Appello lanciato dai Giuristi Democratici
per Rahmatullah Hanefi
I sottoscritti avvocati, magistrati, docenti e studenti universitari, operatori del diritto, rappresentanti delle istituzioni e semplici cittadini,
esprimono enorme preoccupazione per le sorti di Rahmatullah Hanefi, cittadino afgano collaboratore dell’organizzazione umanitaria Emergency, detenuto in isolamento da oltre due mesi nelle carceri afgane senza alcuna accusa formale e senza l’assistenza di un legale;
esprimono, altresì, profonda costernazione nell’apprendere dalla stampa che secondo i servizi di sicurezza afgani, responsabili dell’arresto e della detenzione di Rahmatullah Hanefi, questi potrebbe essere assoggettato ad un procedimento per il quale è esclusa l’assistenza di difensori e per una accusa per la quale è prevista la pena capitale.
Chiedono a tutti i Parlamenti ed i Governi dei paesi democratici ed alla Organizzazione delle Nazioni Unite di attivarsi presso le autorità statali afgane con tutti gli strumenti di pressione leciti affinché queste nel procedimento a carico di Rahmatullah Hanefi interrompano immediatamente le pratiche illegali ed inumane e si attengano al rispetto dei diritti dell’uomo, riconosciuti dalla stessa Costituzione Afgana, ed in particolare al rispetto dei diritti dell’imputato così come sanciti dall’art. 14 dei Patti internazionali sui diritti dell’Uomo - Patto internazionale sui diritti civili e politici - adottati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 16 dicembre 1966 - dove, tra l’altro, è stabilito che:
“1. Tutti sono eguali dinanzi ai tribunali e alle corti di giustizia. Ogni individuo ha diritto ad un’equa e pubblica udienza dinanzi a un tribunale competente, indipendente e imparziale, (...)
2. Ogni individuo accusato di un reato ha il diritto di essere presunto innocente sino a che la
sua colpevolezza non sia stata provata legalmente
3. Ogni individuo accusato di un reato ha diritto, in posizione di piena eguaglianza,
come minimo, alle seguenti garanzie: a) ad essere informato sollecitamente e in modo circostanziato, in una lingua a lui comprensibile, della natura e dei motivi dell’accusa a lui rivolta;
b) a disporre del tempo e dei mezzi necessari alla preparazione della difesa ed a comunicare con un difensore di sua scelta;
c) ad essere giudicato senza ingiustificato ritardo; d) ad essere presente al processo ed a difendersi personalmente o mediante un difensore di sua scelta;( ... );
e) a interrogare o far interrogare i testimoni a carico e ad ottenere la citazione e l’interrogatorio dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico;
f) a farsi assistere gratuitamente da un interprete, nel caso egli non comprenda o non parli la lingua usata in udienza; g) a non essere costretto a deporre contro se stesso od a confessarsi colpevole.
4. (...) 5. Ogni individuo condannato per un reato ha diritto a che l’accertamento della sua colpevolezza e la condanna siano riesaminati da un tribunale di seconda istanza in conformità della legge.”
I sottoscrittori del presente appello chiedono, infine, al Governo Afgano, che il procedimento a carico di Rahmatullah Hanefi, dato lo status dell’imputato, collaboratore di una organizzazione umanitaria internazionale e le peculiari circostanze nelle quali sono avvenuti il suo arresto e la sua detenzione, avvenga con la partecipazione di Osservatori Internazionali.
Rita Borsellino - deputato regionale Sicilia
Francesco Sanna - avvocato - consigliere regionale Sardegna
Angelo Argento - avvocato - Consigliere giuridico del Dipartimento sviluppo
delle economie del territorio della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Lucio Oieni - Dirigente area progetti speciali e monitoraggio Assessorato
[...]
Per firmare l’appello, indirizzare la propria adesione
(14.06.2007)___________________________________________________
Afghanistan, Hanefi è libero
"prosciolto da ogni accusa" *
ROMA - Rahmatullah Hanefi è libero. Il manager dell’ ospedale di Emergency in Afghanistan, accusato di essere stato coinvolto nel rapimento di Daniele Mastrogiacomo e arrestato dalle autorità afgane il 20 marzoscorso è stato "prosciolto da ogni accusa" e adesso è libero.
La notizia, data all’inizio dal sito Peacereporter, è stata confermata anche da Emergency, che ha precisato che in questo momento Hanefi si trova in un ospedale dell’associazione a Kabul e "sta meglio di quanto si pensasse". Lo ha riferito il portavoce della Ong italiana, Vauro Senesi. "Negli ultimi giorni - ha aggiunto - sapevamo che ci sarebbero stati sviluppi ma non ne conoscevamo i tempi e le entità. E’ stata una bellissima notizia".
"Da quanto ne sappiamo finora- ha spiegato ancora Senesi - questo proscioglimento è stato deciso dal procuratore generale che ha valutato i fascicoli presentati dai servizi segreti afgani che non riteneva contenessero prove sufficienti per la sua incriminazione".
* la Repubblica, 16-06-2007
Il mediatore di Emergency ha lasciato il carcere di Kabul Ad attenderlo Gino Strada. "Sono vivo, sto bene" Hanefi è libero dopo 3 mesi "Thank you italian people"
L’abbraccio fra Rahmatullah Hanefi e Gino Strada ROMA - Rahamatullah Hanefi è definitivamente libero. Lo riferisce il sito di Peacereporter, legato a Emergency. Il manager dell’ospedale dell’associazione umanitaria a Lashkargah, tenuto prigioniero per tre mesi dai servizi di sicurezza afghani, ha lasciato alle 16 di oggi - le 13.30 italiane - il carcere Investigation Department 17 a Kabul. Occhi stanchissimi, barba corta, abito tradizionale bianco. Ad attenderlo, Gino Strada, che lo ha accolto su una macchina di Emergency. Poi hanno raggiunto insieme la casa dove abitano gli internazionali di Emergency.
"Sono vivo", ha detto in pashtu a Gino Strada, "sto bene", ha aggiunto in italiano. E al telefono con la presidentessa dell’associazione, Teresa Strada, ha esclamato: "Thank you italian people", grazie Italia.
"Questa è una bellissima giornata, una giornata di festa, non solo per Rahmat ed Emergency, ma anche, credo, per moltissimi afghani e moltissimi italiani", ha commentato Gino Strada. Dalle case dello staff internazionale di Emergency, addobbate con rose di plastica rossa per il ritorno, Hanefi telefona alla moglie, mentre i colleghi lo festeggiano con tè verde, uvette e mandorle tostate.
Il collaboratore di Emergency era stato arrestato il 20 marzo scorso, il giorno dopo la liberazione del giornalista Daniele Mastrogiacomo. I servizi segreti afghani sembravano infatti avere dubbi sul collaboratore di Gino Strada, che aveva ricoperto il ruolo di mediatore durante il sequestro.
Dal 20 marzo, tre mesi di carcere senza che dai vertici afghani arrivassero chiarimenti, mentre la salute di Hanefi peggiorava. Tre giorni fa, sabato scorso, l’annuncio del proscioglimento dalle accuse, salutato con grande soddisfazione anche dal direttore di Repubblica Ezio Mauro e da Daniele Mastrogiacomo.
Per chiedere la liberazione del mediatore di Emergency, manifestazioni e mobilitazioni sono state organizzate dall’associazione umanitaria, mentre Repubblica.it ha raccolto 32mila firme con l’iniziativa "Apriamo alla pace".
* la Repubblica, 19 giugno 2007