletti, sindaco di San Giovanni in Fiore, Luigi De Magistris e Gianni Vattimo, poi eletti deputati europei in Italia Dei Valori, il consigliere comunale d’opposizione Antonio Barile (Pdl) e il presidente di Azione Giovani di San Giovanni in Fiore, Fabio Madia.
I giornali locali hanno taciuto in proposito, forse preoccupati che le risultanze del convegno potessero spostare dei voti, in vista delle elezioni del 6 e 7 giugno 2009.
Di seguito, silenzio generale, nonostante le dichiarazioni, sul caso, di Vattimo, Grillo, Veneziani, De Magistris, Borsellino e altri intellettuali e figure impegnate per la legalitā.
Si tratta di un servizio sul sito di Tele Cosenza relativo all festa di San Giovanni Battista, patrono di San Giovanni in Fiore.
La cittā č presentata come "culturalmente vivace", malgrado i record di assistenzialismo, disoccupazione ed emigrazione, con le sue "chiese perfettamente ristrutturate". Nessun accenno ai lavori fermi in Abbazia, che č la chiesa principale; nessuna immagine dei ponteggi che ne ingabbiano l’ala est.
Anzi, in proposito sono state sapientemente usate immagini di repertorio, per evitare che apparisse lo scempio. Un "trucco" dell’era digitale.
L’abate don Anastasio e Serafino Sprovieri, arcivescovo della Diocesi di Benevento, dicono della spiritualitā del posto, intervistati; come se l’Abbazia florense, e quindi Gioacchino da Fiore, non avesse problemi seri e gravi.
Per ultimo, ricordiamo che l’appaltatore ha chiesto al Comune la rescissione del contratto, ipotizzando un risarcimento milionario. E l’Europa, che ha sborsato i quattrini, sa di queste faccende mimetiche?
Ovviamente, nel servizio parlano i politici che oggi amministrano San Giovanni in Fiore e dintorni, i quali non possono che esprimersi con toni celebrativi, mentre i problemi permangono. Beatamente.
Cose chi mancu si riusciti a mora e a nāscia, a mora e a nāscia, a mora e a nāscia pi centu vote vi potiti immagina’. (Tratto dallo spettacolo teatrale Roccu u stortu, di Francesco Suriano, adattamento di Fulvio Cauteruccio)
Materiali utili per capire bene la vicenda
Gli intellettuali in difesa dell’Abbazia florense;
L’interrogazione parlamentare dell’on.le Angela Napoli;
La veritā sull’affidamento dell’incarico di progettazione e direzione lavori;