Intervista

Tremaglia tranquillizza sulla posizione del governo canadese ma allarma per quella italiana sulla legge degli italiani all’estero - di Salvatore Viglia

di Salvatore Viglia
giovedì 15 marzo 2007.
 

Cosa pensa della posizione assunta dal governo canadese per le novità sul voto degli italiani all’estero?

Intanto, non si tratta del voto degli italiani all’estero ma dell’elettorato passivo, cioè la possibilità, il diritto che gli italiani hanno di farsi leggere.

Il governo canadese non contesta per nulla quello che è l’elettorato attivo. Gli italiani all’estero possono andare a votare. Questo è pacifico. La contestazione, non è di oggi, è antica: quella di non venire votati. Il governo canadese non ritiene che sia possibile che i cittadini italiani che vivono in Canada possano diventare senatori o deputati nel parlamento italiano. Questo è il punto.

Insomma, si ripropone una questione che sembrava superata?

Su questo stesso punto ci battemmo a lungo con il governo canadese quando io ero ministro per gli italiani nel mondo.

Allora trovammo, per la verità, grande disponibilità e cordialità, tanto che, alla fine, il governo canadese accettò l’applicazione della LeggeTremaglia.

All’epoca, evidentemente, il Canada accettò di fare questo esperimento. Ci fa conoscere, adesso, che questo esperimento è stato fatto e che intende rimettere in discussione la possibilità, da parte dei concittadini italiani residenti in Canada, di essere votati e quindi di essere eletti.

Ecco, si tratta di andare ancora una volta ad un chiarimento in un clima di grande cordialità ed amicizia con lo Stato canadese. Credo che spiegandoci, certamente ritorneremo ad avere riconosciuto questo diritto.

Non dimentichiamoci mai che questa operazione che io ho avuto l’onore di fare, ubbidisce alla Costituzione della Repubblica Italiana perché io riuscii a cambiare la Costituzione italiana due volte e proprio per quanto riguardava l’elettorato attivo e l’elettorato passivo dove si fa nascere la circoscrizione estero con 6 senatori e 12 deputati.

In questa circostanza, pur non essendo più ministro, penso di prendere contatti con le autorità canadesi che io ho ampiamente conosciuto per riprendere il colloquio e riottenere questo che è diventato un atto di fraternità e di giustizia internazionale.

Ho intenzione, innanzitutto, di concertare, insieme con i 18 eletti all’estero, un’azione, senza guardare se sono stati eletti di qua o di là. Questa sarà la dimostrazione che vi è un grande interesse comune, non solo, ma dico a questi miei amici che sono nel parlamento italiano, senatori e deputati: attenzione.

Attenzione perché sono in corso, non le manovre canadesi, con i canadesi ci dovrà essere un chiarimento di lealtà e di amicizia, ma sono già in corso le manovre per quanto riguarda le elezioni italiane e cioè la nuova legge elettorale. Ecco, non vorrei che proprio nella nuova legge elettorale, qualcuno si sia già mosso, in Italia, per non dare la possibilità agli italiani residenti all’estero, di essere votati.

La questione sollevata dal Canada è stata già percorsa e noi tratteremo col governo canadese. Invece, da questa parte, cioè la parte dei partiti italiani, è cominciata a nascere, a rinascere la tendenza a far fuori, sul piano elettorale, gli italiani all’estero. Il che è di gran lunga più pericoloso.

E’ una vergogna!

A cosa si riferisce?

Io mi riferisco non solo a voci, ma a qualcosa di più. Ci sarebbe l’intenzione di modificare l’art. 8 della legge in modo che quelli che devono essere candidati all’estero, non siano più i residenti all’estero come vuole la Costituzione italiana e la legge Tremaglia. Così da poter candidare, nella circoscrizione estero, quelli che risiedono in Italia. Si dimenticano che tutta la parte che riguarda l’elettorato della circoscrizione estero è garantita dalla Costituzione.

Io sono contro, per quanto mi riguarda, ma chiedo a tutti quanti, gli elettori italiani all’estero che si impedisca questa infamia contro gli italiani all’estero. Questa è la mia richiesta che è totale perché la battaglia che è stata fatta e che è stata vinta, oggi, può essere messa ancora una volta in discussione.

In che modo?

Dobbiamo fare una vera ed autentica contro-azione, una vera ed autentica barricata per impedire questo misfatto.

In ogni caso, sono a completa disposizione di tutti quelli che sono stati eletti e di quelli che non sono stati eletti, di tutti gli italiani all’estero perché venga mantenuto il grande diritto di quella battaglia di civiltà che abbiamo vinto tutti quanti per gli italiani nel mondo. Datemi una mano, io vi do tutto il mio appoggio sino in fondo con quell’animo e quella determinazione che ho sempre avuto e che rinnovo in questo momento in difesa degli italiani nel mondo e contro questo autentico misfatto che deve essere completamente abbattuto. Dobbiamo farlo subito prima che sia troppo tardi.

Tra tutti quelli che vogliono compiere questo assurdo antidemocratico veramente ignobile, vi è quel Selva il quale ci ha attaccato, mi ha attaccato dicendo che il voto all’estero è un assurdo.

Non ho altro da dire perché questo linguaggio è ignobile e questo tentativo, nonostante tutto, non mi abbandonerà ad alimentare, ulteriormente, alcuna polemica.

Salvatore Viglia


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