"Analfabetismo" costituzionale, sociale e umano ....

MA COME PENSANO LE ISTITUZIONI? A MONTALTO DI CASTRO (VITERBO), IL SINDACO "PRESTA" A OTTO RAGAZZI INDAGATI PER STUPRO 5MILA EURO A TESTA. VERGOGNA E SCANDALO . Un intervento del presidente dei Giuristi Democratici. Sotto pressione, infine, il Comune ha deciso "per motivi di opportunità" la revoca della delibera - a cura di pfls

domenica 22 luglio 2007.
 
[...] La decisione del sindaco di Montalto di Castro, Salvatore Carai, aveva sollevato molte polemiche. Per questo, nel pomeriggio verrà ufficializzata la marcia indietro della giunta "per motivi di opportunità". Carai aveva deciso di prestare 5mila euro a testa ad alcuni dei minori, che hanno tra i 15 e i 17 anni, per affrontare il processo. Il gesto era stato letto da molti, tra cui la madre della ragazza, come un’ulteriore violenza nei confronti della quindicenne di Tarquinia che era stata vittima del branco tra la fine di marzo e l’inizio di aprile. Per la giovane, che aveva trovato la forza di denunciare lo stupro nonostante le minacce, la decisione del Comune era "una presa di posizione contro di me" [...]

-  A Montalto di Castro, nel Viterbese, messi a disposizione 5mila euro a testa
-  I giovani sono accusati di violenza di gruppo contro una sedicenne

-  Il sindaco presta i soldi per la difesa
-  a otto stupratori minorenni: è polemica

MONTALTO DI CASTRO (Viterbo) - Il Comune presta dei soldi ad alcuni minorenni, accusati di stupro di gruppo nei confronti di una coetanea, per sostenere le spese legali. E a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, scoppia la polemica.

La scelta del primo cittadino Salvatore Caria (Ds) solleva infatti un vespaio: al centro della controversia, ci sono cinquemila euro a testa che il Comune ha messo a disposizione di alcuni dei minorenni accusati di violenza di gruppo. Lo scorso maggio, infatti, otto ragazzi tra i 15 e i 17 anni erano stati arrestati con l’accusa di aver abusato a turno di una sedicenne di Tarquinia. La violenza del branco si sarebbe consumata tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile, e gli aguzzini avrebbero poi minacciato la giovane, intimandole di non rivelare quanto accaduto.

Ma proprio grazie alla denuncia della ragazza, gli otto erano stati fermati e messi agli arresti domiciliari. Adesso, il sindaco ha proposto di farsi carico della loro difesa con soldi pubblici. Si tratta di un prestito ("Gli interessati - spiega - hanno sottoscritto una garanzia attraverso al cessione degli stipendi) a sostegno dei minori che non sono in grado di provvedere da soli alle spese legali e non possono contare sull’aiuto delle famiglie.

"Lo abbiamo fatto - dice Caria - perché sono tutti minorenni e perché abbiamo applicato il principio di presunzione d’innocenza previsto dall’ordinamento. Inoltre, continua il primo cittadino, si tratta di un caso limite, reso tale dall’età dei presunti stupratori. "Anche se dovessero risultare colpevoli - conclude - le istituzioni avrebbero il dovere favorire il loro recupero e il loro reinserimento sociale".

Ma la scelta del sindaco solleva polemiche e questioni morali. Dalla segreteria provinciale della Cgil di Viterbo Miranda Perinelli parla di vergogna e scandalo. "Quei soldi pubblici - spiega - sono stati usati contro una sedicenne che ha avuto il coraggio di denunciare la violenza sessuale subita. E’ incredibile ma è così".

* la Repubblica, 18 luglio 2007


GIURISTI DEMOCRATICI

Al Sig. Sindaco di Montalto

Piazza Giacomo Matteotti n. 11

MONTALTO DI CASTRO

Ill.mo Sig. Sindaco,

L’Associazione Nazionale Giuristi Democratici esprime il proprio disappunto in merito alla Sua scelta di finanziare la difesa di ragazzi imputati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una giovane donna.

Non appare una scelta lecitamente giustificabile come “applicazione del principio di presunzione d’innocenza”, che dovrebbe portare allora il Comune ad intervenire in ogni processo che veda coinvolti suoi cittadini, (e che ne sarebbe, allora dei Suoi cittadini, persone offese dal reato?); né possono essere accampate ragioni di difesa dei non abbienti, qualora sussistenti, per le quali esiste l’istituto del patrocinio a spese dello Stato.

Riteniamo, inoltre, tale scelta, compiuta da chi è capo del Governo del Comune e lo rappresenta, profondamente lesiva non solo della dignità della vittima, ma di tutte le donne che, avendo subito violenza, trovano il coraggio di denunciarla: sono inaccettabili le Sue parole , laddove alla domanda se abbia compiuto qualche gesto di solidarietà anche verso la ragazza vittima di violenza, ha risposto, secondo quanto riferito dagli organi di comunicazione «Non la conosco, non l’ho mai vista in faccia. Non mi ha mai chiesto niente». Ma detta scelta offende, altresì, la sensibilità di ogni democratico che non può comprendere lo schierarsi di un’istituzione pubblica, in una situazione così delicata e drammatica.

Questa giovane, alla quale va la nostra più profonda e sentita solidarietà, è stata, a causa delle Sue parole, rivittimizzata per la terza volta: la prima, umiliata nel corpo e nella psiche da uno stupro multiplo e brutale e dalle minacce per indurla al silenzio; la seconda quando, avendo trovato il coraggio e la determinazione per la denuncia, il gruppo l’ha attaccata nuovamente, offendendo la sua dignità di donna, “Era un gioco, lei ci stava, era ubriaca fradicia, non è una santarellina. Aveva la minigonna nera e ci ha provocati”, confermando così che la violenza potrebbe essere, a giudizio di costoro, giustificata dall’espressione libera nel vestire di una ragazza come tante, che si fa bella per una festa, riaffermando con quelle parole i più biechi stereotipi maschilisti, giustificativi e discriminatori.

Ella, in quanto rappresentante della collettività, per primo avrebbe dovuto condannare quelle parole, che non esprimevano certamente dissenso e lontananza dal fatto commesso, esprimere solidarietà alla ragazza oggetto delle aggressioni, adoperarsi perché nel Suo paese non fossero socialmente accettate giustificazioni di carattere morale ad un atto di aggressione sessuale fatto su di un corpo considerato merce in esposizione, ed anzi in offerta, un abuso consumato su carne oggetto di piacere, conculcando le scelte e la personalità in costruzione di una giovane donna.

Se Ella in questo si fosse adoperato, se nel suo Comune, a seguito di tale episodio, avesse attivato campagne per combattere la discriminazione di genere nelle scuole, programmi di ascolto e di supporto psicologico e socioassistenziale per coadiuvare le donne che intendono uscire da situazioni di violenza domestica o denunciare episodi di stupro che hanno avuto conseguenze traumatiche sulla loro psiche o vita sessuale, forse avrebbe anche avuto un senso pensare alla futura riabilitazione relazionale e al reinserimento sociale degli imputati di stupro, una volta che la giustizia avesse fatto il suo corso; ma così, signor Sindaco, il Suo gesto appare parziale, ovvero di una parte, quella maschile, ennesima negazione del fatto che la violenza sulle donne sia un problema politico e non personale, di costume e non relazionale, di sesso e non di genere.

Per questo La invitiamo, qualora, come si auspica, la Sua Giunta revochi la decisione di stanziare denaro pubblico in favore dei ragazzi imputati di stupro, a destinare quel denaro alla promozione di politiche di sensibilizzazione sulle discriminazioni di genere nelle scuole ed a istituire programmi di supporto per le vittime di violenza, come risarcimento sociale per le donne che silenziosamente subiscono violenze e discriminazioni, dentro e fuori dalla famiglia, anche nella Sua comunità.

-   Avv. Roberto Lamacchia
-  Presidente
-  Associazione Giuristi Democratici

Fonte: Barbara Spinelli, 20.07.2007


-  Verrà revocata la delibera per "motivi di opportunità"
-  Gli otto ragazzi sono indagati per stupro di gruppo

-  Montalto, il Comune fa dietrofront:
-  niente soldi ai minorenni accusati

MONTALTO DI CASTRO (Viterbo) - Il Comune di Montalto fa dietrofront. Non verranno prestati ai minorenni accusati di stupro i soldi per sostenere le spese della difesa. La delibera che aveva messo a disposizione di alcuni degli otto ragazzi indagati per aver violentato in gruppo una coetanea, verrà infatti revocata.

La decisione del sindaco di Montalto di Castro, Salvatore Carai, aveva sollevato molte polemiche. Per questo, nel pomeriggio verrà ufficializzata la marcia indietro della giunta "per motivi di opportunità". Carai aveva deciso di prestare 5mila euro a testa ad alcuni dei minori, che hanno tra i 15 e i 17 anni, per affrontare il processo. Il gesto era stato letto da molti, tra cui la madre della ragazza, come un’ulteriore violenza nei confronti della quindicenne di Tarquinia che era stata vittima del branco tra la fine di marzo e l’inizio di aprile. Per la giovane, che aveva trovato la forza di denunciare lo stupro nonostante le minacce, la decisione del Comune era "una presa di posizione contro di me".

Sulla vicenda, il gruppo dell’Ulivo al Senato e il senatore di Forza Italia Giulio Marini avevano rivolto al ministro dell’Interno Giuliano Amato due interrogazioni parlamentari. Era intervenuta anche il ministro per le Pari opportunità, Barbara Pollastrini, che si era detta "esterrefatta" della scelta del Comune. In molti avevano chiesto che la delibera fosse revocata: tra questi, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. Altri, tra cui il Telefono Rosa, avevano domandato che il primo cittadino di Montalto si dimettesse.

Polemiche da destra e sinistra, dunque, così come pieno sostegno e solidarietà alla vittima della violenza. Alessandra Mussolini, segretario di Azione Sociale, le ha offerto di occuparsi delle spese legali: "Ho deciso - ha detto infatti - di offrire alla giovane l’assistenza legale del mio avvocato, Franco Cardiello, garantendo la gratuità delle sue prestazioni. Donerò, inoltre, alla giovane una somma tratta dal finanziamento pubblico che il mio partito riceve per garantire, seppur indirettamente, il supporto dello Stato a una vittima di violenza".

* la Repubblica, 20 luglio 2007


Sul tema, e più in generale, nel sito, si cfr.:

MA COME PENSANO LE ISTITUZIONI?! E COME PENSANO GLI ITALIANI E LE ITALIANE?! CECITA’ E SORDITA’: ITALIA o "Forza Italia"?!! E’ LA STESSA COSA?!! IL "BUFFONE" A "BERTINOTTI", COME A "BERLUSCONI", E’ UNA FORTE DENUNCIA DEL NARCISISMO E DELLA CRISI DELLE ISTITUZIONI - non un’offesa alle persone!!! Sveglia!!! Per la difesa della Costituzione, e per il dialogo, quello vero!!!


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