Promosso da uno psichiatra-imprenditore, lo usano già tre milioni di famiglie
Un’esposizione a New York mostra i progetti. E Bill Gates li finanzia con 13 milioni
Arriva il design sostenibile per il Terzo Mondo
cambierà la vita a cinque miliardi di persone
di GAIA GIULIANI *
ROMA - Frigoriferi in coccio, pannelli solari fatti con residui di biciclette, specchietti presi dalle confezioni di cosmetici, la ruota porta-acqua. E ancora: borse in stoffa con pannelli fotovoltaici incorporati per catturare i raggi del sole durante le passeggiate e illuminare le case senza elettricità di notte, filtri per l’acqua a raggi Uva o a base di arsenico in vendita a 7 dollari, pompe d’irrigazione a pedali costruite con il bambù. Invenzioni, progetti di design low cost in esposizione fino a metà settembre presso il Cooper-Hewitt National Design Museum di New York all’interno della mostra "Design for the other 90%". (Clicca qui per tutte le immagini).
A cosa corrisponde questo curioso "restante 90%"? Su sei miliardi e mezzo di persone che popolano la Terra, più di cinque non hanno accesso o hanno grosse difficoltà ad avere accesso alle fonti primarie di sostentamento, l’acqua pulita o i sistemi educativi. Una condizione che considerano normale. Spesso le cause sono da rintracciare nella mancanza di infrastrutture, di mezzi di trasporto di tipo basico, di filtri per l’acqua a prezzi accessibili.
"La maggior parte dei progettisti e designer indirizza i propri sforzi solo su quel 10% di persone che appartiene ai paesi ricchi, ignorando così il resto del pianeta". Paul Polak, 73 anni, psichiatra, imprenditore e fondatore dell’IDE (International Development Enterprise), associazione no-profit attiva nei paesi in via di sviluppo, sta cercando di rimediare al problema. Sovvenzionando le invenzioni esposte nella mostra di New York, che hanno già garantito non solo la sopravvivenza, ma anche un considerevole miglioramento della qualità della vita a qualche decina di milioni di persone.
Per finanziare questi progetti, da gennaio l’IDE ha potuto avvalersi di una cospicua donazione arrivata dalla fondazione di Bill e Melinda Gates che ha versato nelle casse dell’associazione 13,4 milioni di dollari. Causale: "L’orgoglio di poter sostenere un progetto che aiuterà milioni di fattorie sparse per il mondo" come ha dichiarato il portavoce della fondazione del patron Microsoft.
Nata nel 1981, la IDE lavora in otto paesi (Bangladesh, Vietnam, Cambogia, India, Nepal, Zambia, Zimbawe e Myanmar, l’ex Birmania). Dei suoi 600 impiegati la maggior parte è nativa dei luoghi in cui agisce con lo scopo di raggiungere un obiettivo importante: aiutare 30 milioni di famiglie ad uscire dalla povertà entro il 2015. Per ora siamo a quota 3, risultato raggiunto grazie alle tecnologie low cost. Perché grazie ad una pompa di irrigazione economica i contadini - il famoso 90% abita zone rurali sopravvivendo grazie all’agricoltura - possono contare su di un surplus di prodotti da rivendere nei mercati locali dopo aver soddisfatto le proprie esigenze.
E con il ricavato coprire le spese scolastiche dei figli, comprare le medicine di cui la famiglia ha bisogno migliorando anche la produttività della propria fattoria. Al momento circa un milione e mezzo di contadini del Bangladesh ha acquistato la pompa a pedali in bambù incrementando complessivamente il proprio reddito annuale di 150 milioni di dollari. "Il nostro scopo non è quello di finanziare qualcuno o qualcosa, ma creare un mercato stimolante e in rapida espansione" dice Polak, rimarcando che le popolazioni con cui entra in contatto vanno trattate non "come persone bisognose, ma come clienti, in modo da restituirgli dignità stimolandoli a guardare se stessi sotto una prospettiva diversa e in divenire". Con prezzi studiati ad hoc per loro naturalmente.
Perché tanta sollecitudine da parte di Polak verso il Terzo Mondo? Perché lo psichiatra, nella migliore tradizione dei self made man americani, è uno che si è fatto da solo. Nato in provincia, cominciò a lavorare appena adolescente raccogliendo fragole nel vivaio gestito dal padre. Compiuti i quindici anni capì che avrebbe guadagnato di più coltivando in proprio fragole e lamponi, e fece un accordo con gli agricoltori locali prendendo in affitto parte dei loro terreni per le piantagioni e rivendendo il raccolto ai negozi dei dintorni. Poi si iscrisse a psicologia, diventando psichiatra e iniziando a occuparsi di pazienti affetti da disturbi provenienti da condizioni di vita e lavoro disagiate.
Oggi possiede 70 ettari coltivati a more, ribes, lamponi e fragole e parte dei suoi guadagni è stato investito nell’industria petrolifera. Grazie a una buona fetta dei ricavi ha potuto fondare l’IDE e farla avviare. Polak segue personalmente tutti i progetti portati avanti dalla sua associazione viaggiando instancabilmente per il pianeta e stabilendo partnership con istituzioni universitarie illustri come la Stanford University che ha partecipato allo sviluppo delle tecnologie low cost presenti nella mostra newyorkese. Ultima creazione la Q Drum, una ruota container da riempire d’acqua. In materiale plastico, è a forma di anello per permettere a una fune di attraversarla fungendo da traino.
Il "restante 90%" vive in paesi privi di condutture, e la "ruota" è molto più comoda come mezzo di trasporto di orci e contenitori in coccio perché il suo peso invece di gravare completamente sulla persona, viene sostenuto anche dal terreno.
* la Repubblica, 21 giugno 2007