La legge 40 che sarà sottoposta tra poco (il 12-13 giugno) a referendum è una legge su che cosa? Ufficialmente è una legge sulla «fecondazione artificiale», o assistita, anche detta, seppur impropriamente ed erroneamente, sulla fecondazione eterologa. In verità è molto molto di più. È una legge che stabilisce che l’embrione è già vita umana, e che perciò correda l’embrione di «diritti». Ora, nessuno contesta che l’embrione sia vita. Un sasso non ha vita; ma tutto ciò che nasce, si sviluppa e muore, è vita. Le piante sono vita, gli animali sono vita. E da un punto di vista biologico il genoma (i geni) di uno scimpanzé è quasi eguale - al 99,5% - a quello di un essere umano. Eppure la differenza tra uno scimpanzé e un homo sapiens è immensa. Qual è? Perché l’embrione umano va protetto e quello dello scimpanzé no? Se dobbiamo proteggere la vita, allora di questa «vita e basta» esistono miliardi di miliardi di specie e di varietà. Ma se ci interessa specificamente la protezione della vita umana, allora la dobbiamo definire, allora dobbiamo stabilire quale vita è umana e perché. Fino a circa mezzo secolo fa, lo sapevamo. Grosso modo (ci sono eccezioni) per la Chiesa e per la fede l’uomo è caratterizzato dall’anima, e l’«anima razionale», per dirla con San Tommaso, arriva tardi, non certo con il concepimento. Invece per la filosofia, o per la riflessione razionale, l’uomo è caratterizzato dalla ragione, dalla autocoscienza o quanto meno da stati mentali e psicologici coscienti. Per Locke, per esempio, la persona è «un essere consapevole di sé», e «senza coscienza non c’è persona» ( Saggio , II, 27). Ma ecco che d’un tratto, la Chiesa cattolica dimentica l’anima (e con essa tutta la sua teologia) e si affida alla biologia, alla quale fa dire che tra il mio embrione e me non c’è differenza: vita umana la sua, vita umana la mia. Ma purtroppo la differenza c’è; ed è anche addirittura a mio danno. Se, come mi augura un simpatico lettore, io fossi stato ucciso in embrione io non me ne sarei accorto e nemmeno avrei sofferto; invece io come persona umana so che dovrò morire e forse anche soffrire. E il discorso serio, l’argomento logico, è questo: che se un embrione sarà una persona, ancora non lo è come embrione. E sfido qualsiasi ruiniano a fornire una definizione di «persona umana» che si applichi all’embrione. Passo ai risvolti pratici e agli aspetti concreti della questione. Un primo argomento dei sostenitori della 40 è che proteggere l’embrione è proteggere il più debole, la vita più debole. Ma da questo punto di vista gli embrioni non se la stanno cavando tanto male. I testi di demografia di quando nascevo prevedevano per il 2000 una popolazione di 2 miliardi; invece siamo addirittura più di 6 miliardi e si prevede che saliremo fino a 9. Ne risulta un eccesso di successo degli embrioni: una sovrappopolazione che porta alla distruzione della Terra, del pianeta Terra, e così anche al suicidio tendenziale del genere umano. In questo contesto, il diritto alla vita si capovolge in una straziante condanna a morte per i già nati, i viventi in eccesso. Un altro argomento è che la 40 tutela la donna. Questa poi. Se l’embrione è sacro e inviolabile, anche la pillola (contraccettiva) del giorno dopo deve essere proibita. Così centinaia di milioni di minorenni inesperte o anche violentate si devono tenere un bambino indesiderato o altrimenti ricorrere all’aborto. Che però dovrà essere anch’esso lestamente proibito, perché se passa la 40, la legge 194/78 sull’aborto non potrà essere mantenuta: la contraddizione non lo consente. E così torneremo alle «mammane» clandestine che spesso massacrano e ammazzano le loro clienti. Davvero una bella tutela.
di Giovanni Sartori
sul Corriere della Sera del 29 maggio 2005 (www.corriere.it)
Non è una novità scoprire, dall’articolo dell’autore, la sua bassissima concezione dell’uomo. Daltronde, il Professore, è famoso per l’utilizzo di studi diventati oramai obsoleti dal lavoro di altri scienziati..Famosi anche i suoi libri catastrofici e isterici alla "Oriana Fallaci".
Al Direttore, vorrei chiedere, perchè ogni tanto non "pubblica" anche qualche articolo, che non sia sempre contro il Vaticano e la chiesa.
Caro Antenor, sono un cattolico praticante e quindi, avendo la fortuna di possedere la fede, non posso che mostrarti una CONCEZIONE DELL’ESSERE UMANO che tenga conto del mistero della creazione.
Davanti a questo mistero, la nostra intelligenza può solamente balbettare e meravigliarsi della presenza divina nel cuore di tutte le cose.
Non è solo "in principio" che Dio ha creato il mondo, lanciando nell’esistenza il primo atomo di idrogeno. Ad ogni istante ci strappa in qualche modo dal niente, sostenendoci con la sua mano. Questo paragone della mano non basta, perchè la mano è ancora esteriore all’oggeto che essa tiene o all’argilla che essa plasma. Dio invece è nel cuore stesso delle sue creature, pur restando naturalmente diverso da esse.
Dio è più presente al mio corpo della mia stessa anima. Quest’ultima, infatti, non procura l’esistenza al mio corpo e non ne conosce tutti i segreti, mentre Dio crea continuamente il mio corpo e ne conosce tutte le fibre.
Ai nostri occhi, l’essere più oscuro, diventa così ciò che è in verità: una "residenza di Dio" ! NON una "residenza secondaria", perchè il Creatore non l’abbandona un istante!
Saluti