Crisi di governo

Riproponiamo un editoriale del dopo elezioni di Vincenzo Tiano, sul governo Prodi, che presenta profili di attualità

giovedì 22 febbraio 2007.
 

L’Unione, sebbene unioni di fatto, di nome e di molteplici partiti vince a stento. Si preannuncia una situazione di instabilità.

di Vincenzo Tiano

13-aprile-2006

Qualche settimana addietro facevo una considerazione di pessimismo riguardo all’andazzo politico e di ottimismo riguardo all’annunciata vittoria del centro-sinistra descrivendo il tempo attuale di Berlusconi come L’Autunno del patriarca. Quanto al primo punto, confermo lo sconforto, data la situazione di ingovernabilità che si preannuncia. Sul secondo punto, devo prendere atto di una cantonata (assieme ai quotidiani nazionali, agenzie profetiche, exit pool martellanti, sentore popolare). Detto per inciso: della buona fede di chi ha fatto certe statistiche dubito. Quanto alla cantonata, Berlusconi non è stato escluso dalla dinamica democratica, contrariamente a quanto prevedevo, o buttato fuori dalla politica, come i più desideravano. Anzi, mi viene da dire che è l’unico ad aver vinto le elezioni. Si auspicava una sua sconfitta e uscita definitiva, sia per far cessare un auto-conflitto che la politica vive a causa sua, sia per la costruzione di un centro-destra in grado di fare dialettica col centro-sinistra. Ma ammetto essere una mia ingenuità che viene smentita dai risultati. Quale centro-destra in termini di numeri può esserci sine Berlusca? Forza Italia si è confermato il primo partito d’Italia e le ragioni, sinceramente, mi sono oscure. Di certo, il motivo non è la novità, essendo la comparsa di Berlusconi oramai storia della politica. Né l’impeccabilità morale, considerate le svariate leggi personali e salvifiche. Sarà l’iperattività di riforme? Può darsi ma alcune di esse sono state salutate in malo modo. Rimane un mistero. Forse il motivo è semplice: l’argent fait la guerre. Ma anche questo lascia il tempo che trova: i partiti della sinistra hanno meno argent (anche se non fanno la fame!) ma in compenso una struttura storica e un monopolio culturale. Qualcuno per comoda semplificazione potrà sempre dire e dirà che sono gli italiani...Mi auguro che non si ricorra alla squalifica dell’elettore. Già basta e avanza quella dell’avversario che in Italia è sport preferito. Qualche parola vorrei dire sull’Unione. Non è servita un’unione di fatto per vincere a dovere. Un’unione di partiti i più diversi e inconciliabili: cattolici e radicali, liberali e comunisti, socialisti e individualisti. Il capolavoro di intelligenza è stato poi quello di Boselli di allearsi con Pannella. Assieme a lui ha preso meno voti di quelli che avrebbe preso da solo! Di là dalle improbabili alleanze, l’Unione forse avrebbe vinto in modo schiacciante, se solo avesse avuto il coraggio di proporre un uomo diverso, come un Rodotà. Purtroppo le novità dispiacciono ai partiti. Non solo: avrebbe dovuto fare una campagna elettorale diversa. Non si può battere Berlusconi con gli strumenti da lui ideati e adattati alla sua persona, quali quelli del sorriso o del modo di apparire. Non si può batterlo, pensando di colpire l’elettore con una persona anziana che arranca nel parlare di una vaga felicità. Il portato di tutto questo (che proviene dalla forza di Berlusconi di rigenerarsi e dal fatto che l’Italia è un paese di moderati) è una situazione di instabilità. Poco di quello che ha fatto Berlusconi sarà cambiato. Pochissimo il nuovo governo farà per debolezza numerica, oltre al fatto che il programma annunciato per diversi canali non prevedeva cose in positivo e sganciate dalle cose fatte dal governo uscente. In campagna elettorale si sentiva spesso: dai meno riformisti “aboliremo in toto la legge Biagi e ritireremo immediatamente le truppe dall’Iraq”, dai più riformisti “integreremo la legge Biagi e ritirereremo non immediatamente le truppe”. Le prime rappresentavano un’utopia già nel momento in cui venivano dette, per via dell’opposizione della sinistra moderata. Le seconde incontreranno un percorso difficile di ostacoli rappresentati da semplici assenze di pochi senatori causa raffreddore, come è stato sottolineato da alcuni. In definitiva, non si è in presenza di un’autentica e produttiva alternanza. Comunque, spero il nuovo governo rimanga in piedi e riesca a trovare gli strumenti per governare. Nel frattempo Berlusconi all’opposizione crescerà ancora per ritentare alle prossime. Nulla di nuovo vedo per il futuro vicino e lontano. Questa è politica italiana: punto e a capo. Tuttavia faccio gli auguri al nuovo governo che sarà. Almeno di stare in piedi!


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